4 marzo 1931: nasce il Reverso

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    4 marzo 1931: nasce il Reverso




    La storia del Reverso della Jaeger-LeCoultre, orologio da polso elegante ed insieme originale, immediatamente riconoscibile ed assolutamente inimitabile, è lunga e piena di successi, a partire dagli anni '30 fino ai nostri giorni.

    Ripercorriamola rapidamente, partendo dalla nascita avvenuta nel 1931, in piena Art Déco, quando l'uso di forme geometriche elementari e la loro combinazione in senso decorativo influenzarono anche lo stile degli orologi.

    1 - La nascita
    Tutto ebbe inizio nell’ estate dell’anno 1930, in un polo club delle Indie Britanniche. Cesar de Trey, uomo d’affari svizzero che si era affermato nell’ industria dentaria in Inghilterra e che aveva deciso di occuparsi di orologeria elvetica (dal 1927, aveva fondato a Losanna una società, la “Ermetica S.A” con diverse case di distribuzione in Svizzera, Francia, Inghilterra e Stati Uniti, che si occupava, tra l’altro, della vendita dei primi orologi firmati LeCoultre e Jaeger) si trovava in India per affari e quel giorno assistette ad una partita di polo al club.

    Al ricevimento che seguì l’incontro, uno dei giocatori, un ufficiale dell’armata britannica che aveva rotto il vetro durante il gioco, richiese, con un pizzico di ironia, un orologio elegante, adatto ad uomini di stile, abituati a muoversi in un ambiente raffinato e mondano, ma al tempo stesso capace di resistere contro i forti urti possibili durante le partite di polo.
    Certo, esistevano già gli orologi dotati di coperchio o di una griglia, ma questi erano bombati, voluminosi ed ineleganti: l’idea che invece gli fù suggerita fu quella di un orologio ribaltabile o rovesciabile e su questa idea continuò a rimuginare durante il viaggio di ritorno in Svizzera.
    Jaeques-David LeCoultre, allora direttore della LeCoultre & Cie, ascoltò attentamente quanto gli aveva raccontato de Trey al ritorno dall’India; tra i due era già stata realizzata una fattiva collaborazione e tra l’altro era stato lo stesso Trey a presentare a LeCoultre l’Ingegnere Jean-Leon Reutter, inventore dell’”Atmos” di cui, nel 1930 era già stata avviata la produzione a Le Sentier.

    Raccogliendo la sfida degli Ufficiali inglesi giocatori di polo, gli amici, oltre che soci in affari, Jaeques-David LeCoultre e Cesar de Trey si impegnarono a realizzare il progetto.
    Dal momento che però la Manifattura “LeCoultre & Cie” non aveva mai fabbricato casse, J-D. LeCoultre aveva bisogno degli specialisti francesi della Jaeger, con cui già collaborava, per realizzare quella ribaltabile del futuro Reverso. Nell’autunno del 1930, egli pertanto, si recò a Parigi, in rue du Louvre, 33, sede del “Reparto Orologeria” della Jager.

    Edn

    Gustave Delage ed Edmond Audemars, successori di Edmond Jaeger, che era deceduto nel 1922, trovarono l’idea interessante ed essi affidarono il progetto della cassa reversibile all’ingegnere francese Alfred Chauvot, domiciliato in rue Bechaumont 7; il progetto del calibro fu, invece, affidato alla Manifattura Le Coltre & Cie.

    Il 4 marzo 1931, alle ore 13.15 col brevetto n° 712.868 fu il giorno della presentazione del progetto della cassa reversibile all'Ufficio Brevetti di Parigi, previo pagamento di una tassa di 5 franchi. : Renè Chauvot aveva presentato 17 disegni per illustrare il brevetto per “una cassa d'acciaio inossidabile, in grado di scorrere lungo le guide del proprio supporto e di rigirarsi completamente su se stessa”.

    Reverso_patent_and_drawings

    Nel suo primo progetto egli aveva già specificato tutte le principali caratteristiche del Reverso, rimaste a tutt’oggi invariate: struttura in due elementi (supporto e cassa), guide di scorrimento ricavate nelle ali del supporto ( in francese, brancard “barella”, letteralmente), perni solidali con la cassa (quadrata, nei primi disegni), sfere montate su molle per immobilizzare l’orologio.
    Per impedirne lo spostamento laterale, l’inventore aveva progettato di montare il vetro a gradino sulla cassa con un incavo corrispondente nel supporto.

    Nella successiva prima aggiunta al progetto, del 27.05.1931 n° 40.330, aveva introdotto dei miglioramenti nei perni; nella seconda aggiunta n° 41.060, infine, datata 21.11.1931 il Reverso aveva assunto la sua forma rettangolare, il vetro a gradino era stato eliminato e la lunetta portata a filo della cassa, per evitare che in posizione rovesciata, essa venisse a contatto con il fondo del supporto.

    Reverso_svizzero

    Il 31 luglio 1931 Cesar De Trey acquistò i diritti del brevetto da Alfred Chauvot, ancor prima della concessione, che fu rilasciata il 3 agosto e pubblicata 14 ottobre: il compenso fu di 10,000 franchi svizzeri più 2,50 franchi per ogni orologio venduto.

    Il compito di produrre l’insolita cassa fu affidato, all'inizio, alla Ditta Wenger di Ginevra, che in un lasso di tempo molto breve dovette procurarsi le attrezzature occorrenti per iniziare la produzione.

    Il 30 novembre del 1931 De Trey, che aveva dato il nome”Reverso” all’orologio, fondò con Jacques David LeCoultre la compagnia "Specialites Horlogeres”, allo scopo di vendere gli orologi della Manifattura, compresi i nuovi prodotti.

    1932_specialit_orologiere

    reversopubl

    L’obiettivo di mettere in commercio l’orologio entro la fine dell’anno mise in crisi, tuttavia, la ditta di Le Sentier, in quanto nessuno dei suoi calibri era adatto alla cassa del Reverso. Fu così che sugli esemplari fabbricati fino alla fine del 1932, vennero montati i calibri prodotti dalla Tavannes Watch Co. e più precisamente il calibro 064 sui modelli per uomo e 050 per quelli più piccoli per donna, senza quadrantino dei secondi.

    Reverso_tavannes

    Reverso_Movt_Big

    Reverso_Cal064

    Solo nel secondo semestre del 1933 saranno prodotti dalla Manifattura di Le Sentier i calibri per orologi da uomo: 11”’ U e 11”’ UO con piccoli secondi, cal. 11”’ USC con secondi al centro ed il calibro 9”’U per signora, senza l’indicazione dei secondi, disponibile dal 1934.

    0_reverso

    Reverso5b

    Calibri_reverso_1931_1945

    Calibri_reverso

    La storia dei primi anni di produzione del Reverso, consente quindi anche di comprendere che per molti anni, dal punto di vista societario e legale, non esisteva una azienda Jaeger-Lecoultre, bensì:
    a) la “LeCoultre e Cie”, erede della maison fondata nel 1833; è bene ricordare che nel periodo 1858-1877 il nome della Azienda, traformata in Società per Azioni, era stato: “LeCoultre Borgeaud e Cie”.
    b) la “Etablissementes Ed. Jaeger, azienda di Edmond Jaeger, poi divenuta nel 1927 la Holding SAPIC (Société Anonime des Partecipations Horlogères);
    c) la “Specialitès Horlogères” nata, per opera di De Trey e J.D.LeCoultre, nel novembre del 1931, per distribuire i Reverso e gli atri orologi LeCoultre; nel 1935 Cesar de Trey morì.

    Timeand_Watches_Reverso

    Nel 1937 "Specialites Horlogeres" entrò a far parte della Holding SAPIC, cambiando il nome in “Societè de vente des produits Jaeger-LeCoultre” i cui amministratori erano, tra gli altri, Jaeques-David LeCoultre, Lebet, Gustave Delage ed Edmond Audemars, questi ultimi successori di Edmond Jaeger.

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    Reverso_catalogo

    Societ_di_Vendita_JLC_bis

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    reverso_anni_30

    1939_Reverso


    Pertanto, alla fine degli anni ’30 (1937) erano presenti sia “LeCoultre e Cie”, cioè la manifattura storica, sia la Holding SAPIC (il cui consiglio di amministrazione era costituito, tra gli altri, da LeCoultre (=manifattura LeCoultre), Delage e Audemars e Lebet (= successori di Jaeger), che decise che gli orologi nati da questa collaborazione avrebbero portato la firma Jaeger-Lecoultre.

    Tale situazione aziendale si mantenne anche negli anni 50 e 60, con altri attori (Georges Ketteret e Roger LeCoultre).
    Nel 1978 il gruppo SAPIC, ribattezzato SAPHIR nel 1969 (Società Anonime de Partecipations Horlogeres et Industrielles) venne acquistato dal gruppo VDO tedesco.

    Nel 1979 lo stesso gruppo VDO, che aveva anche acquistato IWC, determinò la nascita della “Manifattura Jaeger LeCoultre” (MJLC), come unica entità giuridica; questa ultima Azienda trasformò la sezione orologiaia Jaeger in filiale distributiva.

    Invece, la SAPHIR sparì nel 1984 a seguito della bancarotta del più importante cliente giapponese. Nel 2000 Il gruppo Richmont acquista la MJLC, insieme ad IWC e A-Lange & Sohne.

    In conclusione, dal punto di vista giuridico-finanziario, dal 1937 al 1979, esisteva sia la Società “LeCoultre e Cie”, erede diretta della storica Manifattura svizzera, sia società di diverso nome (“Societè de vente des produits Jaeger-LeCoultre”; SAPIC; SAPHIR) proprietarie del marchio Jaeger-LeCoultre.

    Questa ingarbugliata storia di fusioni e compartecipazioni finanziarie, che nei primi anni era basata anche sull’amicizia personale dei protagonisti, spiega anche il motivo per il quale i primi Reverso, prodotti dalla “Specialitès Horlogères”, riportino sul quadrante la sola scritta “Reverso” e “Swiss”; ed infine, il motivo per cui una buona parte di orologi vintage marchiati sul quadrante Jaeger-LeCoultre portino sul fondello il solo marchio “LeCoultre”, accanto ai simboli e punzoni svizzeri che ne attestano l’assoluta originalità elvetica.

    2 – La riscoperta
    Lo scoppio della II guerra mondiale frenò notevolmente le vendite del Reverso a causa del contingentamento delle esportazioni degli orologi, dell’orientamento della produzione verso strumenti di bordo per l’aviazione militare e del clima bellico generale poco propenso ai commerci. Anche al termine del conflitto, le vendite del Reverso rappresentavano solo una modesta parte del fatturato dell’Azienda mentre gli orologi automatici come il Futurematic o gli svegliarini come il Memovox, con il loro lato utilitario,erano di gran lunga più apprezzati, più in linea con lo spirito di ricostruzione di quegli anni rispetto all’aspetto artistico tipico dell’Art Decò.

    La società Wenger di Ginevra, fornitrice esclusiva di casse Reverso aveva cessato di fabbricarle ed anche le costose attrezzature necessarie per la loro produzione erano andate perdute.
    Alla fine degli anni 60, l’avvento dell’era del quarzo aveva tutti persuaso dell’inesorabile declino dell’orologio meccanico.
    Ma nel 1972 accade un fatto nuovo: Giorgio Corvo, importatore italiano della Jaeger-LeCoultre, sorprese la Manifattura chiedendo le ultime 200 casse in acciaio presenti in deposito.

    Poiché la produzione dei movimenti da 9 e da 11 linee era stata abbandonata, non vi erano calibri adatti da montare su quelle casse.
    Di fronte alla riluttanza della Manifattura di fornigli i movimenti per le duecento casse residue, egli adattò un movimento tondo di serie nei laboratori di Milano e tornando dopo alcune settimane a Le Sentier, presentò trionfante l’orologio funzionante.
    Da quel momento, i tecnici della JLC si arresero all’evidenza e si misero all’opera fornendo un movimento ovale cal. 846 del 1975, molto più adatto di quello tondo; i 200 orologi, provvisti ora del nuovo calibro, vennero spediti a Milano e venduti in un mese.
    Ma sorse un nuovo problema: contrariamente a quanto accadde nel 1931, quando sulle prime LeCoultre non disponeva di un calibro adatto alla cassa ideata da Chauvot, ora erano che le casse che mancavano; le casse in deposito erano terminate ed il vecchio fabbricante esclusivo ne aveva cessato la produzione, mentre il mercato italiano richiedeva, inoltre, casse in oro.
    Dopo aver interpellato sei o sette fabbricanti di casse ginevrini, se ne trovò uno che accettò di copiare il Reverso sulla base di un vecchio modello. Ma i lavori durano mesi e costano moltissimo, perché il ribaltamento è difficilissimo da realizzare. Occorsero tre lunghi anni prima che Corvo potesse fornire ai suoi migliori rivenditori i primi Reverso in oro “nuova edizione”, i quali erano così rari che averne uno veniva considerato un privilegio.

    reverso_1979

    jaeger_lecoultre_1980

    image

    Tuttavia i problemi legati al ribaltamento non erano ancora definitivamente risolti e ciò poteva nuocere al buon nome della Società.

    Finalmente, negli anni ‘80 il direttore tecnico Jean Labet, decise con i suoi collaboratori, di realizzare in Azienda, migliorandola, la complicata cassa del Reverso.

    3 – Il “nuovo Reverso” del 1985.
    Mantenendo immutato il meccanismo di ribaltamento, la forma e lo stile Art-Decò della cassa (anche se per un breve periodo, il modello del 1985 aveva perso uno dei 3 solchi che si trovano lungo il bordo inferiore e superiore della cassa), che lo rendevano inconfondibile, il nuovo Reverso del 1985 si riconosce per lo spessore più sottile, per la corona di carica piccola e sporgente in modo da rendere agevole la ricarica mentre la versione di Chauvot montava una corona più sottile, larga e piatta.
    Inoltre, mentre nelle vecchie versioni il supporto (la “barella” o brancard) le anse sono disposte obliquamente e sono presenti due scanalature laterali per agevolare il ribaltamento che, anche a causa dei bordi della cassa angolati (spigolosi) può avvenire solo quando la cassa si trova all’estremità delle guide di scorrimento, leggermente curve, delle anse che erano unite con una saldatura alla base del supporto.
    Nella nuova cassa, invece, le anse sono fissate da viti (il che permette di liberare la cassa se occorre), le guide di scorrimento, a sezione conica in cui scorrono perni anch’essi conici, sono dritte e permettono di ruotare la cassa, che ha bordi arrotondati, in qualsiasi posizione anziché esclusivamente ad una delle estremità delle guide, senza compromettere il meccanismo di ribaltamento.

    cassa_reverso

    Infine, nel “nuovo Reverso” il movimento è isolato all’interno della cassa ed i perni del ribaltamento non sono in comunicazione con esso, mentre nel vecchio Reverso la carrure accoglieva anche i 4 elementi del meccanismo del ribaltamento, necessitando di 4 aperture, in comunicazione con il movimento, che ne compromettevano l’impermeabilità.

    4 – Il Reverso complicato.
    I primi progetti di un Reverso commemorativo, destinato a celebrare nel 1991 il 60° anniversario dell’orologio, furono elaborati durante gli ultimi mesi dell’anno 1989, quando l’allora presidente del consiglio di Amministrazione della Jeager-LeCoultre, Gunter Blumlein, scomparso nel 2001, decise che di produrre un modello con caratteristiche uniche, con cassa in oro rosa, in serie limitata, dotato di complicazioni aggiuntive e di un fondello di vetro che per permetterne di ammirare il calibro, pur proteggendo il movimento.

    Ma nella cassa del vecchio modello per uomo, il cui calibro 846 misurava 5 ¾ per 6 ¾ linee, pari a12,0 x 15,2 mm, non c’era spazio sufficiente per aggiungere complicazioni meccaniche.

    In verità, l’idea di un Reverso delicato era già stata contemplata già anni addietro; nel 1945 l’allora Capo Calibrista Reimod, su richiesta di Jacques-David LeCoultre, aveva segnalato che la Manifattura nel 1938 aveva realizzato un prototipo di movimento complicato, partendo dal calibro 11U che all’epoca equipaggiava il Reverso, con calendario perpetuo per fasi di luna aggiungendo però che gli era impossibile indicare il costo di fabbricazione di quell’unico esemplare che in ogni caso sarebbe stato proibitivo.

    Quel prototipo fu poi ritrovato e costituì la base di partenza per il progetto del Reverso complicato.

    Reverso_complicato_45

    Sulla base di questo unico precedente, Gunter Blumlein prese allora la decisione di ingrandire il Reverso, accrescendone le dimensioni della cassa originale in modo da potervi alloggiare i meccanismi di concezione del tutto inedita.

    Il designer Janek Deleskiewicz ebbe il compito di disegnare il quadrante del Reverso del 60°: il progetto lo impegnò a tempo pieno per diversi mesi perché si volevano mantenere le caratteristiche peculiari di riconoscibilità del Reverso.

    Ogni dettaglio, anche minuscolo, costituiva un problema importante; inoltre, era necessario integrare nel quadrante l’indicazione della riserva di carica, la data ed i piccoli secondi senza alterare la fisionomia dell’orologio e senza comprometterne la leggibilità.
    Per questo motivo, pur essendo già stato definito nelle grandi linee, solo dopo mesi di discussioni su innumerevoli dettagli, l’orologio assunse il suo aspetto definitivo, dopo aver elaborato diversi progetti successivi, a cui di volta in volta furono apportati piccole ma significative modifiche, oggetto di ampie discussioni ed esami approfonditi.

    Dopo aver determinato le nuove dimensioni del calibro del Reverso ingrandito, nonché le caratteristiche tecniche degli altri elementi quali il meccanismo del calendario, della riserva di carica e dei piccoli secondi, l’ingegnere Roger Guignard iniziò, quindi, con l’ausilio del computer, la progettazione del nuovo calibro, sulla base del calibro LeCoultre 818/4 da 9 linee con 18.000 alternanze; naturalmente, il nuovo movimento complicato fu realizzato posizionando ponti e ruote in modo diverso, in funzione dello spazio disponibile; inoltre, fu necessario disegnare ex novo le nuove complicazioni ossia il calendario con indicazione analogica della data e l’affissione della riserva di carica.

    Il nuovo calibro 824 aveva caratteristiche uniche: la platina era in oro, il bilanciere era sovradimensionato con antichoc e viti di equilibramento, con 23 rubini, regolazione micrometrica della spirale “spirofin” e scappamento era munito anch’esso di antichoc,

    A ciò va aggiunto che anche i ponti del bariletto, del ruotismo, dell’ancora e del bilanciere del Reverso del 60° erano in oro 14 carati. Solo il piccolo ponte della ruota di scappamento fu realizzato in ottone, per accrescerne la rigidità, e rivestito poi d’oro rosa.
    Gli elementi del meccanismo del calendario e dell’ingranaggio differenziale per l’indicazione della riserva di carica, azionato dal bariletto, furono montati su una platina supplementare anch'essa in oro. Complessivamente i 193 componenti furono alloggiati in uno spazio che misura 7 ¾ per 10 “linee” di superficie e 4,14 millimetri d’altezza.

    Daniel Wild, come abbiamo già ricordato, dopo essere stato il principale artefice del rinnovamento dell’orologio negli anni ‘80, dovette affrontare nuove difficoltà con il modello del 60°.

    In fatti con l’adozione del fondello di vetro, fu necessario trovare una nuova soluzione per il suo montaggio. Come già detto, la parte inferiore del movimento del Reverso classico era stata resa impermeabile inserendo un giunto speciale tra l’anello di protezione (che funge da cassa interna) ed il fondello. Ma questo sistema non poteva essere utilizzato attraverso il fondello di vetro per evitare che si vedesse una brutta guarnizione di gomma nera piuttosto che un bellissimo movimento; la soluzione fu trovata da Daniel Wild con l’introduzione del castello del movimento che riempiva tutta la cassa, senza nessun giunto.

    supporto_60mo

    Così applicando lo stesso principio al Reverso del 60°, egli inserì il movimento in un anello di incasso rettangolare munito di giunti periferici su ambedue le facce, con i perni e le molle del meccanismo del ribaltamento che sono alloggiati nei quattro fori praticati sui lati corti dell’anello d’incasso.

    E fu stata proprio questa nuova dimensione della cassa a favorire la successiva vocazione del Reverso verso la realizzazione delle altre classiche complicazioni meccaniche, con l’innovativa soluzione grafica costituita dalla possibilità di avere indicazioni su due quadranti contrapposti.

    Così, al Reverso del 60°, seguirono, altri cinque esemplari, tutti realizzati in una serie limitata di 500 pezzi con la stessa cassa unicamente in oro rosa: il Reverso Tourbillon del 1993 (calibro 828), il Reverso Répétition Minutes dell'anno seguente (calibro 943), il Reverso Chronographe Rétrograde del 1996 (calibro 829), il Reverso Géographique del 1998 (calibro 858) ed infine il Quantieme Perpetuel del 2000 (cal.855): una collezione che, per originalità e prestigio, può essere considerata davvero unica nell'ambito dell'alta orologeria.
    A ciascuno di essi saranno dedicati articoli specifici, indicati in bibliografia.


    Saga_dei_Reverso_edizione_limitata_in_oro_rosa-vert

    reverso_1-vert





    Biblio-webgrafia

    • Reverso - La Leggenda vivente, M. Fritz, Edizioni Braus, 1991
    • Jaeger –LeCultre - La storia della Grande Maison, F.Cologni, Flammarion 2007
    • Jaeger –LeCultre - Il Libro della Manifattura, Jaeger –LeCultre S.A. 2000
    • Wistwatches Armbandhuren Montres-bracelets, G.L. Brunner, C. Pfeiffer-Belli, Koneman – Verlag GmbH, Monaco, 1990
    • Lancette & C., M. Strazzi, Pressission S.A. Ed., Chaux-de-Fonds (CH), 2005
    • Signori del Tempo, G. Negretti, F. Nencini, Editoriale Wrist s.r.l. Milano, 1986
    Reverso 60°
    Reverso Tourbillon
    Reverso Répétition minutes
    Reverso Cronographe Rétrograde
    Reverso Géographique
    Reverso Quantième Perpétuel
    www.antiquorum.com
    www.orologi.it
    www.orologioblog.net/

    Edited by nicola1960 - 8/4/2021, 07:52
     
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    davvero complimenti per l'articolo, per quanto riguarda l'orologio che dire un mito che dura da 77 anni!!!!!!!
     
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  4. bubba48
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    Bellissimo topic. Grazie.
     
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  5. britishshortair
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    Ottimo lavoro Nicola!
    Esauriente e fatto bene sotto tutti i punti di vista.
    Ti porto i saluti di un pronipote :D
    Cordialmente
    Adriano
    Attached Image
    aaaaaajlc.jpg

     
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  6. lauraeluca
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    Bel reportage. Complimenti Nicola ;-)
    Piccola precisazione: l'ultima foto del tuo post, sebbene di proprietà JLC, mostra un reverso con sfere errate.
    Ciao!
     
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  7. paladain
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    Complimenti per l'articolo,visto che sei così bravo sapresti per caso a quale anno di fabbricazione corrisponde il seriale n.53.400 del mio reverso in foto?Grazie.
    Attached Image
    reverso_4.jpg

     
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    non lo sapevo! allora auguri!!!
     
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    è sempre bello leggere dei topic così :) molto interessante grazie
     
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  10. argonath07
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    CITAZIONE (crest @ 3/3/2008, 02:24)
    è sempre bello leggere dei topic così :) molto interessante grazie

    ;)
     
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  11. edlp
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    Dossier molto interessante e completo,grazie. Certo,per quel che mi riguarda il reverso potrebbe essere finito tempo fa, lo squadra davvero non mi piace,violenta le magiche proporzioni del Reverso....però de gustibus. :)
     
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    una sola nota: perchè non un movimento completamente rettangolare? la trovo una scalta un pò bizzarra!
     
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    CITAZIONE (panerailover @ 3/3/2008, 13:10)
    una sola nota: perchè non un movimento completamente rettangolare? la trovo una scelta un pò bizzarra!

    Credo che sia dovuto al fatto che gli spazi (indicati con numeri, nella foto) che circondano, in alto ed in basso, il movimento di forma ovoidale, contengano le molle ed i perni (indicati con *) necessari al ribaltamento della cassa, non collegati direttamente al movimento, per evitare che questo subisca pericolose sollecitazioni, durante il ribaltamento stesso e per aumentare l'impermabilità del calibro, considerato che i perni sono in contatto con l'esterno.
    Ma non so se la spiegazione è valida... :unsure:

    Edited by nicola1960 - 8/4/2021, 07:53
     
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    Grande Nicola. Degnissima commemorazione di un segnatempo che noi tutti amiamo ( ritengo quasi universalmente). Mia moglie lo adora....ora tocca a me, ma sto cercando il Reverso Decò ( mi pare lo abbia Rolesium) in oro rosa :wub:
     
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  15. ermejo2833
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    posto le foto di un rev. particolare,ref.275.ed. limitata a 100 esemplari in oro bianco e per il solo mercato italiano,1997.la particolarita' e' dovuta allo spessore della cassa,che puo' essere incisa e cancellata 5 volte.imageimage
     
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