Assicurazione furto orologi, qualcuno ci può aiutare?

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    CITAZIONE (MrAccutron @ 12/10/2017, 12:34) 
    ...eccetto ovviamente chi continua a parlar male delle assicurazioni per partito preso o per luoghi comuni, senza peraltro essersi mai preso la
    briga di INFORMARSI o ancora di pretendere che ti paghino un oggetto da qualche migliaio di euro senza uno straccio di prova documentale...

    Pienamente d’accordo. Sarà perché questa materia la conosco come le mie tasche e riesco a meglio rendermene conto rispetto ad altri argomenti trattati qui sul forum, ma in questo topic ho letto una serie innumerevole di luoghi comuni e commenti ignoranti (relativamente all’argomento in parola).

    L’unica vera alea, laddove si riesca ovviamente a fornire alla Compagnia la prova del possesso dei beni trafugati, è rappresentata dalla stima peritale degli oggetti sottratti, spesso dai periti piuttosto sottostimati rispetto al reale valore di mercato.

    Ovviamente, il tutto può essere risolto con una stima preventiva dei beni assicurati, giusto per non avere amare sorprese al momento dell’indennizzo.
     
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    CITAZIONE (Mucciaccino @ 12/10/2017, 12:58) 
    Pienamente d’accordo. Sarà perché questa materia la conosco come le mie tasche e riesco a meglio rendermene conto rispetto ad altri argomenti trattati qui sul forum, ma in questo topic ho letto una serie innumerevole di luoghi comuni e commenti ignoranti (relativamente all’argomento in parola).

    L’unica vera alea, laddove si riesca ovviamente a fornire alla Compagnia la prova del possesso dei beni trafugati, è rappresentata dalla stima peritale degli oggetti sottratti, spesso dai periti piuttosto sottostimati rispetto al reale valore di mercato.

    Ovviamente, il tutto può essere risolto con una stima preventiva dei beni assicurati, giusto per non avere amare sorprese al momento dell’indennizzo.

    Ciao Mucciaccino, sai dove può essere il problema ? Anche in caso di stima preventiva il Perito deve stimare il valore COMMERCIALE ( di norma tutte le Compagnie liquidano quello ), che non sempre corrisponde al valore collezionistico , ossia "da amatore". Ricordo quando il 116520 costava di listino 5.944 ( 2003 ), ma in giro lo trovavi ben sopra i 10.000....capisci bene che nel valore collezionistico/amatoriale ci sono dei fattori oggettivamente non valutabili dalle Compagnie , e troppo spesso fuori da ogni logica. Unica soluzione su beni particolari sarebbe la stima ACCETTATA, ma dubito che qualcuno possa accettare 35/40.000 euro per un Paul Newman che ha un valore INTRINSECO ben al di sotto di tale cifra....certo non te lo valuteranno 5.000 euro...ma così a naso, neanche le cifre che girano....
     
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    Mi permetto di dissentire, il valore effettivo di un bene è quello di mercato, quindi il valore fi un 6263 è quello a cui esso si vende in quel periodo storico, non esiste valore collezionistico ma solo quello effettivo. Se si fa una polizza ci può essere una franchigia ma il valore risarcibile è quello relativo al valore medio del pezzo a prezzo attuale. Poi se è un eccezionale pezzo (nuovo o pari al nuovo) si dichiara un valore superiore e se ne aumenta la stima, ma nessuno ti potrà mai togliere nulla sul valore. L'unico limite è la dichiarazione falsa o mendace , ma se dichiari il valore effettivo e puoi dimostrarlo l'assicurazione dovrà pagare l'indennizzo pieno (Salvo franchigie) in caso contrario vai da un avvocato e dagli 3 o 4 foto (esagerando una perizia) si sfreghera' le mani. Alleghi valutazioni per pezzi simili CTU e sei a cavallo.
     
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    Non credo proprio sia così....secondo te nell esempio da me citato avrebbero dovuto pagare un 116520 IN PRODUZIONE 10/11/12.000 euro solo perché in quel momento giravano quei prezzi e i Conce in alternativa ti chiedevano di metterti in fila per qualche anno ?? Non credo proprio ( infatti noi ne pagammo uno a listino pieno , e il cliente non obiettò nulla).

    Edited by MrAccutron - 12/10/2017, 15:36
     
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    I periti tendono a stare bassi, ma non valutano certo il valore intrinseco quanto quello commerciale. Se si fa una stima preventiva, si può decidere se essa ti sta bene o meno e di conseguenza se assicurarsi o no!

    Sul valore dei beni si protende discutere per ore, ma per la mia esperienza devo riconoscere che le Compagnie, ed in particolare quelle più grosse (e da qui l’inportanza di scegliere l’assicuratore più affidabile e non quello a più buon mercato), non amano impelagarsi in cause per poche centinaia o migliaia di euro di differenza, e basta trattare un poco per ottenere soddisfazione.
     
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    Si, vero. In ogni caso , la soluzione migliore specialmente in caso di pezzi particolarmente pregiati e' la stima accettata ( per i non addetti ai lavori, viene cioè contrattuakizzata in polizza ). Bella discussione ! :-)
     
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    CITAZIONE (MrAccutron @ 12/10/2017, 15:35) 
    Non credo proprio sia così....secondo te nell esempio da me citato avrebbero dovuto pagare un 116520 IN PRODUZIONE 10/11/12.000 euro solo perché in quel momento giravano quei prezzi e i Conce in alternativa ti chiedevano di metterti in fila per qualche anno ?? Non credo proprio ( infatti noi ne pagammo uno a listino pieno , e il cliente non obiettò nulla).

    continuo ad essere della mia opinione ciò che conta è il valore di mercato, se un pezzo costa a listino 5400 ma è reperibile sul mercato solo ad un prezzo superiore, l'indennizzo per equivalente è la strada giusta. Identica cosa sui pezzi che hanno difficile reperibilità. Altrimenti subirei un danno pari alla differenza tra quanto mi viene risarcito e quanto potrei ottenere dalla vendita del bene stesso a prezzi di mercato, ribadisco che il nostro ordinamento prevede il principio del ripristino del patrimonio leso, quindi se io dichiaro che il valore a prezzi di mercato è quello e corrisponde effettivamente ai valori di mercato l'assicurazione dovrà indennizzarlo per intero. L'unica eccezione è stabilita dall'art. 1892 cc.
     
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    Se un pezzo ha un listino ed è ancora in produzione , ribadisco che ben difficilmente una Compagnia ti risarcirà un valore superiore ad esso, specie se influenzato da fattori che esulano completamente da esso ( esempio lampante il 116520 cui accennavo, icona delle speculazioni dei commercianti ). Poi gli avvocati ( con tutto il rispetto per la categoria ) possono raccontartela finché vogliono. La sola motivazione per cui potrebbero portare a casa il risultato che dici tu è la non convenienza per la Compagnia ad affrontare una causa....ma adesso i tempi delle spese "compensate" stanno (giustamente) cambiando:-))...
     
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    partiamo da identiche posizioni per giungere a differenti conclusioni. Espongo meglio il mio punto di vista: quando stipulo un'assicurazione devo dichiarare il valore dei beni che assicuro (mettiamo appunto il rolex in questione) e dichiaro che vale euro 10.000 e il mercato mi dice che vale euro 10.000 e pago un premio commisurato ad euro 10.000, l'assicurazione deve risarcirmi euro 10.000. Diverso è se io assicuro il bene a valore di listino (bada bene non di mercato), come normalmente inserito nelle clausole assicurative, a quel punto avresti ragione tu. Ma bada bene che quando si parla di indennizzo esso deve coprire il danno effettivo fino a concorrenza della somma assicurata. Se l'assicurazione a me avesse offerto una somma insufficiente a comprare il medesimo bene a prezzi di mercato e io avessi assicurato quel bene per valore effettivo con premio commisurato, non avrei mai accettato il pagamento di una somma inferiore. Perchè la legge dice che se da un lato non si può attribuire alle cose perite o danneggiate un valore superiore a quello che avevano al tempo del sinistro, esso deve essere necessariamente quello di mercato
     
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    CITAZIONE (giuseppe_test @ 12/10/2017, 18:31) 
    partiamo da identiche posizioni per giungere a differenti conclusioni. Espongo meglio il mio punto di vista: quando stipulo un'assicurazione devo dichiarare il valore dei beni che assicuro (mettiamo appunto il rolex in questione) e dichiaro che vale euro 10.000 e il mercato mi dice che vale euro 10.000 e pago un premio commisurato ad euro 10.000, l'assicurazione deve risarcirmi euro 10.000. Diverso è se io assicuro il bene a valore di listino (bada bene non di mercato), come normalmente inserito nelle clausole assicurative, a quel punto avresti ragione tu. Ma bada bene che quando si parla di indennizzo esso deve coprire il danno effettivo fino a concorrenza della somma assicurata. Se l'assicurazione a me avesse offerto una somma insufficiente a comprare il medesimo bene a prezzi di mercato e io avessi assicurato quel bene per valore effettivo con premio commisurato, non avrei mai accettato il pagamento di una somma inferiore. Perchè la legge dice che se da un lato non si può attribuire alle cose perite o danneggiate un valore superiore a quello che avevano al tempo del sinistro, esso deve essere necessariamente quello di mercato

    A me risulta che nelle polizze standard non si debbano
    Indicare i beni che si vogliono assicurare , ma solo una cifra , alla quale vengono poi applicati dei sottolimiti per alcune tipologie di beni ( es preziosi , ovviamente ben specificati nelle "definizioni"). Esempio noi diciamo "assicuri 50.000 € ? Ok , per gli orologi polso/tasca (NON considerati "preziosi" anche se in oro o platino o aventi pietre preziose) noi ti paghiamo un max del 60 % della somma assicurata PER SINGOLO OGGETTO, col max di 35.000 €". Ergo , ti sottraggono 2 orologi da 25.000 cadauno, liquidano L intera somma assicurata. Ovviamente al.valore commerciale che però, ripeto , spesso non corrisponde al valore "di mercato" ...drogato spesso e volentieri da fattori illogici e poco definibili.
     
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    CITAZIONE (MrAccutron @ 13/10/2017, 02:25) 
    A me risulta che nelle polizze standard non si debbano
    Indicare i beni che si vogliono assicurare , ma solo una cifra , alla quale vengono poi applicati dei sottolimiti per alcune tipologie di beni ( es preziosi , ovviamente ben specificati nelle "definizioni"). Esempio noi diciamo "assicuri 50.000 € ? Ok , per gli orologi polso/tasca (NON considerati "preziosi" anche se in oro o platino o aventi pietre preziose) noi ti paghiamo un max del 60 % della somma assicurata PER SINGOLO OGGETTO, col max di 35.000 €". Ergo , ti sottraggono 2 orologi da 25.000 cadauno, liquidano L intera somma assicurata. Ovviamente al.valore commerciale che però, ripeto , spesso non corrisponde al valore "di mercato" ...drogato spesso e volentieri da fattori illogici e poco definibili.

    Confermo, tutte le polizze furto che mi è capitato di leggere (compresa la mia) sono come quella da te descritta e mai ho letto la specifica indicazione dei beni assicurati (salvo il caso di stima preventiva allegata al contratto).
    Quanto alla questione del valore commerciale / valore di mercato, credo che qui la diatriba nasca solo perché - e giustamente, visto il numero di pezzi che ci sono in giro - state prendendo in considerazione i Rolex con il loro mercato drogato, altrimenti la questione non si porrebbe nemmeno!

    Non ne ho certezza, perché non mi è mai effettivamente capitato di averne conoscenza diretta, ma dubito fortemente che un perito stimerebbe un pezzo attualmente in produzione ad un prezzo superiore a quello di listino. Mi spiego meglio: se ti sottraggono un Daytona 116500, non credo proprio che un perito lo valuterebbe i 16k cui viene venduto oggi sul mercato, quanto piuttosto il prezzo di listino si 11,5 k probabilmente detratta l’usura (20/30%), così per un valore tra gli 8 ed i 9k. Che è sempre meglio di niente!
    In ogni caso, se si hanno pezzi ed esigenze particolari, si possono sempre concordare (a premi maggiorati commisurati al rischio assicurato ovviamente) particolari clausole da inserire in polizza...nulla pone dei limiti all’utonomia contrattale (ci sono chiaramente delle eccezioni, ma la questione si farebbe lunga)

    Edited by Mucciaccino - 13/10/2017, 07:10
     
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    Ma il valore assicurato funziona anche al contrario? Nel senso che compro un orologio che ha poco mercato anche al 50% del suo prezzo di listino, che ne so un diamantato che manco gli arabi o i rapper vogliono. Lo assicuro per il suo prezzo di listino intero e poi se me lo rubano mi ridanno il prezzo di listino?
     
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    CITAZIONE (orsettopeloso @ 27/10/2017, 08:59) 
    Ma il valore assicurato funziona anche al contrario? Nel senso che compro un orologio che ha poco mercato anche al 50% del suo prezzo di listino, che ne so un diamantato che manco gli arabi o i rapper vogliono. Lo assicuro per il suo prezzo di listino intero e poi se me lo rubano mi ridanno il prezzo di listino?

    Ritengo che funzioni in modo simile alla garanzia accessoria per furto legata alla polizza RCA: salvo clausole particolari, in caso di cd. sovrassicurazione (ossia assicurare - e conseguentemente pagare un premio maggiorato - un bene per un valore superiore a quello commerciale), comporta in fase di indennizzo, il solo rimborso del valore di mercato di quel bene e non del valore effettivamente assicurato (al limite, potrebbe esserci la responsabilità professionale dell’Agente, sempre che si riesca a dimostrare).
    Però, ribadisco, non mi è mai capitato di vedere polizze furto abitazione ove venissero espressamente indicati ed assicurati per diversi valore i singoli beni oggetto di garanzia. Ho sempre visto, al contrario, massimali cumulativi per categorie di beni (ad es. 20.000 per gioielli e preziosi in metallo mobili, 10.000 euro per gli altri beni, come gli orologi in metallo non nobile, 5.000 euro per denaro contante, ecc.).
    Va da sè, ovviamente, che il fatto che io non abbia mai visto tali prodotti non implica che non esistano effettivamente in commercio!!!!!!
     
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    Si paga di solito al valore commerciale. Quindi mai a listino....addirittura se un oggetto fosse nuovo ed inusato, potrebbero pagare tenendo conto dello sconto medio che si potrebbe tranquillamente trovare sul mercato.
     
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