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Salve. Spero, questa volta che il titolo del topic sia correttamente in una sola riga.
Chiedo lumi agli esperti: chi mi sa dire qualcosa ( tutto è ben accetto) rispetto a questo ben dimensionato cronografo da tasca( 7 cm) ricassato ( penso) in oro massiccio con calendario completo e fasi lunari, cronografo e ripetizione ore e quarti?
Il mio orologiaio ...non mi ha nenache risposto ( da scusare per la giovane età)
L'unico "firma" sul movimento sono 2 croci elvetiche con dei numeri : 8522 e 10kt35
Grazie in anticipo
Nik. -
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Dubito che sia ricassato; per me uno splendido anonimo. . -
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Grazie: meglio se anche la cassa è originale. Che fosse ricassato era l'opinione di mio zio ( il vero collezionista di famiglia) . -
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Ovviamente è possibile, e se tuo zio dispone di qualche elemento a supporto sarebbe utile conoscerlo; le mie perplessità nascono dal fatto che si tratta di una cassa strutturalmente molto complessa, e ben pochi artigiani sarebbero in grado di realizzarne una simile. . -
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Ehm.. mio zio non può più ( avrebbe 113 anni il 25 prossimo) dirmi nulla. In effetti la cassa sembra più nuova del meccanismo: si era sempre datato quest'ultimo , massimo, ai primi anni del 900 mentre la cassa, nella sua linearità ( e nonostante il fatto che sia pesante e massiccia) agli anni 30 , sempre del 900.Indubbiamente, se è un reincasso, chi l'ha costruita sapeva il fatto suo . -
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Interno fondello, niente? . -
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Nulla . solo, forse , in basso verso ore 7 il timbro del titolo dell'oro. -
.Ehm.. mio zio non può più ( avrebbe 113 anni il 25 prossimo) dirmi nulla. In effetti la cassa sembra più nuova del meccanismo: si era sempre datato quest'ultimo , massimo, ai primi anni del 900 mentre la cassa, nella sua linearità ( e nonostante il fatto che sia pesante e massiccia) agli anni 30 , sempre del 900.Indubbiamente, se è un reincasso, chi l'ha costruita sapeva il fatto suo
Mi scuso per la gaffe, che la buonanima mi perdoni
per quanto riguarda la distonia temporale tra cassa e quadrante/movimento, non è così rara negli oggetti di impronta artigianale come questo; le stesse grandi case hanno incassato spesso calibri vecchi di decenni, rimasti ad attendere il loro turno in qualche magazzino. Vedo che hai pubblicato foto del fondello; potresti fotografare il punzone dell'oro, o osservarlo con una lente e descriverlo?. -
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Al momento no: assieme a tanti altri orologi antichi, da taschino e a spilla, giace in banca: io non li uso ( specialmente quelli da donna) e sono facilmente asportabili. Lo avrò in mano lunedì o martedì.
forse , in cambio, più tardi chiederò lumi su un eberhard cron anni 25-30 pre extra fort: anche qui i miei 2 orologiai...tacciono: oltre a dirmi che meccanismi così non ne fanno più ...non si sbilanciano sulla casa del movimento. -
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Magari non ci azzecco, ma a me sembra che il movimento e il quadrante siano della seconda metà dell'800, mentre la linea della cassa, la corona, il pendente e soprattutto l'assenza di cerniere siano di epoca decisamente più moderna, intorno ai '30 dello scorso secolo. Ricordate che in Italia ci sono state varie "chiamate" a dare l'oro alla patria e che una famiglia facoltosa, come doveva essere chi possedeva quell'orologio, in tempi migliori ha poi fatto mettere una cassa nuova all'orologio di famiglia. E negli anni '30 non credo sarebbe stato così difficile trovare artigiani in grado di operare in modo impeccabile.
Daniele. -
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Grazie. più o meno quel che pensavo io ( anche se "oro alla patria " fu degli anni 40) Forse o un improvviso bisogno o ...un furto con "squaglio................... . -
.Grazie. più o meno quel che pensavo io ( anche se "oro alla patria " fu degli anni 40) Forse o un improvviso bisogno o ...un furto con "squaglio...................
Credo che ci sia stata una cosa del genere anche per la I Guerra Mondiale
Daniele. -
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Salve. ho fotografato meglio l'interno del meccanismo e del fondello
i numeri nelle croci elvetiche sono l'unico contrassegno del meccanismo
il bollo dell'oro mi fa pensare a Bologna, anche perchè noi tutti in famiglia abbiamo studiato lì e mantenuto relazioni in loco. Mio zio, in particolare , comprò moltissimi orologi ( tra cui due splendidi notturnini di Manelli e Calin) proprio da un orologiaio-antiquario-collezionista di lì
foto del Calin anche se sfocata perchè fatta in fretta tempo fa
foto del manelli ( sfocatissima). -
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Il piccolo giallo è risolto: cassa italiana, appunto bolognese come giustamente supponi; aveva ragione lo zio, e anche voi. . -
.Magari non ci azzecco, ma a me sembra che il movimento e il quadrante siano della seconda metà dell'800, mentre la linea della cassa, la corona, il pendente e soprattutto l'assenza di cerniere siano di epoca decisamente più moderna, intorno ai '30 dello scorso secolo....
Credo che tu abbia (quasi del tutto) ragione.
Il primo brevetto CH8527, risalente al 1° maggio 1894, relativo alla platina per orologi a ripetizione, con o senza ulteriori complicazioni, ed il secondo CH10508, del 17 luglio 1895, relativo ad una cremagliera a pulsanti per orologi a ripetizione, sono entrambi da attribuire a Jules Jacot-Houret, attivo verso la fine dell’Ottocento a Le Locle, con i marchi registati: Persevero (10.08.1887), Jules Jacot-Houriet (10.8.1888), Brenner ( 7.12.1888).
http://mb.nawcc.org/showthread.php?14789-L...ew-clear-photos)
http://www.invenitetfecit.com/modeles/chro...-neuchatel.html
Il punzone italiano dell'oro, presente sulla cassa, a forma di losanga senza fascio littorio, sulla base del D.lgs Luogotenenziale del 26/10/1944, n. 313 (in G.U. 21/11/1944 n.84) dovrebbe, invece, risalire al periodo immediatamente successivo alla II Guerra Mondiale, e riferirsi ad un orafo bolognese.
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