L'Islam e noi

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    È un po' lunghetto ma ne vale la pena.

    L'Inghilterra, Cameron e il cardinale Biffi
    di Riccardo Cascioli
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    Davanti ai capovolgimenti culturali di cui siamo testimoni sempre più spesso capita di sentire domandare «Dove andremo a finire?», laddove del futuro non si sa dire molto di preciso se non la vaga percezione che si preparino tempi pesanti.

    Ebbene, oggi abbiamo la possibilità di avere un’immagine più chiara del nostro futuro: basta dare un’occhiata in Inghilterra e ripensare alle parole profetiche del cardinale Giacomo Biffi di venticinque anni fa.

    Cosa succede dunque in Inghilterra? Cominciamo dal primo fatto: il premier David Cameron nei giorni scorsi ha scritto una lettera al The Church Times, settimanale anglicano, definendo l’Inghilterra «un paese cristiano» e sottolineando l’importanza che la fede cristiana ha avuto per lo sviluppo dell’Inghilterra stessa. Cameron ha arricchito la lettera di ricordi personali legati alla Chiesa (anglicana), ma centro della lettera era soprattutto sottolineare che la fede è stata «la forza trainante dietro alcuni dei principali progetti sociali del nostro paese», e che quindi bisogna valorizzare maggiormente le organizzazioni sociali ispirate dalla fede. Affermazioni tutto sommato ovvie e perfino banali, e anche vagamente ruffiane da parte di un primo ministro che solo poche settimane prima si era speso per l’approvazione del matrimonio fra persone dello stesso sesso, questione che ha spaccato la Chiesa anglicana. Non a caso nella lettera non ha mai toccato il tema della famiglia, che pure – come qualche commentatore ha fatto notare – con la civiltà cristiana qualcosa c’entra.

    Eppure sono bastate quelle poche parole per provocare una reazione durissima da parte di 55 intellettuali che hanno scritto una lettera ai quotidiani nazionali per stigmatizzare le affermazioni di Cameron. A sentire loro pare che non si possa più parlare di Inghilterra come paese cristiano, è addirittura uno scandalo, mancanza di rispetto per le culture e religioni diverse che popolano ormai l’Inghilterra: con queste dichiarazioni il primo ministro diventa «divisivo» e «settario». A dare forza a queste affermazioni il fatto che all’ultimo censimento gli inglesi che si definivano cristiani erano scesi al 59% contro il 72 di dieci anni prima, senza considerare che la frequenza nelle chiese, soprattutto anglicane, è ormai minima.

    In effetti Cameron non aveva fatto riferimento alla necessità di partecipare alle funzioni in chiesa, quanto a una più generica impronta cristiana che sicuramente «fa la differenza» nella società.

    Non sorprenderà sapere che tra i 55 firmatari della lettera di accusa a Cameron non c’è neanche un islamico, un indù, un sikh o qualsivoglia appartenente a religione non cristiana. E’ la solita menata di laicisti sedicenti atei che sono soprattutto anti-cristiani, ma i cui argomenti oggi sono penetrati nella società e sono condivisi da una fetta sempre crescente di popolazione che ormai possiamo definire post-cristiana.

    Ma proprio nei giorni in cui si discute se la civiltà cristiana vada abbandonata solo nei fatti, oppure anche a parole, da qualche altra parte in Inghilterra spunta qualcosa di nuovo. Ci sono infatti indagini in corso perché nell’area di Birmingham gruppi fondamentalisti islamici sono accusati di aver preso il controllo di almeno 18 scuole statali imponendo silenziosamente gli insegnamenti coranici e discriminando ovviamente non islamici e femmine. Si parla di aree a forte immigrazione, dove gli studenti islamici sono ormai maggioranza e in alcune scuole sono addirittura il 100%. Ma il caso di Birmingham è particolare perché si tratta di un’azione ben studiata da parte di gruppi radicali islamici che in questo modo intendono promuovere l’insegnamento del fondamentalismo. Almeno in una scuola, ad esempio, è stato invitato a parlare un predicatore vicino ad al-Qaeda il cui piatto forte è l’antisemitismo.

    Ora sulla vicenda sta indagando anche l’anti-terrorismo oltre al ministero dell’Educazione, ma è chiaro che questa è solo la punta di un iceberg in un paese dove gli islamici sono in totale il 5%, percentuale che supera però il 10% nella popolazione in età scolare. E soprattutto in un paese dove è già stata accettata la giurisdizione dei tribunali islamici per alcune contese, e dove – come abbiamo visto – ci sono influenti personaggi di provenienza cristiana che combattono perché ogni segno del cristianesimo sparisca dalla vita pubblica.

    C’è anche da essere certi che quanto sta accadendo pubblicamente in Inghilterra è realtà anche in altri paesi europei, Francia e Germania tanto per cominciare. Il domani è già iniziato, ed è qui che entra in gioco la “profezia” dell’arcivescovo emerito di Bologna, il cardinale Giacomo Biffi, di cui vale la pena rimeditare alcune parole pronunciate all’interno di un famoso discorso nel 2000 dedicato all’immigrazione, parole che riprendeva da un intervento fatto dieci anni prima. Ecco dunque cosa diceva il cardinale Biffi:

    «Io penso che l'Europa o ridiventerà cristiana o diventerà musulmana. Ciò che mi pare senza avvenire è la "cultura del niente", della libertà senza limiti e senza contenuti, dello scetticismo vantato come conquista intellettuale, che sembra essere l'atteggiamento largamente dominante nei popoli europei, più o meno tutti ricchi di mezzi e poveri di verità. Questa "cultura del niente" (sorretta dall'edonismo e dalla insaziabilità libertaria) non sarà in grado di reggere all'assalto ideologico dell'Islam, che non mancherà: solo la riscoperta dell'avvenimento cristiano come unica salvezza per l'uomo - e quindi solo una decisa risurrezione dell'antica anima dell'Europa - potrà offrire un esito diverso a questo inevitabile confronto».

    E proseguiva:
    «Purtroppo né i "laici" né i "cattolici" pare si siano finora resi conto del dramma che si sta profilando. I "laici", osteggiando in tutti i modi la Chiesa, non si accorgono di combattere l'ispiratrice più forte e la difesa più valida della civiltà occidentale e dei suoi valori di razionalità e di libertà: potrebbero accorgersene troppo tardi. I "cattolici", lasciando sbiadire in se stessi la consapevolezza della verità posseduta e sostituendo all'ansia apostolica il puro e semplice dialogo a ogni costo, inconsciamente preparano (umanamente parlando) la propria estinzione. La speranza è che la gravità della situazione possa a un certo momento portare a un efficace risveglio sia della ragione sia dell'antica fede».

    Parole di estrema attualità, ma non pare che «la gravità della situazione» per il momento stia risvegliando alcuno. E guai neanche a dirlo: saremmo subito tacciati per coloro che non sanno vivere senza un nemico o – peggio – che vogliono far rivivere il malsano spirito delle Crociate.
     
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    Questa "cultura del niente" (sorretta dall'edonismo e dalla insaziabilità libertaria) non sarà in grado di reggere all'assalto ideologico dell'Islam, che non mancherà: solo la riscoperta dell'avvenimento cristiano come unica salvezza per l'uomo - e quindi solo una decisa risurrezione dell'antica anima dell'Europa - potrà offrire un esito diverso a questo inevitabile confronto

    questo è il passaggio più bello :)

    idealmente, lo aggancerei all' illuminante discorso del 2007 di Benedetto XVI riguardo al pericoloso ed ormai pervasivo "relativismo etico" che impera nei paesi occidentali

     
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    CITAZIONE (Fasiluna pastore abruzzese @ 24/4/2014, 16:46) 
    Copio ed incollo da "La bussola".
    È un po' lunghetto ma ne vale la pena.

    L'Inghilterra, Cameron e il cardinale Biffi
    di Riccardo Cascioli
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    Davanti ai capovolgimenti culturali di cui siamo testimoni sempre più spesso capita di sentire domandare «Dove andremo a finire?», laddove del futuro non si sa dire molto di preciso se non la vaga percezione che si preparino tempi pesanti.

    Ebbene, oggi abbiamo la possibilità di avere un’immagine più chiara del nostro futuro: basta dare un’occhiata in Inghilterra e ripensare alle parole profetiche del cardinale Giacomo Biffi di venticinque anni fa.

    Cosa succede dunque in Inghilterra? Cominciamo dal primo fatto: il premier David Cameron nei giorni scorsi ha scritto una lettera al The Church Times, settimanale anglicano, definendo l’Inghilterra «un paese cristiano» e sottolineando l’importanza che la fede cristiana ha avuto per lo sviluppo dell’Inghilterra stessa. Cameron ha arricchito la lettera di ricordi personali legati alla Chiesa (anglicana), ma centro della lettera era soprattutto sottolineare che la fede è stata «la forza trainante dietro alcuni dei principali progetti sociali del nostro paese», e che quindi bisogna valorizzare maggiormente le organizzazioni sociali ispirate dalla fede. Affermazioni tutto sommato ovvie e perfino banali, e anche vagamente ruffiane da parte di un primo ministro che solo poche settimane prima si era speso per l’approvazione del matrimonio fra persone dello stesso sesso, questione che ha spaccato la Chiesa anglicana. Non a caso nella lettera non ha mai toccato il tema della famiglia, che pure – come qualche commentatore ha fatto notare – con la civiltà cristiana qualcosa c’entra.

    Eppure sono bastate quelle poche parole per provocare una reazione durissima da parte di 55 intellettuali che hanno scritto una lettera ai quotidiani nazionali per stigmatizzare le affermazioni di Cameron. A sentire loro pare che non si possa più parlare di Inghilterra come paese cristiano, è addirittura uno scandalo, mancanza di rispetto per le culture e religioni diverse che popolano ormai l’Inghilterra: con queste dichiarazioni il primo ministro diventa «divisivo» e «settario». A dare forza a queste affermazioni il fatto che all’ultimo censimento gli inglesi che si definivano cristiani erano scesi al 59% contro il 72 di dieci anni prima, senza considerare che la frequenza nelle chiese, soprattutto anglicane, è ormai minima.

    In effetti Cameron non aveva fatto riferimento alla necessità di partecipare alle funzioni in chiesa, quanto a una più generica impronta cristiana che sicuramente «fa la differenza» nella società.

    Non sorprenderà sapere che tra i 55 firmatari della lettera di accusa a Cameron non c’è neanche un islamico, un indù, un sikh o qualsivoglia appartenente a religione non cristiana. E’ la solita menata di laicisti sedicenti atei che sono soprattutto anti-cristiani, ma i cui argomenti oggi sono penetrati nella società e sono condivisi da una fetta sempre crescente di popolazione che ormai possiamo definire post-cristiana.

    Ma proprio nei giorni in cui si discute se la civiltà cristiana vada abbandonata solo nei fatti, oppure anche a parole, da qualche altra parte in Inghilterra spunta qualcosa di nuovo. Ci sono infatti indagini in corso perché nell’area di Birmingham gruppi fondamentalisti islamici sono accusati di aver preso il controllo di almeno 18 scuole statali imponendo silenziosamente gli insegnamenti coranici e discriminando ovviamente non islamici e femmine. Si parla di aree a forte immigrazione, dove gli studenti islamici sono ormai maggioranza e in alcune scuole sono addirittura il 100%. Ma il caso di Birmingham è particolare perché si tratta di un’azione ben studiata da parte di gruppi radicali islamici che in questo modo intendono promuovere l’insegnamento del fondamentalismo. Almeno in una scuola, ad esempio, è stato invitato a parlare un predicatore vicino ad al-Qaeda il cui piatto forte è l’antisemitismo.

    Ora sulla vicenda sta indagando anche l’anti-terrorismo oltre al ministero dell’Educazione, ma è chiaro che questa è solo la punta di un iceberg in un paese dove gli islamici sono in totale il 5%, percentuale che supera però il 10% nella popolazione in età scolare. E soprattutto in un paese dove è già stata accettata la giurisdizione dei tribunali islamici per alcune contese, e dove – come abbiamo visto – ci sono influenti personaggi di provenienza cristiana che combattono perché ogni segno del cristianesimo sparisca dalla vita pubblica.

    C’è anche da essere certi che quanto sta accadendo pubblicamente in Inghilterra è realtà anche in altri paesi europei, Francia e Germania tanto per cominciare. Il domani è già iniziato, ed è qui che entra in gioco la “profezia” dell’arcivescovo emerito di Bologna, il cardinale Giacomo Biffi, di cui vale la pena rimeditare alcune parole pronunciate all’interno di un famoso discorso nel 2000 dedicato all’immigrazione, parole che riprendeva da un intervento fatto dieci anni prima. Ecco dunque cosa diceva il cardinale Biffi:

    «Io penso che l'Europa o ridiventerà cristiana o diventerà musulmana. Ciò che mi pare senza avvenire è la "cultura del niente", della libertà senza limiti e senza contenuti, dello scetticismo vantato come conquista intellettuale, che sembra essere l'atteggiamento largamente dominante nei popoli europei, più o meno tutti ricchi di mezzi e poveri di verità. Questa "cultura del niente" (sorretta dall'edonismo e dalla insaziabilità libertaria) non sarà in grado di reggere all'assalto ideologico dell'Islam, che non mancherà: solo la riscoperta dell'avvenimento cristiano come unica salvezza per l'uomo - e quindi solo una decisa risurrezione dell'antica anima dell'Europa - potrà offrire un esito diverso a questo inevitabile confronto».

    E proseguiva:
    «Purtroppo né i "laici" né i "cattolici" pare si siano finora resi conto del dramma che si sta profilando. I "laici", osteggiando in tutti i modi la Chiesa, non si accorgono di combattere l'ispiratrice più forte e la difesa più valida della civiltà occidentale e dei suoi valori di razionalità e di libertà: potrebbero accorgersene troppo tardi. I "cattolici", lasciando sbiadire in se stessi la consapevolezza della verità posseduta e sostituendo all'ansia apostolica il puro e semplice dialogo a ogni costo, inconsciamente preparano (umanamente parlando) la propria estinzione. La speranza è che la gravità della situazione possa a un certo momento portare a un efficace risveglio sia della ragione sia dell'antica fede».

    Parole di estrema attualità, ma non pare che «la gravità della situazione» per il momento stia risvegliando alcuno. E guai neanche a dirlo: saremmo subito tacciati per coloro che non sanno vivere senza un nemico o – peggio – che vogliono far rivivere il malsano spirito delle Crociate.

    Non c'è bisogno di scomodare il cardinal Biffi basta leggere Oriana Fallaci quando parla di Eurabia
     
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    CITAZIONE (Marcofabio @ 24/4/2014, 18:03) 
    Non c'è bisogno di scomodare il cardinal Biffi basta leggere Oriana Fallaci quando parla di Eurabia

     
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    Difatti penso anch'io che il problema sia propio questo.... non se ne può parlare . nella società di oggi sostenere democraticamente il propio credo ,la propia religione e le proprie abitudini fa' apparire inevitabilmente assolutisti,vecchi e fuori dal mondo odierno e questo a mio avviso fa parte di quel concetto sbagliato che il sistema ci sta facendo piano piano abbracciare e sposare attraverso i media ,le televisioni e il modo di vivere che adesso obbligatoriamente dobbiamo abbracciare. La sola imposizione di questo concetto di Europa ,concetto vuoto che racchiude tutti per comodità che ormai ci ha assuefatto tutti appiattendo storia e cultura di intere popolazioni è a mio avviso sbagliato. Il non credere e dove, per convenienza, l'Europa ci vuole spingere perché un "uomo vuoto di contenuti umani" fa più comodo e ed è più facile indottrinarlo e la chiesa ed il cristianesimo rappresenta esattamente il contrario con la sua storia ( non sempre bella...) e i suoi valori di individualità ed uguaglianza. L'Europa rema contro il nostro passato di cristiani con il risultato di creare giovani atei e senza valori. L'Islam dal canto suo e forte e miope nello stesso tempo e sopratutto talmente radicato che nulla si può difronte ad una religione di chiusura totale ,che poi diciamocelo chiaramente a nessuno frega nulla di cambiare perché lontano dagli interessi che contano. Quindi per noi cristiani non vedo nulla di buono all'orizzonte , se non un popolo talmente debole e svuotato dal tempo che sarà interamente assoggettato dalla religione islamica che non diffonde certo valori di umanità. Ma gli stati occidentali sono ormai a patti con gli interessi ,e non badano più a quei piccoli esseri chiamati uomini che li abitano.
     
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    CITAZIONE (Marcofabio @ 24/4/2014, 18:03) 
    Non c'è bisogno di scomodare il cardinal Biffi basta leggere Oriana Fallaci quando parla di Eurabia

    Ci sono solo piccole differenze tra cui la distanza temporale tra i due interventi e la distanza siderale tra le due menti.

    CITAZIONE (Il faust @ 24/4/2014, 18:36) 
    Difatti penso anch'io che il problema sia propio questo.... non se ne può parlare . nella società di oggi sostenere democraticamente il propio credo ,la propia religione e le proprie abitudini fa' apparire inevitabilmente assolutisti,vecchi e fuori dal mondo odierno e questo a mio avviso fa parte di quel concetto sbagliato che il sistema ci sta facendo piano piano abbracciare e sposare attraverso i media ,le televisioni e il modo di vivere che adesso obbligatoriamente dobbiamo abbracciare. La sola imposizione di questo concetto di Europa ,concetto vuoto che racchiude tutti per comodità che ormai ci ha assuefatto tutti appiattendo storia e cultura di intere popolazioni è a mio avviso sbagliato. Il non credere e dove, per convenienza, l'Europa ci vuole spingere perché un "uomo vuoto di contenuti umani" fa più comodo e ed è più facile indottrinarlo e la chiesa ed il cristianesimo rappresenta esattamente il contrario con la sua storia ( non sempre bella...) e i suoi valori di individualità ed uguaglianza. L'Europa rema contro il nostro passato di cristiani con il risultato di creare giovani atei e senza valori. L'Islam dal canto suo e forte e miope nello stesso tempo e sopratutto talmente radicato che nulla si può difronte ad una religione di chiusura totale ,che poi diciamocelo chiaramente a nessuno frega nulla di cambiare perché lontano dagli interessi che contano. Quindi per noi cristiani non vedo nulla di buono all'orizzonte , se non un popolo talmente debole e svuotato dal tempo che sarà interamente assoggettato dalla religione islamica che non diffonde certo valori di umanità. Ma gli stati occidentali sono ormai a patti con gli interessi ,e non badano più a quei piccoli esseri chiamati uomini che li abitano.

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    CITAZIONE (Fasiluna pastore abruzzese @ 24/4/2014, 19:39) 
    Ci sono solo piccole differenze tra cui la distanza temporale tra i due interventi e la distanza siderale tra le due menti.

    Sulla distanza temporale non ci sono dubbi,per la distanza siderale tra le due menti non mi posso esprimere.
    Ma anche se cosi fosse come tu dici il concetto mi sembra molto simile.
     
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    mah...dopo Elisabetta I non mi sembra che l'Inghilterra si sia fondata sulla religione (qualunque essa sia).
     
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    CITAZIONE (Marcofabio @ 24/4/2014, 19:43) 
    Sulla distanza temporale non ci sono dubbi,per la distanza siderale tra le due menti non mi posso esprimere.
    Ma anche se cosi fosse come tu dici il concetto mi sembra molto simile.

    Volevo solo farti rilevare in modo simpatico :) che si è più pronti ad accettare un punto di vista "laico"( la grandissima Oriana) che un punto di vista ecclesiale o confessionale di un personaggio, il cardinal Biffi, che quando parla di stato laico non dimentica l'etimologia del termine e, proprio per questo è più laico di te e me nessi insieme.
     
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    CITAZIONE (Fasiluna pastore abruzzese @ 24/4/2014, 19:57) 
    Volevo solo farti rilevare in modo simpatico :) che si è più pronti ad accettare un punto di vista "laico"( la grandissima Oriana) che un punto di vista ecclesiale o confessionale di un personaggio, il cardinal Biffi, che quando parla di stato laico non dimentica l'etimologia del termine e, proprio per questo è più laico di te e me nessi insieme.

    Fasiluna mi dispiace se ti è sembrata una risposta polemica, non era mia intenzione.
    Sono pienamente d'accordo con te sulla differenza dei punti di vista dei due personaggi e questo rafforza ancor di più il pericolo espresso.
     
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    CITAZIONE (Marcofabio @ 24/4/2014, 20:03) 
    Fasiluna mi dispiace se ti è sembrata una risposta polemica, non era mia intenzione.
    Sono pienamente d'accordo con te sulla differenza dei punti di vista dei due personaggi e questo rafforza ancor di più il pericolo espresso.

    Ma assolutamente nessuna polemica, stiamo conversando amabilmente in salotto con un buon cognac in mano.
    Polemiche? Ma dove le vedi?
     
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    CITAZIONE (Fasiluna pastore abruzzese @ 24/4/2014, 20:12) 
    Ma assolutamente nessuna polemica, stiamo conversando amabilmente in salotto con un buon cognac in mano.
    Polemiche? Ma dove le vedi?

    Sono contento.
     
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    CITAZIONE (Marcofabio @ 24/4/2014, 20:14) 
    Sono contento.

    Anzi, mi piace molto poter conversare su questi temi in cui ogniuno esprime il proprio punto di vista.

    Nel frattempo è arrivato un altro " rinforzino " stavolta dall'ex primo ministro Blair.

    Sempre da " La bussola"....

    Il tardo risveglio di Blair sul pericolo islamico
    di Stefano Magni
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    Tony Blair si è risvegliato. Dopo un lungo letargo mediatico, l’ex premier laburista britannico (a capo del governo di Londra dal 1997 al 2007), ieri ha pronunciato un discorso, tenuto alla sede londinese di Bloomberg, sui pericoli dell’islam radicale e della cecità occidentale, ispirando i governi democratici all’azione. «Negli ultimi 40-50 anni – ha detto Blair – c’è stato un incessante flusso di finanziamenti, proselitismo, organizzazione e divulgazione dal Medio Oriente, per promuovere una visione della religione mentalmente ristretta e pericolosa. Sfortunatamente sembriamo ciechi di fronte all’immenso impatto globale che questa predicazione ha avuto e sta avendo tuttora». Il pericolo riguarda soprattutto il Medio Oriente, in cui «le popolazioni spesso devono affrontare una scelta fra un governo autoritario che è almeno tollerante sulla religione e il rischio che, rovesciando un governo impopolare, si finisca sotto una semi-teocrazia intollerante». Ma il pericolo, sottolinea lo stesso premier, riguarda anche l’Europa, dove «la popolazione musulmana ha raggiunto i 40 milioni di individui ed è in crescita. I Fratelli Musulmani e altre organizzazioni sono sempre più attive e agiscono senza troppi controlli o restrizioni. Le recenti controversie sulle scuole di Birmingham (e simili situazioni in Francia) danno origine a preoccupazioni crescenti sulla penetrazione islamica nelle nostre società».

    È però curioso che, il 13 aprile scorso, il quotidiano britannico Telegraph abbia dato la notizia che la stessa Faith Foundation dell’ex premier sia infiltrata da Fratelli Musulmani. Ora sarebbe sotto attenta osservazione da parte dei servizi segreti di Sua Maestà, nell'ambito dell'inchiesta sull'islam radicale voluta da David Cameron. Viene contestata la presenza di Khudr Al-Shatti e Mustafa Ceric, secondo un'indagine del Global Muslim Brotherhood Daily Watch (un’organizzazione che monitora gli sviluppi della Fratellanza da 13 anni). Il primo è membro del Movimento Costituzionale del Kuwait, un partito affiliato alla Fratellanza, inoltre avrebbe legami con gruppi estremisti palestinesi. E nelle sue dichiarazioni pubbliche, specie in arabo e pronunciate in Kuwait, non lascia adito a dubbi sulla sua visione del mondo («Israele è Male e noi non possiamo coesistere con il Male»). Mustafa Ceric, invece, è un bosniaco musulmano, che avrebbe contatti con la Fratellanza tramite il Consiglio Europeo per la Fatwa e la Ricerca. Questi sospetti sono sintomatici di quanto ambiguo sia il rapporto fra un'insospettabile fondazione che promuove il dialogo interreligioso, quale è la fondazione di Tony Blair, e la variegata galassia dell’estremismo islamico. Ma è anche indicativo della difficoltà che l’ex premier britannico ha sempre avuto nell’identificare il pericolo dei Fratelli Musulmani e delle altre organizzazioni che promuovono un islam radicale.

    Se Blair punta il dito sulla minaccia di islamizzazione, infatti, è sotto il suo governo che è maturata una vera e propria giustizia parallela musulmana basata sul leggi coraniche. È stato il suo immediato successore laburista Gordon Brown, infatti, ad autorizzare le corti islamiche per negoziare arbitrati all’interno della comunità musulmana e giudicare (di fatto) su casi inerenti il diritto di famiglia. Negli ultimi tempi questo processo è andato oltre, ammettendo addirittura principi della legge coranica nei tribunali britannici.

    Ieri Tony Blair ha definito le guerre nel Medio Oriente come «una lotta titanica in corso in tutta la regione, fra coloro che vogliono abbracciare un mondo moderno – politicamente, socialmente ed economicamente moderno – e coloro che, invece, vogliono creare una politica della differenza e dell’esclusivismo religioso. Questa è la battaglia. Questo è l’elemento distorsivo. Questo è ciò che rende l’intervento (occidentale, ndr) così doloroso e il non-intervento altrettanto doloroso. Questo è ciò che rende così difficile il processo di evoluzione politica. Questo è ciò che rende duro il terreno in cui la democrazia dovrebbe mettere le sue radici». Segue un’analisi dettagliata delle varie crisi in corso nel Medio Oriente e relative proposte di soluzione: Egitto, Siria, Libia, Tunisia, Yemen, Iraq e Afghanistan. In tutti i casi Tony Blair suggerisce interventi, a volte sfidando anche i luoghi comuni della diplomazia. Per l’Egitto, ad esempio, contrariamente a Barack Obama, insiste nel suo appoggio al governo militare contro i Fratelli Musulmani. Sulla Siria, Blair sostiene che Bashar al Assad debba essere coinvolto in un governo di transizione. Sulla Libia parla esplicitamente di “macello”, di cui noi siamo responsabili: abbiamo rotto l’equilibrio pre-esistente, ma non ci siamo mai occupati del Paese post-guerra.

    Anche qui, però, mancano un paio di cose. Prima di tutto: se i Fratelli Musulmani sono diventati così forti negli ultimi 10 anni, lo si deve prima di tutto alla politica promossa da Stati Uniti (Condoleezza Rice) e Gran Bretagna (Tony Blair) volta a sdoganarli politicamente. Nelle prime elezioni di Gaza, furono proprio Usa e Gran Bretagna a convincere Israele ad ammettere anche Hamas (branca palestinese della Fratellanza) a competere e vincere. Con i risultati che sono sotto gli occhi di tutti: 8 anni di conflitto con lo Stato ebraico. Furono sempre Usa e Gran Bretagna a convincere Hosni Mubarak ad aprire alla Fratellanza in Egitto: nove anni dopo è tuttora una mina vagante. Quando Blair parla di interventismo, a cosa si riferisce? In Siria torna a proporre una “No-Fly Zone” contro Assad, assicurandosi che “le armi non finiscano nelle mani degli estremisti”. Ma la No-Fly Zone, che dovrebbe essere costituita per “persuadere” Assad a gestire un governo di transizione, significherebbe, nel mondo reale, un regalo ad Al Qaeda e movimenti affini, che già dominano, sul terreno, il fronte della ribellione.

    Se per l'Egitto la linea proposta da Blair è l’unica realista e possibile (sostegno al governo militare), per riportare la sicurezza in Libia occorrerebbe una spedizione militare completa, come in Iraq e in Afghanistan, non solo un programma di addestramento per truppe locali. Chi se la sente di imbarcarsi in un’altra missione di pace infinita, costellata da lutti e delusioni? E proprio a proposito dei precedenti in Iraq e in Afghanistan, entrambi hanno preso avvio proprio quando era Tony Blair alla testa del governo britannico. Come mai i due conflitti non sono ancora finiti, in Iraq si continua a morire (e i cristiani locali sono ridotti al lumicino) dal 2003 e in Afghanistan si continua a combattere contro gli stessi Talebani dal 2001? Evidentemente c’è qualcosa che non ha funzionato. Troppo poca presenza militare, incomprensione della situazione sul terreno o alleati inaffidabili in loco. O tutte e tre le cose messe assieme. Blair non può negare la sua responsabilità in merito.
     
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    CITAZIONE (Fasiluna pastore abruzzese @ 24/4/2014, 16:46) 
    Non sorprenderà sapere che tra i 55 firmatari della lettera di accusa a Cameron non c’è neanche un islamico, un indù, un sikh o qualsivoglia appartenente a religione non cristiana. E’ la solita menata di laicisti sedicenti atei che sono soprattutto anti-cristiani, ma i cui argomenti oggi sono penetrati nella società e sono condivisi da una fetta sempre crescente di popolazione che ormai possiamo definire post-cristiana.

    Questo passaggio è indicativo, segnale evidente della totale decadenza e debolezza del nostro attuale mondo occidentale dove oramai in nome di una ridicola, pelosa e pretestuosa difesa delle minoranze si offendono le maggioranze. Al posto di Cameron li avrei mandati platealmente a quel paese.
     
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  15. ciaca
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    La decadenza occidentale e il nichilismo della cultura dell'effimero capriccio faranno implodere il "nostro mondo", non c'è bisogno di agitare lo spettro dell'islam (che c'è, ma potrebbe anche chiamarsi pippo e la sostanza non cambierebbe).

    Come l'impero romano, imploso sotto al peso della propria decadenza, mica per opera delle tribù germaniche del buon Attila, avrebbe potuto essere chiunque.

    SSS
     
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35 replies since 24/4/2014, 15:46   516 views
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