Avia SGT Quartz: Il Graal degli LCD.

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    E' stata una cosa improvvisa. Non avrei mai sperato di riuscire ad averlo, a farlo mio.

    Quello che andrò a presentare è universalmente riconosciuto come il "Graal" degli LCD, a causa della sua rarità e della sua importanza. Sì, perchè esso è stato il primo orologio digitale con display a cristalli liquidi mai prodotto in serie.

    Il Pulsar P1 degli orologi LCD. Il primo in assoluto.

    Prima di quest'orologio, la tecnologia LCD era solo confinata nei bianchi e asettici laboratori della RCA, dove un gruppo di chimici, ingegneri elettronici e scienziati stava cercando di capire se sarebbe stato possibile schermare la luce attraverso degli impulsi elettrici, deviandone così la sua traiettoria e coprendo delle apposite aree, in modo da poter realizzare un display elettronico a basso consumo energetico.

    Per poter capirne di più sulla storia di quest'orologio, dobbiamo quindi spostarci lì, in quei laboratori della RCA, ed attraversare insieme le varie fasi del suo sviluppo e della sua breve vita, conclusasi in un fallimento.

    Tutto cominciò nel 1964, quando l'ingegnere elettrico George Heilmeier, scoprì che i cristalli liquidi -che erano già conosciuti fin dai primi del '900- avevano proprietà foto-elettriche, ossia potevano diventare opachi o trasparenti a seconda di come erano posizionati e dello stimolo elettrico che essi ricevevano. Heilmeier passò numerosi anni, cercando di capire se questa proprietà dei cristalli potesse essere controllata o meno, e grazie ai suoi esperimenti, la dirigenza della RCA s'interessò parecchio del suo operato, garantendogli quindi un finanziamento adeguato per la riuscita del progetto.

    Grazie ai maggiori finanziamenti e alla collaborazione di sei giovani ingegneri, Louis Zanoni, Zoltan Kiss, Nunzio Luce, Joel Goldmacher, Joseph Castellano e Lucian Barton, nel 1966 riuscirono a realizzare il primo prototipo di display LCD con tecnologia a Dispersione Dinamica, chiamata in inglese "Dynamic Scattering Mode". Grazie a una stimolazione elettrica di 15 volt, i cristalli potevano diventare opachi o trasparenti a seconda di dove venisse applicata la tensione, permettendo così l'accensione o lo spegnimento dei segmenti dello schermo.

    La durata dei cristalli però, era piuttosto limitata, dato che per poter operare completamente, dovevano essere sigillati in una capsula sotto-vuoto, onde evitare l'evaporazione dei cristalli liquidi ed il loro degradamento. Seppur la vita limitatissima (pochi minuti) del display del prototipo, il team non si arrese e capì le potenzialità di questa tecnologia "DSM", se sviluppata ulteriormente.

    E fu così, che nel 1966, Heilmeier divulgò la sua scoperta pubblicando il saggio "I possibili effetti Opto-Elettrici dei Cristalli Liquidi e Affini", sulla rivista "Journal of Chemical Physics".

    george_heilmeier_1968

    George Heilmeier mostra il funzionamento del display DSM,
    facendo apparire o scomparire i vari segmenti attraverso il controllo del flussi elettrici.
    Il display restò in funzione solo per pochi minuti, dopodichè i cristalli evaporarono. (Fonte: Displayblog)



    La pubblicazione di Heilmeier si rivelò un punto di inizio per lo sviluppo dei display a cristalli liquidi. Heilmeier pensava che un ulteriore sviluppo della tecnologia DSM avrebbe portato incredibili risvolti: dalla possibilità di eliminare il cinescopio nei televisori, rendendoli così a schermo piatto, fino alla creazione di "tende elettroniche" e parasole elettronici per auto.

    La RCA però, a causa del pensionamento del suo storico amministratore delegato, David Sarnoff, che aveva guidato l'azienda fin dalla sua nascita nel 1919, portò ad un totale cambiamento della dirigenza nel 1970, che iniziò a dismettere i progetti ritenuti "non profittevoli" come il costoso sviluppo della tecnologia DSM.

    Così, a causa di divergenze con la nuova dirigenza, guidata dal figlio di Sarnoff, Robert, il team di Heilmeier lasciò in blocco l'azienda, mentre Heilmeier, il padre del progetto, ricevette un incarico di prestigio al Ministero della Difesa, dove si concentrò nello sviluppo di nuove tecnologie militari.

    Nel gruppo, ormai senza più Heilmeier, assunse la "leadership" l'ambizioso Zoltan Kiss, uno degli ingegneri che per primo aveva capito che era necessario riuscire a rendere i cristalli più stabili possibile ed evitare le impurità in essi, migliorando anche il vuoto nella capsula. Quindi, alla fine del '70 il gruppo si trasferì a Princeton, nel New Jersey, fondando la Optel Corporation, piccola azienda produttrice di moduli elettronici per orologi a LED, che avrebbe dovuto anche proseguire il progetto DSM. Kiss ne diventò amministratore delegato mentre Luce il presidente.

    Oramai gli ingegneri erano liberi di agire senza il giogo della dirigenza RCA, e quindi potevano continuare a sviluppare il display senza nessun'ostacolo. Riuscirono a fare buoni guadagni nel campo della produzione di transistor, circuiti stampati e semiconduttori, e grazie ad essi il progetto potè proseguire.

    Nel 1971, Zoltan Kiss, entusiasta, annunciò ai suoi colleghi che finalmente erano riusciti in una sfida molto ardua: riuscire a stabilizzare i cristalli liquidi in un ambiente perfettamente sotto-vuoto. Ora potevano finalmente dedicarsi alla prima applicazione di questa nuova tecnologia su un bene di consumo, un orologio.

    L'idea fu di Luce, quella di implementare la tecnologia DSM su di un orologio. In fondo, l'orologio digitale elettronico non era ancora sul mercato, ma l'annuncio della Hamilton Watch Company (allora in forte crisi finanziaria), dell'imminente messa in produzione del Pulsar, sviluppata dalla Electro/Data di Garland, Texas; suonò come un campanello d'allarme per la Optel: Kiss e il suo team doveva riuscire ad industrializzare e mettere sul mercato l'orologio più presto possibile, per poter cercare di arrivare prima della Electro/Data e dell'agonizzante Hamilton.

    Le ambizioni però, non furono di buon auspicio, e si dovette aspettare la metà del 1972, anno in cui la Hamilton aveva già presentato il Pulsar Limited Edition, il primo orologio digitale elettronico mai prodotto, e successivamente lo spin-off della Time Computer dalla Hamilton, con la presentazione del Pulsar P2, il primo prodotto in serie, per poter industrializzare completamente il prototipo.

    Il modulo, ormai industrializzato, risultò interessante per la dirigenza della Societè des Garde-Temps, che al suo interno raggruppava numerose case orologiere Svizzere (Avia, Wyler, Glycine, Helvetia, Delvina, Waltham, BWC, Lucien Piccard e Milus e Tell Fleurier), di proprietà del conglomerato ASUAG, che scelse di presentare un prototipo di orologio digitale con modulo Optel alla fiera di Basilea del '72. Il prototipo, inizialmente chiamato Ditronic, entrò poi in produzione alla fine del 1972, prima con il marchio BWC, poi con quello Lucien Piccard, Delvina, Avia, Helvetia, Tell Fleurier e Waltham. Anche la Tissot presentò un suo prototipo di DSM, sempre con modulo Optel PS-2, con il nome di "Data Recorder", che però non entrò mai in produzione. La Optel nello stesso periodo brevettò la tecnologia DSM, permettendo così lo sviluppo della stessa anche alle altre case orologiere, come la Tedesca-Occidentale Arctos, l'Americana Ness (che inizialmente commercializzò anche la prima generazione del Synchronar), la Gruen, la Microma e la ESA, che realizzò un particolare prototipo di modulo DSM chiamato "Swissonic 2000", che aveva una disposizione del display a forma di croce Elvetica.

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    In alto: i prototipi di orologi digitali DSM con moduli Optel, mostrati alla Fiera di Basilea del 1972. Inizialmente avrebbero dovuto adottare il nome "Ditronic" poichè non solo il gruppo SGT (Societe des Garde-Temps) avrebbe dovuto importare gli Optel in Europa, ma anche altre case orologiere erano interessate, tant'è che sarebbe dovuta nascere una nuova società chiamata "Ditronic SA", che avrebbe dovuto unire sotto la stessa società tutte le case orologiere interessate a produrre un orologio DSM con modulo Optel. Ciò avrebbe permesso una forte riduzione dei costi di produzione, ma purtroppo l'alleanza non vide mai la luce, a causa delle limitate risorse economiche della Optel stessa. Comunque, alcuni orologi della serie Ditronic, ma non tutti, furono effettivamente prodotti, seppur in numeri molto esigui, come per esempio la versione a marchio Delvina, a cui fu cambiato il nome in Delvina "Instantime", dotata di una cassa d'ottone cromato con inserto in minerale e modulo Optel PS-1.

    In basso: il prototipo Tissot "Data Recorder", quello che sarebbe dovuto diventare il primo orologio LCD della casa Svizzera, che montava la prima generazione del modulo Optel PS-2, quella con il display lampeggiante. Presentato anch'esso alla Fiera di Basilea del '72, il Data Recorder non entrò mai in produzione per le stesse ragioni della serie Ditronic. (Fonte: Displayblog)



    L'orologio fu venduto anche con il marchio Optel, chiamato "Optel PS-1" (cassa tonda, display fissato con una piastrina tenuta ferma da quattro viti, funzionava con una 355) e "Optel PS-2" (cassa a cuscino e rettangolare, display fissato con una piastrina in metallo estraibile, funzionava con una 357) riservato principalmente per il mercato Americano. Esso è riconoscibile per essere privo di marchio, eccetto la dicitura "Quartz" stampata sotto il vetro acrilico.

    La cassa dell'orologio Optel fu prodotta dalla EPSA, azienda Svizzera conosciuta per aver inventato il brevetto "Compressor", che ebbe un grande successo nel campo degli orologi diver, responsabile Europea per la produzione anche delle casse dei Pulsar.

    optelbwcswissdsmlcd1

    Il BWC Liquid Crystal Quartz è stato il primo orologio digitale LCD mai prodotto in serie. Nello stesso anno uscì anche la versione a marchio Lucien Piccard e Delvina,
    mentre poco dopo debuttò la versione a marchio Avia, tutte alla fine del 1972,
    creando così una larga offerta di orologi LCD, ad un prezzo persino più elevato dei loro concorrenti a LED. (Fonte: Crazywatches.pl)



    La Optel sviluppò così due tipi di moduli, uno dalla forma tonda -il PS-1-, usato sul BWC, il Delvina ed il Coreano Kuatron, ed uno dalla forma rettangolare -il PS-2-, usato sulla versione Avia, Waltham (da cui ebbe il numero maggiore di ordini), Taarnan, Segtronic (venduto per corrispondenza solo ai possessori di carta American Express), Jules Jurgensen (dove ricevette una cassa realizzata appositamente) e Dugena, che diventò il modulo definitivo e quello che fu sviluppato successivamente.

    Come già detto in precedenza, Kiss e i suoi colleghi, nel tentativo di riuscire ad industrializzare il modulo il prima possibile, sorvolò su numerosi errori progettuali, in primis la scarsa durata delle batterie e la presenza di impurità nei display. Così, per poter ovviare alla bassa efficienza energetica, inizialmente si scelse di far lampeggiare il display ogni secondo, ma nel giro di pochi mesi acquistarono dalla Solid State Scientific una partita di nuovi circuiti integrati molto più efficienti dei precedenti, che permise di poter rendere il display permanentemente visibile, oltre al fatto che il circuito elettrico del modulo fu ridisegnato.

    Per la questione delle impurità dei cristalli invece, Nunzio Luce affittò un capannone nelle vicinanze dello stabilimento, dove fu creato un ambiente sterile per la produzione di pannelli LCD, migliorandone la qualità. Molte furono le aziende che pagarono alla Optel le royalties per la tecnologia DSM, come la Intel attraverso la Microma (casa orologiera che fu acquisita dalla Intel, che stava lavorando appunto su un display DSM, a cui dovette pagare le royalties alla Optel), la Ness, la Giapponese Sharp (che realizzò un prototipo di display DSM, mai entrato in produzione) e la Tedesca-Occidentale Arctos, senza dimenticare la ESA, ma di questi solo la Microma, la Ness e la Arctos riuscirono a proseguire lo sviluppo dei loro moduli fino alla fine, ma la Microma e la Arctos non riuscirono a garantire ai loro moduli la stessa longevità e affidabilità di quelli sviluppati dalla Optel e dalla Ness.

    Al contrario delle due case Americane, la Microma e la Arctos sigillarono il pannello LCD non sotto vetro, bensì con uno strato di silicone. Ma come sappiamo, il silicone con il tempo tende ad indurirsi e a spaccarsi, provocando di conseguenza l'evaporazione dei cristalli liquidi, e infatti al giorno d'oggi non esiste neanche un DSM della Microma (importato in Europa dalla Svizzera Nepro), o un Arctos che sia funzionante.

    SharpEL805_1

    I display DSM furono usati non solo sugli orologi, ma anche sulle calcolatrici, come per esempio la Sharp EL-805, che fu la prima calcolatrice ad adottare un display DSM,
    ribattezzato dalla Sharp con il nome di Display COS (Crystal on Substrate, Cristallo su Substrato). (Fonte: Vintagecalculators)




    Il cammino degli orologi LCD era appena iniziato, ma la tecnologia DSM si rivelò una palla al piede per coloro che la svilupparono...

    Il DSM aveva dei limiti strutturali, che non potevano essere scavalcati. Per esempio, la batteria aveva una durata piuttosto limitata, dai sei fino agli otto mesi, perfino meno di un orologio a LED (la cui durata era di un anno!), a causa del loro elevato assorbimento di energia; un DSM richiedeva ben 15 volt per poter funzionare correttamente senza cali di contrasto.

    Inoltre, il contrasto stesso del display era molto scarso: per vedere l'ora in condizioni ottimali, bisognava osservare l'orologio frontalmente, altrimenti la superficie specchiata del pannello avrebbe reso il display illeggibile.

    Era anche importante evitare forti urti all'orologio, o evitare di farlo cadere per terra, dato che la capsula si sarebbe rotta ed il pannello si sarebbe irrimediabilmente danneggiato.

    La tecnologia DSM sugli orologi non durò comunque molto: solamente per un anno e mezzo: fino alla metà del 1973!

    Agli inizi del '73 infatti, la Gruen, grazie allo sviluppo curato dalla American Microsystems e della ILIXCO (International Liquid Xtals Company), fondata anch'essa da un ex-ignegnere RCA, James Fergason, aveva fatto debuttare sul mercato il primo orologio LCD con display ad "Effetto di Campo a Torsione Nematica", solitamente abbreviato in "Display a Torsione Nematica" detto anche a "Inversione Nematica", il Gruen Teletime.

    gruenteletimelcd1

    Il Gruen Teletime fu il primo orologio LCD con tecnologia ad Effetto di Campo a Torsione Nematica.
    In pratica, è stato il primo LCD di concezione "moderna" mai prodotto. Il suo debutto rese la tecnologia DSM immediatamente obsoleta,
    costringendo la Optel a lavorare il più presto possibile su una sua versione di schermo a Torsione Nematica. (Fonte: Crazywatches.pl)


    Zodiac%20005

    La risposta della Optel al Teletime. Il modulo era al 98% identico a quello usato dalla versione DSM, eccetto il voltaggio più basso.
    Il successo di questa nuova versione fu maggiore, ma non riuscì a rendere profittevole l'azienda, finendo in perdita dopo un solo anno di attivo. (Fonte: Ledwatches.net)



    Il lancio del Teletime rappresentò un importante passo avanti, dato che gettò le basi per la tecnologia LCD così come noi la conosciamo, fatta da un pannello riflettente argentato o giallo, una pellicola fotoelettrica con i cristalli liquidi "spalmati" su di essa, ed un filtro polarizzatore che rende i cristalli visibili alla luce. Ma allo stesso tempo, segnò l'inizio della fine per la Optel, che dovette
    accelerare lo sviluppo di un pannello LCD a Torsione Nematica, portando nella metà/fine '73 al debutto della seconda generazione di moduli LCD, dotata della nuova tecnologia, più efficienti a livello energetico e più robusti, che verranno in seguito evoluti ulteriormente da parte dell'azienda, portando alla nascita di varianti dotati di calendario, e persino di illuminazione attraverso una piccola lampadina a incandescenza.

    Ma gli sforzi di Zoltan Kiss nel tentare di stare sul mercato furono molto difficili, dato che l'azienda era stata in attivo solo nel 1972, per poi registrare un pesante passivo a partire dall'anno successivo. Tutti i guadagni fatti con lo sviluppo del DSM nelle sue applicazioni -orologi da polso, da scrivania e da muro- furono dissipati nel tentativo di migliorare la prima generazione del modulo ed il successivo sviluppo del loro primo pannello a Torsione Nematica.

    Così, la Optel non si riprese più dal suo stato di crisi, che si aggravò con la fuoriuscita di Louis Zanoni, che fondò un'azienda sua, la Zantech (tutt'ora esistente), e così, la Optel dichiarò bancarotta il 18 Giugno del 1978.

    Ora ritorniamo al presente, all'inaspettata aggiudicazione di questo tesoro, perchè di tesoro si tratta. La cattura di un oggetto così raro, così ricercato, che sprizza fascino da ogni angolo.

    L'orologio è arrivato in una bustina, al cui interno vi erano due esemplari dello stesso modello; uno funzionante e uno no. L'unico problema era che quello funzionante non avanzava, ma restava fisso alle 6:08.

    Così, l'ho aperto e ho provato ad avvitare la corona alla ruota dentata che, avvitata alla corona, si unisce ad un'altra ruota dentata collegata ad un potenziometro, che chiude un contatto elettrico ed attiva la modalità di regolazione. Fatto ciò, sono riuscito a farlo uscire da quella modalità e a regolarlo.

    L'esemplare non funzionante invece è privo delle viti di fissaggio e del fondello, e non dà nessun segno di vita nel momento in cui si inserisce la batteria. Poco male, può sempre tornare utile per i ricambi.

    Ed ecco qui, il Graal, dopo averlo ripulito e regolato. Credevo fosse molto più grande rispetto a quanto vedevo in foto, ed invece al polso è una piccola "saponetta", ma molto leggero e piacevole da indossare.

    Optel_3_zps33d6174e



    Per poter accedere al vano batterie, bisogna rimuovere il pozzetto, che si apre molto facilmente, anche con l'unghia. Si rimette in sede a pressione. La cassa invece non è chiusa per mezzo di viti, ma ha una particolare costruzione a sandwich, e si apre facendo leva con un piccolo cacciavite all'altezza delle anse. Sul fondello è riportata la dicitura SGT, ossia Societè Des Garde-Temps, un gruppo appartenente al conglomerato ASUAG che si occupò della commercializzazione dell'Optel PS-2 in Europa, tramite i marchi Wyler, Delvina, Waltham "Walchron", BWC, Glycine, Lucien Piccard, Avia e Taarnan).

    Curiosamente, il flusso dell'energia elettrica in questo modulo è talmente lento, che quando si rimuove la batteria e la si reinstalla dopo alcuni secondi, anzichè resettarsi a 12:00, ricompare l'ora esatta, quasi come se "conservasse in memoria" l'orario, anche se necessita una nuova sincronizzazione dei secondi.

    Optel_2_zps6681ca60



    Il momento in cui l'ho indossato è stato emozionante. E' la stessa sensazione che ho avuto quando ho indossato i Pulsar, lo ZIM 3049, il Chaika 3050-KR, il Bulova Accuquartz, il Benrus Techni-Quartz ed il Seiko Crown. Sento che sto indossando un pezzo di storia. La storia dell'orologeria, una storia che ha fatto importanti progressi grazie alla passione, alla follia e allo spirito di una o più persone, che insieme si sono messe in gioco per poter creare un qualcosa di completamente nuovo. Un'innovazione che avrebbe cambiato per sempre la tecnologia.

    Avia_Definitive_4_zps0084e5a2

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    Avia_Working_zpsf14f6cec



    Oggi, gli Optel DSM sono considerati gli orologi digitali più rari del mondo, insieme al Pulsar P1 e al Seiko 06LC.

    Ma indossandolo sembra di essere tornati indietro nel tempo, in quel 1972, in cui quest'orologio, esposto nelle vetrine delle più importanti gioiellerie, attirava la curiosità della gente, che ammirava lo stile "monolitico" della sua cassa rettangolare, il suo cuore tecnologico con cristallo di quarzo, il suo display dai numeri bianco latte, che comparivano per magia su un pannello argentato, lucido a specchio.

    Immaginate di essere in quell'anno, e di vedere questo Avia affiancato ad un altro pioniere che allora era il suo acerrimo concorrente, il Pulsar P2. La gente sicuramente sarebbe andata in visibilio, stupida da quelle linee così particolari e l'altissima tecnologia che essi si portavano dietro.

    E oggi, quella sensazione si è trasformata, diventando qualcosa di più.

    L'emozione di indossare la storia.

    Grazie per l'attenzione a tutti voi.

    Edited by vpn - 30/8/2014, 15:55
     
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    Stupore. Solo stupore.
    Grazie Enzo, letto tutto d'un fiato... e complimenti per il pezzo di storia :)
     
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    E' talmente fatta bene questa presentazione, che non so neanche cosa scrivere per complimentarmi :woot:!!

    Per cui per il momento ti chiedo questo: che funzione hanno le due frecce?
     
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    CITAZIONE (CalVa @ 15/11/2013, 20:27)
    Stupore. Solo stupore.
    Grazie Enzo, letto tutto d'un fiato... e complimenti per il pezzo di storia :)

    Grazie, grazie, grazie Valentino. :)

    Mi tremano un pò le mani all'idea di averlo al polso in questo momento... Non so se sia una reazione normale!

    CITAZIONE (the_gallas27 @ 15/11/2013, 20:42)
    E' talmente fatta bene questa presentazione, che non so neanche cosa scrivere per complimentarmi :woot:!!

    Per cui per il momento ti chiedo questo: che funzione hanno le due frecce?

    Grazie Alessio. Quelle che a prima vista sembrano due frecce, sono in realtà i due puntini che scandiscono i secondi, lampeggiando una volta al secondo.

    Edited by vpn - 15/11/2013, 21:12
     
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    Post monumentale, grazie!
     
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    CITAZIONE (Calibro 321 @ 15/11/2013, 20:50) 
    Post monumentale, grazie!

    Grazie a te per averlo letto! ^_^
     
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    Grazie Alessio. Quelle che a prima vista sembrano due freccie, sono in realtà i due puntini che scandiscono i secondi, lampeggiando una volta al secondo.

    Ah :o:!

    :D
     
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    CITAZIONE (the_gallas27 @ 15/11/2013, 20:58) 
    Ah :o:!

    :D

    La forma a "freccia" dei due puntini era dovuta al fatto che non era ancora possibile realizzare dei puntini completamente tondi, a causa dei limiti tecnologici dell'epoca. Considera infatti che i moduli Optel erano realizzati completamente a mano. Non vi erano linee automatizzate.

    La Microma e la Ness però, riuscirono a superare il limite, introducendo i due puntini tondi, al contrario di quelli a forma di freccia della Optel, che diventò un suo segno distintivo (più o meno come la stellina lampeggiante del raro Bulova Accuquartz LCD).
     
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    Bel colpo Enzo, e ottimo lavoro :)
    Dispensi conoscenza digitale ^_^
     
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    L'Orologio non poteva finire in mani migliori
    Sono contento per te e grazie per la presentazione stupenda
     
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  11. vpn
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    CITAZIONE (Lemcat @ 15/11/2013, 21:18)
    Bel colpo Enzo, e ottimo lavoro :)
    Dispensi conoscenza digitale ^_^

    CITAZIONE (barino1978 @ 15/11/2013, 21:21)
    L'Orologio non poteva finire in mani migliori
    Sono contento per te e grazie per la presentazione stupenda

    Grazie Marco e Simone! Non mi sarei mai aspettato di riuscire a prenderlo. E' come se fossi entrato in possesso di un Pulsar P1...!
     
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  12. roloi
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    Ammappa che bel orologino :o: , il post poi bello come l'orologio :D
    Enzo sei proprio uno che dà lustro a questo forum c'è poco da dire
    bravissimo......
    spero che la moderazione stia pensando qualche forma di riconoscimento
     
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    Magnifico!

    Aggiunto ai topic importanti tra le referenze rare e particolari.
     
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  14. vpn
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    CITAZIONE (roloi @ 15/11/2013, 21:23)
    Ammappa che bel orologino :o: , il post poi bello come l'orologio :D
    Enzo sei proprio uno che dà lustro a questo forum c'è poco da dire
    bravissimo......
    spero che la moderazione stia pensando qualche forma di riconoscimento

    CITAZIONE (lelekas69 @ 15/11/2013, 21:25)
    Magnifico!

    Aggiunto ai topic importanti tra le referenze rare e particolari.

    Grazie amici miei, e pensare che se non fosse stato prodotto quest'orologio, molte cose oggi sarebbero estremamente diverse... Non esisterebbero la maggior parte degli orologi LCD che di questa tecnologia hanno fatto un punto di forza, come i Casio Casiotron, i Seiko Quartz LC, i G-Shock... E' lui, l'Optel LCD, nel nostro caso Avia SGT Quartz, il papà di tutti gli LCD.
     
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    CITAZIONE (Calibro 321 @ 15/11/2013, 20:50) 
    Post monumentale, grazie!

    Grazie a te per averlo letto! ^_^

    Bravo,mi stai raggiungendo... :P
     
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