Il mio nome è Cairelli, Zenith Cairelli. AMI CP-2 per gli amici e ho una storia da raccontare.

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    Il modello di orologio che ho il piacere di rappresentare sembra essere considerato quello con più charme, il più ricercato e appetibile tra gli
    orologi militari di questi ultimi decenni. Se poi risulta essere assegnato, allora il suo appeal sale alle stelle. A mio modesto parere ingiustamente.
    Sono fermamente convinto infatti che, perché ciò accada, l'accoppiamento debba essere quantomeno alla pari. Quindi, essendo io il top, quanto
    meno il pilota che doveva essere a me assegnato (scusate ma io la penso così) doveva essere un parente stretto di un Francesco Baracca, o di un
    Manfred von Richthofen, o anche di Arturo Ferrarin…insomma uno che in caso di avaria alle pale le sapesse sostituire tirando fuori ..gli attributi.
    Ma con la fortuna che mi ritrovo a me, nel lontano 1968, viene assegnato un ragazzotto mezzo veneto e mezzo bolognese, pilota di elicottero che,
    in pochi anni, mi ha fatto venire le rotelle bianche.
    Vi racconto solo tre o quattro episodi, tra quelli che più di tutti mi sono rimasti negli ingranaggi, sottolineando che quanto descritto NON è frutto
    di fantasia, ma tutti gli eventi sono veri e descritti così come realmente avvenuti, dialoghi compresi.
    __________________________________________________________________________________________________________________________

    EPISODIO 1

    Decollo all'alba per un volo di trasferimento da Roma a Catania. Il comandante Trestelle sta pilotando, mentre il " mio assegnato" ammira il
    paesaggio guardandosi bene di non apprendere nulla da quello che fa il capo. All'improvviso l'elicottero entra in una paurosa turbolenza talmente
    forte che ogni tentativo di contrastarla risulta vano. Il capo opta per un atterraggio sulla spiaggia, priva di bagnanti, ma piena di oggetti vari che
    dovevano essere assolutamente evitati. Credo , nel frangente, di aver perso qualche tic tac, ma devo ammettere che l'atterraggio con forte vento
    in coda (sic) è non privo di perizia.
    Il capo apre lo sportello, ma una raffica anomala glielo strappa dalle mani mandandolo a sbattere sul bulbo in plexiglas dell'elicottero (AB G3B1)
    rompendolo in quattro pezzi di varie dimensioni. Consulto a tre e viene presa una decisione: lo specialista al seguito e il mio assegnato avrebbero
    cercato di riparare il danno con i mezzi in dotazione, mentre il capo sarebbe andato al Comando di zona per coordinare gli atti burocratici.
    Metto in moto il mio crono esattamente alle 11,25 quando lo specialista inizia a fare il primo foro sul plexiglass con un trapanino a MANO infilandoci
    5 cm di filo di frenatura in acciaio per infilarlo nel secondo come un punto di sutura. Terminerà l'ultimo alle 21,10. Alla fine vengono contati 488 punti
    (976 fori fatti mano), il tutto "incerottato" con circa 5 metri di scotch da pacchi.
    All'alba del giorno dopo, decollo alla volta di Catania.
    Previo volo di collaudo, naturalmente!
    Scilla, settembre 1968
    __________________________________________________________________________________________________________________________

    EPISODIO 2

    A bordo di un AB47 J3, doppio comando, il " mio assegnato" sta pilotando di ritorno da una missione addestrativa sul Monte Terminillo. Sul sedile
    posteriore il capo equipaggio, istruttore, legge tranquillamente un quotidiano sportivo. All'improvviso, io che sono un tutt'uno col suo polso sinistro, sento
    una inconsueta tensione del braccio irrigidditosi in modo anomalo. " Comandante - dice all'interfono - sento il collettivo strano!"…." che cos'ha di strano?
    chiede il comandante". " sta diventando duro , troppo duro-esclama schiacciando questa volta non l'interfono ma l'interruttore della frequenza di Ciampino".
    Con un tempismo disarmante, la voce di qualcuno a bordo di chissà quale aereo ( o di Ciampino TWR?) dice: "…no, è meglio…guai se non lo fosse!"
    Imbarazzo generale del pilota, dell'istruttore e anche mio personale. Credo che i miei trizi siano diventati rosso fuoco.
    Per la cronaca, dopo pochi minuti, l'istruttore afferra i comandi ed entra in autorotazione: avevamo perso due pistoni!!!!!
    Ciampino, febbraio 1969
    __________________________________________________________________________________________________________________________

    EPISODIO 3

    Sempre a bordo di un AB47 J3, doppio comando, io, sempre al polso del " mio assegnato" e il comandante Trestelle ( sempre lui quando ci sono guai!)
    decolliamo da Rimini all'alba del 29 luglio 1969 con destinazione Pratica di Mare. Urge la presenza del comandante in quel di Roma.
    Pochi minuti e ci troviamo sulla verticale di Fossombrone già avvolta da una discreta foschia. Mano a mano che ci avviciniamo ai monti la foschia si
    trasforma in nebbiolina e siccome ci troviamo a neanche 500 piedi ground, la cosa comincia a preoccupare il " mio assegnato" (che da ora in poi chiamerò
    " secondo ", perché devo riconoscerne il merito) il quale a voce alta, ma facendo finta di parlare a sé stesso, chiede se non fosse il caso di un bel 180° e
    tornarsene indietro. Neanche il tempo di sentire la risposta negativa del capo che, in un attimo, ci troviamo dentro un mare di nuvole. A meno di 500 piedi
    e con le pendici del Monte Nerone a sinistra, strada provinciale con annesso fiume a lei costeggiante, alberi, case e fili sulla verticale. A destra tante
    colline di varia altezza a una distanza di circa 3 o 400 metri. Almeno questa era l'ultima immagine vista e registrata prima di infognarsi nelle nubi.
    Tornare indietro è ormai impossibile. Andare avanti sarebbe un suicidio.
    Devo riconoscere che il secondo, questa volta, si comporta in modo esemplare. Notata la pericolosa indecisione sul da farsi del comandante
    con inusitata pacatezza ma decisa fermezza, si toglie le cuffie, indossa il casco, si fa il segno della croce ed urla, Trestelle o non Trestelle, :
    "" comandante , cazzo, velocità zero e tiri sù, rotazione a destra sul punto e tiri sù, sempre sù……..""
    Esegue, con indiscussa perizia, ma inconfutabile culo che ha dimostrato di avere in tantissime altre occasioni
    E' buio, le nuvole sono di un grigio scuro che non permettono di vedere a un metro. Si sente solo il ruggire del motore sotto sforzo che fa salire
    l'elicottero a 1000 piedi al minuto ( e il ticchettio dei miei ingranaggi). Un tempo infinito poi, all'improvviso l'elicottero viene letteralmente sputato dal
    buio più pesto alla più abbagliante, rossa, gialla luce dell'alba più bella che abbia mai visto. La cima del Monte Nerone (1525 m. senza le antenne) si staglia
    sul cielo turchino avvolta da un mare di nuvole che riflettono una miriade di colori.
    Per una buona mezz'ora nessuno parla. Si sentono solo i miei tachicardici ticchettii.
    Ci pensa Trestelle a rompere il silenzio, con la sua ultima inevitabile cazzata: ""….ma non dici niente? Ti trovo molto apatico oggi…..!

    Monte Nerone, 29 luglio 1969

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    EPISODIO 4


    Elicottero AB 206 in volo di ricognizione nella zona del Monte Ascensione a nord di Ascoli Piceno. Già, non molto lontano dal luogo dove
    hanno perso la vita 4 giovani piloti poco tempo fa.
    Volo noioso, di routine in attesa di chissacchè. Ci troviamo a circa 600 metri dal suolo in largo canalone costeggiato da ambo i lati
    da una fila di colline piene di vegetazione e qualche monterozzo a far da sentinella.
    In tanti anni non era mai successo, al mio secondo,(in questa occasione capo equipaggio) di sentire una irrefrenabile voglia di guardare fuori dal finestrino e, contemporaneamente, la nettissima sensazione di una voce che diceva: " guarda dietro, guarda dietro ".
    Il secondo butta lo sguardo alla sua destra, ma non vede assolutamente niente di particolare. Per scrupolo gira ancora un po' il tronco per
    guardare, ancora più indietro, attraverso il finestrino posteriore.
    Un F104, circa 200 piedi più basso di noi e a una distanza di circa 500/700 metri, aveva il muso che sembrava puntarci dritto dritto.
    D'istinto butta giù il collettivo entrando in autorotazione e contemporaneamente il ciclico tutto a sinistra.
    L'altro pilota, ignaro dell'avvistamento, tutto si aspettava fuorché una manovra del genere e rimane col corpo sollevato dal sedile di buoni 15 cm.
    mentre urla " che c…acchio fai?.
    La risposta la vede lui stesso che con gli occhi sbarrati e con la bocca aperta segue la traiettoria del F104 mentre ci taglia la strada in diagonale
    e dal basso verso alto, a non più di 150m.
    Per fortuna evitiamo di entrare in scia. Vediamo distintamente il casco del pilota del jet che guarda dritto a lui indifferente. La cosa ci fa dubitare
    che ci abbia visto. Ci guardiamo negli occhi senza parlare, ben sapendo a cosa ciascuno di noi stava pensando: dov'è il n.2?
    Due secondi e anche il 2° jet ci attraversa la strada, ma molto più distante.
    Ci guardiamo ancora negli occhi, questa volta sorridendo.
    Il mio pilota si abbassa un po' la cerniera della tuta e prende la collanina che porta da sempre. Attaccata c'è una medaglietta di un angioletto che i suoi gli hanno regalato al battesimo. La bacia. Pensa che forse quel giorno ha parlato con Lui.

    Monte Ascensione, giugno 1980.

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    SAM_2164SAM_2145SAM_2148[SAM_2156SAM_2170SAM_2127

    Edited by Didespo - 7/9/2014, 10:33
     
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    Uno dei crono più belli abbinato ad un racconto altrettanto interessante, grazie!
     
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    ...almeno vediamo un Cairelli in azione ^_^
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    Comandà(nte),
    complimenti per:
    1) l'esperienza di volo (non è un Jet....è più difficile....l'elicottero...),
    2) la narriativa avvincente e
    3) il bellissimo Cairelli.

    Ma:
    (Episodio 4),
    Era il 1980.
    Possibile che si trattasse di un F-16?
    Sicuro?
    USA?
    Tuo
     
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    Grazie,bei racconti e bellissimo orologio!
     
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    L'orologio è bellissimo, i tuoi racconti lo sono ancora di più. Complimenti!
     
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    CITAZIONE (durandlp @ 7/9/2014, 00:02) 
    Comandà(nte),
    complimenti per:
    1) l'esperienza di volo (non è un Jet....è più difficile....l'elicottero...),
    2) la narriativa avvincente e
    3) il bellissimo Cairelli.

    Ma:
    (Episodio 4),
    Era il 1980.
    Possibile che si trattasse di un F-16?
    Sicuro?
    USA?
    Tuo

    Devo essere sincero: i racconti ( eccetto quello del Monte Nerone della cui data sono arcisicuro) sono stati collocati nel tempo a memoria ( che evidentemente comincia a far cilecca). Anno più, anno meno, comunque non poteva essere che un F104. Grazie per avermelo fatto notare.
    N.B. Il " giusto cicchetto ", però, dovevi farlo al Cairelli: è lui il protagonista e narratore dei racconti!!!!!!
     
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    Thread MERAVIGLIOSO!!! :B):
     
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    GRANDISSIMO !!!
    complimenti per la notevole capacità narrativa ed ovviamente per l'orologio !!!!
    Molto, molto bello !!!
     
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    Complimenti Comandante!!!
     
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    Complimenti, per Tutto: storie di vita e aria e storie di orologi!
    Bellissimo thread, bravo!
     
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    Bellissimo e servizio fotografico molto molto affascinante....l'orologio sembra tornare alle sue origini ed alla sua antica funzione di "compagno" e supporto del pilota....! :wub: :wub: :wub: :wub: :wub: :wub:

    GRANDE Storia per un GRANDE OROLOGIO!!

    Complimenti Giulio
     
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  14. Planar71
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    Bel topic davvero, complimenti per i racconti, le foto e, ovviamente, l'orologio :I:
     
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    bel topic e bell'orologio , anche se quando sento la parola cairelli ,un brivido mi corre lungo la schiena :P
     
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35 replies since 6/9/2014, 19:26   3058 views
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