Spero utile: Rolex Submariner 14060 vs. 114060

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    Disclaimer: questo è un intervento lungo. Molto lungo, direi. Forse anche un po' noioso, benché alcune parti di esso ritengo siano utili a livello conoscitivo. Ma molta parte di esso contiene valutazioni e opinioni personali che cercano di raccogliere e oggettivare le sensazioni mie e credo di altri nei confronti delle nuove scelte, stilistiche e tecniche, della maison Rolex. In quanto personali, comunque, opinabili. A chi avrà il coraggio, l'incoscienza, o il masochismo di procedere oltre, auguro buona lettura.

    Cominciamo.

    Cos'è il fascino? Il fascino è qualcosa di generalmente inesprimibile, fondato in parte su componenti soggettive ma in parte anche assolutamente oggettive. Ci sono canoni estetici o comunque formali indiscutibili tali da creare quel certo "je ne sais quoi" che determina questa correlazione biunivoca tra il soggetto affascinante e quello fascinato, ma ci sono anche aspetti legati a più sottili suggestioni (spesso determinate dall'immaginario e dal vissuto di chi il fascino lo subisce), che stabiliscono il "fascino" del soggetto osservato, sia esso persona o cosa.
    Da questo si può capire come la fascinazione emanante da un soggetto sia un processo che è riscontrabile in modo unanime o quasi, come anche possa essere un fatto esclusivamente individuale e personale, e perciò stesso non sindacabile anche se valido per una sola persona.

    Tutta questa lunga e logorroica premessa, delle cui affermazioni mi attribuisco, unico, la paternità, mi servirà per dare un senso finale al confronto, determinato da un recente acquisto, che volevo stabilire tra le due versioni, passata e presente, del Submariner no-data (anzi per me il Submariner tout-court, visto che il modello con datario è il Submariner Date; può sembrare una differenza semantica di poco conto, ma chi conosce la storia - spesso sconfinante nel campo della mitologia - di questo eccezionale segnatempo sa che non è cosí).

    I due modelli oggetto del confronto sono da un lato l'ultima declinazione del Submariner oggi definito ormai del "vecchio corso" Rolex, quello delle referenze a 5 cifre, vale a dire il 14060M COSC, dall'altro la sua recente evoluzione appartenente all'era delle referenze a 6 cifre e delle innovazioni tecnico-estetiche che, quasi a valanga, Rolex ha via via riversato nella sua produzione recente, dopo decenni di quasi snobistico conservatorismo e fedeltà a certi canoni estetici, cioè il 114060.
    Penso che possa essere utile, e giusto, specialmente nei confronti di chi sia novizio in questo forum e in generale nel mondo dell'orologeria, elencare in modo compiuto cosa differenzia queste due referenze.






    Dal punto di vista estetico le differenze sono davvero numerose e alcune di non poco rilievo, tali da portare a quello che si può ben definire uno stravolgimento dei canoni formali sin qui seguiti. La più evidente è forse la carrure: le anse più larghe, tali da squadrare, quasi, il disegno della cassa, e le spallette proteggi corona molto piú massicce, danno un carattere più accentuato, quasi aggressivo al disegno generale.

    Spicca poi la lunetta, che dall'alluminio serigrafato dei vecchi modelli è passata al nuovo materiale "Cerachrom" (brevetto Rolex), in ceramica inscalfibile e con segni grafici incisi, rivestiti tramite processo PVD con un sottile strato di platino. Essendo molto più riflettente alla luce rispetto al materiale precedente, il colore non è più un nero assoluto ma sconfina quasi nel grigio perla a seconda dell'intensità e dell'incidenza della luce che lo colpisce.

    Il quadrante si caratterizza per l'implementazione anche su questa referenza degli indici maggiorati (c.d. "bicchieroni") e delle sfere anch'esse incrementate nelle dimensioni, caratteristiche mutuate dall'ormai storica referenza del Submariner sulla quale furono introdotte per la prima volta, vale a dire il 16610LV (o "ghiera verde").
    Il compito di emanare la luminescenza notturna è affidato al nuovo prodotto Rolex "Chromalight", che si accende di un tenue azzurro al posto del consueto giallo-verde della Superluminova sin qui utilizzata.

    Si passa poi al bracciale, con numerose, sostanziali novità: i finali non sono più in lamierino d'acciaio, ma come in tutti gli altri modelli Rolex, ormai, anch'essi sono SEL, vale a dire in acciaio solido.
    In acciaio solido anche le maglie centrali del bracciale, finora invece vuote (e almeno a me è stata sempre incomprensibile l'ostinazione di Rolex nel proporre bracciali siffatti fino a tempi anche recenti, con lo spiacevole effetto collaterale del ben noto "allentamento" del bracciale con l'uso, quando anche il più economico dei diver's Orient o Seiko era ed è dotato di bracciali a maglie piene). In compenso, visto che c'è sempre da pagare dazio, lo spessore delle maglie è diminuito: dai 3 mm del bracciale del 14060, si è passati ai 2,5 del 114060. Sì, avete capito bene: una cassa più massiccia è tenuta al polso da un bracciale più sottile.

    Ma è nella chiusura che è avvenuta quasi una rivoluzione rispetto all'ormai anacronistica, seppure efficace, scatoletta in lamierino denominata "Fliplock" (anch'essa comunque un innovativo - a suo tempo - brevetto Rolex, e soluzione adottata nel tempo da quasi tutte le altre case). Abbiamo adesso la chiusura "Oysterlock", in solido acciaio, più robusta, dal funzionamento più sicuro e più gradevole alla vista, dotata del sistema di allungamento "Glidelock", in una versione meno sofisticata di quella implementata ad esempio sul Deep-Sea, ma comunque efficace: questo meccanismo consente allungamenti-accorciamenti anche temporanei (quindi senza la necessità di ricorrere ad attrezzi per spostare le ansette che trattengono il bracciale alla chiusura) a passi di 2 mm per adattare la misura ad un polso che a seconda della stagione e del clima può ingrossarsi, o alla presenza di una muta.


    (Pic borrowed from www.righttime.com/rt/pre-owned/rolex_116619.htm )

    Eccoci infine al "cuore" dell'orologio, il movimento: il calibro è lo stesso del predecessore 14060, vale a dire il 3130, successore dal 2001 del precedente 3000, ma con una importante modifica che Rolex ha introdotto nella sua produzione a partire dal 2005: la spirale "Parachrom" blu, costruita in niobio e zirconio i quali, una volta usciti dal processo di fusione, reagiscono con l'ossigeno atmosferico assumendo un caratteristico colore blu.
    Tale spirale è amagnetica e 10 volte più resistente agli urti delle tradizionali Nivarox sin qui usate, a tutto vantaggio dell'affidabilità e della precisione mantenute nel tempo.


    (Pic borrowed from the net - Google search)

    Bene, al termine di questa elencazione, spero non troppo arida, di elementi oggettivi che qualificano questo nuovo prodotto, è lecito attendersi una valutazione globale: indubbiamente il nuovo Submariner trasmette un'impressione di "qualità totale" come sarebbe lecito attendersi da un orologio che segna oltre 6.000 € sul listino. Inutile domandarsi, in questa gamma dell'orologeria, se quello che si ottiene per questa cifra è adeguato al prezzo pagato, quello che va sottolineato è che l'apparenza (e, si presume anche la sostanza) è quella di un orologio bello, ben fatto, solido, efficace nel rispondere agli obiettivi di progetto.

    Dobbiamo, però, interrogarci su un punto che discende da questa premessa: il 14060 (come del resto il cugino 16610) è il discendente in linea diretta, per adattamenti successivi, ma sempre con una riconoscibilità ben definita, del capostipite 6204 degli anni 50 del secolo scorso. L'aspetto generale è mutato poco nel corso dei decenni, tale da creare un immaginario collettivo che ha elevato al rango di iconico un disegno fatto di linee eleganti e slanciate, con un quasi ininterrotto fluire dell'insieme cassa-bracciale per arrivare a un unicum coniugante eleganza e tecnicità.

    Questo ha lasciato adesso il posto a linee più nette, quasi spezzate, fino alla totale scomparsa del caratteristico "bisello" (croce e delizia di tanti appassionati) nel raccordo tra parte superiore e fianchi della carrure. E non trascurabile, esteticamente, almeno per quanto mi riguarda, è il cromatismo dell'orologio. Nei modelli con ghiera alluminio, nei quali la superficie dal nero profondo di questo elemento funzionale ben si accoppiava con quello simile del quadrante, il contrasto cromatico si giocava tra la lucentezza dell'acciaio e il "total black" dell'insieme quadrante-ghiera.
    Adesso gli elementi in gioco sono molteplici: la ghiera in ceramica aggiunge una variabilità di toni di grigio/nero, i "bicchieroni", quasi indiscreti con la loro aumentata lucentezza per la maggior ampiezza dei contorni degli indici, e per la forte nota di colore del materiale luminescente, attraggono a loro volta lo sguardo quasi a distrarre con una pletora di particolari dalla visione d'insieme dell'orologio. L'insieme di tutto questo crea un cromatismo assai variabile, piacevole o meno a seconda delle inclinazioni personali, ma che io valuto personalmente come in qualche modo "disordinato", non armonico.

    Certo il 14060, con i numerosi particolari ormai o tecnicamente obsoleti o esteticamente demodè (ad esempio il quadrante ormai considerato un po' "spoglio", con quegli indici e quelle sfere di minuscole dimensioni, almeno secondo i canoni attuali), si può dire che stia inevitabilmente scivolando nel vintage. Tuttavia, ritornando alla premessa ad inizio di questo post, non solo di elementi oggettivi od oggettivabili dovremmo parlare, dal momento che che questo segnatempo si porta dietro una forte carica emozionale ormai stabilita e perdurante da lungo tempo; ecco che entra in gioco appunto il fascino, quell'aspetto di attrazione che va al di là del semplice fatto tecnico od estetico: una volta messo al polso, il nuovo piace, attrae, "interessa".
    Il "vecchio", però agli occhi di chi non si lasci distrarre da lustrini e paillettes, emana un indiscutibile fascino. Attrazione per il passato che nei ricordi è sempre meglio del presente? Sensazione che si sia spezzato quel fil rouge che ha finora unito la linea dei Submariner in una processo evolutivo unico e progressivo fatto sì anche di cambiamenti, ma sempre graduali, e mai di stravolgimenti? E che quindi l'ultimo, unico, vero Sub sia alla fine quello appartenente alla famiglia 14060/16610/16600? Che questo attuale sia qualcosa d'altro, con lo stesso nome ma di fatto un orologio nuovo e diverso? O ancora dipendenza da certi canoni estetici in qualche modo "classici", fatti di linee curve, armoniose, senza importanti soluzioni di continuità?

    Non saprei. Quello che so è che il 14060 al mio polso ha qualcosa di magico, qualcosa per cui direi "Toglietemi tutto ma non il mio..." Ah no, scusate, questa l'hanno già usata. Mentre il 114060 "morde" sì, afferra lo sguardo e attrae, ma nel mio caso non conquista.

    E allora la conclusione qual è? Che sono fortunato ad averli tutti e due, in primis. In secundis, che mi piacciono entrambi, ma il vero piacere, il vero godimento nell'indossarlo e nel guardarlo al mio polso mi è dato dal "vecchietto". Ripeto, si tratta di un fattore emozionale, non oggettivabile se non in parte, ma a quanto pare non esclusiva di pochi, data la preferenza ancora espressa da parecchi per le vecchie referenze. Ho la sensazione che anche Rolex si sia accorta di questo, col tentativo fatto con il Sea-Dweller 4000 di ricreare quell'armonia un po' perduta, con la riduzione dell'importanza dimensionale di certi particolari estetici e l'addolcimento di certe linee un po' tranchant del resto della gamma Submariner.

    Non vorrei far credere che io ritenga questa nuova referenza una sorta di "passo falso"... Un cambiamento era forse inevitabile. Però mai, a mia memoria, Rolex aveva operato cambiamenti così radicali e contemporanei su un singolo modello, e forse non tutto ciò che è stato fatto aveva una vera e propria, stringente, ragion d'essere se non nel tentativo di attualizzare a tutti i costi un disegno ormai storico. Ma certamente non ritengo questa operazione un successo vero e completo, anche se immagino che, a lungo andare, la fortuna arriderà anche a questa nuova produzione, come sempre quando si tratta della casa coronata che, di per se stessa, fascino ne ha da vendere.

    Un saluto

    Edited by -marcolino- - 15/11/2014, 12:38
     
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    Post interessante, a prescindere dall'essere o meno d'accordo con i contenuti. I miei complimenti all'OP.
     
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    post interessante anche se avendoli avuti entrambi non concordo, il cambiamento era decisamente necessario
     
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    Interessante! ... però anch'io, avendoli provati entrambi, dico 114060 senza rimpianti, per il fascino c'è il 5513 ;-)

    E poi... Anche il primo Submariner aveva un bello stacco fra cassa e bracciale, ed in questo i modelli ceramica sono simili!
     
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    molto interessante..comunque alla fine continuo a preferire il vecchio :)
     
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    Bella recensione e bella riflessione. Trovo la qualità del nuovo imparagonabile al precedente, questo me lo fa assolutamente preferire. Inoltre, il sentire al polso una presenza più "importante", trattandosi di orologio professionale, penso sia un altro punto a favore del nuovo.
     
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    Bella comparazione..
    Io,da possessore del sub data vecchio corso, ritengo il nuovo nettamente superiore.
     
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    Possessore del vecchio 14060 m cosc.....lo adoro......ma il nuovo indubbiamente qualitativamente superiore.
    Tengo in ogni caso il vecchio.....per provare le innovazioni portate dal nuovo corso ho preso un deepsea.....
     
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    Letto tutto con interesse, condivido tutte le osservazioni oggettive.
    Quanto al resto delle considerazioni soggettive, chiaramente, ognuno farà le sue.
    Per me è il miglior submariner di ogni tempo, e per distacco.

    Una sola risposta alla domanda del perché Rolex si sia ostinata a produrre il 14060 con i bracciali in lamierino (e con la cassa forata): Avevano un accumulo di magazzino enorme di queste parti e dovevano smaltirle.
     
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    grazie delle info!
     
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    CITAZIONE (-marcolino- @ 15/11/2014, 10:36) 
    anche se immagino che, a lungo andare, la fortuna arriderà anche a questa nuova produzione

    Direi che stia già arridendo considerevolmente.
    Ricordo quando uscirono le nuove referenze, le faccette col vomitino ed i commenti impietosi.
    Ora, a distanza di qualche anno, già mi sembra siano tutti d'accordo sulla superiorità costruttiva e molti si sono ricreduti per quello che riguarda l'estetica.
    Io avevo un 14060 ed un mio amico prese il nuovo. Messi uno accanto all'altro la differenza (secondo me, ovvio) è da subito stata imbarazzante a favore del nuovo, esteticamente e, soprattutto, qualitativamente.
    Poi si, volendo, c'è il discorso "fascino", ma io sono un tipo assai pratico e, personalmente, il fascino me lo da una cosa fatta bene, soprattutto se costa una cifra considerevole.
    Il nuovo, per me, vince per distacco abbondante.
     
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    ...i pareri, ancor più se riferiti alla parte estetica, sono chiaramente personali e come tali assolutamente rispettabili...parlando di due dei particolari che l'opener ha evidenziato, sicuramente il bisello di "raccordo" tra ansa e carrure era elemento che caratterizzava la cassa e che, in alcuni casi, mi sarebbe piaciuto fosse rimasto (il 216570, ad esempio, mi sembra un poco "spento" senza, se paragonato al vecchio 16570); così come, invece, il quadrante con indici "allargati" invece lo considero elemento positivo, non fosse altro perchè ogni orologio "professionale" (senza entrare nel merito del termine, che altrimenti non la si finisce più) credo debba offrire la migliore leggibilità possibile, in ogni situazione di luce...circa il nuovo 114060 mi limito a dire che tanto poco mi piaceva il "vecchio" e tanto ritengo interessante il "nuovo", che anzi preferisco al 116610...
     
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    per me vecchio più "elegante", nuovo qualità percepita più alta ma più sportiveggiante.
     
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    Bellissimo post concordo con tutto quello detto soffermandomi su un particolare:Per quale motivo Rolex con il nuovo sd è tornata ad una cassa più armoniosa e portabile rispetto ai submariner? Si sarà veramente accorta di aver esagerato un po'.Chi vivrà vedrà
     
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    Bel post. A mio avviso, con la cassa più quadrata, il Submariner ha perso in eleganza.
     
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