La scomparsa di un mito: Karl Lagerfeld

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    Merita una discussione tutta sua
    https://d.repubblica.it/moda/2019/02/19/ne...icordo-4299878/
     
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    Beh, che dire?
    Una icona, sicuramente.
    RIP

    PS Le mie condoglianze a Choupette.
     
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    https://www.tgcom24.mediaset.it/mondo/l-er...8-201902a.shtml
     
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    Così è!
    Mi ricordo di aver visto un documentario/intervista che tra tante cose dette, le parole di affetto verso la sua adorata gatta, erano eloquenti.
     
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    RIP.

    CITAZIONE (Tifeo Pluto @ 19/2/2019, 12:55) 

    “Nel 2001 lui, appassionato di junk food e di Coca Cola, perde 42 chili in meno di un anno: la sua dieta diventerà anche un libro, e a chi gli chiede perché lo ha fatto, spiega che voleva potersi vestire con i completi di Hedi Slimane, da molti indicato come suo naturale successore, non solo spirituale.”
     
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    Karl Lagerfeld è morto all'età di 85 anni. Il sarto, stilista e fotografo tedesco era malato da diverse settimane. Celebre per i suoi abiti e i suoi occhiali neri, era il direttore artistico di Chanel dal 1983. Aveva cominciato come assistente di Pierre Balmain nel 1955, è diventato l'imperatore della moda.

    "Amo considerarmi un freelance. Questa parola è l'unione di free, libero come ho sempre voluto essere, e lance che ricorda la parola francese lancé, com'era definita un tempo un'ambita cortigiana. Io mi sento libero e mercenario". In questa dichiarazione è racchiusa l'essenza dello spirito di Karl Otto Lagerfeld, lo stilista tedesco scomparso, nato ad Amburgo il 10 settembre 1933, secondo le fonti più accreditate anche se l'anno di nascita rimane un mistero.

    Lagerfeld, per decenni ha diretto due prestigiose maison, Chanel e Fendi, a cui ha dato un'impronta inconfondibile. Inamovibile, insostituibile, totalizzante per le griffe che ha disegnato e della cui immagine si è occupato in toto anche curando le campagne pubblicitarie come fotografo e regista. Un asso pigliatutto insomma, non a caso soprannominato "Il Kaiser".

    In realtà Lagerfeld è riuscito, nella sua lunga carriera, a fare del suo nome una griffe indipendente che ha collaborato con varie maison della moda, non solo Fendi e Chanel, ma anche Chloé. Ha avuto una sua etichetta e nonostante il successo non ha disdegnato le collaborazioni con i colossi del low cost, anzi è stato un apripista del fashion democratico: per H&M ha firmato nel 2004 una collezione a edizione limitata andata a ruba in due giorni. Dal 2010 ha firmato per quattro stagioni le collezioni di Hogan, per cui ha ripensato i modelli classici del brand, sneakers e ballerine. Nel 2006 ha lanciato una collezione casual uomo-donna, K Karl Lagerfeld, che includeva T-shirt e blue jeans.

    Nato da Christian ed Elisabeth Lagerfeld ad Amburgo, in Germania, Lagerfeld era figlio unico. Suo padre era socio di una banca d'affari svedese che fece fortuna introducendo il latte condensato in Germania. La sua data di nascita per molto tempo è stata un vero mistero. La scrittrice Alicia Drake sosteneva che fosse nato nel 1933. Lagerfeld diceva di essere nato nel 1935. I registri di nascita in Germania non sono aperti a ispezioni. Certa la data in cui Lagerfeld emigrò a Parigi con sua madre il 1953. Karl incontra la moda grazie a sua madre che nel 1949 lo porta alla sua prima sfilata, di Dior, a Parigi, dove poi si trasferisce e dove nel '54 da Pierre Balmain ha il suo primo lavoro nella moda avendo vinto un concorso per disegnare un cappotto sponsorizzato dal Segretariato Internazionale della Lana. Nel 1962 diventa il primo freelancer dell'industria della moda lavorando tra Francia, Italia, GB e Germania e lancia un'etichetta sua. Nel '65 ha comincia la collaborazione con Fendi. Nel '64 è la volta di Chloe. Un docufilm racconta l'amicizia con lo storico rivale Yves Saint Laurent fino al litigio nel 1975. Aveva vinto anche il concorso per un premio di abiti sponsorizzato da YSL. "Saint Laurent lavorava per Dior- ricordava Karl - altri giovani che conoscevo pensavano che fosse Dio, invece io non ero così impressionato". Dopo tre anni si trasferì da Jean Patou. "Mi annoiavo anche qui perciò mi licenziai e provai a tornare a scuola, ma non studiavo quindi ho passato più due anni sulle spiagge, suppongo di aver studiato la vita in quel modo". L'annoiato Karl con i soldi della sua ricca famiglia ad un certo punto però fonda un piccolo negozio a Parigi. In questo periodo, come altri colleghi, consultava spesso Madame Zereakian, la veggente armena di Christian Dior. "Fu lei a dirmi che avrei avuto successo con la moda e i profumi" rivelo in seguito.

    Nel 1980 Lagerfeld fondò la sua etichetta e con il suo nome lanciò in effetti profumi e abiti. Designer carismatico, eccentrico con un'immagine pubblica inconfondibile - occhiali scuri anche di notte, capelli bianchi raccolti a coda e guanti da aviatore di pelle nera, è un personaggio misterioso che un documentario, Karl Lagerfeld - A Lonely King (in onda nel settembre 2018) ha provato a rivelare. Autori del film i francesi Thierry Demaizière e Alban Teurlai. Karl ha vestito pop star come Kylie Minogue e Madonna.



    Claudia Schiffer è stata la sua modella preferita degli anni '80-'90, Kaia Gerber l'ultima musa. Lagerfeld possiede una collezione di 50mila libri (ha aperto una libreria nel '99 a Parigi) e modi di relazionarsi agli altri da imperatore come suggerisce il suo soprannome. Ha rilanciato Chanel, di cui è diventato direttore artistico nel 1983. Dal 1987 ha firmato tutte le campagne fotografiche, scoprendo un talento anche con le immagini. Nel 2000 la decisione di perdere 42 kg in 13 mesi seguendo una dieta. La dieta venne pensata apposta per Lagerfeld dal dottori Jean-Claude Houdret, che scrisse il libro The Karl Lagerfeld Diet.

    "Ho deciso di vestirmi diversamente - aveva rivelato in seguito il Kaiser - per vestire abiti disegnati da Hedi Slimane. Ma queste mode sono indossate da ragazzi molto magri e non erano per uomini della mia età. Dovevo perdere 40 chili. Ci ho messo esattamente tredici mesi". Lagerfeld era commendatore dell'Ordine della Legion d'Onore dal 2010. Appassionato di architettura è stato grande amico di Zaha Hadid a cui ha commissionato il Mobile Art Pavilion per Chanel. A Tadao Ando ha affidato la realizzazione della sua casa-studio a Biarritz, in Francia. Aveva colpito la sua assenza all'ultima sfilata di Chanel, lo scorso 22 gennaio: non era mai accaduto prima.
     
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    Edited by Cromage - 22/2/2019, 16:26
     
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    Bellissimi i guanti!
     
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    https://startupitalia.eu/104913-20190221-l...-karl-lagerfeld
     
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    I pantaloni della tuta sono un segno di sconfitta. Avete perso il controllo della vostra vita se uscita con la tuta”.

    Mi basta questa citazione per considerare Lagerfeld un grande.
     
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    È morto oggi a 85 anni il grande stilista tedesco, direttore creativo di Fendi dal 1965 e di Chanel dal 1983. In queste ore tutti i giornali lo stanno celebrando, condividendo immagini e articoli che ripercorrono la sua enorme importanza nel mondo della moda. Tra tutti i pezzi usciti su di lui durante la sua lunghissima carriera, uno dei più approfonditi è forse questo del New Yorker, pubblicato il 19 marzo 2007, nel quale John Colapinto dipinge un ritratto dello stilista e, tra le altre cose, analizza il legame dello stilista con il tempo e rivela la sua posizione ambivalente nei confronti del passato.

    «A differenza delle persone creative che temono la pagina bianca», scriveva Colapinto, «Lagerfeld ha orrore della pagina piena, la pagina che non può essere modificata e possiede il potere di annoiare. Tutti i fashion designer di successo sono “rivelatori di noia”, in allerta per capire quando un look smette di essere nuovo e diventa onnipresente. Lagerfeld dedicato la sua esistenza a vivere il più possibile nel presente, mantenendosi in sintonia con le tendenze, non solo nella moda, ma anche nell’arte, nella politica, nei film e nella musica»


    «La determinazione di Lagerfeld a tenersi aggiornato richiede una certa spregiudicatezza e mancanza di sentimentalismo. Lo stilista si libera periodicamente di arte, oggetti e luoghi che, in precedenza, erano stati fonte di ispirazione e piacere». E ancora: «Tra la fine degli anni Ottanta e gli anni Novanta, era un uomo di montagna che si vestiva con tute nere di stilisti giapponesi come Yohji Yamamoto. Nel 2000, Lagerfeld ha dichiarato questo look démodé, e ha deciso di rifare la sua silhouette per assomigliare a quella dei ragazzini adolescenti che hanno pedinato le passerelle a Dior Homme in giacche e pantaloni dal designer Hedi Slimane. (…) “Tende a passare oltre facilmente, perché non gli piace il passato”, dice una delle persone della sua cerchia. “Quindi decide che sei parte del passato e ti butta nella spazzatura”. Lagerfeld dice: “Le persone possono lavorare con me per cento anni ma devono rimanere informati. E senza rimpianti, non mi piace chi dice che le cose andavano meglio un tempo”. Secondo il suo partner editoriale, Gerhard Steidl, quando Lagerfeld legge un grosso tascabile, strappa le pagine man mano che le ha lette».

    «Paradossalmente, Lagerfeld è un devoto del diciassettesimo, diciottesimo e diciannovesimo secolo, ed è stato un serio collezionista di art déco. La sua passione per la storia si riflette nella sua divisa, un mix di contemporaneità (giacche Dior indossate con jeans skinny Diesel) e retrò, tra cui gioielli antichi e camicie personalizzate di Hilditch & Key, con colletti alti e rigidi che richiamano i gentiluomini come Walther Rathenau, un industriale ebreo tedesco del primo Novecento che fu il modello per un personaggio del grande classico L’uomo senza qualità di Robert Musil e il conte Harry Kessler, un mecenate d’arte anglo-tedesco del XIX secolo che gestiva una piccola casa editrice, ha scritto diversi volumi di diari (che Lagerfeld ha letto), e dal leggendario stile dandy. Per Lagerfeld, Rathenau e Kessler rappresentano tutto ciò che era nobile della Germania di Weimar. “Nella mia mia mente rimango sempre tedesco”, dice, “ma di una Germania che non esiste più”».
     
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    CITAZIONE (Cromage @ 20/2/2019, 22:36) 

    Karl Lagerfeld & Hedi Slimane, photo by Karl Lagerfeld.

    CITAZIONE (Tifeo Pluto @ 21/2/2019, 12:31) 
    Bellissimi i guanti!

    Ci sono storie sul perché dei guanti!
    Ma con un personaggio in grado di cambiare il suo anno di nascita non è facile capire se vere o meno.
     
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    Sai che non le conosco?
     
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    CITAZIONE (Tifeo Pluto @ 22/2/2019, 16:30) 
    Sai che non le conosco?

    Da ragazzino 14-15 anni vedeva la mamma fumare sempre e voleva iniziare anche lui, quindi fece presente la cosa ma la madre disse lui che nel fumare avrebbe messo in mostra sempre le mani e che le sue mani non erano belle da esser mostrate.
    Storia molto simile si dice con i cappelli, lui ama i cappelli ma non li utilizza mai per qualcosa che gli fece notare la mamma da ragazzo.

    Altra storia dice che indossando i guanti tagliati le braccia sembrano più lunghe ed in Francia aver braccia lunghe è simbolo di persone influenti. Questo mi sembra rivelato da lui stesso in un’intervista.
     
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