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non so francamente cosa pensare.
Una ragazza olandese di 17 anni, Noa Pothoven, ha chiesto e ottenuto l'eutanasia, legale nei Paesi Bassi, dopo anni di sofferenze psichiche seguite ad diverse violenze sessuali subita a partire dall'età di 11 anni. La giovane è morta domenica in casa, ad Arnhem, con l'assistenza medica fornita da una clinica specializzata. Ad annunciare la sua scomparsa è stata la sorella.
Durante la lunga battaglia per l'autorizzazione alla dolce morte, Noa aveva dichiarato di non sopportare più di vivere a causa della sua depressione. In seguito agli stupri soffriva anche di stress post-traumatico e di anoressia. Aveva raccontato la sua esistenza in una autobiografia dal titolo "Winnen of leren" (vincere o imparare).
Cinque giorni fa aveva pubblicato su Instagram l'ultimo post: una sua foto, un lungo messaggio e un saluto che si conclude con una faccina che manda un bacio e le parole "con amore, Noa". "Un triste ultimo post, ho pensato a lungo se lo avrei dovuto condividere qui ma alla fine ho scelto di farlo", scrive nel suo testamento social. "Vado dritta al punto: entro massimo 10 giorni morirò. Dopo anni di lotte, la lotta è finita. Ho smesso di mangiare e di bere e dopo difficili confronti è stato deciso che potrò morire perché la mia sofferenza è insopportabile", così la ragazza che si definiva "guerriera e blogger della malattia mentale", che era vegetariana dall'età di 9 anni e che durante l'elettroshock amava ascoltare The Mushroom Cloud della Kyteman Orchestra.
Le parole di Noa, scritte solo pochi giorni prima della sua morte, suonano ora ancora più dolorose: "E' finita, non ero viva da troppo tempo, sopravvivevo e ora non faccio più neanche quello. Respiro ancora, ma non sono più viva". Poi la 17enne descrive le sue ultime ore: "Sono seguita, non ho dolore e trascorro tutto il giorno con la mia famiglia (sono nel salotto di casa mia in un letto di ospedale). Sto salutando le persone più importanti della mia vita".
Una testimonianza che rompe i codici del social network e costituisce un caso, considerata la giovane età e la natura della malattia di Noa. Il post si conclude con un appello: "Sono molto debole, non inviatemi messaggi perché non posso gestirli e non cercate di convincermi che sto sbagliando, questa è la mia decisione ed è definitiva".
Tre le violenze subite dalla 17enne. La prima, come si apprende dalla sua autobiografia, all'età di 11 anni durante la festa di una compagna di scuola, poi di nuovo a una festa per adolescenti. A 14 anni una aggressione e una violenza in strada da parte di due uomini. Ma in quel momento non era stata in grado di denunciarla "per paura e vergogna". "Rivivo quella paura e quel dolore ogni giorno", aveva spiegato un anno fa. "Il mio corpo si sente ancora sporco".
Il sito olandese De Gelderlander, che per primo ha dato la notizia, ha seguito dal 2018 il percorso di Noa verso la morte raccontando che, senza che i suoi parenti ne fossero a conoscenza, nel 2016 la ragazza si era rivolta alla clinica "Life end" dell'Aia.
Sul caso è intervenuta anche la parlamentare della Sinistra Verde Lisa Westerveld che aveva incontrato Noa dopo la pubblicazione del suo libro ed è tornata a trovarla pochi giorni prima della sua morte: "E' stato bello rivederla ma anche molto irreale, era molto fote. Non la dimenticherò mai e continuerò la sua lotta".
Nel 2002 l'Olanda è stato il primo paese europeo ad avere una legge sul tema dell'eutanasia diretta e del suicidio assistito e, due anni più tardi, ad approvare il "protocollo di Groningen" sull'eutanasia infantile. Il testo prevede che la morte possa essere accordata a partire dai 12 anni di età, ma solo dopo che un medico abbia certificato che la sofferenza del paziente è insopportabile e senza via di uscita. Tra i 12 e i 16 anni è previsto il consenso dei genitori, quindi nel caso della 17enne Noa non era richiesto. Nel 2017, circa 6.585 persone hanno chiesto e ottenuto l'eutanasia in Olanda, circa il 4,4 per cento dei decessi totali nel Paese, secondo un comitato che si occupa di monitorare il fenomeno.
dal sito di repubblica. -
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Non me la sento di giudicare le sofferenze altrui , sia che fisiche che psichiche , ma il compito di una società evoluta è di preservare la vita dei propri cittadini e non il contrario , io non lo so non capisco e mi fermo qui. . -
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Il testo prevede che la morte possa essere accordata a partire dai 12 anni di età, ma solo dopo che un medico abbia certificato che la sofferenza del paziente è insopportabile e senza via di uscita.
Senza via di uscita a 17 anni? Non ha nemmeno l'età per poter prendere più del 90% degli psicofarmaci, secondo le direttive FDA ed EMA. La personalità ancora è in sviluppo, non ha avuto nemmeno il tempo materiale per una minima psicoterapia.
È una storia assurda, ancora più assurdo che una nazione permetta una eutanasia così tanto forzata. E ancora di più che vi siano medici che si prestano ad uccidere delle diciassettenni in piena salute fisica.Non me la sento di giudicare le sofferenze altrui , sia che fisiche che psichiche , ma il compito di una società evoluta è di preservare la vita dei propri cittadini e non il contrario , io non lo so non capisco e mi fermo qui.
Di una società evoluta ed ancora di più della medicina tutta, sia nelle società evolute che in quelle non evolute. Pienamente d'accordo.. -
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Tra i 16 e i 18 anni possono comparire gravi disordini psichici, o almeno questo mi hanno detto alcuni specialisti.
La mia esperienza diretta, numericamente non del tutto insignificante, me lo
Sulla vicenda non mi pronuncio, io sono per la libertà massima dell’individuo, altro non so aggiungere.. -
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Tra i 16 e i 18 anni possono comparire gravi disordini psichici, o almeno questo mi hanno detto alcuni specialisti.
A qualunque età possono comparire gravi disordini psichici, da pochissimi anni fino all'anzianità.
Ovviamente alcuni si manifestano più frequentemente in determinate fasce di età ed altri in altre età, ma ci sono sempre le eccezioni.
Questo non toglie che a 17 anni non può avere avuto modo di provarle tutte prima di trarre conclusioni. Né farmacologicamente né in campo psicoterapico.. -
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È una di quelle storiacce che spingono a non sparare giudizi semplicistici e anatemi. E mi conformo. Però non posso non vedere che 17 anni sono pochi e che un paese che agevoli così la scelta più tragica è un paese che ha del marcio. La libertà dell’individuo è un bene primario ma anche la vita (anche se non la concepiamo come “sacra”) ha almeno pari dignità.
Non so fornire una soluzione. Ma trovo che essa non combaci con le regole che hanno reso possibile questo fatto.. -
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Non sono di questo avviso, anzi credo che in qualche decennio anche noi qui avremo leggi che si avvicineranno a quella impostazione. . -
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L’articolo non rende minimamente giustizia alla sofferenza provata dalla ragazza, questa persona aveva sia sintomi psichici che fisici (anoressia).
Se ha optato per il suicidio assistito è probabile che da sola non avesse le capacità.
Non mi sento in grado di giudicare il medico e la commissione, per quanto i profani possano pensare che a soli 17 anni non siano state provate tutte le vie, potete stare certi che siamo di fronte a un caso agghiacciante, le sofferenze con cui convive ogni giorno sono inconcepibili, ogni momento per lei doveva essere una tortura.
La qualità di vita di questa persona era bassissima se non inesistente, viveva per soffrire, forse la morte le ha dato il sollievo che cercava.
Non permetterle di morire per “preservare” la vita umana, in questo caso è lesivo della sua dignità.. -
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Povera ragazza.L'anoressia e la depressione sono malattie tremende.
E voler entrare nella psiche di chi ne è colpito ragionando razionalmente penso sia quasi impossibile.
Se diciassette anni vi sembrano pochi...quando a meno si diventa madri e padri.. -
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Condivido del tutto.
Aggiungo che quanti hanno solo certezze su come trattare con farmaci o psicoterapie il "male di vivere" sono quelli che ne hanno solo una conoscenza didattica.
In definitiva quelli che sull'argomento direttamente ne sanno poco o punto.
A mio parere in questi casi l'unico e doveroso approccio è un rispettoso silenzioL’articolo non rende minimamente giustizia alla sofferenza provata dalla ragazza, questa persona aveva sia sintomi psichici che fisici (anoressia).
Se ha optato per il suicidio assistito è probabile che da sola non avesse le capacità.
Non mi sento in grado di giudicare il medico e la commissione, per quanto i profani possano pensare che a soli 17 anni non siano state provate tutte le vie, potete stare certi che siamo di fronte a un caso agghiacciante, le sofferenze con cui convive ogni giorno sono inconcepibili, ogni momento per lei doveva essere una tortura.
La qualità di vita di questa persona era bassissima se non inesistente, viveva per soffrire, forse la morte le ha dato il sollievo che cercava.
Non permetterle di morire per “preservare” la vita umana, in questo caso è lesivo della sua dignità.. -
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Con il massimo rispetto per la sofferenza altrui, mi permetto di sostenere che 17 anni sono troppo pochi per avere liberta' di certe decisioni. Cio detto, mi rimetto in rispettoso silenzio. . -
.Con il massimo rispetto per la sofferenza altrui, mi permetto di sostenere che 17 anni sono troppo pochi per avere liberta' di certe decisioni.
Le belle parole, di chi ha la possibilità di potersi permettere delle speranze.. -
.Con il massimo rispetto per la sofferenza altrui, mi permetto di sostenere che 17 anni sono troppo pochi per avere liberta' di certe decisioni. Cio detto, mi rimetto in rispettoso silenzio.
Opinione lecita ci mancherebbe, con il metro di adesso, ma io continuo a vederla come mi suggerisce la mia età matura...che a 14 anni cominciavo a lavorare.
Per le femmine poi ancora di più matura rispetto ai maschi quella dei 17.
Comunque sia 17 o 18 cosa cambia sostanzialmente, quello che manca nei ragazzi è l'esperienza ma col senno di poi siamo capaci tutti, esulando dal caso specifico ovviamente che non mi sento di valutare senza un'adeguata conoscenza...solo una considerazione, che per arrivare a certe decisioni e traciche conclusioni vuol dire che da qualche parte all'interno della società, qualcuno ha fallito.. -
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Non avevo mai sentito parlare di eutanasia per questioni psicologiche...posso capire per gravi motivi di salute che ti inducono a condurre una vita senza senso e futuro...
Sentirsi morti a causa di fattori che si sono presentati esternamente alla persona e che ti hanno rovinato la vita é terribile,ma arrivare a chiedere la morte assistita é terrificante. -
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diciamo che anoressia al limite, è una forma gravi di malattia fisica... quindi motivi reali di salute.
Però 17 anni sono davvero pochi, avrei tentato con i farmaci il recupero psicologico ed una volta il carattere si sia formato (impossibile a 17), allora in quel caso, se ancora fortemente convinta, avrei autorizzato la morte.