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CITAZIONE (Quaddista @ 29/3/2020, 13:14) Sarà una ripresa scaglionata quella che segnerà la fine dell’emergenza da coronavirus. E sarà lenta. Soltanto dopo il nuovo blocco di due settimane — che sarà decretato il prossimo 3 aprile e durerà fino al 18 aprile www.corriere.it/politica/20_marzo_...54b735fc3.shtml Se fosse così penso che verrà decretato prima del 3, altrimenti le persone saranno già in strada
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CITAZIONE (Giova.E @ 29/3/2020, 13:14) Interessante perché avevo intenzione di fare domanda al prefetto anche io. Se funziona così martedì riapro. Tutto qua Può darsi che il prefetto autorizzi .
La mia azienda e aperta nonostante una parte irrisoria della produzione sia destinata a infrastrutture civili , mentre il 99,9% è a destinazione privata e non essenziale .
Però essendo registrata al registro imprese sotto una determinata macro-categoria , può lavorare , 5000 dipendenti in Italia ...
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CITAZIONE (cendrars @ 29/3/2020, 13:15) Nell'articolo si parla di autocertificazione per ricominciare... in attesa che la prefettura autorizzi o no... vuol dire che proprio stiamo messi peggio del peggior incubo....
Spero che questi finiscano tutti davanti al tribunale dell'Aja per crimini contro l'umanità. A Bergamo la prefettura ha dichiarato chi si e chi no , facendo però delle macro distinzioni che di fatto si basano su criteri molto “ faciloni “
Esempio, il tessile sta lavorando sia che produca mascherine in tessuto sia che produca lenzuola o tessuto di lusso destinato alle camicie di Gucci
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CITAZIONE (Quaddista @ 29/3/2020, 13:14) Sarà una ripresa scaglionata quella che segnerà la fine dell’emergenza da coronavirus. E sarà lenta. Soltanto dopo il nuovo blocco di due settimane — che sarà decretato il prossimo 3 aprile e durerà fino al 18 aprile www.corriere.it/politica/20_marzo_...54b735fc3.shtml Giustissimo sperando che le morti diminuiscano idem quelli in TI e augurandosi che le industrie farmaceutiche riescano a sfornare qualcosa di valido nei prossimi mesi
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CITAZIONE (Alespirano @ 29/3/2020, 13:19) Può darsi che il prefetto autorizzi .
La mia azienda e aperta nonostante una parte irrisoria della produzione sia destinata a infrastrutture civili , mentre il 99,9% è a destinazione privata e non essenziale .
Però essendo registrata al registro imprese sotto una determinata macro-categoria , può lavorare , 5000 dipendenti in Italia ... Eh io all’opposto. Pur lavorando nel settore alimentare. Nel decreto hanno fatto un gran casino con i codici. mettendo fuori Una bella fetta di aziende che lavorano nel suddetto settore
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CITAZIONE (ALE 66 @ 29/3/2020, 13:17) Non mi offendo certo , io la penso diversamente e sono convinto che sia l'unica soluzione possibile per non buttare a pioggia i nostri soldi, l'unico ostacolo sarebbe meramente di stampo ideologico , ergo meno divise in giro e meglio è. Giusto per ampliare il discorso, tu cosa proporresti nell'immediato onde evitare disuguaglianze nella distribuzione degli aiuti. Userei i parametri che si sono sempre usati: redditi e ISEE. Anche perché se uno prima del coronavirus lavorava in nero agli occhi dello stato era comunque in povertà. Poi non darei soldi, ma beni di prima necessità: pane, pasta, vedute, scatolame. Ma resta il fatto che essendo in Italia qualcuno troverà sempre e comunque il modo di fregarti, di prendere più di quello che ti spetta, di mettere in piedi un mercato nero.
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CITAZIONE (Giova.E @ 29/3/2020, 13:23) Eh io all’opposto. Pur lavorando nel settore alimentare. Nel decreto hanno fatto un gran casino con i codici. mettendo fuori Una bella fetta di aziende che lavorano nel suddetto settore Errori dettati da poco tempo e magari poche conoscenze dettate dalla situazione
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CITAZIONE (cendrars @ 29/3/2020, 13:15) Nell'articolo si parla di autocertificazione per ricominciare... in attesa che la prefettura autorizzi o no... vuol dire che proprio stiamo messi peggio del peggior incubo....
Spero che questi finiscano tutti davanti al tribunale dell'Aja per crimini contro l'umanità. Autocertificazione sarebbe una pagliacciata atomica. Dalle mie parti le associazioni di categoria hanno parlato di parere favorevole da parte della prefettura, non di autocertificazione. A meno che non si tratti di un consiglio...
Ma è possibile che non si riescano ad avere notizie certe su un argomento vitale come questo? Perché tra autocertificazione e autorizzazione c'è una differenza dal giorno alla notte.
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CITAZIONE (il_maio @ 29/3/2020, 13:23) Userei i parametri che si sono sempre usati: redditi e ISEE. Anche perché se uno prima del coronavirus lavorava in nero agli occhi dello stato era comunque in povertà. Poi non darei soldi, ma beni di prima necessità: pane, pasta, vedute, scatolame. Ma resta il fatto che essendo in Italia qualcuno troverà sempre e comunque il modo di fregarti, di prendere più di quello che ti spetta, di mettere in piedi un mercato nero. Se distribuisci un pacco viveri nominale direttamente alle famiglie bisognose, con razioni adeguate al nucleo per una settimana...."le cessioni disinvolte" sarebbero molto strette.
Edited by rbdouphine - 29/3/2020, 13:29
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CITAZIONE (Giova.E @ 29/3/2020, 13:23) Eh io all’opposto. Pur lavorando nel settore alimentare. Nel decreto hanno fatto un gran casino con i codici. mettendo fuori Una bella fetta di aziende che lavorano nel suddetto settore Che pasticcio ... certo che dover categorizzare chissà quante centinaia di migliaia di prodotti e sotto-prodotti in pochi giorni é un impresa titanica , difficile pensare non ci fossero errori / imprecisioni
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CITAZIONE (Nik4sil @ 29/3/2020, 13:26) Ma è possibile che non si riescano ad avere notizie certe su un argomento vitale come questo? Perché tra autocertificazione e autorizzazione c'è una differenza dal giorno alla notte. Mancano le parole per descrivere tutto questo.
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CITAZIONE (Nik4sil @ 29/3/2020, 13:26) Autocertificazione sarebbe una pagliacciata atomica. Dalle mie parti le associazioni di categoria hanno parlato di parere favorevole da parte della prefettura, non di autocertificazione. A meno che non si tratti di un consiglio...
Ma è possibile che non si riescano ad avere notizie certe su un argomento vitale come questo? Perché tra autocertificazione e autorizzazione c'è una differenza dal giorno alla notte. Io so per certo che la mia azienda si è rivolta al prefetto , non so se per zelo , se per questioni di responsabilità ( il CEO non voleva rischiare di auto-certificare il falso ) o se effettivamente sia la procedura a prevedere che il prefetto e nessun altro decida .
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CITAZIONE (il_maio @ 29/3/2020, 13:23) Userei i parametri che si sono sempre usati: redditi e ISEE. Anche perché se uno prima del coronavirus lavorava in nero agli occhi dello stato era comunque in povertà. Poi non darei soldi, ma beni di prima necessità: pane, pasta, vedute, scatolame. Ma resta il fatto che essendo in Italia qualcuno troverà sempre e comunque il modo di fregarti, di prendere più di quello che ti spetta, di mettere in piedi un mercato nero. Reddito e ISEE? Come fai a quantificarli nell'immediato ? Chi ha reddito e conseguente ISSE basso già usufruisce dei vari sussidi. Noi parliamo degli altri ,partite Iva , prestatori d'opera, dipendenti non pagati per penuria di liquidità,questi hanno fame e vogliono disposte immediate, se poi non si vuole fare be questo è un altro problema.
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CITAZIONE (Alespirano @ 29/3/2020, 13:31) Io so per certo che la mia azienda si è rivolta al prefetto , non so se per zelo , se per questioni di responsabilità ( il CEO non voleva rischiare di auto-certificare il falso ) o se effettivamente sia la procedura a prevedere che il prefetto e nessun altro decida . Questo infatti è l'altro aspetto: se dalla prefettura arriva parere contrario DOPO l'autocertificazione...
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