I racconti pazzeschi della vita

Anni fa, a Milano, mangiavo un trancio di pizza in piedi in pausa pranzo e mi suona il cellulare, numero sconosciuto ma nonostante la scomodità rispondo.
Una signora anziana grida nel cellulare, disperata: “Piero, Piero, sono caduta nel bagno, aiutami!”
Le spiego che non sono Piero, cerco di tranquillizzarla, acchiappo un tovagliolino di carta per prendere appunti, e cerco di recuperare qualche informazione: “Sono la Rosa, abito in Via Roma!” Ma l’anziana non è in grado di dirmi di più. Infine, la rassicuro che manderò qualcuno a soccorrerla.
Metto giù e penso: “E adesso?” Comunque è una cosa seria, quindi chiamo subito il 118, mi risponde una giovane, cui spiego di avere ricevuto una telefonata per sbaglio ecc.
La ragazza si mette all’opera per cercare di incrociare il numero del cellulare con l’indirizzo ma niente, non riesce a trovare una coincidenza. I minuti passano, ma io ero strasicuro di quei pochi dati, eppure l’indirizzo esatto non si trova.
Finalmente la ragazza esclama “non è un cellulare, è un numero in provincia di Pavia!“ E in pochi secondi riesce a trovare l’indirizzo preciso e il nome della signora, mi ringrazia e mi dice di stare tranquillo che una squadra sarà lì in pochi minuti.
Sollevato spengo il cellulare, mi guardo intorno un po’ frastornato, il trancio di pizza ormai freddo e immangiabile.
Aldilà della felicità per essere riuscito ad aiutare questa signora anziana in grave difficoltà, il ricordo più vivo di questo episodio è la ragazza del 118 che neanche per un attimo ho messo in dubbio quello che le stavo raccontando, che poteva essere preso per uno scherzo stupido, ma al contrario ha dimostrato una determinazione è un’energia che le hanno permesso di salvare una persona.

Pierot era il soprannome di un montanaro o Bergé di una frazione di montagna sopra Condove cittadina della valle di Susa .
I montanari fanno il pane , hanno il bestiame e vivono dei prodotti della terra e della pastorizia .
Egli portava le mucche e le capre a pascolare nel prato sotto la nostra casa di montagna e spesso ci raccontava i fatti della vita .
Una sera d'inverno stava rientrando a casa , di fronte alla zona dove abita c'é una enorme frana che é un dissesto del terreno instabile.
Raccontava Pierot che vide una processione di lumini portati da molte persone scendere dalla rovina di Mocchie , la parete era chiamata così .
Egli incominciò ad inpensierirsi vedendo che il gruppo di persone si muovevano verso di lui . Erano veloci nonostante ci fosse la neve per terra .
Si buttò spaventato dentro un fienile e si nascose dentro un mucchio di paglia . Fuori sentì fare festa e musica di violini ; ma non uscì di la sotto
fino a quando non fu giorno .
Conoscendo Pierot e la sua passione per il vino , mi viene facile pensare che la festa l'avesse già iniziata lui a suon di bicchieri .
Sono passati circa 50 anni eppure ho ancora vivo il suo racconto e la sua gestualità per comunicarlo , il suo caratteristico modo
di mettersi a posto sulla fronte il berretto .
Le leggende della valle parlano delle Masche ovvero una sorta di streghe che si riuniscono per i loro riti , danzano e fanno musica .

Una decina d'anni fa uscii di casa per andare dal tabaccaio a nemmeno un chilometro da casa. Comprate le sigarette esco in strada e vedo una giovane di colore che si sbraccia a poca distanza chiedendomi di raggiungerla. Era uscita di casa per buttare il sacco del pattume, le si era chiusa la porta alle spalle ed in casa era rimasta la figlia talmente piccola che camminava a malapena. La ragazza, inesperta ed ovviamente con le migliori intenzioni, aveva chiamato la bimba dalla strada sperando che riuscisse a buttarle le chiavi dal balcone ma la figlia, troppo piccola, non capiva e rideva. Purtroppo però stava iniziando a scalare il parapetto del balcone. Penso di chiamare immediatamente i pompieri ma da perfetto "ciula"...figurati se per andare dal tabacchino mi ero portato appresso il telefono. Corro come un dannato dal tabaccaio e direttamente dalla strada gli urlo di seguirmi col cellulare. Parliamo di un 2° piano, ma capite bene comunque il volo che poteva farsi. Ci piazziamo in tre sotto il balcone sperando di non dover acciuffare il fagotto al volo. In un attimo arrivano i pompieri, chiedono alla ragazza se la porta è chiusa a chiave, entrano con una carta di credito e in meno di 20 secondi sono sul balcone con la bimba in braccio.
Mamma mia, passatemi il termine, mi sono cag.to in mano.

Ho un'amica da tanti anni, da quando facevamo il liceo.
Dopo alcuni anni che non ci vedevamo e io vivevo all'estero, una notte l'ho sognata e aveva il pancione.
Il mattino successivo, mentre andavo in bicicletta al lavoro l'ho chiamata per raccontarle il sogno e farci una risata...
Lei aveva appena fatto il test di gravidanza (positivo) ... non aveva neanche fatto in tempo a raccontarlo a suo marito!

Che storie!
Scopro solo adesso questo 3d, vabbè ne racconto un paio delle mie.
Gli amici di vecchia data mi chiamano Highlander ed è presto detto, negli anni sono sopravvissuto ad una scarica di pallettoni da cinghiale, un lancio col paracadute a reggiseno e una scivolata con la moto sotto a un semirimorchio, naturalmente in movimento. Ma le più clamorose: gennaio 2001, solita bufera di neve ci dirottano su Philadelphia. La mia compagna mi aspettava a Boston da sola con un bimbo di 8 mesi... dopo ore e con una vagonata di bestemmie riesco a noleggiare un pick up e mi butto sull'interstate a non più di 20 miglia orarie, un vero inferno bianco. A un certo punto non ce la faccio più e mi fermo in un motel, almeno per la notte era la mia intenzione. Ero già in camera quando mi chiama la mia compagna che il bimbo stava malissimo col pancino, una dissenteria che lo stava disidratando e che lo portava in ospedale. Mi rimetto subito in macchina e arrivo la sera dopo. Dopo un paio di giorni leggiamo sul giornale che quella notte quel motel era andato per metà a fuoco, un morto e un casino di intossicati.
La più tragica purtroppo, luglio 1993, disastro della val Badia. Un pullman nel torrente dopo uno scontro in curva con una macchina. 18 morti, tanti amici e conoscenti. Io dovevo essere su quel pullman, non partii perché il giorno prima mi salì 40 di febbre, poi dovuto a mononucleosi. Non ho mai capito quale ragazza me la attaccò, ma di fatto probabilmente mi salvò la vita

Che storie!
Scopro solo adesso questo 3d, vabbè ne racconto un paio delle mie.
Gli amici di vecchia data mi chiamano Highlander ed è presto detto, negli anni sono sopravvissuto ad una scarica di pallettoni da cinghiale, un lancio col paracadute a reggiseno e una scivolata con la moto sotto a un semirimorchio, naturalmente in movimento. Ma le più clamorose: gennaio 2001, solita bufera di neve ci dirottano su Philadelphia. La mia compagna mi aspettava a Boston da sola con un bimbo di 8 mesi... dopo ore e con una vagonata di bestemmie riesco a noleggiare un pick up e mi butto sull'interstate a non più di 20 miglia orarie, un vero inferno bianco. A un certo punto non ce la faccio più e mi fermo in un motel, almeno per la notte era la mia intenzione. Ero già in camera quando mi chiama la mia compagna che il bimbo stava malissimo col pancino, una dissenteria che lo stava disidratando e che lo portava in ospedale. Mi rimetto subito in macchina e arrivo la sera dopo. Dopo un paio di giorni leggiamo sul giornale che quella notte quel motel era andato per metà a fuoco, un morto e un casino di intossicati.
La più tragica purtroppo, luglio 1993, disastro della val Badia. Un pullman nel torrente dopo uno scontro in curva con una macchina. 18 morti, tanti amici e conoscenti. Io dovevo essere su quel pullman, non partii perché il giorno prima mi salì 40 di febbre, poi dovuto a mononucleosi. Non ho mai capito quale ragazza me la attaccò, ma di fatto probabilmente mi salvò la vita

Caso ancora più strano riguardo la mononucleosi è che non necessariamente la si prende col bacio, inoltre molti la prendono e la passano come un normale raffreddore, ma in rari casi, tipo il tuo, la si passa con febbre e tonsillite a schioppo. Però è bello pensare di non sapere che ragazza te l’ha passata perché: intanto è più piacevole, e magari ai tempi ne conoscevi “da vicino” tante. Oh, si scherza.
Però Highlander davvero!