Ferragnez, è la fine?

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    Io sono della "vecchia guardia" (65 anni) e ho iniziato a lavorare finito il liceo per pagarmi l'università. Perciò potete immaginare che opinione ho degli influencer.
    Però anche io ho "subito" le mode degli anni '80 veicolate da tv, calciatori, eccetera eccetera.
    Gli "influencer" c'erano già allora, è cambiato solo il media utilizzato. Dietro ai ferragnez c'è una macchina da guerra fatta di persone che studiano ogni minima mossa. Il target oggi è più facile perchè le persone sono molto più facilmente influenzabili. Basti vedere la pagliacciata dei prezzi degli orologi negli ultimi 2 anni.
    Fatturano 20 milioni e oltre all'anno, non sono proprio degli sprovveduti. Sanno capire esattamente dove tira il vento, protetti anche da tutti i radical chic che in italia abbondano (Ma anche in giro per il mondo....).
    L'assurdità è che questi personaggi che ostanto ricchezza trovano terreno fertile tra i poveracci che fanno fatica ad arrivare a fine mese ma sono disposti a indebitarsi che comperare questo o quel prodotto marcato ferragnez (o altri). Esattamente come il mondo del calcio: personaggi che fanno fatica a mettere assieme una frase di senso compiuto di 20 parole ma che guadagnano vagonate di milioni
     
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    CITAZIONE (Greatbig @ 22/12/2023, 10:24) 
    Volevo dire una cosa simile ma poi mi sono mantenuto per non contrastare questo nuovo mondo del lavoro.
    Ma il mio mondo del lavoro è fatto da quello che tu racconti in maniera egregia.
    Sveglia alle 4 del mattino, pulizia personale, un caffè da solo al buio della notte, una sigaretta, poi la tuta, un paio di scarpe antinfortunistiche e 100 km al giorno per andare in una fabbrica metalmeccanica a cercare di fare il proprio lavoro.

    Da più di 30 anni con assenteismo zero.
    Cercando di mantenere una casa, un figlio all’università, il decoro minimo di una famiglia.

    E come me tante persone che dignitosamente LAVORANO non essendo influencer ma veri worker.
    Senza invidia per carità, ma almeno quel senso di dignità e pudore per il vero lavoro va detta.
    La differenza c’è eccome.

    Manco a sentirsi dei diversi o degli emarginati, perché lavori nel senso vero della parola.
    Lavoro…lavoro…lavoro con usura fisico/cerebrale. Insomma il lavoro vero.
    Almeno quello che conosciamo.
    E se no ….ci stiamo rimbecillendo tutti e amen

    E incontro oggi tanti giovani che hanno quel sentimento che si può lavorare, anzi no, guadagnare pensando più che agendo.
    Tanti vanno via alla ricerca di collocamenti social , tanti acquisiscono lavoro per aggiornare i loro curriculum già dopo 24 ore dall’assunzione perché si presentano già sul nuovo mercato del lavoro con nuove referenze ( chiacchiere e non esperienza).

    Mi sono trattenuto dallo scriverlo perché si può risultare fuori dai tempi, antichi, lontani,
    Non adeguati in una sola parola.

    Ma tu hai dato un’apertura ad una sacrosanta verità.
    E mi sono collegato a questo concetto che è la verità.
    Purtroppo il lavoro vero sta calando sempre più nelle cosiddette società evolute.

    Siamo di fronte ad una voglia di cambiamento del non far niente a garanzia di tutto però.

    E chi lavora alacremente, ma che lavora veramente, si indigna di fronte a storie del genere.
    Intimamente e moralmente.
    Ma pure silenziosamente.

    ahimè, verità sacrosanta

    nella nostra società il lavoro vero, quello per cui ci si sporca le mani e si indossa una tuta o quello per cui si sta chinati a lavorare e raccogliere i frutti della terra sta scomparendo

    basta dare un'occhiata ai lavori più duri: muratori, manovali, facchini, autisti, domestici, badanti ecc sono quasi tutti immigrati: slavi, sudamericani, asiatici o africani
     
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    Nel frattempo, continua il silenzio social da parte sua e di suo marito.


    Geniali, perché è così che bisogna trattare il popolino.
     
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    CITAZIONE (AntoMeRolexPassion @ 22/12/2023, 09:54) 
    Il minatore è un lavoro. Lo è l’insegnante, l’idraulico, l’avvocato, il fornaio, il commercialista, il rider…
    Sta gente non lavora, campa del consenso espresso da masse particolarmente poco intelligenti che riescono ad interessarsi del cambio del pannolino del figlio della coppia dorata di turno e che anela, un giorno, ad assomigliargli. E nel mentre sgobbano di lavoro all’acqua e al vento, nello stesso istante in cui i beniamini scelgono il nuovo pezzo di arredamento della villa sul lago di Como, pagato coi like di cui sopra.
    Il fatto che gestire i canali YT, o IG le porti fatica beh… mi devo veramente sforzare di accettarla come fatica. È disgustoso piuttosto il provare ad assomigliarle, a lei come a molti.
    Restando in ambito orologeria, pensa a quanti poveracci si sono lanciati nell’avventura del canale YT e puntualmente li vedi con video dai contenuti inesistenti, penosi, inesatti… e perché? Perché sperano di diventare influencer del settore ed avere lo sgobbo…
    Mandateli a lavorare in miniera, tutti

    Con tutto il rispetto e la dovuta educazione la trovo un'analisi vecchia, siamo nel 2023 non nel 1953. Quello di cui si parla è un lavoro a tutti gli effetti e dal mio punto di vista lo paragono direttamente ad un qualsiasi lavoro che punti ad intrattenimento o spettacolo (che poi i contenuti siano di basso livello lo condivido e penso sia sotto gli occhi di tutti) ma dal punto di vista pratico è un lavoro con tutte le difficoltà che ogni mansione incontra. Ciò non vuol dire che io lo farei, anzi, faccio proprio uno dei lavori che tu citi sopra, ma non lo vedo comunque come un "non lavoro". La società si evolve e i mezzi si evolvono con essa, tutto qui. Può dare fastidio ma è così.
     
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    CITAZIONE (boemo74 @ 22/12/2023, 10:42) 
    Nel frattempo, continua il silenzio social da parte sua e di suo marito.

    continuasse gliene saremmo grati :asd:
     
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    CITAZIONE (Menodizero @ 22/12/2023, 10:53) 
    continuasse gliene saremmo grati :asd:

    In questa discssione non si possono dare i Like ma io ti Likko
     
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    CITAZIONE (Cor96 @ 22/12/2023, 10:48) 
    Con tutto il rispetto e la dovuta educazione la trovo un'analisi vecchia, siamo nel 2023 non nel 1953. Quello di cui si parla è un lavoro a tutti gli effetti e dal mio punto di vista lo paragono direttamente ad un qualsiasi lavoro che punti ad intrattenimento o spettacolo (che poi i contenuti siano di basso livello lo condivido e penso sia sotto gli occhi di tutti) ma dal punto di vista pratico è un lavoro con tutte le difficoltà che ogni mansione incontra. Ciò non vuol dire che io lo farei, anzi, faccio proprio uno dei lavori che tu citi sopra, ma non lo vedo comunque come un "non lavoro". La società si evolve e i mezzi si evolvono con essa, tutto qui. Può dare fastidio ma è così.

    Concordo. I tempi cambiano. C'è chi non lo accetta ma è così.
    Sarebbe negare l'evidenza.

    Si può condividere o meno ma non si può non riconoscere il fenomeno mediatico che ci sta dietro.
     
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    CITAZIONE (Cor96 @ 22/12/2023, 10:48) 
    Con tutto il rispetto e la dovuta educazione la trovo un'analisi vecchia, siamo nel 2023 non nel 1953. Quello di cui si parla è un lavoro a tutti gli effetti e dal mio punto di vista lo paragono direttamente ad un qualsiasi lavoro che punti ad intrattenimento o spettacolo (che poi i contenuti siano di basso livello lo condivido e penso sia sotto gli occhi di tutti) ma dal punto di vista pratico è un lavoro con tutte le difficoltà che ogni mansione incontra. Ciò non vuol dire che io lo farei, anzi, faccio proprio uno dei lavori che tu citi sopra, ma non lo vedo comunque come un "non lavoro". La società si evolve e i mezzi si evolvono con essa, tutto qui. Può dare fastidio ma è così.

    Ecco, risposta condivisibile che ci deve far riflettere.
    Il mondo del lavoro è cambiato e cambia e cambierà.
    Ma pure il mondo dei sacrifici (eufemismo per citare quello del lavoro sudato e fatto di conti quotidiani). Per cui la tua risposta è un punto di vista che va ragionato.


    Il lavoro umano fisico verrà delegato ai nuovi cittadini del mondo. Quelli del 1953 che sono o cinesi, gli immigrati, coloro che agli influencer non ci pensano neppure, perché nella loro lista dei bisogni avranno alimentazione, case, beni primari e scalate di desideri.

    Noi cambiamo gli oggetti, non li compriamo.
    Noi cambiamo il televisore, il telefonino, l’auto i vestiti.
    In Cina, comprano il televisore, il telefonino ecc, per ora.

    Gli immigrati comprano, non cambiano.

    E quel mondo degli influencer parla a chi cambia e non a chi compra.

    Sono fasi dell’evoluzione di un mondo.

    Ma il nostro mondo di cosa è fatto ?
    Se spariscono aziende (tante in modo silenzioso) e lavoratori, cosa resta ?

    Gli influencer dei pochi che potranno cambiare e non più comprare.

    Assurdo che una società “evoluta” come la nostra sia guidata da influencer ma pure da tanti sussidi.
    Ma il lavoro… quello del 1953, dove sta andando a finire. ?

    E per restare in tema, è per non andare ot, questa discussione ne apre altre che ormai sono tutte in corso : diamo una occhiata a questo mondo di influencer e di cose farlocche.

    Credo che scaturirà un effetto vaso di Pandora.
    Non solo sul mondo Ferragnez ma anche su tante Onlus che agiscono nel nome della solidarietà.

    Italiani, popolo dal cuore grande.
     
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    Eh sì bell'intervento.
     
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    CITAZIONE (Menodizero @ 22/12/2023, 10:53) 
    continuasse gliene saremmo grati :asd:

    :D
     
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    CITAZIONE (Greatbig @ 22/12/2023, 11:08) 
    Ecco, risposta condivisibile che ci deve far riflettere.
    Il mondo del lavoro è cambiato e cambia e cambierà.
    Ma pure il mondo dei sacrifici (eufemismo per citare quello del lavoro sudato e fatto di conti quotidiani). Per cui la tua risposta è un punto di vista che va ragionato.


    Il lavoro umano fisico verrà delegato ai nuovi cittadini del mondo. Quelli del 1953 che sono o cinesi, gli immigrati, coloro che agli influencer non ci pensano neppure, perché nella loro lista dei bisogni avranno alimentazione, case, beni primari e scalate di desideri.

    Noi cambiamo gli oggetti, non li compriamo.
    Noi cambiamo il televisore, il telefonino, l’auto i vestiti.
    In Cina, comprano il televisore, il telefonino ecc, per ora.

    Gli immigrati comprano, non cambiano.

    E quel mondo degli influencer parla a chi cambia e non a chi compra.

    Sono fasi dell’evoluzione di un mondo.

    Ma il nostro mondo di cosa è fatto ?
    Se spariscono aziende (tante in modo silenzioso) e lavoratori, cosa resta ?

    Gli influencer dei pochi che potranno cambiare e non più comprare.

    Assurdo che una società “evoluta” come la nostra sia guidata da influencer ma pure da tanti sussidi.
    Ma il lavoro… quello del 1953, dove sta andando a finire. ?

    E per restare in tema, è per non andare ot, questa discussione ne apre altre che ormai sono tutte in corso : diamo una occhiata a questo mondo di influencer e di cose farlocche.

    Credo che scaturirà un effetto vaso di Pandora.
    Non solo sul mondo Ferragnez ma anche su tante Onlus che agiscono nel nome della solidarietà.

    Italiani, popolo dal cuore grande.

    Tutto vero e condivisibile. Questa cosa preoccupa anche me e te lo dico da giovane imprenditore che ama ancora e soprattutto applica la vecchia concezione del lavoro.
    I miei coetanei non sono più disposti a fare i sacrifici che si facevano prima, lo vedo sulla mia pelle quando devo assumere. E' così che sta cambiando il mondo, bisogna farsene una ragione e comportarsi di conseguenza.
     
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    Giusto rimanere scandalizzati. Forse qualcuno nutre anche un'invidia/avversità per soldi/successo/Yuppismo NON mi riferisco a nessuno qui mi raccomando, parlo in generale, per cui giusto scandalizzarsi....

    Ma io permettete mi scandalizzo molto di più per una Guerra, vera, dove muoiono bambini e vecchi, sottaciuta, dimenticata, lontana da clamori mediatici....e ad un'altra barbara e cruenta come tutte le guerre i cui inviluppi sono anche pericolosi per noialtri.

    Ma poi dalla mia non breve esperienza umana capisco che tutto ciò è solo derivante da noi, dal nostro individualismo per autodifesa, per il nostro sano istinto di sopravvivenza che spesso, troppo spesso ci spinge in quel placebo dorato in cui troviamo un'altro mondo....internet....
     
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    Continuo a essere meravigliato dalla quantità di spazio che i media gli stanno dedicando quando nel mondo e nel paese stanno succedendo delle cose di una certa rilevanza che dovrebbero stare al centro. In questo senso diventa anche un arma di distrazione di massa e capisco anche il senso di certi attacchi da parte del mondo politico.

    Detto questo, ricollegandomi al discorso di sopra, quante persone sono riuscite a costruire un impero sulla comunicazione? praticamente solo lei.
    Quante persone riescono a fare la differenza giocando a pallone? poche considerando i praticanti. Quanti soldi fanno girare social (con annessi sponsor blabla) e pallone? quindi è anche giusto che abbiano certi proventi. Non mi suscita alcuna invida, sempre frutto del talento, di qualsiasi natura esso sia (magari solo a comunicare? evidentemente funziona). Io mi ritengo bravo nel lavoro che faccio ma penso siano in grado di farlo migliaia di persone se formate e seguite. Credo valga per la maggior parte dei lavori normali. Lo stipendio e gli introiti sono ovvia conseguenza.

    Giusto che paghi multa, e quello che sarà per gli errori commessi, pero' il processone mediatico mi pare troppo accanito.
     
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    CITAZIONE (Cor96 @ 22/12/2023, 11:20) 
    Tutto vero e condivisibile. Questa cosa preoccupa anche me e te lo dico da giovane imprenditore che ama ancora e soprattutto applica la vecchia concezione del lavoro.
    I miei coetanei non sono più disposti a fare i sacrifici che si facevano prima, lo vedo sulla mia pelle quando devo assumere. E' così che sta cambiando il mondo, bisogna farsene una ragione e comportarsi di conseguenza.

    Già me lo immagino quando devi assumere qualcuno.
    Grandi curriculum e ostentata sicurezza.
    Per poi finire a : quanto mi dai ?

    E nella tua mente (giusta) da imprenditore scorre l’equazione che se devo darti un euro è giusto che tu me ne faccia guadagnare (all’azienda non a te personalmente) almeno 1,50.

    E ti trovi gente che di fatto non ha competenze (ma li si lavora insieme per farle crescere) ma soprattutto che non sanno dare quella certezza di aver trovato il lavoro del cuore.
    Basta che uno domani li convochi per un nuovo colloquio che ti presentano le dimissioni.
    Senza aver imparato nulla e senza offrire al nuovo… nulla.

    Spiace dirlo ma spesso il bisogno e la fame, sono quella motivazione che da un senso compiuto al lavoro.


    Tornando sempre in tema, per non andare ot, ma questo mondo del lavoro virtuale cosa offre di sostanzioso.

    A me piange il cuore nel vedere filmati di aziende chiuse, quelle del 1953.
    Pininfarina è l’ultimo in rete.

    Mi sembra che stia morendo la mia cultura e la mia generazione.

    Fatto vero, non mi ci trovo neppure coi ragionamenti di mio figlio.
    Inteso come diversità generazionale e non personale.

    È cambiato tutto.

    Lo so.

    Edited by Greatbig - 22/12/2023, 11:35
     
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    CITAZIONE (Cor96 @ 22/12/2023, 11:20) 
    Tutto vero e condivisibile. Questa cosa preoccupa anche me e te lo dico da giovane imprenditore che ama ancora e soprattutto applica la vecchia concezione del lavoro.
    I miei coetanei non sono più disposti a fare i sacrifici che si facevano prima, lo vedo sulla mia pelle quando devo assumere. E' così che sta cambiando il mondo, bisogna farsene una ragione e comportarsi di conseguenza.

    Cosi per curiosita', ma quali sarebbero i sacrifici che un tuo potenziale dipendente non sarebbe piu' disposto a fare ma che il lavoro quotidiano lo richiederebbe?
    Io posso fare un esempio relativo al mio lavoro: oggi tutti vogliono avere piu' flessibilita', telelavoro al 100%, lavora in Agile e non avere orari di lavoro. Ora il lavoro che andiamo ad offrire, per essere portato a termine, non richiede: lavoro in presenza, timbrature e orari fissi, richiede solamente che uno consegna in tempo.
    Per cui perche' dovremmo offrire qualcosa di diverso?

    Discorso tra l'altro che non c'entra nulla con gli influencers, che quelli che ci campano con i post su instagram si conteranno sulle dita di una mano.
     
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