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.In altre parole, credevo che l’energia della molla del bariletto grande (non dentato) venisse ceduta in modo continuo e graduale, nell'unità di tempo, alla molla del bariletto piccolo (dentato), che è quello che muove il treno del tempo, in modo da ottenere un prolungamento della riserva di carica.
Mi pare di capire - da perfetto incompetente - che oltre alla durata della carica in se per se, tale sistema permettesse di rilasciare la forza in maniera "costante" e quindi in grado di non inficiare (gravemente almeno) la precisione della marcia dell'orologio in un arco di tempo tanto ampio (8 days).
Correggetemi se dico corbellerie.. -
.Da semplice appassionato e non da esperto tecnico, avevo immaginato che:
... così come riferisce orol_sgromo.
In altre parole, credevo che l’energia della molla del bariletto grande (non dentato) venisse ceduta in modo continuo e graduale, nell'unità di tempo, alla molla del bariletto piccolo (dentato), che è quello che muove il treno del tempo, in modo da ottenere un prolungamento della riserva di carica.
Dopo aver letto l'articolo, sono della stessa opinione. Le coppie non si sommano.Se lo hai ancora in riparazione prova ad eliminare la molla piccola e vedi quello che succede.
Ciao
L'orologio dovrebbe fermarsi.
Edited by Oh‚ James - 21/1/2024, 16:32. -
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Pur rispettando tutte le opinioni e le interpretazioni, rimane da stabilire meccanicamente come funziona esattamente il sistema di ricarica e come le forze e le coppie interagiscono fra loro
Fatto questo si può valutare se la linearità di rilascio della forza da parte di un solo bariletto, rispetto a quella esercitata da entrambi è la stessa e quindi l'idea di usare il solo bariletto piccolo per la regolazione possa essere ritenuta valida.
Io ho espresso la mia tesi, se qualcuno mi spiega esattamente come funziona e perché le coppie non si sommano, ne sarei grato, le sole ipotesi, pareri e supposizioni o riferimenti a testi molto generici e obsoleti non aiutano molto.
Grazie. -
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In generale, siamo tutti d'accordo che la lunghezza della molla definisce la durata della carica e lo spessore la forza di erogazione dell'energia.
Faccio un ragionamento, se la molla lunga (125 cm) dell'Eberhard è la "continuazione" della molla standard sottostante ecco che abbiamo questa lunghissima autonomia di carica e in questo caso le coppie delle due molle non si sommano. Come se la lunga molla fungesse da serbatoio di energia trasmessa alla molla standard che rimane quindi mediamente sempre tutta carica (tranne gli ultimi due giorni) e che è la sola a distribuire l'energia al ruotismo con le caratteristiche di spessore tradizionali per il 7001.
Parlo di "continuazione" della molla in quanto il grande bariletto non ha dentatura propria ma agisce direttamente sul bariletto piccolo.
Se invece immaginiamo che le coppie si sommano allora la risultante forza sarebbe abbastanza significatica e richiederebbe modifiche importanti sulle ruote e sul bilanciere, cosa che invece non è stato fatto.
Non sono ingegnere o progettista, solo un osservatore.
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Giancarlo, cominciamo a spiegare come funziona, in quanto quello che scrivi è corretto se fosse un semplice prolungamento, ma di fatto non è così.
L'azione di carica attraverso la corona arriva direttamente ad una corona dentata solidale al bariletto grande il cui asse è solidale all'asse del bariletto piccolo (tradizionale).
Questo cosa comporta?
Da notare che entrambe le molle non hanno la brida di slittamento.
L'analisi per poterla comprendere, deve essere fatta sia sotto il profilo statico che dinamico.. -
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Alcuni anni fa, l’utente Croix_de_Malte_®, appassionato anche di tecnica dell’orologeria, affermava (riassumendo e con modifiche, visto che le foto non si vedono più…) …Comunque, con due bariletti montati in serie, le loro velocità di rotazione si addizionano, mentre con due bariletti montati in parallelo, sono i loro momenti di forza che si addizionano.
…Due bariletti lavorano in serie quando ingranano uno con l'altro o, come nel Longines E, sono sovrapposti ed uniti dall'albero.
Lavorano in parallelo quando sono indipendenti tra di loro ed entrambi ingranano con il primo pignone del ruotismo.
…
Il Longines calibro E (declinati in 890.1 e 891.1) aveva due bariletti sovrapposti collegati in serie dallo stesso albero; 0.36 giri all'ora (0.15 - 0.17 in orologi normali), 17 giri in totale con una coppia massima di 610g/mm.
#entry552975370
A me sembra di capire, se è vero che due bariletti sovrapposti ed uniti dall’albero sono due bariletti in serie (e non in parallelo come si è detto più sopra), che “ i loro momenti di forza” non si addizionano, mentre, quando i due bariletti sono montati in parallelo i loro momenti di forza si addizionano.
Poiché mi risulta che nel modello Eberhard 8 giorni la molla del bariletto inferiore più piccolo e che muove il treno del tempo, è quella del calibro standard Peseux 7001, credo che si possa concludere che la forza esercitata dalla molla di questo bariletto piccolo sul ruotismo alla fine deve essere uguale a quella che è esercitata in un calibro Peseux standard, considerando che non si osservano modifiche del bilanciere, dell’ancora e delle ruote intermedie (a parte, credo, il pignone della ruota di centro, necessario per azionare l’indicatore della riserva di carica).
In altre parole, se l’energia o momento di forza rilasciata dal bariletto piccolo, il solo che ingrana con il treno del tempo, fosse elevata (nell’ipotesi che il bariletto grande sommi il suo momento di forza a quello del bariletto piccolo, come avviene nei bariletti posti in parallelo…) allora il bilanciere ribatterebbe e credo si determinerebbe una usura precoce.
Alla prima ruota del treno tempo deve arrivare la stessa energia che arriverebbe al movimento con riserva di carica di 36 ore; il bariletto grande posto in serie con quello piccolo garantirebbe soltanto che questa energia, uguale nell'unità di tempo a quella che si osserva in un calibro standard (con il solo bariletto piccolo), sia abbastanza costante ma per un periodo più lungo.
Ma poichè non sono un tecnico orologiaio, non so se quanto ho scritto sopra sia esattto.... -
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Grazie Nicola, per la riesumazione, tuttavia credo che con le informazioni riportate, oltre ad essere fuori strada in quanto come ho scritto la configurazione non è nessuna delle due citate e quello che viene citato come "ovvio" invece non è ovvio per niente, non si ha dato risposta alla mia domanda...
Io sto cercando di ragionare insieme, andando per passi, in modo che possano essere chiari a tutti.... -
.Giancarlo, cominciamo a spiegare come funziona, in quanto quello che scrivi è corretto se fosse un semplice prolungamento, ma di fatto non è così.
L'azione di carica attraverso la corona arriva direttamente ad una corona dentata solidale al bariletto grande il cui asse è solidale all'asse del bariletto piccolo (tradizionale).
Questo cosa comporta?
L'azione di carica avvolge la molla del bariletto grande. Il bariletto grande svolge nei confronti di quello piccolo la stessa funzione che si avrebbe se l'azione di carica fosse applicata a questo attraverso la ruota a cricchetto tradizionale (che non c'è). Le molle sono calcolate in maniera da riuscire ad avvolgere prima quella del bariletto piccolo, fino all'arresto (non c'è la brida). Il resto dell'azione di carica avvolge fino all'arresto la molla del bariletto grande.
Terminata la carica, la coppia esercitata sul treno del tempo è data dalla coppia a piena carica di quello piccolo. Questa coppia è mantenuta costante, fino a un certo punto, dall'azione di carica svolto da quello grande. E' come se nel calibro base si tenesse in continuamente in tiro il bariletto attraverso la corona di carica.
Nel fare questo il bariletto grande si svolge e perde coppia. Non riuscirà più a mantenere completamente avvolto quello piccolo ma ne rallenterà comunque la scarica.
Sicuramente de' Toma l'ha spiegato meglio.. -
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Perfetto, quindi abbiamo due bariletti ben distinti entrambi carichi ed entrambi con un loro specifico momento, generato dal momento elastico delle rispettive molle.
Quello piccolo, in condizioni dinamiche risente del momento sviluppato dalla molla di quello grande, e già questo ci fa capire che abbiamo una sommatoria di due momenti, ma per comprenderne la natura, chiedo...il momento elastico di una molla e quindi il momento sviluppato dal bariletto da quali parametri è caratterizzato?. -
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In effetti, la somma c'è ed è meglio che non superi il momento che il bariletto standard avrebbe a carica completa. Penso che siano progettate in modo da arrivare a carica completa più gradualmete di quanto ho descritto, e assieme.. -
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La risposta è da ricercare in quello che ho chiesto sopra, ovvero, essendoci due bariletti con due caratteristiche dimensionali differenti, ammettendo anche che le molle abbiano le stesse dimensioni, spessore, altezza e lunghezza ovviamente differente, il momento dei due bariletti è il medesimo?
Se non fosse uguale, quali sono i parametri che lo caratterizzano?. -
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M1=K1a1
M2=K2a2
K1=K/L1
K2=K/L2
Dove 1 e 2 sono rispettivamente il bariletto piccolo e grande.
M1=M2 in condizioni statiche (scappamento bloccato). -
.M1=K1a1
M2=K2a2
K1=K/L1
K2=K/L2
Dove 1 e 2 sono rispettivamente il bariletto piccolo e grande.
M1=M2 in condizioni statiche (scappamento bloccato)
Puoi spiegare meglio cosa sono K , L , a ?. -
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L: lunghezza della molla
a: angolo di armamento (numero di giri tra albero e bariletto * 2pi radianti)
K: una costante che dipende da spessore e altezza della molla (in questo caso uguali)
da "Orologeria", p.14. -
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Si, diciamo che per rendere più chiaro a tutti l'argomento, il momento elastico di una molla è dato dalla seguente formula
Dove è evidente che il momento elastico è fortemente condizionato dalla lunghezza della molla che si trova a denominatore.
Questo significa che a parità di dimensioni e caratteristiche fisiche dell'acciaio, se la molla è molto lunga, il valore del momento tenderà a variare in funzione dello spessore della molla e delle dimensioni del bariletto, che ne determinano il numero di giri di carica.
Inoltre è anche chiaro che il momento dipende dal numero di giri impressi alla molla e questo spiega il motivo per cui la marcia a piena carica di un orologio è diversa da quella con molla quasi scarica.
Questa peculiarità era ben nota anche nel passato, infatti per sopperire a tale fenomeno erano stati adottati i conoidi.
Ovviamente questa condizione porta a problemi di isocronismo che si manifestano in modo significativo quando le perturbazioni e quindi primo fra tutti l'attrito dovuto alle usure generali o ad una realizzazione non troppo accurata, aumentano in valore assoluto e ne influenzano il bilancio energetico, in questo caso, possiamo dire che si oppongono al momento elastico generato dalla molla del bariletto.
Per quanto sopra è evidente che la variazione di coppia dovuta alla sommatoria dei momenti sviluppati dai due bariletti, è di massima piuttosto variabile nel corso degli otto giorni ipotetici e che la regolazione deve essere eseguita considerando la marcia media, cosa che non è possibile fare a priori e con una certa accuratezza semplicemente utilizzando il solo bariletto piccolo!
Per ulteriori approfondimenti in merito al dimensionamento di un orologio consiglio il libro "Orologeria meccanica - Hoepli"
Edited by Nematos - 22/1/2024, 07:55.