Elezioni Presidenziali in Russia

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    CITAZIONE (angelofly @ 20/3/2024, 10:06) 
    Ragazzi sto solo dicendo che dobbiamo smetterla di crederci il tribunale del mondo e credere che gli altri siano peggio di noi, nessuna parte del mondo è perfetta men che meno noi italiani e mondo occidentale, prima di me qualcuno ha spiegato come per noi è democratico cambiare 5 governi senza votare e noi vogliamo dare lezioni di democrazia agli altri...NOI!!
    Condannare fermamente nazismo fascismo e corruzione politica per poi appoggiare governi nazisti e corrotti come Israele e ucraina solo perché ci fa comodo, o meglio fa comodo agli Usa da cui prendiamo ordini....ricordo i discorsi della meloni contro Biden quando portò la guerra in Europa e affossava la nostra economia con il teatrino del suo gas liquido e ieri dico ieri sparava a zero su Putin che sempre lei diceva che ci riforniva di gas buono e a buon prezzo...come si può chiedere sacrifici a una nazione se i sacrifici te li chiede una voltagabbana politicante che nei suoi poteri istituzionali non può decidere neanche un ordine del giorno di una frazione rurale sperduta sui monti..?

    Ma guarda su questo potrei anche essere d’accordo. Quello che mi turba sono i discorsi generalisti del tipo “la si vive meglio che qua” quando ci sono dati oggettivi che lasciano intendere il contrario (per dirne uno: aspettativa media di vita in Italia 82 anni; in Russia 64 anni). Nessuno vuole ergersi a paladino della democrazia ma negare che Putin sia un dittatore che fa terra bruciata di ogni opposizione significa essere o ignoranti o in malafede. Che poi ai russi stia bene così è un altro discorso ancora e nulla ha a che vedere con giudizi “morali” che possiamo dare noi
     
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    CITAZIONE (DanieleBrs @ 20/3/2024, 10:02) 
    La sigla BRICS non ti dice niente?

    Ci spieghi gentilmente, quali accordi (monetari, commerciali e non) hanno stipulato i Brics?
     
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    CITAZIONE (massimax82 @ 20/3/2024, 11:09) 
    Ma guarda su questo potrei anche essere d’accordo. Quello che mi turba sono i discorsi generalisti del tipo “la si vive meglio che qua” quando ci sono dati oggettivi che lasciano intendere il contrario (per dirne uno: aspettativa media di vita in Italia 82 anni; in Russia 64 anni). Nessuno vuole ergersi a paladino della democrazia ma negare che Putin sia un dittatore che fa terra bruciata di ogni opposizione significa essere o ignoranti o in malafede. Che poi ai russi stia bene così è un altro discorso ancora e nulla ha a che vedere con giudizi “morali” che possiamo dare noi

    ammesso sia vero che ai russi gli vada bene e non siano "obbligati" a farselo andar bene, direi che hai detto tutto in maniera chiara e obiettiva, condivido
     
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    CITAZIONE (angelofly @ 20/3/2024, 06:34) 
    Non ho mai sentito un italiano che è andato in Russia e abbia detto che li si vive male, mai.

    Ho un amico che qui in Italia non gli mancava niente ma ha deciso di andare a vivere in Russia e quando qualcuno gli rinfacciava idiotamente che lì c'è la dittatura gli ha risposto che il grado di civiltà tra Russia e Italia lo capisci guardando le differenze tra la cosa pubblica russa e quella italiana e che possiamo ben tenerci la nostra cara democrazia ma lui la benzina la paga meno di un euro ;)

    Ma infatti.
    Lo sanno tutti che i paesi dove si vive meglio sono l'Iran e la Libia, dove la benzina costa circa 3 centesimi di Euro al litro, oppure il Venezuela, dove costa poco di più, ovvero 4 centesimi al litro. Per non parlare di paradisi come l'Angola, la Nigeria, l'Iraq, dove costa circa mezzo euro al litro.
    Al confronto paesi come Monaco, la Norvegia, la Danimarca, Singapore, l'Olanda e tanti altri - dove costa circa due euro se non di più - sono dei veri inferni in terra.

    Quasi quasi mi trasferisco in Iran e mi faccio un bel SUV Lamborghini. Vuoi mettere ?



    www.globalpetrolprices.com/gasoline_prices/
     
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    CITAZIONE (jomor ens @ 20/3/2024, 11:14) 
    ammesso sia vero che ai russi gli vada bene

    Come scrivevo, le votazioni ci sono state e a livello meramente tecnico di procedura sono state regolari. Se ci basiamo su quello, i Russi amano Putin. Quello è un dato oggettivo, se si guardano le carte. Poi come dici tu ci sarebbe da discutere sul PERCHÈ hanno votato Putin e li si apre una discussione infinita. Per questo dico che che è sbagliato parlare di “elezioni truccate”: è più corretto analizzare il tessuto sociale russo e capire cosa ha portato a questi risultati, che sono assolutamente legittimi ma allo stesso tempo inquietanti perché sintomatici di una situazione incancrenita che difficilmente cambierà mai (morto un Putin se ne fa un altro)
     
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    CITAZIONE (Oswald Spengler @ 20/3/2024, 11:21) 
    Ma infatti.
    Lo sanno tutti che i paesi dove si vive meglio sono l'Iran e la Libia, dove la benzina costa circa 3 centesimi di Euro al litro, oppure il Venezuela, dove costa poco di più, ovvero 4 centesimi al litro. Per non parlare di paradisi come l'Angola, la Nigeria, l'Iraq, dove costa circa mezzo euro al litro.
    Al confronto paesi come Monaco, la Norvegia, la Danimarca, Singapore, l'Olanda e tanti altri - dove costa circa due euro se non di più - sono dei veri inferni in terra.

    Quasi quasi mi trasferisco in Iran e mi faccio un bel SUV Lamborghini. Vuoi mettere ?



    www.globalpetrolprices.com/gasoline_prices/

    Vedi, il problema è che per tanti se sei un occidentale che sta bene, si trasferisce a Teheran con una rendita mensile che laggiù il 90% della gente non vede in dieci anni, te ne stai in panciolle in un bell’appartamento pagato un quinto di quello che costerebbe in centro a Milano e la tua unica preoccupazione è pensare in quale ristorante cenerai domani sera… tanto basta per poter dire “in Iran si sta meglio che in Italia”
     
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    CITAZIONE (massimax82 @ 20/3/2024, 10:55) 
    Si, se ne parla da anni di come dovrebbero fare fronte comune e spezzare le reni all’Occidente, ma ad oggi ognuno di quei paesi sta ancora andando più o meno per la sua strada e ci sono innumerevoli analisi sociopolitiche ed economiche che spiegano come sia ESTREMAMENTE difficile che ciò avvenga (a partire dalla moneta comune “anti-dollaro” tanto sbandierata ma fantascientifica). Non mi metto a scrivere di ciò perché si va OT e non basterebbero dieci pagine, ma la rete è vasta e libera, se uno vuole informarsi da fonti diverse da Mario Giordano…

    Centrato il punto. Il problema fondamentale dei BRICS è proprio questo. Almeno 2-3 Paesi hanno aspirazioni di leadership e, a parte dichiarazioni di facciata, non vanno d'accordo fra loro. Addirittura alcuni sono, tecnicamente, in guerra fra loro anche se il conflitto è congelato. Ci sono troppi "galli" nel pollaio.
     
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    bah oddio... guardando ai soli dati macroeconomici mi pare che i russi abbiano tutte le ragioni per confermare putin, rispetto a quanto ottenuto dai leader occidentali. per non parlare del disastro economico prodotto dai governi italiani, eletti oppure no.
     
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    CITAZIONE (Margniffo @ 20/3/2024, 11:11) 
    Ci spieghi gentilmente, quali accordi (monetari, commerciali e non) hanno stipulato i Brics?

    L'utente che è intervenuto ha scritto: "quali siano le prospettive future a medio-lungo termine"

    Per cortesia, visto che non è la prima volta ti chiedo di evitare interventi saccenti.
     
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    CITAZIONE (DanieleBrs @ 20/3/2024, 11:53) 
    L'utente che è intervenuto ha scritto: "quali siano le prospettive future a medio-lungo termine"

    Per cortesia, visto che non è la prima volta ti chiedo di evitare interventi saccenti.

    La prima riunione dei BRICS è avvenuta nel 2008. Quasi vent’anni fa. Ad oggi non hanno fatto un solo passo avanti…
     
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    CITAZIONE (whyoming @ 20/3/2024, 11:45) 
    bah oddio... guardando ai soli dati macroeconomici mi pare che i russi abbiano tutte le ragioni per confermare putin, rispetto a quanto ottenuto dai leader occidentali. per non parlare del disastro economico prodotto dai governi italiani, eletti oppure no.

    Se si guarda ai soli dati macroeconomici ne risulta che la Russia ha incrementato il PIL solo e soltanto perché è in economia di guerra e l’industria bellica sta lavorando a rotta di collo. A discapito di ogni altro settore (agricoltura, istruzione, sanità, sviluppo e ricerca scientifica…), esportando quasi nulla e importando tutto. Troppo facile guardare il PIL e morta lì. Sarà, ma PERSONALMENTE preferisco vivere in un Paese dove al 41bis ci vanno i mafiosi e non i giornalisti…
     
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    CITAZIONE (DanieleBrs @ 20/3/2024, 11:53) 
    L'utente che è intervenuto ha scritto: "quali siano le prospettive future a medio-lungo termine"

    Per cortesia, visto che non è la prima volta ti chiedo di evitare interventi saccenti.

    Nessuna saccenza, chiedevo semplicemente conto di cosa abbiano partorito, fino ad ora, i Brics. Io, a parte generiche dichiarazioni sulla (fantomatica) "dedolarizzazione" non ho trovato nulla, ma sarà colpa mia che non capisco...

    Ah dimenticavo...

    L’export cinese minaccia anche il Brasile
    19 Marzo 2024
    Gli ultimi dati macroeconomici cinesi, riferiti ai primi due mesi del 2024, mostrano un discreto recupero per investimenti fissi e vendite al dettaglio, sempre ipotizzando di accettare la veridicità delle statistiche di Pechino (come sappiamo, potrebbe essere ipotesi eroica), a cui fa da contraltare un ulteriore deterioramento del mercato del lavoro, con disoccupazione in crescita da 5,1 a 5,3 per cento, e prosecuzione della gelata del settore immobiliare.

    La manifattura prosegue quindi nel suo passo di carica, supportato da generosi aiuti pubblici, e gonfia la bolla della sua sovracapacità produttiva, che deve necessariamente trovare sbocco nelle esportazioni, mettendo pressione all’industria dei paesi di destinazione.

    INDUSTRIE BRASILIANE A RISCHIO
    L’ultimo paese in ordine cronologico ad avere problemi da questa policy cinese è il Brasile, la prima lettera dei Brics, l’accordo geopolitico-commerciale del cosiddetto Sud Globale che tanto fa palpitare i cuoricini degli antioccidentali confortevomente incistati nei nostri paesi.

    Come riporta il Financial Times, il ministero brasiliano dell’Industria, dopo grido di dolore dei settori colpiti, ha aperto negli ultimi sei mesi altrettante investigazioni anti-dumping riguardanti importazioni dalla Cina di acciaio, pneumatici, chimica. Oltre che in Brasile, le esportazioni cinesi di acciaio negli ultimi mesi sono fortemente aumentate in Vietnam, Malaysia, Thailandia e Indonesia.

    La conferma della rinnovata potenza di fuoco delle esportazioni cinesi viene dai numeri, con un incremento annuo nei primi due mesi del 2024 del 7,1 per cento, distaccando di gran lunga quella delle importazioni, al 3,5 per cento.

    Il settore chimico brasiliano considera ineludibile l’imposizione di dazi temporanei contro la Cina per combattere quelle che sono definite operazioni predatorie e preservare la capacità di sopravvivenza del settore domestico. La richiesta è di dazi tra il 10 e il 25 per cento sulle importazioni di acciaio dalla Cina.

    La situazione è assai poco confortevole per il presidente brasiliano, Luis Inacio Lula da Silva, che tiene molto a preservare l’export del suo paese verso la Cina, soprattutto quello agroindustriale ma anche di minerali di ferro che entrano nel processo di produzione dell’acciaio, oltre ad aver scommesso risolutamente sulla possibilità di abbattere l’egemonia del dollaro negli scambi internazionali grazie ai Brics.

    Il problema di Lula è che il Brasile si trova in ampio surplus commerciale verso la Cina: lo scorso anno, ha esportato a Pechino beni per 104 miliardi di dollari, importandone per soli 53 miliardi. Il 70 per cento delle esportazioni brasiliane di semi di soia sono andate in Cina. Quindi i cinesi hanno buon gioco, volendo, a usare l’argomento del riequilibrio bilaterale negli scambi commerciali. Per rafforzare il concetto di “buona volontà”, di recente Pechino ha ridotto le tariffe sull’importazione di pollame dal Brasile.

    Anche chimica e pneumatici brasiliani sono sotto il peso delle importazioni dalla Cina, con aumenti nell’ultimo quinquennio anche a quattro cifre per alcune specialità quali l’anidride ftalica, utilizzata come intermedio per coloranti, insetticidi, plastificanti, farmaci.

    I BRICS E LA POLITICA ESTERA DI PECHINO
    Il problema del Brasile, come detto, è che si trova ancora in condizioni di surplus bilaterale, argomento che Pechino può agevolmente usare per invocare un “riequilibrio”. Ma Lula ha anche un grattacapo più rilevante: esportare minerale di ferro e importare acciaio rappresenta un deficit di valore aggiunto nella catena produttiva. Se obiettivo strategico brasiliano è quello di avanzare nelle catene del valore e non restare condannati al ruolo di esportatore di materie prime, questa aggressività commerciale cinese rischia di frustrare questa ambizione, con buona pace delle fantasie di Lula sulla potenza commerciale e geopolitica emergente del cosiddetto blocco dei Brics.

    Il quale blocco, al risveglio, si rivelerebbe null’altro altro che uno degli strumenti di elezione di Pechino per perseguire la propria aggressiva politica estera mediante quella commerciale, con la beffa del continuo richiamo retorico al “libero commercio”, che per Pechino significa sussidi pubblici a vasto raggio.

    Come detto, molti altri paesi stanno aprendo investigazioni anti-dumping contro la Cina. In Thailandia, il settore dell’acciaio denuncia il dumping cinese mediante aggiramento delle tariffe concordate, ad esempio sostituendo tipologie di prodotto finito rese fungibili per utilizzo finale. In Vietnam, oltre che sull’acciaio, sono state aperte investigazioni sulle torri eoliche.

    Ma la situazione più delicata è quella del Messico, scelto dalla Cina come prossima testa di ponte per tentare di aggirare i blocchi all’ingresso nel mercato americano costituiti dalle regole di origine delle importazioni. Sotto forte pressione di Washington, lo scorso anno il Messico ha imposto tariffe tra il 5 e il 25 per cento su importazioni da paesi con i quali non ha in essere trattati di libero scambio.

    Di rilievo tuttavia il fatto che di recente Donald Trump abbia dichiarato che, se i cinesi vogliono vendere auto negli Stati Uniti, devono insediare impianti nel paese. Un approccio transazionale, caratteristico di Trump.

    LULA E IL NEOCOLONIALISMO
    Resta il dato di fondo: la Cina ha deciso di inondare il pianeta di propri prodotti, per saturare l’eccesso sussidiato di capacità produttiva. Ciò causerà crescenti attriti commerciali e politici. Le criticità dell’interscambio bilaterale tra Cina e Brasile ci ricordano che quella dei Brics può rivelarsi una fiaba per sprovveduti, oltre che l’ennesima incarnazione di un cavallo di Troia di Pechino, dopo che la Via della Seta ha subito rovesci legati all’eccesso di indebitamento di molti paesi “beneficiari” delle attenzioni cinesi.

    Attendiamo il risveglio alla realtà da parte di Lula, sempre così reattivo a denunciare i disegni degli occidentali contro il suo paese e il mitologico Sud Globale, le cui ambizioni di crescita industriale sarebbero coartate dietro politiche commerciali “neocolonialiste”. Più o meno quello che ora l’industria brasiliana rischia per mano cinese.


    https://phastidio.net/2024/03/19/lexport-c...sile/#gsc.tab=0

    E questo è solo l'antipasto, pensare a quello che succederà tra 5/10 anni tra India e Cina...
     
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    CITAZIONE (Margniffo @ 20/3/2024, 12:01) 
    Nessuna saccenza, chiedevo semplicemente conto di cosa abbiano partorito, fino ad ora, i Brics. Io, a parte generiche dichiarazioni sulla (fantomatica) "dedolarizzazione" non ho trovato nulla, ma sarà colpa mia che non capisco...

    Ah dimenticavo...

    <i>L’export cinese minaccia anche il Brasile
    19 Marzo 2024
    Gli ultimi dati macroeconomici cinesi, riferiti ai primi due mesi del 2024, mostrano un discreto recupero per investimenti fissi e vendite al dettaglio, sempre ipotizzando di accettare la veridicità delle statistiche di Pechino (come sappiamo, potrebbe essere ipotesi eroica), a cui fa da contraltare un ulteriore deterioramento del mercato del lavoro, con disoccupazione in crescita da 5,1 a 5,3 per cento, e prosecuzione della gelata del settore immobiliare.

    ...........

    https://phastidio.net/2024/03/19/lexport-c...sile/#gsc.tab=0

    E questo è solo l'antipasto, pensare a quello che succederà tra 5/10 anni tra India e Cina...

    Anche se un po' OT, bell'intervento. Grazie dell'apporto
     
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    CITAZIONE (massimax82 @ 20/3/2024, 11:58) 
    Se si guarda ai soli dati macroeconomici ne risulta che la Russia ha incrementato il PIL solo e soltanto perché è in economia di guerra e l’industria bellica sta lavorando a rotta di collo. A discapito di ogni altro settore (agricoltura, istruzione, sanità, sviluppo e ricerca scientifica…), esportando quasi nulla e importando tutto. Troppo facile guardare il PIL e morta lì. Sarà, ma PERSONALMENTE preferisco vivere in un Paese dove al 41bis ci vanno i mafiosi e non i giornalisti…

    se sostituiamo la parola industra con quella finanza il resto del discorso va a pennello anche per l'Europa
     
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    CITAZIONE (stesub @ 20/3/2024, 12:18) 
    Anche se un po' OT, bell'intervento. Grazie dell'apporto

    Era semplicemente per far capire che i Brics, aldilà delle frasi di circostanza, non sono niente. Basti solo pensare ai problemi che ha la UE con una moneta comune e economie strettamente legate tra di loro, fantascienza per chi pensa che possano lontanamente arrivarci.
     
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