| In Sardegna se ne parla poco,io ne sono venuto a conoscenza da circa una settimana,ho letto molto e mi sono documentato...Ora,credo che non ci sia più nulla da fare ma non capisco come,per l'ennesima volta,abbiano fatto a tagliarci totalmente fuori calpestando i nostri diritti e certamente anche quelli dei nostri figli e del meraviglioso habitat della nostra isola. A questo punto credo sia inutile che esistano ancora aree protette in mare,credo sia un controsenso bello e buono e credo che nessuno debba più pagare nessuna tassa per poter occupare gli specchi d'acqua del isola denominati "parchi /aree / riserve" perchè tanto protette non lo son più da nessuno.
Cito il manifesto:
"Finalmente ci sono riusciti: adesso sulle coste della Sardegna (anche se non solo in quelle), le società petrolifere potranno usare in mare le bombe sismiche. Il via libera in Parlamento è stato voluto dal caro governo Renzi, supportato da un po’ tutti: PD, Centro democratico, Nuovo centro destra, Udc, Scelta civica e Forza Italia. Lo hanno fatto a scrutinio segreto; regalando così un bel contentino alle lobby dei petrolieri (mica solo italiani, ma texani e norvegesi) che si stanno concentrando soprattutto sui mari di Sardegna e che non vedono l’ora di lanciare le loro bombe sismiche (il metodo si chiama Air Gun), per scoprire sui fondali della Sardegna le dislocazioni dei giacimenti di gas e di petrolio.
A niente è valso che il deputato Mauro Pili – a suo tempo governatore della Sardegna per conto di Berlusconi, ma poi staccatosi per formare un partito sovranista tutto sardo “Unidos” – abbia presentato in Parlamento un ordine del giorno per cancellare dalle aree interessate alle esplorazioni a forza di bombe sismiche l’area dei mari del Nord-Ovest dell’isola, considerato uno dei santuari più importanti al mondo per la riproduzione dei mammiferi marini. Al Governo, proprio, la cosa non ha interessato (come se n’è fregato del parere contrario della commissione di valutazione di impatto ambientale). Sapevano che proprio le compagnie italiane, texane e norvegesi, su quell’area, in questi mesi, stanno concentrando le loro esplorazioni e quella per loro era la cosa importante. Per Pili è stata guerra persa, nonostante il fatto che alle sue proteste si siano aggiunte quelle di una pattuglia di deputati sardi.
“Il provvedimento è l’ennesimo regalo bipartisan ai petrolieri che vogliono proseguire impuniti a devastare i mari senza colpo ferire. Tutto questo con il silenzio più totale della Regione che continua a dormire per non disturbare il manovratore romano. Con questo voto del parlamento si da di fatto via libera ad un progetto di ricerca petrolifera che rischia di distruggere il tratto di mare da San Vero Milis ad Alghero e Porto Torres. Gli interessi in gioco sono elevatissimi e il rischio che corre la Sardegna è senza precedenti”, ha ricordato in un suo comunicato Mauro Pili.
Siamo alla frutta, viene da dire a qualcuno, il prode Renzi, comincia (almeno per i sardi) a rivelare il suo vero volto. Per stare al potere, come nella migliore tradizione italiana, si affida alle Lobby e se ne fotte di tutto il resto.
La Sardegna è già una terra stremata dalla disoccupazione più alta di tutta Italia, da un’emigrazione soprattutto fra i più giovani fra le più pesanti mai verificatesi, da un occupazione in termini di basi militari che condiziona ormai metà del territorio dell’isola, con disgrazie ambientali (Eon, Petrolchimico, Ottana, Eurallumina, e l’elenco è lunghissimo) che obbligare a gridare allo scandalo è solo un eufemismo pietoso.
“Dopo la colonizzazione della terra ferma ora, infatti, Renzi vuole tentare sino in fondo quella dei mari. Ora serve una reazione forte per proteggere la Sardegna, non solo perché vanno rispettate le peculiarità statutarie della Regione ma perché si incide direttamente sull’ambiente e sul sistema naturale dell’isola. Serve una mobilitazione straordinaria per bloccare questo ennesimo blitz del governo Renzi che devasta i nostri mari, ma che è soprattutto al progetto di colonizzazione di gruppi stranieri e non solo che pensano di utilizzare la Sardegna per i loro affari”.
È sempre Mauro Pili che parla e il suo grido di allarme è rivolto a tutte le forze politiche dell’isola.
Questo affare delle bombe sismiche, sta cominciando a fare aprire gli occhi a molti deputati sardi che proprio non ce la fanno più a stare dietro alla mancanza di strategie di questo Governo che continua imperterrito nella sua lunga corsa alla fantomatica “modernizzazione” (ma lo è?) dell’Italia a colpi di vere e proprie porcate: “Rimandare al Senato il ddl sugli ecoreati è un errore – sottolinea da parte sua il deputato di Cd, Roberto Capelli – Avremmo dovuto approvare oggi alla Camera in via definitiva il testo senza modifiche. Così invece, l’esecutivo mette in imbarazzo la sua maggioranza. L’air gun per la ricerca di petrolio in mare va vietato e non si capisce perché dall’oggi al domani si sia cambiato idea. Noi in Sardegna sappiamo bene quanto sia deleterio, per l’ecosistema marino, per la pesca e dunque per la stessa economia, perché lo abbiamo già sperimentato – argomenta Capelli – Il gioco non vale la candela nemmeno sul piano del ritorno economico perché i costi sono sostenibili solo con giacimenti grandissimi, che in Italia non esistono. Ecco perché non possiamo arretrare, anzi servono pene durissime per chi commette reati contro l’ecosistema. Chi colpisce l’ambiente colpisce l’uomo”.
Ma il Governo sembra fottersene. E di certo non lo ha fermato la valanga di firme raccolte con la campagna #noairgunsardegna, lanciata un mese fa da Unidos contro le cosiddette bombe sismiche per la ricerca di petrolio nell’Isola: 112 ricorsi sono stati presentati, migliaia di cittadini le hanno sottoscritte, associazioni e movimenti politici, tutti i sindaci della costa tra Oristano e Alghero.
Strana la risposta della Giunta di centro sinistra che oggi governa l’isola, nonostante questa mobilitazione generale, sembra non tenere conto del problema. Anzi, risponde con una nota seccata in cui ricorda che “il procedimento, in corso di svolgimento è la Via nazionale, di competenza del ministero dell’Ambiente”, nell’ambito del quale la Regione “è chiamata ad esprimere il parere di competenza. L’assessorato all’Ambiente ha ben presenti le potenziali criticità connesse con la realizzazione del progetto e ha pubblicato anche sul sito della Regione la comunicazione relativa alla procedura che è in corso di svolgimento. Il progetto è allo studio dei tecnici”.
Sta di fatto che delle competenze della Regione il Governo del rottamatore proprio se ne strafotte. Loro hanno già firmato i loro accordi con i petrolieri e per loro ne basta e ne avanza.
Ma cos’è l’air gun? Dove sta la sua pericolosità?
“L’air gun è una tecnica di ispezione dei fondali marini, per capire cosa contiene il sottosuolo. Praticamente ci sono degli spari fortissimi e continui, ogni cinque o dieci minuti, di aria compressa che mandano onde riflesse da cui estrarre dati sulla composizione del sottosuolo”, lo dice un’esperta, Maria Rita D’Orsogna, una fisica che insegna alla California State University di Los Angeles. Che ricorda come questa tecnica sia devastante per i fondali e soprattutto per tutte le specie ittiche e l’intera ecosistema. In pratica si provocano dei terremoti di onde sonore che investono vaste aree di fondale, con tutte le conseguenze che si possono immaginare.
Ma per chi ne vuole sapere di più, basta che dia uno sguardo alla vasta bibliografia scientifica, dove si riportano gli effetti legati ad esposizioni prolungate nel tempo a queste onde sismiche che vanno dalla morte dei pesci ai cambiamenti nel loro comportamento, ad un elevato livello di stress, ad un indebolimento del sistema immunitario, all’allontanamento dall’habitat, alla temporanea o permanente perdita dell’udito e al danneggiamento delle larve in pesci ed invertebrati marini.
Molti studiosi riportano che poi, nelle aree investite da bombe acustiche, si riscontra una forte diminuzione delle catture del pescato. Il Norwegian Institute of Marine Research, ha riscontrato una diminuzione delle catture di pescato fino al 50% in un’area distante fino a 2 chilometri dalla sorgente delle bombe sismiche, insieme a una diminuzione di uova di pesce causata dalla prolungata esposizione di specie ittiche a suoni a bassa frequenza. |
|