| “Questo palazzo è opera degli dei" pensai in un primo momento. Esplorai gl'inabitati recinti e corressi: "Gli dei che lo edificarono sono morti". Notai le sue stranezze e dissi: "Gli dei che lo edificarono erano pazzi". Lo dissi, ricordo, con un’incomprensibile riprovazione ch’era quasi rimorso, con più orrore intellettuale che paura sensibile. All’impressione di enorme vetustà altre si aggiunsero: quella dell’interminabile, dell’atroce, quella di una complessità insensata.”
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Cosa c’entra questo passo de “L’Immortale” di J.L. Borges con questo Technos-Birka “Stadion”?
Probabilmente nulla, ma dopo un attento esame della cassa e delle geometrie di questo orologio da 33mm di diametro mi sono tornati in mente alcuni passi di questo magnifico racconto del geniale scrittore argentino, in particolare l’onirica descrizione della Città degli Immortali e delle sue intricate architetture.
In uno dei miei innumerevoli tentativi di buttare all’aria del denaro, mi imbattevo in un annuncio privo di descrizione e con due sole fotografie molto sfocate a supporto. Gli annunci così sono ovviamente i migliori. Il venditore si trovava nella mia stessa area geografica e dopo una brevissima conversazione per stabilire il luogo dell'incontro (le mie richieste sul diametro e sulle condizioni meccaniche dell’orologio non ricevevano riscontri di sorta), decidevamo di incontrarci in un lurido autogrill alle porte della città. Lui era un procinto di partire per la Germania per una breve vacanza e, col camper scarico di gasolio, era riuscito a ritagliarsi una piccola finestra per un rifornimento, un caffè e il rapido incontro con me.
Seduti, al caldo (fuori eravamo sotto lo zero), ci mettevamo a chiacchierare di orologi e di quotazioni dell’oro, perché lui di professione fa il banco-metalli itinerante e gira con un camper-negozio-ufficio il sud della nazione.
Poi, più o meno a metà dei nostri caffè, lo stupore: dal suo giubbotto fuoriuscivano 33 mm di spigoli netti ed evidenti, un bel quadrante “bullseye” con un notevole solco verso le ore 3, e una corona originale che caricava correttamente.
Sulla storia Technos-Birka ho trovato un bellissimo post sul forum, al quale rimando volentieri, ringraziando l’autore Bubba per il livello di approfondimento e la raffinatezza del contributo
https://orologi.forumfree.it/?t=59300698
Sull'esemplare in mio possesso, posso solo rimandare alle foto scattate, che spero rendano giustizia alla sua complessità, probabilmente non fine a sé stessa o gratuita anche se è ciò che mi piace pensare.
All’epoca, in Scandinavia, era senz'altro un bell’orologio sportivo, duro, realizzato nel solco della tradizione nordeuropea, fatta di razionalità e funzionalità, seppur con un pizzico di imprevedibilità, licenza poetica di qualche bravo cassaio.
Seguirà aggiornamento sul calibro incassato, al quale purtroppo non riesco al momento ad accedere (ma potrebbe essere un ETA 1100).
Qualche altro Technos “Stadion” reperito in rete:
Insomma, l'insolito incontro in autogrill per l'orologio sfocato e sgualcito era finito bene.
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“Ammaestrata da un esercizio di secoli, la repubblica degli Immortali aveva raggiunto la perfezione della tolleranza e quasi del disdegno. Essi sapevano che in un tempo infinito ad ogni uomo accadono tutte le cose. Per le sue passate o future virtù, ogni uomo è creditore d’ogni bontà, ma anche d’ogni tradimento, per le sue infamie del passato o del futuro. Come nei giochi d’azzardo le cifre pari e le dispari tendono all’equilibrio, così l’ingegno e la stoltezza si annullano e si correggono, e forse il rozzo poema del Cid è il contrappeso che esigono un solo epiteto delle Egloghe o un detto di Eraclito. Il pensiero più fugace obbedisce a un disegno invisibile e può coronare, o inaugurare, una forma segreta.” |
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