Orologi e Passioni

Posts written by Ex Lansdalefan

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    9024 splendido

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    numero cassa sull'ansetta interna
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    Verissimo.
    Me ne hanno offerto uno magnifico ( very very good condition ) a 600 euro ma sono frenato dalle considerazioni sul calibro.
    ( ricordo nel passato quando potevi trovarli, anche molto belli e in ordine, a 150/200 euro )
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    Veramente ben fatto.
    Il Miyota 2035 ha lo " stop second " ?
    Il fondello è a vite ?
    Il GG-W-113 Hamilton ha sia cassa monopezzo ( della Star W. C. Co. ) che cassa con fondello a vite.
    Il calibro è l'Eta 2750 rinominato da Hamilton Cal. 649 con " hack option ".
    In ogni caso anche con questo orologio Rdunae conferma ancora una volta la sua eccezionale capacità di rieditare molto bene.

    edit :

    mi rispondo da solo, normale ! E' un quarzo.

    2035 Miyota Quartz Watch Movement is a 3 hand movement ( hour / minute / second ). This ladies movement is a 6 3/4 x 8 ligne movement, dimensions are 16.30 mm x 17.80 mm with a thickness of 3.15 mm, overall height 4.67 mm. Hand dimensions are 120/70/17 (h/m/s).
    Ho letto che viene prodotto da ben 40 anni.
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    Un " cucù " che il mio riparatore si è rifiutato di rimontare

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    manca sfere, ma credo sia completo

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    peccato costi spedirlo ben imballato, ma lo regalerei volentieri a chi fosse in grado di farlo cantare di nuovo.

    Edited by Ex Lansdalefan - 12/4/2024, 18:56
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    Tutte considerazioni che cozzano con la realtà di una vastissima produzione di orologi dichiarati ( testati ? non so ) ermetici a 20 atm, e che si possono ritrovare oggi sia con carrure in metallo cromato, con solo fondo acciaio e sia "all stainless steel ".
    Lo stesso discorso x i cronografi.
    Prodotti, come l'Arsa di cui sopra, cassa in 3 pezzi con fondo a vite in acciaio e " carrure " cromata con ghiera ( monopezzo probabilmente in metallo con numerazione a fondo nero serigrafata ) molto, molto bello e da considerare in ogni caso un modello * very sought after *.
    Dagli anni fine 80 fino ad oggi ho collezionato, comprato, venduto e scambiato almeno 1000 " diver's watches " prodotti dalla metà dei 50 fino alla fine degli 80 inizio 90, in acciaio, cromati con fondo acciaio, laminati con fondo acciaio, con finiture dalla satinata fino alla lucida o con ambedue nella medesima cassa.
    Il mio metro di giudizio predilige la bellezza, la particolarità dell'orologio, la sua reale tenuta ermetica, il " lay out " del quadrante e delle sfere, e non limita la mia scelta al materiale della cassa, né al nome che riporta sul quadrante.
    Cheers.
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    Ancora il calendario lunario

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    Foto insufficienti.
    Il retro cassa, anse, attacco bracciale etc etc sono importanti.
    Questo " octagonally shaped 67-9356 " è il solo tra i " bullhead " Citizen ad avere cassa in acciaio e " highly polished finish ".
    Molto bello nel panorama di questi cronografi.
    Altri bravissimi commentatori potranno aiutarti, come Simone.dec.
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    Unbelievable watch by a very close friend of mine
    ( created by Giovan Battista Carpi and Giulio Chierchini ? )

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    Juvenia triple calendar + moon phases stainless steel case
    by an old friend of mine
    one of the oldest watches collector
    thanks a lot little devil with an arpoon in his hand !

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    Edited by Ex Lansdalefan - 11/4/2024, 16:37
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    A me non convince nulla qui.
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    Quando ancora era aperto e operativo il laboratorio " Forloni " ( in via Gian Giacomo Mora, 7 ) mi hanno sistemato la cassa di un JLC simile con finitura " sabbiata " ( aveva anche il vetro avvitato all'interno della carrure ) ma assegnato.
    Un lavoro eccezionale.
    Qui la carrure è in metallo cromato, e, personalmente, non mi dispiace xchè ha esattamente l'aspetto di un orologio con ben 80 anni di uso intenso.
    Un quadrante simile, accoppiato a cotanto calibro, e con una corona perfettamente " matching " vale senz'altro 500/550 euro.
    Dopodiché, se piace e si è convinti, non sono 50 euro in + o in - che devono ostacolarci.
    I soldi vanno e vengono, certi orologi no.
    Restano.
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    Producono quadranti x la JLC all'interno della città metropolitana di Bari, nel comune di Bitonto ?

    Scusa ! Non ho resistito.
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    davanti ad una bellezza simile la corona non la noto neanche.
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    [QUOTE=Fragolone94,14/12/2019, 09:17 ?t=76112040&st=15#entry636580233]
    CITAZIONE (Lansdalefan @ 10/12/2019, 23:14) 
    No carissimo.
    I piloti giapponesi portavano orologi al collo ed erano orologi da osservazione, dei " Beobacht " da collo.
    L'altimetro era sul cockpit.
    Ecco il cockpit del caccia Mitsubishi A6M2 mod. 21 Zero, aereo in servizio presso il Servizio aeronautico della Marina Imperiale Giapponese ( 大日本帝国海軍航空本部 Dai-Nippon Teikoku Kaigun Kōkū Hombu ) e protagonista dei combattimenti aerei nei cieli del Pacifico, e, che potremmo definire caccia da superiorità aerea, relativamente agli anni 1942/43..... ( rubo le parole di un carissimo amico molto, molto esperto nell'argomento )

    (IMG:https://i.imgur.com/M0neKlf.jpg)

    e qui un Seikosha Type 100 :

    (IMG:https://i.imgur.com/gxab8Mf.jpg)

    Il Giappone, Paese del Sol Levante, è durante la guerra, ancora ancorato a filosofie e concezioni produttive obsolete, poco efficenti e poco funzionali.
    Ottima è la qualità dei metalli, secondo una antica tradizione e anche quella progettuale, ma la tecnologia produttiva non è adeguata ad una guerra moderna e la standardizzazione, in molti settori, non è sufficiente.
    Fa eccezione proprio il settore orologiero, dove due progetti meccanici fanno la parte del leone: il solo tempo e il crono Seikosha, che si ritrovano in tutti gli orologi e in tutte le salse.
    Le FF.AA. giapponesi hanno un'ottima conoscenza del territorio dove dovranno operare e adottano accorgimenti semplici e geniali per affrontare il difficile clima, umido e salino del fronte del Pacifico.
    Gli USA copiano a man bassa la composizione di lubrificanti, filtri e liquidi refrigeranti.
    Sono, però, un paese molto più ricco e potente ed avranno la meglio su un paese economicamente meno preparato alla guerra.
    ( rubo ancora dall'amico .... )

    Questo un mio vecchio post sull'argomento ( purtroppo le foto non ci sono + ) :

    Il " Weems " fu una delle incredibili contraddizioni in tempo di guerra.
    Se pensiamo che erano ( forse ) al polso di piloti che bombardarono P.H.
    La scritta al retro è in Yoko Kanji :
    Linea al top ( in cima ) da sinistra a destra " kuuhei " ( traduzione letterale / " soldato dell'aria ", quindi " pilota ", implicito )
    seconda linea : con un prefisso numerico " dai " usato per indicare un numero, poi un numero ( es. 827 ) seguito da un suffisso numerico " gou ", che ora nel kanji attuale non è + usato, rimpiazzato da una lettera semplificata.

    Per quanto riguarda i " kami-kaze " ( parola coniata dall'esercito per ricordare i mitici " venti divini " / tifoni, che nel XIII secolo salvarono il Giappone feudale o pre feudale dalle flotte d'invasione mongole, che tentarono per ben due volte di invaderlo ) bisogna ormai sfatare il mito dei piloti che gloriosamente volevano sacrificarsi nelle ultime fasi del conflitto.
    Erano giovanissimi che dai primi attacchi dell'ottobre del '44 fine alla fine della guerra venivano estratti a sorte ( si parla di forse + di 4.000 uomini ) per trasformare i loro aerei in missili esplosivi guidati.graz
    Ora finalmente sono state pubblicate lettere, diari, poesie di molti di questi piloti, che raccontano una storia molto diversa, fatta + di sacrificio che di eroismo.
    Certo, loro simbolo furono i boccioli di ciliegio ( che fioriscono per breve tempo in Giappone, con colori brillanti ) .... e le ragazze li sventolavano alla partenza di queste missioni suicida.
    Ma furono morti " accettate " nel sacrificio in una nazione con giovani cresciuti nel mito glorioso del loro medesimo passato, un rimando al retaggio della casta degli antichi " samurai " ( dal verbo " saburau " / servire ) e imposte da una leadership militare che rifiutava di accettare una sconfitta ormai inevitabile, preferendo condannare tanti e tanti giovani ad un sacrificio orribile quanto inutile.
    Nomi come Yukio Araki ( 17 anni, morto il 26 maggio 1945 ) o Ichizo Hayashi, che scrisse : " E' facile parlare di morte in senso astratto, alla maniera degli antichi filosofi .... ma è della morte reale che io ho paura .... e per me è ormai tardi per scappare. " Con se nell'ultimo volo portò la fascia con il simbolo del sole nascente, la sciarpa bianca, una Bibbia ( era cristiano ) ed una copia del libro ( imperdibile per chi non lo ha letto ) di Soren Kirkegaard " La malattia mortale ", oltre ad una foto della madre anche lei cristiana cattolica.
    E la strategia dei " kami-kaze " fu molto, molto poco efficace. Su 4000 piloti giapponesi periti solo 40 navi americane vennero distrutte o danneggiate.
    Dobbiamo ricordare che la polizia segreta giapponese aveva mezzi di coercizione efficacissimi per chi tentennava o mostrava solo un accenno di propaganda avversa.
    Si arrivava alla detenzione e alla morte per tortura o per " causa accidentale " durante la stessa detenzione.
    Un caso resta emblematico : un pilota scelto e apparentemente convinto del suo compito, una volta decollato per la missione fatale si mise a mitragliare la sua stessa base, oltre a tanti altri giovani che intenzionalmente sabotarono i loro velivoli o si gettarono volontariamente in mare ben prima di arrivare all'obbiettivo designato.
    Nel dicembre del 1943 e senza alcun preavviso migliaia di studenti universitari e di scuole superiori vennero coscritti ..... come un pilota lasciò detto : " Per una nazione poverissima di risorse come la nostra, l'ultima forma di capitale rimasta sono i nostri corpi "
    Una follia che ricorda l'arruolamento in Germania dei soldati bambini nell'ultimo anno o negli ultimi mesi del 1945.
    L'addestramento era minimo, quasi inesistente ..... dovevano solo decollare e arrivare sul bersaglio.
    Termino con le frasi scritte da Hayashi nel giorno prima della morte :
    " E' come stare in un sogno, domani non sarò + in vita. Quelli che sono stati estratti a sorte ieri sono già tutti morti.
    Non sembra neanche una cosa reale. Mi domando se andrò in paradiso.
    Ti prego, mamma, prega per me .... non posso sopportare l'idea di finire in un posto dove tu non potrai mai raggiungermi. "
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    Caro Lansdalefan, un contributo splendido: hai dato reso omaggio a quei poveri giovani straziati.
    Grazie davvero.

    A volte dobbiamo ricordare che oltre il ticchettio degli orologi al polso dovremmo ascoltare anche il battito del cuore.

    Buon Natale.

    Edit :

    nel mio post in cui commentavo la tristissima vicenda dei giovanissimi piloti giapponesi che si sacrificarono/vennero sacrificati negli ultimi mesi del conflitto aggiungo un loro " accessorio " ( sic ! ) molto importante nella cultura del Sol Levante

    Hachimaki

    Lo Hachimaki 鉢巻 è una fascia di tessuto tradizionalmente indossata in Giappone, cingendosi la fronte, come simbolo di impegno e perseveranza, in occasioni particolari. È quasi sempre di cotone, di dimensioni variabili, e può essere decorata con motivi o motti in ideogrammi.
    La maggior parte degli Hachimaki sono di colore rosso o bianco, ma la versione più conosciuta è quella con lo * Hi no maru * il simbolo del Sol Levante presente sulla bandiera giapponese.Il valore dello Hachimaki può essere assimilato al gesto del “ rimboccarsi le maniche ” in Occidente. Anche nel linguaggio corrente la frase: Hachimaki o Shimeru equivale al nostro “ Rimbocchiamoci le maniche “.
    Proprio come simbolo d’impegno o affinché infonda maggior impegno e coraggio viene indossato ad esempio dagli studenti delle scuole di preparazione Juku, dalle donne partorienti, dagli impiegati nei momenti di crisi, dai manifestanti durante gli scioperi o le sommosse, il suo uso è diffuso anche nel mondo dello sport, tra i tifosi, durante le feste scintoiste o tra i suonatori di Taiko, il tamburo tradizionale giapponese.
    Tra i motti più diffusi vi sono :
    Ichiban 番 “Il numero uno“.
    Kamikaze 神風 “ Vento divino ” ( usato, come scrivevo, dai piloti giapponesi in tempo di guerra e non solo dai " kamikaze " ).
    Nippon 日本 “ Giappone “.
    Hisshou 必勝 “ Vittoria sicura “.
    Goukaku 合格 “ Promozione “.
    Toukon 闘魂 “ Spirito combattivo “.
    L’origine effettiva dello Hachimaki non è ancora certa. C’è chi ricollega questo oggetto ai primi asceti religiosi, chi ai samurai che le usavano per tenere ben saldo l’elmo, chi le usava per asciugare il sudore e chi per non far andare i capelli sugli occhi.
    Cheers ! Claudio.
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    Lor Enz :
    vedo che non conosci x niente il 6542 Rolex.
    Ti consiglio una piccola ricerca x vederne ogni caratteristica tecnica.
    Cassa in acciaio ( + piccola del successivo 1675 ) e ghiera rigorosamente in ottone e insert ( definito spesso " in perspex " a.k.a. bachelite ( resina fenolica ) mentre era in resina epossidica ( dato che le resine fenoliche nelle produzioni x oggettistica vennero abbandonate già alla fine degli anni 50 ).
    Il quadrante era " date " ( calibro 1036 base 1030 ) no quick set ( scatto lento )
    Il bracciale maglia ribattini o riveted 6636 expanding ( 7206 no expanding ) è talmente famoso che non credo servano foto.
    Ambedue hanno ansa 20 mm, mentre il 19 mm è referenza 6635 " expanding " e 7205 " no expanding ".
    La riedizione - omaggio della WMT, ripeto, è in ogni caso una realizzazione stupenda.
    Un saluto.
    ( il 7205/6635 finali " 71 " è il + " sought after " tra i bracciali xchè accompagnava i 6240 e poi i 6263/6265 )
4056 replies since 16/1/2022
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