Il passaggio fondamentale è questo:

“e parallelamente del peggioramento del contesto macroeconomico.”

Non c’è mercato che sfugga alle leggi fondamentali di macroeconomia e men che meno questo, chiaro che si assista ad una contrazione dei prezzi di beni puramente voluttuari allorquando il contesto in cui essi sono commerciati è in sofferenza generale.

L’articolo poi non tiene conto di un’altro aspetto della faccenda, ma non lo fa perché non essendo una testata di settore giustamente si ferma al primo step: il tutto non è iniziato nel 2021 ma anni prima, a metà del 2017 e deriva non dal superamento della domanda sull’offerta ma da una precisa operazione di riposizionamento all’alto dei brands, che ha creato lo sbilanciamento.
Noi spesso diamo la colpa ai “traffichini”, ma questi hanno solo approfittato di una particolare congiuntura che non hanno creato loro…
Non dico che siano persone magnifiche per carità, ma lo sbilanciamento di domanda ed offerta non lo hanno creato loro.
I reseller hanno fatto il loro mestiere, si sono adeguati e non potevano fare altro