Avresti ragione se solo la finestra della data non si trovasse in mezzo ai piedi e fosse troppo piccola in proporzione al revsto dell'orologio proprio per non finire ancora più in mezzo ai piedi.
È uno dei pegni che si pagano, come anche la posizione dei compax di un cronografo, quando si usano movimenti molto più piccoli delle casse.
Finchè sono solo tempo non si nota.
Basta fare il confronto col 37mm per vedere come un calibro ben proporzionato produca effetti tangibili anche lato quadrante.

Uscita pubblica davvero infelice, piena di ipocrisie e falsità.
Ipocrisie perchè il mondo dei presunti "pirati", come è già stato fatto più volte notare, si alimenta proprio grazie ai retailers che con i "pirati" ci lavorano alacremente e con profitto da oltre 30 anni, prima con quelli italiani e oggi soprattutto con quelli orientali.

Falsità appunto perché non è certo una novità e già 30 anni fa si chiedeva lo sconto e lo si praticava anche dai retailers in congrua misura, ne più ne meno di quanto non lo si faccia oggi.
Anzi, paradossalmente, oggi è più difficile che in passato nella misura in cui si preferisce privilegiare i grossisti orientali piuttosto che la vendita al dettaglio.

Le dinamiche commerciali tra rete vendita ufficiale, parallela e consumatori sono oramai note a quasi tutti al contrario di un tempo in cui le informazioni circolavano meno e nel grigiore della scarsa consapevolezza i commercianti potevano giocare più facilmente.
La rete vendita si è ampliata a dismisura, i canali di vendita si sono moltiplicati, l'offerta è cresciuta in volume e accessibilità, e di conseguenza lo sconto che prima era una prassi tra le 4 mura di un negozio solo per i clienti abituati oggi è diventato pubblico e accessibile un po' a tutti anche da casa.

Noto peró che nonostante tutto ci siano molti operatori del settore che ci provano a rendere poco chiaro ció che invece è fin troppo chiaro.
Quando mi sono iscritto al forum una delle prime cose che mi premeva era condividere con il maggior numero di utenti le mie esperienze in materia di prezzi e scontistica, venendo sistematicamente assalito ogni volta che parlavo di certi sconti anche su certi marchi che la leggenda vorrebbe esenti da tali fenomeni.
Oggi, a distanza di 5 anni, vedo che la cosa è ormai accettata da quasi tutti, per il semplice motivo che è un dato di fatto sempre più facilmente verificabile da chiunque.

Non bastavano nemmeno le foto degli scontrini dei concessionari ufficiali a placare le polemiche, sempre degli stessi "disinteressati" interlocutori, in alcuni casi (come in questo 3d) si arrivava a negare l'evidenza e a mettere in dubbio la correttezza e la professionalità degli esercenti.
Brutto vizio di una categoria della quale non ho mai avuto grande stima, quello di spalarsi un po' di letame addosso gli un con gli altri.

Ci sono decine di topic in cui è stata ricostruita, più o meno fedelmente, la catena del valore dalla casa madre alla rete di vendita, il che serve non a farsi i conti in tasca a nessuno ma semplicemente a dimostrare come siano possibili sconti del 30% e oltre, e non solo da resellers.
Sono possibili perché c'è il margine per praticarli, senza fantasiose operazioni di frode tributaria (che pure esistono ma che non sono ne la causa degli sconti ne la norma del lavoro).
Io ho acquistato alcuni orologi anche col 50% di sconto, il concessionario ci ha guadagnato poco (ma ci ha guadagnato comunque) e si è tolto di mezzo pezzi che in quel momento non poteva vendere, è rientrato del capitale investito e ha comunque fatto una vendita che nel conto del volume totale alla fine dell'anno pesa visto che percepisce un premio di produzione dalla casa.

Se la prenda, il Didone di turno, con le case piuttosto.
Case che, come ha magistralmente riassunto mbelt, per anni ci hanno raccontato la sciocchezza dell'esclusività legata al pregio fuori dal comune da cui consegue necessariamente una bassa tiratura, e che invece hanno inondato il mercato di pezzi, modelli e varianti sempre più dozzinali e modesti ma a prezzi sempre più esagerati (con relativi margini per tutti), in misura nettamente superiore alla domanda per sfruttare le economie di scala sulla produzione e senza alcun riguardo per quella "tenuta del valore" con la quale per anni hanno convinto intere generazioni a spendere i loro soldi su questi oggetti volendoglieli fare strapagare dieci volte il loro reale valore.
Se su AP, come su tanti altri marchi, lo sconto base unanimemente conosciuto è il 30% non sarà forse anche a causa di listini talmente alti da rendere quegli orologi invendibili se non a fronte di tali sconti, sconti praticati da ogni concessionario ufficiale che "della professionalità ha fatto uno stile di vita e bla bla bla"?

Ci scusi il sig. Didone se consci dell'enorme e insensata sproporzione tra prezzo e "valore oggettivo" il consumatore cerca di riproporzionare tale evidente asimmetria grazie all'ampia offerta in volume e tipologia di canale di vendita, con buona pace dei "professionisti dello stile di vita e bla bla bla" che potrebbero prendersela pure con le banali leggi del mercato (già che ci sono) ma che non trovano mai il tempo di fare un po' di sana autocritica (ma quello di scrivere un articolo a dir poco penoso su una rivista di settore si...).
Ma ai pirati gli orologi chi li fornisce?

Una rete di "professionisti con uno stile di vita e bla bla bla" nata in un'epoca che non esiste più e che non è stata capace di accettare il cambiamento epocale: alcuni si sono adattati, o hanno cercato di farlo, come tutti gli operatori che si sono focalizzati su una certa nicchia o hanno iniziato a usate altri canali di vendita o altre tipologie di clienti (come i grossisti asiatici che ogni mese riempivano i trolley in giro per l'italia), altri forti del nome, della tradizione e della posizione che gli permette comunque di vendere anche in un mercato ormai distrutto vorrebbero che tutto continuasse a luccicare come se nulla fosse.

Se c'è una cosa che mi ha sempre fatto detestare gli orologi sono i tanti soldi che ci girano attorno e che attirano come mosche i personaggi più improbabili e improponibili, con conseguenti ipocrisie e reticenze.

Saluti

P.s: ah, dimenticavo....IMHO un fico secco, questa è la semplice verità dei fatti.

Partendo dall'osservazione che queste finiture sono belle, direi che sono anche un po' fini a se stesse. Intendo: ho una platina "liscia" e ci metto un artigiano con le OO che la "ricama" fino a non lasciare un'area libera. Bello, non c'e' dubbio, ma sono tante micro-aree coerenti per tipo di lavorazione ma che non compongono un insieme.
Da qui la domanda agli esperti: esistono calibri in cui le finiture creino un "disegno" su tutto il calibro?
Per capirci cose come , www.gianfrancopedersoliengraver.it/...oni-fucili.html o per restare su aree compatibili con un calibro .
Grazie

A me oggi di Lange preoccupano più gli orologi che presenta, i prezzi, le dimensioni, prima della caduta delle finiture che mi sembra ancora a livelli accettabile. Non c'è perfezione, infatti, ma un livello molto alto che denota ancora la presenza della mano dell'uomo in diverse parti, cosa che è sempre più rara.
Per il resto è certo che i numeri di produzione sono aumentati moltissimo negli ultimi anni. Soprattutto mi sembra che abbiano perso in parte il comfort di uso e gli equilibri estetici che erano propri dei modelli di dieci anni fa. Adesso hanno pure deciso di rifinire a perlage le platine dopo che per moltissimo tempo non lo hanno fatto, e mi sembra ovvio, perché si fa bella figura con poco. Per essere chiari, ritengo che il livello di Lange nelle finiture sia superiore a Moser, e non poco: Moser è buono ma assolutamente meccanizzato, a differenza di Lange, che ha però ben altri costi.
Confronti con Voutilanen, Dufour, o altri mi sembrano impropri, mentre con Minerva già ci siamo di più. Ma il livello Minerva è ancora più alto, e non a caso la produzione è molto molto minore.

E insomma, diciamo che qualche magagna c'è pure qui....