Orologi e Passioni

Posts written by OroManiac

  1. .
    Sono commosso.Bellissime presentazioni e domani é il grande giorno!!!!
    Non smettiamo di costruire!
  2. .
    grande Enrico e auguri a Phil!
  3. .
    Bravi ragazzi.... manca poco... e il tempo passa troppo velocemente!
  4. .
    CITAZIONE (Rolex_Gubbio @ 30/5/2019, 17:33) 
    Titolo: l’unione fa.... il Tonda!!!

    4E6EA12F-264A-4C0C-8B01-CE2C65869A28

    R_G

    daje!😁
  5. .
    Siamo solo a 1100???😜
  6. .
    CITAZIONE (FMXHONDACR @ 25/5/2019, 15:11) 
    Finalmente ultimati ed etichettati i 51 braccialetti Limited Edition per Orologi & Passioni + Parmigiani Fleurier Tonda

    (al momento sono ordinati dal più grande al più piccolo per facilità di produzione... ma per la cena penso di ordinarli dal numero 1 a salire per facilità di consegna)

    Sull'etichetta (che spero non si spiegazzi durante il trasporto) sarà indicato:
    CITAZIONE
    polso: ___cm mano: __
    LE O&P - P.F. TONDA
    saggola blu e sfere argento
    AG925 bagnato oro rosa

    mentre sull'altro lato:
    CITAZIONE
    #__/51 O&P
    nickname forumista
    www.facebook.com/BraccialiBarone

    PS: sono a ripetere una domanda fatta che non ha trovato risposta...
    ... chi si prende la briga di collezionare il corredo aggiuntivo e di farlo recapitare a chi non sarà presente alla cena di consegna?

    belli! vedrai che il corredo spapagliato si raccoglie a Roma e parcellizzandolo, qualche volontario lo troviamo....
  7. .
    CITAZIONE (1111andrea @ 25/5/2019, 13:18) 
    Non voglio togliere spazio ai grandi protagonisti di questa avventura, ma arrivo anch’io.

    Gli orologi sono la mia passione, da sempre.
    Una volta ero preciso come un orologio atomico ma oramai sono perennemente in ritardo come un orologio poco lubrificato.
    Sono però sempre disponibile e mi paragonerei ad un orologio magnetizzato, che in un ora reale si sposta di cinque, quando si parla di eventi collegati alla mia passione.
    Non faccio differenze di lancetta.
    Ogni modello e ogni marca hanno la loro dignità.
    L’orologeria è la mia coperta di Linus, il mio angolo dove sfogarmi, lasciando fuori il mio mondo di tutti i giorni.
    Sono come un orologio savonette: sono chiuso da un coperchio e parlo solo di casse,quadranti, lancette e movimenti.
    Un saluto a tutti.

    Ringrazio Bruno, Enrico, Andrea e Mauro per l’impegno profuso.

    Bella Andrea.....!
  8. .
    Aiuto! Tocca a me!!

    Per giorni mi sono arrovellato nella indecisione se assoldare un biografo per farmi un profilo all’altezza dei miei predecessori oppure cercare la sintesi in poche righe, come mi si addice a causa della mia tendenziale riservatezza e al carattere da “orso” (Mauro, sei in buona compagnia…). Alla fine ho deciso, ne l’una ne l’altra per cui mettetevi in poltrona e attenti che non ci sono interruzioni pubblicitarie.

    Via: Stefano, 49 anni, una (santa) moglie che sopporta ogni mia deriva esplorativa e due splendidi ragazzi che (per fortuna) crescono secondo i valori in cui credo. Sono probabilmente il primo vero “svitabulloni con licenza di tritare elettroni” “autoprodotto” dal Policlinico di Milano (sì, a distanza di ormai quasi 25 anni lo considero ancora una gabbia di matti….) e per professione sprono una schiera di artisti della tecnica a difendere la progettualità italiana in una delle 4 A che ancora ci contraddistinguono.
    Orbene, forse la parola che mi descrive meglio è “costruttore”. Per comprendere appieno il senso dell’uso della parola, bisognerebbe aver letto Alberoni e tutti i sui pensieri sul confronto tra costruttori e predatori, nell’io, nel sociale, nel lavoro, nel mondo. Ecco, io mi ritengo un costruttore perché ho dedicato la mia vita al costruire in senso stretto e in senso lato. Nel tempo ho costruito una famiglia, una professione, tante passioni più o meno effimere, tanti oggetti più o meno inutili, qualche brevetto e piccole opere editoriali.

    Le passsioni… quella per i motori a 2 ruote è terminata sulla Milano Meda nel 1988, quando il mio “non proprio originale” Garelli VIP3 decise in una nebbiosa notte di febbraio che era il momento di far diventare un unico monoblocco l’insieme di cilindro, fasce, pistone, testata e candela. Quella per la corsa mattutina al Parco Nord si è stampata contro la lombalgia dei 40 anni. Quella per l’arrampicata sportiva è terminata per cause assicurative. Mi rimangono quella per le diavolerie tecnologiche, quella per l’abbigliamento formale (rigorosamente italiano), quella per il fai da te in casa e quella per la cucina ed i sapori veri delle campagne autoctone e delle vecchie osterie. Direi che bastano.

    Ed ora, parliamo della mia malattia.

    L’orologite probabilmente l’avevo fin da bambino, quando a tre anni distrussi la sveglia da cucina di mia mamma per cercare di capire come era fatta. Mio padre si sta ancora chiedendo come abbia fatto a svitare tutto praticamente senza utensili (a detta sua, perché io ho solo un vago ricordo dell’episodio, una immagine di me col pigiamino azzurro che osservo ingranaggi sparpagliati sul pavimento della cameretta…).

    Crebbi nel pieno dell’era JapQuartz: a otto anni per la prima comunione (era il 1978) ricevetti un Casio due pulsanti cassa televisore con LCD e lucina (fioca), mentre per la cresima ci fu uno Yema multifunzione, gli mancava solo la calcolatrice. La forma mentis tecnica della passione si evidenziava fin da lì, ero l’unico bambino ad aver letto le istruzioni del proprio quarzone e a conoscere a memoria tutte le funzioni, comprese le modalità di segnalazione della pila scarica. Purtroppo questi ricordi sono andati smarriti in un trasloco. Ma l’orologio che ammiravo di più era lo Zenith in oro che il babbo ricevette da mia mamma per il matrimonio, uno Stellina che, in una simbolica stecca generazionale, il papà mi regalò per i miei 40 anni. Ma questo è già parte del periodo “felice” della malattia, che all’inizio fu travagliata….
    Ecco lo Zenith subito dopo il restauro conservativo che gli feci fare nel 2010:
    fronte_nuova_piccola

    Dicevo, storia travagliata. La malattia di solito scandisce i tempi della vita….Il traguardo dei diciotto fu austero. Mi dovetti accontentare della patente pagata e dell’usufrutto in compartecipazione dell’utilitaria di mammà (il Garelli era appena defunto e io dovevo in qualche modo far chilometri). Così per consolarmi mi comprai uno Swatch in sostituzione del famoso Yema, ormai sulla via del tramonto. Dello Swatch conservo ancora la testa (il cinturino si è “cotto” con l’uso). Il modello è questo:
    Classic_Swatch_Watch_Navigator_thm

    Ma fu all’università che un compagno di merende mi introdusse al mondo complicato dell’orologio meccanico. Leggendo “L’orologio” sotto il banco invece di seguire algebra matriciale che mi annoiava, mi innamorai del Vacheron Ultraplat. Ricordo ancora che andai da Verga a metà anni ’90 per chiederne il prezzo, già ben oltre i 10 milioni, sperando nel regalo di laurea. Che non arrivò. Arrivò invece da non ricordo chi un Citizen al quarzo di forma placcato oro in misura da donna, che ho sempre odiato e che ho lasciato a mia madre. No comment. Per questo forse la passione si raffreddò un poco, lasciai perdere un po’ , e mi dedicai alla robotica. Prima di assolvere il mio dovere verso lo Stato, costruii un “obstacle avoider”. Praticamente il robot aspirapolvere, ma senza l’aspirapolvere. Nome in codice: PinoRobottino.
    IMG_3345

    Passano gli anni e mentre faccio il pendolare di lungo percorso (300 km da casa), corrodo col sudore la cassa dell’ennesimo Swatch. Un crono Irony che mi ha accompagnato per quasi 10 anni.
    Mia moglie (allora fidanzata) che conosceva l’“amore represso” per il Vacheron, tentò di comprarmelo per il matrimonio: 16 milioni le disse Verga. Troppo per le tasche di allora. Arrivò un Baume Mercier Extraplat Classima in oro bianco. Al quarzo. Lo conservo (senza pila!) come uno dei tesori più preziosi, perché racconta l’inizio di un percorso di “sopportazione” della mia passione da parte della mia metà che ancora oggi devo ringraziare per la pazienza e la comprensione.
    Esempio di pazienza: Io: “Ho comprato un orologio”. Lei “Ancooooraaaaa?!”
    Esempio di comprensione: Io: “Ho comprato un orologio”. Lei “Eh, dai, te lo meriti”
    baume_mercier_fronte_piccola

    Passò qualche anno e i frutti del mio lavoro mi consentirono finalmente di togliermi qualche sassolino dalle scarpe. Ricominciai ad approfondire la tecnica degli orologi meccanici, appassionandomi ai soprattutto ai cronografi e nel 2006 arrivò il primo orologio “serio”. Un Moonwatch Trizio con fondello in zaffiro e movimento 863 che conservo tuttora.
    speedmaster_movimento_piccola

    Da lì in poi….. il delirio. Scopro O&P, studio, compro in maniera compulsiva una ventina di cronografi d’epoca di tutti i tipi (ne ho ancora qualcuno) e una ventina di libri sulla tecnica dell’orologeria che studio voracemente, compresi quelli dei corsi dell’Ecole D’Ingegnerie ARC di Le Locle (un leasing….400 CHF di una decina d’anni fa). Ma non mi accontento. Dovevo provare per capire. Costruisco il banchetto da orologiaio per adattarlo alla scrivania dello studio, e investo in attrezzatura di prim’ordine. Compreso il cronocomparatore, la punzoniera e le presse posalancette, posavetri e chiudicasse. Questa foto è del banchetto appena finito nel 2008, prima degli acquisti di attrezzatura più seria.
    banco_imbandito_0

    Distruggo una decina di rottami russi, poi provo a revisionare qualche solo tempo. Prendo coraggio e faccio anche un crono 7733 e un Valjoux 92. Poi rischio con un Seiko 6139, con successo. Siccome l’indole curiosa e costruttiva non si esaurisce, mi butto anche su una pendola con suoneria, rifaccio bascule con il laser e mollette contaminuti col lamierino di ottone. Comincio a capirne qualcosa di più di costruzione di orologi e di teoria. In questo periodo scrivo tantissimo sul forum, avevo anche un bel po’ di tempo in più. L’orologite arriva rapidamente al livello 9: “Quando l’orologio che possiedi costa più della tua auto”. Ma è facile, non ho la fissa per i motori e possiedo unicamente una utilitaria :).

    Nel frattempo Bruno organizza le mitiche serate per il forum, e in queste serate non venivano solo i commerciali, ma anche i tecnici. Memorabili le chiacchierate che ho potuto fare con Yves Corthesy, direttore tecnico della Zenith ai tempi della LE, e con Nakis Karapatis, omologo di Breguet. Ma anche con Bonina di Ulysse Nardin che pur da non tecnico ha saputo rispondermi a quasi tutte le le domande sul silicio. Da ringraziare per la pazienza tutti gli orologiai che erano e sono “bombardati” di domande e monopolizzati dal sottoscritto che in queste serate è sempre molto poco social e più attento a questi dettagli. Cresco in sicurezza tecnica, fino a quando con un paio di amici lontani decidiamo di mettere per iscritto quanto avevamo capito della tecnica d’orologeria, soprattutto della cronometria.

    Per me la LE per eccellenza fu Zenith, da cardiopalma, partii trentesimo della lista di attesa per arrivare ad essere il primo e rimanere escluso per giorni fino all’ultimo minuto utile, quando un forumista si autoescluse bucando la scadenza del pagamento. Ma di quella LE mi rimane soprattutto l’inizio di un grande feeling con Bruno in fatto di orologi, sia per i gusti sia per le misure tant’è che le successive LE le ho praticamente confermate a prescindere. Forse perché in fondo in fondo tra costruttori ci si riconosce…. Ah, dimenticavo, a suggello di quell’avventura, culminata nello splendido viaggio a le Locle, ci furono numerosi atti ufficiali. Quello valido per tutti fu la multa comunitaria (nel senso che l’abbiamo presa tutti) per divieto di sosta davanti al museo dell’orologeria…
    multa_piccola_0

    Arriviamo ai nostri giorni. Molta acqua è passata sotto i ponti. La malattia si è fatta subdola e “difficile”, nel senso che è molto più difficile per me trovare pezzi che mi facciano davvero innamorare, anche per la drammatica discrasia prezzo-valore che riscontro al giorno d’oggi. Sono cresciute le responsabilità, nella vita lavorativa e privata, e il tempo a disposizione per i “giochi” si è ridotto drammaticamente. Per fortuna che gli amici di polso, dentro e fuori dal forum, si ricordano che esisto e mi mandano qualche invito a serate, altrimenti sarei un asceta della professiona

    Rimane un sogno nel cassetto, il “mio” orologio.

    Si tratta di un cronografo costruito intorno al movimento vintage Venus 175, di cui abbiamo a disposizione 30 esemplari. La cassa è pensata per essere in oro o acciaio ad anse avvitate, i quadranti hanno tutti la scala tachimetrica e telemetrica, ma si differenziano in “Medico” e “Tecnico” rispettivamente per la presenza di una pulsometrica e una centesimale. Non penso ci mettiate molto a capire chi mi ha sopportato per il disegno dei quadranti. Chissà mai se vedranno la luce… purtroppo ho zero tempo da dedicarci e nemmeno i soci spingono più di tanto….. Speriamo, perché se andiamo avanti così sarà l’orologio per il pensionamento.
    Questi sono il prototipo in stampa 3D in materiale plastico, stampato con tecnica SLS e il movimento
    Cassa_3D_SLS_0movimento

    Ed eccoci al Tonda: questa LE per me che faccio parte della schiera dei “privilegiati prelazionati” è una sorta di sintesi di maturità. Rappresenta la sobrietà, l’eleganza e l’arditezza di 15 anni di passioni comuni. L’arditezza di rischiare un quadrante senza indici, sapendo di andare contro le “abitudini” di molti, me compreso. E la conferma di quel feeling prima detto, per cui anche questa volta, si è confermato a prescindere….
    Arrivederci a Roma, per chi c’è, e a presto per chi non c’è.
  9. .
    Bellissima Christian,Grazie per la condivisione!
  10. .
    grandi notizie! grazie Roberto per il contributo, grazie a tutti per gli auguri che ricambio con piacere a Silvano!
  11. .
    Grazie Luca per la condivisione!
  12. .
    lo trovo spettacolare.... peccato sia fuori budget ;(
  13. .
    Mauro, sono senza parole.... bellissima!
  14. .
    CITAZIONE (Phil61 @ 17/5/2019, 11:46) 
    Di base, questo è un racconto di fantasia, quindi non tutto quel che è scritto è accaduto.

    La storia del viaggio per comprare l'orologio è vera, così come è vero che nessuno di noi troverà mai pace e cercherà sempre un atro pezzo.

    Io l'exit watch non l'ho ancora trovato.

    Per fortuna - o purtroppo - negli anni si affina il gusto e si cerca sempre qualcosa di più, che nel caso della nostra passione significa anche più caro! Sono alla ricerca del portafoglio di Eta Beta per potervi attingere ogni volta che voglio, per ora mi accontento di qualche bel pezzo e di tanti, tanti PMW, che uso sopratutto d'estate, e che sono il frutto di 35 anni di acquisti.

    :I: :I: :I:
  15. .
    Bravo Loris! Non amo i Panerai ma sapevo del libro!
7838 replies since 11/11/2007
.