Orologi e Passioni

Posts written by OroManiac

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    CITAZIONE (JamesHunt @ 22/8/2023, 10:57) 
    Io nutro fortissimi dubbi sui vantaggi della fibra di carbonio in un calibro, ma anche solo in una cassa.

    La fibra di carbonio è un materiale incredibile per le sue caratteristiche ma non la vedo bene per la miniaturizzazione ed in particolare non la vedo come materiale destinato a durare nel tempo. Cosa che ad esempio per me su un orologio è essenziale.

    I motivi per cui un progettista o designer di orologi può scegliere di fare parti in fibra di carbonio sono sostanzialmente due: il peso ridotto e la possibilità di elaborare texture estetiche caratterizzanti.

    Condivido i dubbi e le paure sulla durata, per due motivi. Il primo è che per quanto i produttori di resine si stiano stracciando le vesti a commercializzare resine (epossidiche, poliestere o vinilestere che siano) "resistenti UV", è praticamente impossibile trovare un dato di test accelerato o prove di durata. Il secondo è che anche se l'evoluzione delle tecnologie di produzione è stata notevole, basta un piccolo errore di temperatura nel processo di cura del manufatto che la sua forma, durata e resistenza possono risultarne compromesse.

    Un caso dove la durata può avere storici più disponibili è quello degli alberi in carbonio delle barche, che dal punto di vista della esposizione ad UV in concomitanza con nebbia salina e vento sono esposti alla condizione ambientale in assoluto peggiore. Qui le informazioni si possono recuperare di forum degli appassionati di nautica: ci sono casi di alberi che in 4-5 anni perdono la vernice/resina protettiva per sfaldatura, alberi che si spezzano dopo 8, altri che risultano intonsi dopo 10-12 anni. Ad onor del vero, in questo settore la prassi è di consigliare una verifica ispettiva degli alberi dopo 5 anni. Appena rientro chiedo ad un ingegnere che progetta barche maggiori informazioni.

    Nel caso specifico degli orologi, so per certo che negli anni 90 GP fece delle serie limitate per Ferrari con quadranti in fibra di carbonio e che Hublot e IWC a metà degli anni 2000 fecero casse in carbonio. Non sono riuscito a trovare foto o informazioni più dettagliate sulla esistenza anche di un GP anni '90 con cassa interamente in carbonio. Il Forged Carbon arriva nel 2010 con il famigerato Offshore. Quindi, diciamo che potremmo avere uno storico di circa 20-25 anni per le realizzazioni in twill e meno di 15 per le realizzazioni in Forged Carbon (anche perchè il Forged Carbon Paolo Feraboli l'ha presentato nel 2008).

    Ci sta pertanto la visione conservativa, soprattutto quando si dà molto valore alla durata nel tempo dei materiali.
    Allo stesso tempo c'è anche chi, come me, dà fiducia alle nuove tecnologie, e per questo si mette in collezione orologi con fibra di carbonio e silicio.
    Sono convinto che le tecnologie di oggi non sono quelle di 10 anni fa, basta guardare la cassa Carbon Forged dell'offshore del 2010 e quella dell'UN di oggi per vedere la differenza in termini di "grossolanità del processo".

    Così come sono convinto che se oggi abbiamo dei limiti alla miniaturizzazione, è semplicemente perchè nessuno si è ancora spinto a livelli estremi e quindi ha creato l'esigenza e quindi la necessità di manipolare le CFRP in maniera diversa.

    Potrei lanciare una sfida a Nicola in questo senso: farmi costruire una molla salterello della ruota contaminuti di un cronografo, vediamo se riesce a stare con la lamina sotto il decimo di mm e avere la stessa rigidezza della molla in acciaio. Che poi voglia farla in twill 1K con spessore del tessuto uguale o inferiore a 5 centesimi di millimetro o in sinterizzato grafene, faccia lui.

    Veniamo alle texture: si tratta di una questione di estetica soggettiva. Ne ho viste di molto diverse. A me personalmente piacciono molto le texture "vive" rispetto alle texture ordinate. Quindi una cassa carbon Forged o a Twill tagliate come quelle di UN, Zenith (che ha il più bel bracciale in carbonio, IHMO), RM, Code41 o RO-NI mi risultano soggettivamente più gradevoli delle casse a twill ordinato come quelle di quasi tutti gli Hublot.

    Sul calibro, la realizzazione di platina e ponti con CFRP consente anche di dare una finitura geometrica, come si farebbe con le cote de Geneve o con il Perlage. In questo caso la texture Twill ordinata è per me da preferirsi alla texture marmorizzata Carbon Forged.
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    CITAZIONE (Utente 183 @ 21/8/2023, 11:33) 
    Tutto molto interessante e condivisibile, ma ancora non ho capito perchè lo studio sull'aerodinamica di questi orologi debba essere giudicato una innovazione e non ricerca pura, indubbiamente apprezzabile (in un ristretto ambito) ma fine a se stessa. Sarò grato a chiunque me lo spieghi.

    Per definizione con il termine innovazione nell'impresa si intende l'introduzione di nuovi metodi di progettazione, produzione e vendita di prodotti o servizi.
    A me piace molto la definizione letterale "alterare l'ordine definito delle cose per fare cose nuove".
    La ricerca è quindi un mezzo per realizzare una innovazione, che è quindi il fine della ricerca.
    Se la ricerca non ha come fine l'innovazione, la ricerca è fine a se stessa.
    Chi studia i processi di innovazione separa nettamente l'ambito della creazione del valore (generazione dell'innovazione) dall'ambito della cattura del valore.
    La cattura del valore economico è banale: se il prodotto/servizio innovativo raggiunge i target di vendita e copre i costi di sviluppo, il ritorno dell'investimento è positivo e tutti sono contenti.
    La cattura dei valori "soft" per i vali stakeholder è meno direttamente monetizzabile, perchè legata strettamente alla percezione di un valore più o meno elevato a seconda di quelli che sono i propri canoni di valutazione. Il che può portare a altri effetti sugli incassi dell'azienda innovativa, e valutare questo ritorno è un bell'esercizio per i controller di gestione che impazziscono per dare risposte ai dirigenti.

    Guardando i punti di vista: la deportanza è una innovazione, senza dubbio. La ricerca alla base non è stata fine a se stessa, l'innovazione c'è.
    Il valore della deportanza per i vari stakeholder può essere diverso, per te è nullo, per il facoltoso cliente è massimo, per me è alto in quanto dimostra capacità di pensare fuori dagli schemi. Per l'azienda non lo so, non vedo i loro bilanci....
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    CITAZIONE (Tessio @ 20/8/2023, 19:25) 
    Per quanto riguarda la discesa libera in sci Sofia Goggia, per un periodo testimonial RO-NI, ha indossato questo RT-1 sottoponendolo ad ogni sorta di sollecitazioni. Ad oggi questo orologio, nonostante numerosi altri test e "maltrattamenti", ha una precisione di marcia imbarazzante ed è ovviamente perfettamente integro.

    (IMG:https://upload.forumfree.net/i/ff12530093/...0820_192237.jpg)

    Una precisazione: RT1 é il modello di partenza usato per lo sviluppo del superleggero. Come si può vedere, questo aveva il movimento con ponti e platina in titanio. anche l‘anello portamovimento era in metallo,,non ricordo se Ergal o Titanio. 15 grammi in più….😄
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    CITAZIONE (gg99 @ 20/8/2023, 22:46) 
    Discutevo stamattina con amica ingegnere che lavora in primario gruppo automotive di “CF stampato” VS “CF dal pieno” (scusate se banalizzo, ma per brevità).
    Mi ha risposto che non vede alcun pro nel preferire la seconda lavorazione A MENO CHE si tratti di parti assai piccole (il suo ordine di grandezza è da meccanica di un’auto, non di un orologio) e con numerosi dettagli con angolature e sporgenze e dettagli molto sottili.
    Perciò sono totalmente d’accordo sul principio generale di OrologiAnTo ma il caso specifico mi torna con
    CITAZIONE (Scappamento @ 20/8/2023, 21:55) 
    parlando delle sole molle di sospensione non vedo, anch'io, altro modo che l'asportazione.

    CITAZIONE (OroManiac @ 20/8/2023, 13:56) 
    Per la complessità di forma, i numerosi sottosquadra e gli spessori estremamente ridotto in alcuni punti.

    Beh, quando si ragiona sui fatti è inevitabile trovare facili punti d'accordo. :)
    Complimenti all'amica per la sintesi.

    Aggiungo un piccolo dettaglio off topic. La tecnica migliore per produrre componenti a sezione costante in fibra di carbonio è la pultrusione. Con questa tecnica vengono realizzati ad esempio i tubi per fare dei telai, o le piastre di rinforzo utilizzate in edilizia antisismica. Ho utilizzato alcune di queste piastre in carbonio ad altissimo modulo incollate con honeycomb di alluminio ormai vent'anni fa per fare componenti di macchine con prestazioni allora estreme. Ricordo che le parti realizzate con questa tecnica erano ancora integre dopo i test accelerati di resistenza (60 ore a movimento alternato tutta corsa con 1,5 g di accelerazione, 200 mt/min velocità di picco) . Nel frattempo si era distrutto tutto il resto. Catene portacavi, cavi, tubi, connettori, supporti, soffietti di protezione guide.....
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    CITAZIONE (galaxys @ 20/8/2023, 21:13) 
    Le Cercle (des Horlogers) è l'azienda che produce per Trilobe, Armin Strom e mi pare anche Speake-marin, più tanti altri che ignoro.
    Se Hublot facesse un orologio simile (e ne fanno di simili) ad esempio, ci sarebbero sicuramente commenti divisivi (bello vs ciofeca), ma di sicuro ne venderebbero decine senza troppa fatica.

    Aggiungi Louis Vuitton (Voyager e Tambour sicuri) e Code41 con il Mecascape.

    CITAZIONE (galaxys @ 20/8/2023, 21:13) 
    Un mercato dove penso che questo orologio potrebbe avere successo è il Giappone, un pò perchè è made in italy, un pò perchè amano sempre di più oggetti ricercati.

    Anche se Nicola è made in Italy, l'azienda ha sede in Svizzera. Dovrei chiedergli se vista la produzione di parti in Italia, l'orologio rientra nei canoni per avere lo Swiss made oppure no. Per il resto, lasciamo fare agli specialisti di marketing e distribuzione dell'orologeria. Ne abbiamo di eccellenti anche in Italia.
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    CITAZIONE (Utente 183 @ 20/8/2023, 19:24) 
    Il collegamento alla foto del paracadutista a me pare evidente: se de Gayardon e Baumgartner non hanno ritenuto influenti le prestazioni aerodinamiche di quello che avevano al polso, dubito fortemente che altri possano apprezzare davvero la ricerca effettuata. Che poi tutta la ricerca possa essere divertente da fare o da studiare è un altro discorso, ci sta.

    Continuo a non vedere il nesso. Perdonami, ma che senso ha valutare le esperienze di persone risalenti a 20 o 10 anni prima dell'introduzione di una innovazione? Che tu e molti altri possano ritenere inutile la ricerca e la prestazione lo posso capire, ma non capisco la smania di trovare un "testimonial a supporto".
    A prescindere da questo, la mia positiva valutazione del grado di innovazione o dell'arte non cambia.
    Nel 2011 sono stato uno dei primi a sbattere le palpebre alla presentazione del Cenitgraphe Sport in alluminio di Journe. A chi o a cosa serve un cronografo foudroyante fatto interamente in alluminio, con inserti gommati, delicatissimo, pieno di brevetti e allo stesso tempo leggerissimo (55 gr con il bracciale)? Risposta: a nessuno e a niente. Ma è un'opera d'arte della tecnica di orologeria. Questi spunti tecnici li apprezzo, sia che li faccia Journe, Moyon, Busser&friends, Baumgartner&Frey, Papi, Soprana, Karapatis, Calabrese, Chiappino, Cortesy o altri illustri sconosciuti sia che operino in proprio sia che "annaspino" negli uffici R&D dei grossi marchi mondiali.

    CITAZIONE (Utente 183 @ 20/8/2023, 19:24) 
    E' giusto riportarla su un sito commerciale per magnificare le doti del proprio orologio? Mah... i commenti degli astanti sono ancora leggibili.

    Boh, chiediamo ad esperti di marketing. Io mi occupo di altro.

    CITAZIONE (Utente 183 @ 20/8/2023, 19:24) 
    Se non è stata commissionata (e quindi pagata) da un cliente, è stato giusto spendere tanti soldi che potevano essere utilizzatBusi per migliorare il design del prodotto o la comunicazione? Il mio parere (non richiesto) è: assolutamente no.

    Il bello e il buono delle aziende innovative è che spesso anche il CEO più conservatore -magari obtorto collo- decide di investire una quota parte di capitale e/o partite correnti in innovazioni radicali dall'esito commerciale incerto.
    Per cui il mio parere non richiesto è: i vertici aziendali impegnano i loro capitali sulla base di decisioni strategiche spesso prese in regime di incertezza. Queste decisioni -tranne quelle legalmente scorrette- sono insindacabili da tutti. E l'ultimo giudice inappellabile è solo la bottom line a fine anno fiscale. Tutto il resto è filosofia, sociologia o comunque "aria fritta".

    CITAZIONE (Utente 183 @ 20/8/2023, 19:24) 
    Finalmente ho avuto qualche spiegazione tecnica in più sul calibro. Grazie.

    Prego

    CITAZIONE (Utente 183 @ 20/8/2023, 19:24) 
    Al netto delle spiegazioni tecniche ricevute (per le quali, lo ripeto, ti ringrazio), confermo tutti i miei spunti di miglioramento precedentemente esposti.

    Siamo (ancora) in un paese libero dove ciascuno è libero di esprimere le sue opinioni.
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    CITAZIONE (OrologiAnTO @ 20/8/2023, 17:30) 
    Secondo me con una divisione stampo fatta bene e l'adozione di qualche "cassetto" per formare in sottosquadra , si fa un bel lavoro.
    Ipotizzo che la fresa , pur lavorando ad altissimo numero di giri, scavando dal pieno , sfibri e delamini .
    Si può rifinire di lime manualmente, ma i punti in cui ci sono tracce di sfibratura possono potenzialmente essere gli inneschi di difetti estetici.
    Screenshot_20230820_182128_Chrome

    Ecco perché, nella mia mente , la cassa finita di stampo è più convincente.

    Ammettendo che la prestazione strutturale sia identica tra un manufatto fatto da blocco e uno con pelli ritagliate, impilate in stampo e gestite con tecnica RTM, anche con stampo a cassetti avresti sicuramente i lati e le zone di transizione tra gli strati sulle superfici inclinate dall'aspetto molto più "resinoso". E ti voglio vedere a impilare in maniera certosina le pelli in quel microstampo, io penso che si avrebbero decine di difetti di bordo (porosità e pelli esposte) nelle zone delle molle di sospensione. No, non ci vedo una tecnica RTM. Al massimo una carbon forged. Mi ci vorrebbe lo specialista della pressa e dello stampo per capire se nelle aree dellle molle ci entra una fibra corta o lunga, il che cambia drasticamente le prestazioni dell'oggetto.
    Poi c'è un piccolo dettaglio che si può apprezzare solo mettendo di fianco dal vivo una cassa in carbon forged e una fatta per asportazione: la texture è completamente diversa. Qui si va nel soggettivo, io preferisco le texture di asportazione su orologi "spigolosi" e le texture carbon forged sugli orologi con forme più arrotondate.
    Con le nozioni tecniche a mia disposizione resto ancora convinto che la scelta di fare quella cassa con quella geometria di asportazione sia ancora la migliore in questa fase del ciclo di vita del prodotto.
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    CITAZIONE (Utente 183 @ 20/8/2023, 14:37) 
    Ringrazio OroManiac per le spiegazioni riguardanti la lavorazione della cassa, sulle quali non mi ero soffermato in quanto non mi sono mai interessato alla lavorazione della fibra di carbonio.

    Prego.... non ho molto tempo ormai per scrivere.. :EM14:

    CITAZIONE (Utente 183 @ 20/8/2023, 14:37) 
    Prendo atto che sono stati effettuati dei test in galleria del vento: ribadendo le mie perplessità (uso un eufemismo), spero che siano stati pagati dal cliente finale.

    Io mi disinteresso di chi ha pagato i test. Quello che a me solletica è la possibilità di vedere i dati risultanti ;)

    CITAZIONE (Utente 183 @ 20/8/2023, 14:37) 
    A meno che non si decida di allacciare l'orologio ad uno degli specchietti retrovisori, ad uno spoiler posteriore ovvero a qualsivoglia altro accessorio di un'automobile, di una motocicletta o di qualunque altro veicolo, a motore e non, dubito fortemente che le condizioni per cui l'aerodinamica è stata ottimizzata possano aversi per più di qualche frazione di minuto (se non di secondo, in alcuni casi).

    E' probabile che quanto tu affermi sia assolutamente vero. E' sufficiente che funzioni nel momento in cui serve e per cui è stata concepita. Possiamo provarlo? con dei test in galleria del vento nelle varie posizioni sì. Quando vedrò i risultati dei test vedremo cosa è stato fatto e in che condizioni.

    CITAZIONE (Utente 183 @ 20/8/2023, 14:37) 
    Invito tutti a visionare video ed immagini dei lanci del mai troppo compianto Patrick de Gayardon, che quando era impegnato nei suoi studi, estremi, sull'aerodinamica dei paracadutisti, al polso aveva una sberla che al confronto il PloProf sembra un Bulgari Finissimo (per non parlare di tutto il resto dell'equipaggiamento):

    Non capisco il collegamento... se è per dire che a velocità estreme ed altitudini estreme servono padelle iper-robuste, dissento.
    Baumgartner si è lanciato nel 2012 dalla stratosfera da quasi 40 km di altezza raggiungendo la velocità di oltre 1300 Km/h indossando uno Zenith Stratos Flyback di serie... che è una padellina da 46 mm non tanto diversa da altre...

    CITAZIONE (Utente 183 @ 20/8/2023, 14:37) 
    Attendo ulteriori contributi tecnici riguardo la robustezza del calibro. Abbiamo capito tutti quali sono gli scopi del progettista, ma ancora non mi è chiaro se lui e Le Cercle si siano imbattuti in quello che, per semplificare, ho chiamato "effetto Lassale". Non devo ricordare a forumisti evidentemente più esperti di me che a poco serve una cassa corazzata se poi al suo interno il calibro rischia di sbriciolarsi. Ripeto: attendo ulteriori spiegazioni tecniche.

    Se ti chiedi se si sia mai fracassato un movimento la risposta è no, non mi risulta.
    E non vedo come potrebbe, dal momento che:
    1) il movimento è disaccoppiato dinamicamente, minimizzando le forzanti esterne
    2) qui stiamo parlando di spessori da 5 mm, non da 1,2 mm...
    3) la costruzione interna è ben diversa dal Lassale. Se osservi bene il flusso di potenza, vedrei che avviene quasi tutto rispetto alla direzione principale trasversale della platina, e tutti i ruotismi sono supportati da entrambi i lati (eccezion fatta per la gabbia del tourbillon, dove il cuscinetto è ben generoso, molto più di molti micragnosi oggetti che reggono microrotori). Nel Lassale i ruotismi sono tutti mono perno e distribuiti da un lato e l'altro della platina. Questo genera momenti torcenti aggiuntivi sulla platina....
    4) la costruzione di ponti e platine a partire da massello di tessuto intrecciato garantisce una rigidezza flessionale ben superiore a quella che avresti con un carbon forged. E i due punti deboli flesso-torsionali sono sulla platina, nella zona di collegamento tra ponte centrale e ponte bariletto e nei due bracci che reggono il tourbillon. Ed in quei due punti lo spessore della platina è molto più generoso che nella zona ruotismi.
    Questo ultimo dettaglio tuttavia non lo si può comprendere senza osservare la platina smontata o con moltissime foto da più angolazioni del movimento (che nel sito non trovi)

    CITAZIONE (Utente 183 @ 20/8/2023, 14:37) 
    Apprezzo il commento negativo sul design e sul sito, che poi è il principale colpevole (a mio avviso) della maggior parte delle critiche e delle interpretazioni sul lavoro di RO-NI.

    Preferirei che ti riferissi alle mie valutazioni come feedback di miglioramento, grazie

    CITAZIONE (Utente 183 @ 20/8/2023, 14:37) 
    Infine, invito ancora una volta il progettista a palesarsi, al fine di raccogliere opinioni, critiche e, perchè, magari anche i nostri complimenti!

    Mah, questa lo vedo un po' più difficile, IHMO.
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    Aggiungo: qualunque paragone di rigidezza con il Lassale ritengo sia fuori luogo. Lì si parla di un calibro fatto cinquanta anni fa concepito per fare il record degli ultrapiatti, 1,2 mm totali con platina portante che in alcuni punti, specie in zona bariletto, arriva a stento a 2 decimi di mm (che per molti é lo spessore dei quadranti). Seguendo una regola un po‘ brutale, in termini flessionali una sezione regolare di FCRP ha una rigidezza equivalente ad una di ottone quando la sezione é circa il doppio. Significa che il Lassale in fibra di carbonio avrebbe platina equivalente da 0,4 mm in zona bariletto. Negli orologi di Nicola 0,4 mm é probabilmente lo spessore delle sfere, non certo della platina e dei ponti…quindi no, nessun timore che la platina si pieghi piantandoci i rubini o sotto le normali sollecitazioni d‘uso e manutenzione.
    Infine: sulla questione rinforzi delle casse in carbonio: la maggior parte di essi in realtà non sono puramente strutturali, vengono infatti aggiunti per garantire l‘impermeabilità che con una cassa fatta con tecnologa RTM é molto difficile da ottenere a causa delle porosità residue, già sottolineate da altri utenti.
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    CITAZIONE (OrologiAnTO @ 20/8/2023, 13:15) 
    OroManiac

    La mia esperienza in settori collaterali alla produzione di semilavorati del genere, mi porta a fare una spannometrica considerazione in merito all'opportunità di costruire uno stampo dedicato alla produzione delle casse.
    Disporrei fibre e non pelli e darei di stampaggio , e non di lavorazione , la forma finita alla cassa.
    CONTRO
    Investimento iniziale più alto.
    Cespite mono-prodotto.
    Campionamento economicamente impegnativo prima dell'ottimizzazione del processo.
    PRO
    Migliori proprietà meccaniche (anche se nemmeno Sofia Goggia distrugge i Roni sui paletti).
    Meno scarti in produzione.
    Resa estetica migliore .
    Maggior durata nel tempo del semilavorato.

    Ho più di qualche dubbio rispetto a ciò che dici. Per la complessità di forma, i numerosi sottosquadra e gli spessori estremamente ridotto in alcuni punti. E perché a mio giudizio nel piano principale del pezzo la resistenza flessionale é data dalla trama delle fibre…poi per carità , il dimensionamento non l‘ho fatto io e non saprei valutare „a occhio“ il coefficiente di sicurezza rispetto ai vari sforzi.. i numero qui sono di 5-8 ordini dj grandezza rispetto a quelli che maneggio quotidianamente.
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    CITAZIONE (Scappamento @ 20/8/2023, 13:12) 
    Io avrei sigillato con coating l'esterno, almeno sulla lunetta in carbonio tipo "forged" che soffre maggiormente di imperfezioni dovute a vuoti e micro cavità.
    Qualche microbolla si percepisce infatti...
    Per farlo ritornare matto basta una leggera satinatura, ma comunque la resina impregnante con l'uso tenderà a lucidarsi facilmente.
    Per il resto gran lavorone veramente ma non dimentichiamolo conta moltissimo e da complimentarsi per la progettazione e ovviamente la sacrosanta "bontà" e qualità della cnc più che solo le rifiniture...
    Con certi centri di lavoro si fanno i miracoli ormai.

    La lunetta forged é a mio giudizio il componente meno riusciuto e meno aderente alla sua filosofia di lavoro. Non escludo sia anche che la sua realizzazione sia poco canonica. Chiederò.
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    Prima di chiudere il mio contributo iniziale un paio di altri passi. Il primo riguarda le viti: tutte fatte realizzare appositamente. Le viti di fondello e lunetta sono in titanio grado 5. Le viti interne sono invece in Ergal (lega d'alluminio), anodizzate e lucidate a mano successivamente.
    Il secondo riguarda l'invecchiamento della resina della fibra di carbonio: quasi quasi propongo a Nicola un test di invecchiamento artificiale per esposizione a raggi UV seguito da test visivi e prove di resilienza Charpy.

    Conclusione ed opinione mia personale: abbiamo in Italia un vero talento che maneggia la fibra di carbonio in orologeria come nessun altro io abbia visto saper fare. E lo dico da possessore di altri orologi con casse in fibra di carbonio, sia "carbon forged" che realizzate per asportazione.
    Per chi è appassionato di tecnica di orologeria a 360 gradi, vedere questi oggetti nelle varie fasi , conoscerne la storia e le basi tecniche, le difficoltà tecnologiche è fonte di ricchezza culturale.
    E questo a prescindere da qualunque giudizio estetico, di politica commerciale, o pregiudizio verso nuovi materiali.
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    Infine, la deportanza. Ripartiamo sempre dal sogno: orologio leggero estremo che deve resistere a sollecitazioni estreme. L'idea di fare una cassa deportante nasce dal confronto con il cliente che temeva che con un cinturino leggero l'orologio imponente "volasse via" mentre se ne andava in moto o spider e chiaramente non aveva in mente cinturini modello "camicia di forza".
    La realizzazione sfrutta una serie di passaggi studiati appositamente per incanalare i flussi d'aria entranti tra le anse o le due aperture laterali.
    Funziona? Sotto certe condizioni, sì.
    Come ha ben detto l'utente che mastica di aerodinamica, il sistema è disegnato ed ottimizzato per due specifiche posizioni: corona in direzione del flusso d'aria e corona perpendicolare al flusso d'aria.
    Sono d'accordo con chi dubita della sua funzionalità su una spider, foss'anche la futura B95 da 1900 cv, pensate invece a chi sta andando in moto o a come si tengono i bastoncini durante una discesa libera e comprenderete che la soluzione ha molto a che fare con il sogno.
    La prossima se me lo concede cerco di vedere i test fatti nella galleria del vento di Dallara.
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    Non ho ancora avuto modo di visionare i risultati dei test fatti con gli accelerometri, sono curioso di vedere i valori. Nicola descrive anche un altro sistema di smorzamento delle vibrazioni con inserto gommato laterale. Su questo confesso di dover approfondire, perchè per come è fatto il sistema può funzionare solo in due modi: o come paraurti o come assorbitore dinamico. Alla prossima visita mi concentro anche su questo.
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    Per alleggerire la platina e i ponti è stato scelto invece un composito sempre in fibra di carbonio ma HD.
    Più stabile dopo la lavorazione meccanica, consente di mantenere le tolleranze di interasse e di foratura richieste, oltre ad avere una caratteristica elastica migliore del composito usato per la cassa, cosa che permette di piantare i rubini e i tenoni come si fa con l'ottone senza spaccare tutto o usare colle.
    Ho delle foto della platina pre finitura, ma non le pubblico senza il permesso di Nicola.
    So anche che la ricerca dell'alleggerimento a livello del movimento è ancora in corso e tra poco vedremo i passi successivi... le idee ci sono e sono tecnicamente ardite, sono convinto però che si possano "portare a casa".

    Ciò che teme di più Nicola sono le sollecitazioni trasmesse dalla cassa al movimento, ed è per questo che si è inventato il sistema di sospensione (Handling RSR).
    Il sistema funziona con una combinazione di elementi a rigidezza e smorzamento differente:
    1) la cassa, in cui sono ricavate le molle che garantiscono la rigidezza nel piano del movimento
    2) sospensori in composito a strati gomma/carbonio, che gestiscono lo smorzamento nei piani verticali e nelle rotazioni del movimento intorno ad assi orizzontali o quasi orizzontali (ne vedete 4 sul lato quadrante)
    3) l'anello di sospensione in polimero caricato carbonio, che è il vero elemento portante del movimento, che fa anche da cassa e guarnizione interna
    4) un secondo anello portamovimento bloccato da lunetta e fondello sulla controcassa precedente
    5) due ponti trasversali in polimero carbonio fibra corta e grafene che fanno da elemento di rigidezza nel collegamento tra l'anello suddetto e platina
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