Orologi e Passioni

Posts written by OroManiac

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    Le difficoltà di lavorazione sono esasperate dalla necessità di usare utensili specifici, che per i più esperti posso definire multitagliente a spoglia fortemente positiva, e che per i meno avvezzi posso definire come una serie di coltellini rotanti affilatissimi, che devono tagliare le fibre e non stapparle.
    I più esperti di lavorazioni meccaniche sapranno anche che le macchine per lavorare la fibra di carbonio hanno delle caratteristiche non comuni: con utensili molto piccoli servono velocità di rotazione degli utensili "spaventose", che possono avere il loro ottimo tra 50 e 100.000 giri al minuto e poichè non è possibile l'uso di liquidi lubrorefrigeranti, si deve raffreddare e pulire con aria compressa e soprattutto aspirare tutto, altrimenti la macchina è condannata dal polverino così' come i polmoni degli operatori.
    Dico anche che non ritengo un problema il taglio dei piani per una cassa o altri micro componenti di orologi basandomi sul fatto che la rottura di una cassa in carbonio soggetta ad urto esterno è un fenomeno molto particolare e che richiede, al netto dei difetti di fabbricazione, una serie di coincidenze abbastanza rare. A meno di impattare con la lama di un coltello in direzione parallela alle fibre che ovviamente apre il tutto come se fosse fatto di mica, l'impatto più pericoloso è perpendicolare alle fibre, a bassa energia, e con area di impatto estesa. Maggiore è l'area di impatto e minore lo spessore del laminato, più facile avere rottura intrastrato non visibili in superficie. Questa è la teoria, la pratica dice che questo orologio sbattuto contro i paletti dello slalom gigante si ammacca ma non si distrugge.
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    In quello che dirò mi riferisco al modello Superleggero, ovvero il tourbillon da 20,36 grammi senza cinturino (la foto pubblicata da Tessio è mia, e per confronto ho messo sulla bilancia L'UN Freak X Carbon di cui conoscevo il peso, per cui il dato è assolutamente reale). Purtroppo non ho la foto con il cinturino elastico con i 22 grammi di peso. In tutta verità però, il cinturino elastico non fa una bella figura sull'oggetto.

    Carbonio.... Carbonio.... ho visto che ci sono utenti partecipanti alla discussione super esperti di carbonio. Bene, potremo avere molti contributi.
    Nicola viene dal mondo motorsport, ha ben chiara la differenza tra le varie tecnologie di produzione di manufatti in carbonio, e ne usa diverse nel suo prodotto.
    Il grezzo viene per lo più da una rinomata fabbrica di compositi sita nella motor valley.

    Partiamo dalla cassa: Fibra di carbonio MD. Si parte come fatto vedere da Tessio da un "panetto" costituito da pelli sovrapposte resinate. Il modulo elastico della fibra di base così come lo spessore del twill (il tessuto intrecciato) non mi sono stati comunicati. Un utente ha ipotizzato la dimensione delle fibre (3k). Non posso dire il valore reale. La tecnica di produzione non l'ho chiesta, ma se avessi dovuto scegliere io, sarei andato sulla cara, vecchia Wet Lay Up (stesura a mano di pelle e resina strato per strato prima di polimerizzazione in autoclave, possibilmente sotto pressa. Non ci sono rinforzi di altro materiale. La lavorazione avviene per asportazione, il che come già detto da molti "impoverisce" le caratteristiche di resistenza in alcune direzioni, ma questo non lo vedo un problema. Il vero problema è la lavorazione di asportazione che è molto difficile e se non controllata, porta allo stappo delle pelli. Se questo succede, il semilavorato viene scartato. E lo scarto è piuttosto alto.
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    Ho avuto modo di vedere questi orologi dal vivo, sia interi che smontati, e di poter vedere anche alcuni passaggi delle evoluzioni dei modelli e dei calibri. Ripartirei da zero nella discussione, perchè questi oggetti non possono essere capiti se prima non si esplicita il sogno che c'è dietro, a prescindere dalle richieste di personalizzazione più o meno folli dei facoltosi clienti che si innamorano del prodotto.

    Nicola fin dall'inizio del suo percorso di ricerca nell'orologeria è stato mosso dal sogno di realizzare un orologio estremo secondo i canoni tecnici applicabili nel motorsport: leggerissimo e che potesse però mantenere integrità e cronometria sotto le sollecitazioni importanti di una gara motociclistica o di una discesa libera con gli sci.

    Come -quasi- tutti i tecnici estremi, Nicola farà molta fatica ad accettare le collaborazioni con i designer ed esperti di marketing, soprattutto perchè mettere in discussione dimensioni e scelte tecniche frutto di anni di sperimentazione è molto difficile. Questo è un passaggio inevitabile se l'azienda vuole crescere in termini di numeri ed uscire dal cerchio di nicchia dei suoi clienti. Perchè è innegabile, gli orologi così come sono esteticamente non piaceranno alla quasi totalità degli utenti e il sito internet più che presentare il prodotto sembra il fascicolo tecnico ingegneristico dello stesso (peraltro con qualche refuso dovuto alle evoluzioni degli oggetti e descrizioni formalmente "al limite" frutto di semplificazioni di concetti tecnici che su un sito internet a mio parere non dovrebbero nemmeno essere esposti).

    Riparto quindi da zero sulla tecnica e spero mi perdonerete se la mia cronica mancanza di tempo non mi permetterà di rispondere tempestivamente ad obiezioni o richieste di chi ha molta più possibilità di stare davanti ad uno schermo.

    Cominciamo dal punto primo: se devi fare un orologio leggerissimo, devi fare tutto leggerissimo, compreso il movimento. Partiamo quindi dai calibri. Il primissimo orologio fatto da Nicola era tradizionale, un crono con movimento modulare base Sellita con modulo DD. Pesantissimo, quanto basta per capire che il suo sogno doveva prima svilupparsi sui solo tempo. Inizialmente Vaucher, poi Le Cercle. La ragione del cambio è duplice: la prima è la presenza a catalogo di un tourbillon, la seconda è che le Cercle ha dato la disponibilità a fare il movimento ibrido, ovvero montare i movimenti con platina e ponti in carbonio prodotti da Nicola. Le finiture del movimento hanno a che fare con il sogno di Nicola? No, e per questo di fatto non si è investito nulla in quella direzione ma si è andati diritti a fare ponti e platine in carbonio. Il mio appunto personale a Nicola sul movimento del Tourbillon è stato che su un orologio così spinto dal punto di vista tecnico la racchetta di regolazione non si può proprio vedere. E far fare un movimento con bilanciere inerziale e spirale libera al momento non è nelle priorità.
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    Caro Nicola, lavoro ciclopico come sempre. Provo a dare il mio piccolo contributo con un mio fu Gallet:
    Multichron 12 per mercato USA (JXR), EP40 platina non marchiata, bilanciere con viti, incabloc, pitone fisso e racchetta di regolazione (JB40 IMP). Seriale sul fondello 925042
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    Con grave ritardo..... ormai sono oltre 15 e mezzo.... :EM25:
    Grazie!
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    Bella disamina, Nicola.
    Personalmente ritengo l'EP4 ed EP40 ancora oggi insuperato in quanto a prontezza e dolcezza di innesto della ruota a colonne,che è possibile solo grazie al dettaglio dell'azionamento diretto che in passato è stato poi utilizzato solo sui Venus/Valjoux 92 e ad oggi ripescato da ETA per i calibri che equipaggiano i Longines e da Breitling con la famiglia B01. Questi ultimi ci sono andati vicinissimi nella mia personalissima scala che vede ancora EP sul primo gradino del podio.
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    Corretto. Il catalogo 264 a cui tu fai probabilmente rifermento riporta infatti già tutte le referenze V72 e per la referenza 20832 parla di sfere al radio.
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    CITAZIONE (il falegname @ 24/5/2023, 18:20) 
    Il passaggio dal radio al trizio avviene circa nel 1960 e sul quadrante compare la "T" vicino a Swiss Made. Basta comprare cronografi leggermente successivi (immagino anche con il Minerva 13-20) per stare sicuri ;)

    Daniele

    Temo che non esistano 13-20 al trizio.. le referenze 20732 come quella presentata sono le ultime fatte da Minerva con i 13-20. Sui cataloghi dell'epoca (anni '50) c'erano già i modelli a tre contatori con il V72.
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    39 e 52 i miei preferiti. Qui sotto un 39 incassato in già citato Nicolet.
    charles_nicolet_movimento_piccola
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    wakmann_fronte_piccola_0wakmann_retro_piccolawakmann_interno_fondello_piccola
    Questo è stato mio... cassa acciaio fondello con veliero marcato Charles Gigandet Swiss
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    Ragazzi, ho appena appreso che è venuto a mancare una leggenda del nostro forum. Giovanni alias papalongines non è più tra noi. Amo pensare che ora sei nei cieli insieme al pilota giapponese assegnatario di uno dei tuoi magnifici 13ZN. Mi mancano le nostre serate di cazzeggio dall’’orologiaio…
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    Cena martedì 19 Luglio

    1. 1111andrea
    2. suaza
    3. oromaniac

    La aspettavo! Presente!

    Grazie ragazzi!
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    CITAZIONE (PaoloGaz @ 9/4/2022, 15:05) 
    l'idea è proprio questa. Martedì l'assistenza Longines mi restituirà l'orologio post service e manutenzione con relativa attestazione di intervento. Dopo qualche giorno ho concordato l'inoltro in casa madre per il certificato di originarietà e verifica pezzi al costo di Euro 120,00 oltre spedizione.

    Bene!

    CITAZIONE (PaoloGaz @ 9/4/2022, 15:05) 
    perchè non ristampare attuale?

    Perchè come detto è un quadrante di un 30CH, e come tutti anch'io ho fortissimi dubbi che sia stato montato in origine su questa cassa un quadrante 30CH.

    CITAZIONE (PaoloGaz @ 9/4/2022, 15:05) 
    sono totalmente d'accordo ed anzi ringrazio di cuore tutti gli amici del forum che mi state supportando e consigliando. Non ti nascondo che in PM mi sono arrivate due offerte che mi hanno lasciato interdetto. Sinceramente non mi aspettavo tali importi con i quali potrei agevolmente comprare un primo polso Omega o Tudor con tutta tranquillità però preferisco continuare a percorrere la strada del restauro. Se mi dovessi rendere conto che la spesa diventa eccessiva andrò a sacrificare il bracciale. Con 77 grammi di oro 18k dovrei abbondantemente rientrare di tutto!

    Per come sono fatto io, se la casa mi conferma che il bracciale è originale, vendo il Rolex, piuttosto...... :D
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    Potresti sempre mandarlo in casa madre per fare Expertise e confermare cosa è originale e cosa no, ti proporranno un intervento, ma tu puoi sempre dire no e andare per la tua strada. Per la ristampa cercherei un quadrante 13ZN "andato" ma adatto alla cassa e movimento su internet e lo farei ristampare da Causemann. Ci vorranno un po' di soldini ma, questo è il mio parare, rimettere ad antico splendore un orologio di pregio che ha un grande valore affettivo è un'impresa che merita un investimento correlato all'affetto e al rispetto per la persona che lo ha posseduto.
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    non c'è trippa per gatti... Lange
7838 replies since 11/11/2007
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