| Forse non lo sapete o non vi ricordate, dei test della NASA che lo speed ha superato per andare sulla luna. Il vetro in esaliate è comunque più fragile di uno zaffiro, ma puoi dargli delle belle botte prima che si rompa. Per la doccia deve avere le guarnizioni in buono stato. Detto ciò lo speed va bene per fare tutto ciò che vuoi. Due seguito riporto un po' di storia dei test NASA.
Ciao, ciao.
Trio vincente Soltanto 3 dei 6 cronografi superarono questa difficile fase di pre-selezione. I finalisti furono quindi soggetti a undici differenti prove, le più rigorose mai effettuate nella storia dell’orologeria. Il 29 settembre 1964, la NASA ordinò – al prezzo di 82.50 Dollari l’uno secondo il cambio di quel giorno – in Svizzera erano venduti a 415 CHF – due Speedmaster a scopo di testarli e valutarli e pose come condizione che la consegna venisse effettuata entro il Ottobre 1964.
1. Alte temperature 48 ore alla temperatura di 71°C, seguite da 30 minuti a 93°C, il tutto a una pressione di 5,5 psia (pound per square inch o libbre per pollice quadrato, pari a 0,35 atmosfere) e con un’umidità relativa non superiore al 15%.
2. Basse temperature Quattro ore alla temperatura di -18°C.
3. Temperatura-pressione La camera viene sottoposta alla pressione massima di 1,47 x 10-5 psia (10-6 atmosfere) e alla temperatura di 71°C. La temperatura viene quindi abbassata a -18°C nel giro di 45 minuti e portata nuovamente a 71°C durante i 45 minuti successivi. Questa procedura viene ripetuta altre quindici volte.
4. Umidità relativa Un totale di 240 ore a temperature comprese fra 20 e 71°C, con un’umidità relativa pari a almeno il 95%. Il vapore acqueo utilizzato deve avere un pH compreso fra 6,5 e 7,5.
5. Atmosfera satura di ossigeno L’orologio viene immesso per 48 ore in un’atmosfera costituita al 100% da ossigeno, alla pressione di 5,5 psia (0,35 atmosfere). Il test viene considerato non superato per valori al di fuori delle specifiche e dei limiti di tolleranza previsti, bruciature visibili, formazione di gas tossici, sprigionamento di odori acri, danneggiamento di giunti o lubrificanti. La temperatura ambientale viene mantenuta a 71°C.
6. Prova d’urto Sei urti da 40 G, della durata di 11 millisecondi ciascuno, in sei angolazioni diverse.
7. Accelerazione L’orologio viene sottoposto, nel giro di 333 secondi, ad accelerazioni lineari di entità compresa fra 1 e 7,25 G, lungo un’asse parallela a quella longitudinale della navicella spaziale.
8. Decompressione Novanta minuti alla pressione massima di 1,47 x 10-5 libbre psia (10-6 atmosfere) alla temperatura di 71°C e 30 minuti alla temperatura di 93°C.
9. Sovrappressione L’orologio viene sottoposto alla pressione di 23,5 psia (1,6 atmosfere) per un periodo minimo di un’ora.
10. Vibrazioni Tre cicli (laterale, orizzontale, verticale) di 30 minuti, a una frequenza di oscillazione variabile da 5 a 2.000 Hertz e di nuovo a 5 Hertz, il tutto nel giro di 15 minuti. L’accelerazione media per impulso non deve risultare inferiore a 8,8 G.
11. Rumore
130 decibel in un range di frequenza compreso tra 40 e 10.000 Hertz, per una durata di 30 minuti
I risultati Il 1° marzo 1965 i risultati dei test erano completi. Come detto in precedenza, erano rimaste in lizza tre cronografi di differenti marche. Di questi, uno aveva incontrato difficoltà in due diverse occasioni durante i test per la resistenza all’umidità, fermandosi definitivamente durante quello di resistenza al calore: la lancetta dei secondi si era deformata, impigliandosi nelle altre.
Durante la prova di resistenza al calore, il vetro del secondo cronografo prima si piegò, poi si fuse staccandosi dalla cassa.
Soltanto l’OMEGA Speedmaster superò tutti i test con una performance eccezionale. All’epoca, gli esperti della NASA scrissero: “Le prove funzionali e ambientali condotte sui tre cronografi selezionati sono state ultimate e, visti i risultati conseguiti, i tre membri dell’equipaggio GT-3 (Gemini Titan III) sono stati dotati di cronografi OMEGA opportunamente omologati”. |
|