Il CB non ha mai "tenuto in sensto" Journe, anzi, ha diminuito drasticamente la produzione... purtroppo

Lui non mangia pane, solo brioches

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Io ad esempio aspetto quasi da 2 anni e ci ho quasi rinunciato. Ora sta a me: passare ad altro nel mondo journe “saltando” un passaggio o scegliere atri brand (nel mio caso lange) dove ho già esperienza visto che ho comprato senza problemi un L1 ? lange l’ho messa al polso e conosciuta in questi due anni.. journe no...
Bei dilemmi lo so, ma spero che sia chiaro il punto

Attualmente a Verona c’è un F.P. Octa Automatique 40 mm in platino avana , data e riserva di carica anno 2019 . Info in mp

..... Credo sia anche l'orologio di cui è più fiero lo stesso Journe, lo deduco dal fatto che quando ospitò Daniels nella sua Maison, un emozionato e teso Journe (solitamente spavaldo e arrogante) presentò e dedicò al suo "Maestro" proprio un Resonance.

Di più, quando di secondo polso qualcuno se ne trovava, i prezzi erano come dici tu, ma in pochi lo volevano.

E a me che faceva piacere l'avessi tu

Azz.. Filippo, il numero 1 !

Vista in questo modo, certamente convengo

Il mio discorso non era però riferito - solo - all'uso o meno di macchinari che risulta peraltro praticamente indispensabile, era rivolto al fatto che un orologio firmato FPJ non è propriamente costruito dalle manine di FPJ, quindi la natura di artigiano è già non identificabile come tale

Però, permettimi, è inesatta anche la definizione di artigianale accostata a FPJ, perché è un industriale, di nicchia, di elite, ma industriale. I veri artigiani, che fanno - quasi - tutto a mano e tutto da soli sono forse rimasti in due o tre...

Beh, "finalmente si parla" è forse riduttivo, se ne è parlato come talvolta si è parlato di altri produttori di nicchia, siano industriali come FPJ o Lange, siano più artigianali come alcuni altri...

Se ne parla poco? Sì, è vero. Perché se ne parla poco? Per mancanza di cultura specifica, senza offesa per alcuno. Non facilissimo parlare di un prodotto particolare, conosciuto da una minoranza che magari sa anche cogliere l'essenza della tecnica e non solo dell'estetica, che vive quindi l'orologio come vivrebbe un buon libro, un grande film, un piatto raffinato cucinato da un importante chef... A differenza del piatto che hai mangiato, conoscere un orologio non significa giocoforza possederlo, significa averlo studiato, visto, conosciuto, il possesso diventa quasi secondario. Quanti, esempio che ho già portato in passato, hanno un Munch o un Matisse appeso nel tinello? Praticamente nessuno, ma ugualmente possono ben essere buoni conoscitori della materia.

Se iniziassimo, come già fatto notare e con buona pace di chi se ne risentirà, a non scrivere di scimmie, conce, liste, acchiappi, polsare - e non tocco faccende economiche e speculative, che non mi pare il caso - e si discutesse di orologi, di come sono fatti dentro e fuori e delle sensazioni che ci trasmettono, sarebbe un bel passo avanti verso un certo acculturamento orologiero, no? Se non fossimo sufficientemente maturi per comprendere quanto sia errato che un Chonometre Bleu, che oggi come oggi non arriverà mai da fonte ufficiale se non siete clienti del marchio, venga mentalmente accettato come "da prendere" quando proposto, usato, ad oltre 10k il listino, allora abbiamo finito prima di iniziare e possiamo tranquillamente andare dal conce, polsare un *censura*, farci mettere in lista, non resistere alla scimmia e comprarlo dal reseller, per poi presentarlo qui con una foto sfuocata e godersi dodici pagine di complimenti per l'acchiappo spesso senza conoscere la differenza fra una spirale da orologio e una spirale ginecologica.