Orologi e Passioni

Posts written by Baldazzar

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    Le auto elettriche sono il più grande greenwashing di questi anni, spostano solo il problema e non sono affatto green. (Seguono a ruota i pannelli fotovoltaici).

    Finalmente questo fatto chiaro è innegabile è sempre più presente sia nei convegni che nei corsi di alto livello quando ci si confronta con le dinamiche di environment.
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    CITAZIONE (cucustime @ 30/1/2021, 12:12) 
    E se in città iniziassimo ad usare queste? Personalmente se ci fosse una critical mass non avrei problemi ad usarla.(IMG:https://upload.forumfree.net/i/ff10562213/hdeejiig_kl.jpg)

    Perché???

    Le biciclette sono gli oggetti meccanici perfetti, perché complicarle e renderle inutili come ‘sti cosi qua?

    Accetto le assistite perché hanno una complicazione che porta degli effetti positivi per le distanze e la fatica relativa, ma quelle robe sdraiate no, non hanno alcun senso, né pratico, né prestazionale, né di costo.
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    CITAZIONE (Tifeo Pluto @ 27/1/2021, 09:34) 
    Io francamente non capisco perchè tu debba sempre ricordare che sei dismorfico =/


    :] XD <3

    Non è che perché sei diversamente munito di muscolatura nelle gambe allora sono io quello dismorfico -_- <3

    Infatti nei jeans con taglio corretto ci sto benissimo.
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    CITAZIONE (Tifeo Pluto @ 27/1/2021, 07:38) 
    Per me il secondo è il più equilibrato (stanti i canoni odierni).
    Il primo troppo stretto nei polpacci.
    Il terzo molto classico. Sicuramente non sentirà mai il tempo che passa.

    L'uso dei jeans stretti comunque è piuttosto recente, direi un 15-20aa.
    Prima di allora non saprei dire quanto sia necessario andare indietro per ritrovarli...forse mai?

    Io nel primo manco riesco a salire sopra le caviglie, nel secondo dovrei prendere due taglie in più in vita, il terzo mi veste come il secondo ma con la vita appena abbondante...
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    CITAZIONE (TripleDan @ 26/1/2021, 19:22) 
    Complimenti a Luca-Baldazzar per il suo scritto...

    No no!! Calma!

    Non sono io che ho scritto questo articolo, l’autore è Luca del profilo di divulgazione scientifica L’avvocato dell’Atomo www.facebook.com/AvvocatoAtomico/

    Ho solo copiaincollato.
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    CITAZIONE (twaspy @ 26/1/2021, 18:48) 
    Ok siamo agli articoli di Facebook e dei media che nascondono la realtà.

    Ci sono commissioni che dagli anni '60 del secolo scorso si interrogano sulle regolamentazioni da applicare e sul luogo dove stoccare le scorie e invece bastava un normale capannone?

    Abbiamo dei punti di vista molto distanti. Non dico che le altre fonti di energia che utilizziamo largamente oggi siano migliori ma il nucleare, per come è concepito oggi, non è sicuramente la risposta al problema.

    Nascondere la realtà? Va beh ok è assolutamente inutile perdere tempo. Certo magari aggiornarsi un poco da quello che era lo stato dell’arte degli anni 60...

    Per fortuna vengono costruite e gestite sempre più centrali in ogni parte del mondo, per lo meno c’è chi lavora per fare qualcosa di concreto per diminuire l’inquinamento ma senza decrescite fantasiose e devastanti per il benessere della popolazione.
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    CITAZIONE (twaspy @ 26/1/2021, 18:01) 
    Cioè in pratica visto che non ci sono stati finora grossi incidenti si può dire che sia sicuro?! Un po' d'acqua e passa tutto?! :blink:

    Sì, si può dirlo.

    Comunque 45 anni di scorie a radioattività alta e media prodotte in Svizzera

    Schermata_2021-01-26_alle_15_0

    Quantitativi, impatto ambientale e impatto mediatico.
    Concludiamo con questo articolo la trattazione del problema delle scorie radioattive, abbiamo visto nella prima parte da cosa sono costituite e nella seconda parte come le scorie di alto livello, quelle più pericolose, si possano riciclare grazie ai reattori FBR, ma questo sia un procedimento costoso.
    Ma quante scorie radioattive si producono nel mondo? Detto in maniera semplice, pochissime. Anche utilizzando reattori ad acqua leggera, e quindi limitandosi a sfruttare il fissile naturale (ovvero l'Uranio 235, che è appena lo 0,7% dell'Uranio nel mondo), un kg di combustibile arricchito al 3% fornisce comunque una quantità di energia pari a 20 tonnellate di gas, senza nemmeno considerare il riprocessamento - coi reattori autofertilizzanti si otterrebbe da 1 kg di Uranio la stessa energia di 1200 tonnellate di gas, o 3000 tonnellate di carbone.
    Il fatto che la densità energetica del combustibile sia così alta implica che ne servano quantitativi piuttosto limitati per soddisfare quello che è l'attuale fabbisogno modiale di energia; in effetti, oggi nel mondo vengono utilizzate meno di 70.000 tonnellate di Uranio all'anno - per fare un paragone ogni anno noi immettiamo in atmosfera 35-40 miliardi di tonnellate di gas dovuti alla combustione degli idrocarburi (CO2, ma non solo).
    70.000 tonnellate possono sembrare comunque parecchie, ma occorre considerare che l'Uranio è un elemento estremamente denso, e che pertanto in termini di volume si tratta in realtà di quantità davvero minime - tutte le scorie radioattive prodotte fino ad ora nel mondo potrebbero stare all'interno di un'area grande quanto un campo da football americano, riempito fino ad un'altezza di 3 metri.
    Si tratta quindi di rifiuti che, oltre ad essere riciclabili (lo ripeterò fino alla nausea, perché è importante che si capisca che il problema delle scorie radioattive non è un problema insolubile, è semplicemente una questione di praticità della soluzione), sono solidi, compatti e facili da stoccare.
    Ma quante se ne produrrebbero se tutto il mondo andasse avanti a energia nucleare? Per rispondere a questa domanda possiamo guardare ai dati francesi: la Francia produce circa il 75% della sua energia col nucleare, ed è un paese altamente industrializzato con un elevato indice di sviluppo, quindi è un ottimo metro di misura.
    In Francia ogni cittadino produce annualmente 1200 kg di rifiuti, di cui 100 kg di rifiuti speciali (rifiuti tossici o che comunque richiedono di essere smaltiti in maniera particolare e non possono essere gettati in discarica). Di questi 100 kg di rifiuti speciali, solo 1 kg sono i rifiuti radioattivi dovuti alla produzione di energia elettrica da nucleare. Ma attenzione: abbiamo visto che i rifiuti radioattivi di basso e medio livello richiedono solo di essere stoccati temporaneamente, perché perdono la loro radioattività nel giro di qualche anno/decennio, le vere "scorie radioattive che durano per migliaia di anni" sono quelle di alto livello. Queste ultime ammontano ad appena 11 grammi pro-capite, poco più di una parte su diecimila rispetto al totale dei rifiuti tossici prodotti annualmente da un cittadino francese.
    Per visualizzare meglio questo dato, potete pensare che se usaste energia nucleare per ogni singola esigenza della vostra vita (dall'elettricità domestica al ricaricare la batteria di un'auto elettrica all'alimentare i trasporti pubblici) il volume di scorie radioattive che produrreste nel corso di tutta la vostra vita sarebbe pari a quello di una lattina di Coca-Cola.
    Nella foto 1 potete vedere in una singola stanza grande più o meno come una palestra da basket tutti i rifiuti radioattivi di medio e alto livello prodotti dalla Svizzera in 45 anni. Notate che c'è ancora parecchio spazio vuoto e che le persone possono tranquillamente sostare in presenza dei contenitori senza doversi dotare di dispositivi di protezione.
    Qual è l'impatto ambientale delle scorie radioattive? Molte persone sono convinte che le scorie radioattive avvelenino irrimediabilmente il pianeta: niente di più falso. In realtà il pianeta è radioattivo già di suo, e abbiamo ampia evidenza del fatto che nemmeno dei fallout nucleari come quello di Chernobyl o come quelli dei test atomici militari alterino drammaticamente gli equilibri naturali, figuriamoci la presenza di sostanze che decadono lentamente nel tempo.
    La vera pericolosità dei rifiuti nucleari è dovuta al loro effetto sull'uomo, non sull'ambiente, ma in questo non sono diverse da moltissimi altri rifiuti tossici che l'umanità produce a livello industriale: dagli scarti della raffinazione degli idrocarburi ai rifiuti speciali prodotti dalle industrie farmaceutiche, dai pesticidi ai liquami tossici prodotti dalla lavorazione delle terre rare (con le quali si fanno i circuiti degli smartphones, le batterie e i pannelli solari).
    La differenza è che la quantità di scorie radioattive che si producono è drammaticamente inferiore a quella dei rifiuti tossici dovuti a qualunque altro tipo di industria. Per fare un paragone, secondo uno studio di Environmental Progress, a parità di energia prodotta i pannelli solari generano una quantità 300 volte maggiore di rifiuti speciali rispetto all'energia nucleare (mi si dirà: in realtà molti dei rifiuti speciali dovuti ai pannelli solari sarebbero riciclabili, non viene fatto solo per motivi economici. Già, proprio come le scorie nucleari).
    Ma le scorie nucleari restano radioattive per decine/centinaia di migliaia di anni! Non proprio. Abbiamo visto che le scorie di alto livello sono composte da Uranio 238 esausto (quindi con piccole percentuali di Uranio 235 e Plutonio, insufficienti ad alimentare reazioni di fissione) e dai prodotti di fissione. Questi ultimi sono costituiti per i due terzi da isotopi stabili e per la parte rimanente da sostanze radioattive, alcune delle quali sono pericolose per la salute (in particolare il Cesio 137, lo Stronzio 90 e lo Iodio 131). Ma i prodotti di fissione non hanno tempi di decadimento millenari: tra tutti gli elementi che si generano dalla fissione dell'Uranio, il tempo di dimezzamento più lungo è quello del Cesio 137, ed è di circa 30 anni; il più pericoloso tra i prodotti di fissione, lo Iodio 131, si dimezza in appena 8 giorni.
    Dunque la componente più pericolosa delle scorie di alto livello esaurisce la sua radioattività in tempi relativamente brevi (paragonabili a quelli della permanenza nell'ambiente di molte plastiche).
    L'Uranio esausto è invece quello che resta radioattivo per tempi molto lunghi, ma è assai meno tossico: innanzitutto perché i tempi di decadimento così lunghi sono proprio dovuti ad un'emissività radioattiva bassa, e in secondo luogo perché il principale modo di decadimento dell'Uranio è l'emissione di particelle alfa, che sono estremamente facili da schermare (in effetti la nostra pelle è più che sufficiente allo scopo). Per avere effetti sulla salute da emissioni alfa occorre avere irradiazione interna, cosa che sostanzialmente si potrebbe verificare solo se l'Uranio venisse ingerito o inalato, il che implica che l'unica cosa a cui bisogna fare realmente attenzione nello stoccaggio delle scorie radioattive è la possibile contaminazione di falde acquifere. Ma anche in quel caso i rischi sarebbero estremamente ridotti: nel 2009 uno studio finlandese sul "worst case scenario" faceva la seguente stima.
    -Supponiamo che un sito di stoccaggio di scorie nucleari progettato per durare decine di migliaia di anni sia costruito male e dopo appena mille anni inizi a disperdere materiale radioattivo nell'ambiente.
    -Supponiamo che la radioattività non venga assorbita dalle rocce circostanti, ma contamini una falda acquifera.
    -Supponiamo che sopra quella falda acquifera venga ad un certo punto costruita una città nell'anno 12.000 DC (ovvero quando la falda ha raggiunto il massimo della contaminazione possibile)
    -Supponiamo che gli abitanti di quella città consumino solo cibo e acqua provenienti da quella zona e spendano tutto il loro tempo nel singolo metro quadro dove la radioattività ambientale è più alta.
    Se anche tutto questo si verificasse la dose equivalente di radiazioni assorbita da un abitante della città del futuro sarebbe di appena 0,0002 mSv all'anno. Ben due banane. Trovate lo studio qui: www.posiva.fi/files/1230/POSIVA_2010-03web.pdf
    E tutto questo senza considerare che, repetita iuvant, la componente più duratura delle scorie di alto livello è anche quella riciclabile.
    Ma allora perché le persone hanno tanta paura delle scorie radioattive? La triste risposta a questa domanda la potete vedere nell'immagine 2, una delle tante immagini di repertorio che saltano fuori se cercate su google "scorie radioattive". Notate anche voi una lieve differenza rispetto all'immagine 1? Immagini del genere sono costantemente utilizzate da giornali e riviste per trattare il tema con toni catastrofisti e approccio totalmente anti-scientifico. Da dove arrivano queste visuali terrificanti di taniche arrugginite buttate nei boschi dalle quali fuoriesce liquido verde fosforescente? È presto detto: dai videogiochi.
    Quella nell'immagine è stata presa da S.T.A.L.K.E.R., ma in generale le ambientazioni di Fallout, Half-Life e svariate altre saghe post-apocalittiche sono state saccheggiate a più riprese.
    L'immagine in questione è stata utilizzata come copertina per un articolo della rivista ambientalista GreenMe sulle scorie radioattive: nel riquadro evidenziato potete leggere il profilo dell'autrice. Laurea in scienze erboristiche, la Cipolla tuttofare, la Salvia tuttofare e i cosmetici fai-da-te: l'ideale per parlare di rifiuti nucleari con competenza e cognizione di causa, direi.
    Curriculum da sindaco di cialtronia, Microsoft Paint, nessuna idea dell'argomento, e si va a vendere paura anche oggi.
    -Luca

    Ottimo articolo di divulgazione scientifica sul nucleare: www.facebook.com/AvvocatoAtomico/posts/137205714612294
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    CITAZIONE (Tifeo Pluto @ 26/1/2021, 15:39) 
    Ora che hai messo in vendita il pezzo migliore, puoi fare l'upgrade

    Voi due siete malati di basiche

    Se ci fossero le versioni ad una ruota motrice prendereste quelle
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    CITAZIONE (twaspy @ 26/1/2021, 12:11) 
    Ben diverso è il caso delle scorie delle centrali che sono catalogate con radioattività Alta o Media e per quanto mi riguarda quindi ripeto che è inaccettabile.

    Purtroppo in Italia siete la maggioranza.

    Per fortuna nel mondo no. https://www.viite.fi/2021/01/20/nuclear-qa...iWsdkJ-oMFj80tU
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    CITAZIONE (DiegoV @ 22/1/2021, 14:13) 
    https://pdc.minambiente.it/sites/default/f...doso_marino.pdf

    non capisco il nesso con i rifiuti radioattivi, tantomeno mi interessa approfondirlo.

    Non stavo rispondendo ad un tuo post, ma all'utente twaspy che riportava l'abusata credenza delle scorie radioattive per migliaia di anni. E l'aver dimenticato che la maggior parte dei rifiuti radioattivi arrivano dagli ospedali.

    Abusata e poco attendibile, in quanto buona parte delle scorie vengono riutilizzate nelle centrali di nuova generazione e i veri scarti sono una quantità praticamente insignificante e facilmente stoccabile.

    Dell'energia mareomotrice se ne parla da anni, è giusto che si studi, ma gli svantaggi sono ancora enormemente più alti dei vantaggi. Forse interessante per le grandi città fronte oceano, ed infatti è lì che la studiano. Ma fra rumore, molto al di sopra dei limiti di legge, impatto ambientale delle costruzioni, seri problemi di "convivenza" con la navigazione marittima sia commerciale che da diporto, funzionamento ottimale solo con bel tempo e fragilità elevata (con costi elevati di ripristino) verso eventi meteorologici importanti (sempre più diffusi e potenti), se ne parlerà forse fra 50 anni... Forse...
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    CITAZIONE (twaspy @ 22/1/2021, 12:13) 
    Per me avere un sistema che produce sì energia ma porta con sè scorie per migliaia di anni è da scartare a prescindere

    Fonte Greenpeace?

    Ancora fermi a queste credenze popolari, da Bmovie?

    E come la mettiamo con la maggioranza dei rifiuti radioattivi che arrivano dal medicale? Scartiamo a prescindere le cure e gli esami?
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    CITAZIONE (DiegoV @ 22/1/2021, 08:10) 
    Invece di comprare nucleare si comprerà energia pulita, non vedo il problema.
    Se parliamo di costi, dobbiamo anche sapere che il nucleare ha sempre ricevuto sovvenzioni da tutti gli stati e inoltre non vengono considerati i costi “imprevedibili” di mantenimento delle scorie nel tempo.
    Ma siamo ampiamente OT

    Perché invece le altre fonti di energia non ricevono sovvenzioni dal folle all'esagerato? In Italia guardiamo la voce A3 nella bolletta elettrica...

    Il nucleare è costoso in fase di avviamento, nel medio e lungo termine e di gran lunga meno costoso.

    Mettiamola in soldi, dal 2010 ad oggi più o meno siamo a 100 miliardi di sovvenzioni alle rinnovabili, rinnovabili che in totale sono arrivate al 10% del fabbisogno di energia (e ancora le auto elettriche sono allo 0.niente). Verranno erogati almeno altri 100 miliardi di euro sempre per sovvenzionare le rinnovabili (solare in testa) per i prossimi 10 anni.

    Con 120 miliardi avremmo la possibilità di costruire e attivare 24 EPR che produrrebbero all'incirca il nostro fabbisogno energetico.

    È davvero così caro? O siamo "bombardati" da malainformazione?
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    CITAZIONE (Mago Magoo @ 22/1/2021, 10:38) 
    Sono pienamente d'accordo, ad oggi non esistono fonti che possano sostituire il petrolio e il nucleare.

    Il nucleare può soppiantare totalmente il petrolio per produrre energia elettrica, ed è l'unica via percorribile per abbattere l'inquinamento atmosferico e la produzione eccessiva di CO2.

    Anche qui continuo a vedere che la pessima informazione su questa forma di produzione di energia è accostata alle enormemente più inquinanti e pericolose fonti di energia come carbone (di gran lunga il più pericoloso e inquinante), petrolio, gas e buona parte della biomassa.

    Solare e eolico non sono la soluzione del problema, sono un buon corollario al nucleare, assieme all'idroelettrico e al geotermico ove possibile, ma hanno un capacity factor infinitamente lontana dal nucleare e dalle altre fonti classiche di energia.

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    CITAZIONE (Andreax89 @ 19/1/2021, 19:14) 
    Allora dei della mia zona!!!!!!!!!!!!!

    Molte centrali si stanno avvicinando a fine vita, anche quello è un bel problema...

    Valsesia...

    In verità no, non è un gran problema.

    Purtroppo abbiamo perso tutto e dubito si possa fare qualcosa. Almeno non per le prossime due generazioni.
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    CITAZIONE (Mar_Pam @ 19/1/2021, 17:22) 
    Costruiamo centrali nucleari?

    Che è l'unica cosa intelligente che potremmo fare.

    Decenni di cattiva informazione e ci siamo giocati la Soluzione (nonché una marea di posti di lavoro di altissimo profilo).

    Non ho nessuna sindrome NIMBY, abito a pochi chilometri da Trino, la centrale la vedo appena salgo la collina qua dietro...

    Comunque gli unici che in Europa possono permettersi la transizione immediata alle auto elettriche sono i francesi e, forse, in parte, gli svizzeri.
3197 replies since 25/11/2010
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