| Spero (e credo) sia la sezione giusta...
Il sogno di una vita, è da quando ho iniziato ad andare in MTB (una ventina d'anni fa) che era un chiodo fisso, nel corso di tutti questi anni ho pensato, pianificato tappe, tempi, tabelle di allenamento, ma nulla, oramai avevo quasi rinunciato all'idea quando, improvvisamente, mi chiama un amico di pedalate e mi prospetta la possibilità di farlo insieme ad altre persone (sconosciute per lo più). Qui iniziano i dubbi e le perplessità, non sono io ad organizzare, mi dovrà attenere al percorso scelto da altri (ci sono infinite varianti) e alle tempistiche non mie. Alla fine non posso che accettare non senza preoccupazioni, il giro è impegnativo e si farà in totale autonomia (nessun supporto da persone munite di mezzi meccanici insomma). Eccovi un mio, breve, diario di viaggio.
Tappa 1 Courmayeur - Les Chiapeaux
L'appuntamento è fissato in un parcheggio poco sotto Entreves dove lasceremo le macchine, sarà che sono il più vicino sarà che non ho dormito molto per via dell'adrenalina ma sono il primo ad arrivare. Alla spicciolata arrivano anche gli altri, dopo una, lenta, preparazione si parte. La prima parte è semplice si fa,un pezzo, di una strada strada sterrata che porta alla Val Veny, si sbuca poco prima dell santuario di Notre Dame de la Guèrison si risale per la strada asfaltata. Traffico micidiale fino all'ultimo parcheggio per le auto dove, finalmente, si inizia a respirare l'aria di montagna. Si continua a salire fino ad arrivare al bivio per il Lago Combal. Si gira a destra e inizia un tratto in lieve falsopiano prima e con una bella salita poi che ci porterà al Rifugio Elisabetta (2195 m). E da li , salvo un breve tratto iniziale, si inizia a spingere perchè le pendenze sono micidiali. Incontriamo una coppia (lui e lei) che fanno il nostro stesso percorso, li incroceremo più volte nel corso del viaggio (nel prosieguo del racconto riappariranno), dopo un paio di ore si arriva al confine, il Col de la Seigne (2516 m). Il panorama è mozzafiato, dopo le foto di rito inizia una bella discesa verso Chapieux, ci complichiamo la vita seguendo una traccia che fa su è giù nel vallone sottostante ma, dopo più di un'imprecazione, arriviamo all'ostello. Discretamente pulito ma non c'è assolutamente connessione a internet e il telefono non funziona. Camera da 4 letti tutto sommato, sistemazione decente.
Tappa 2 Les Chiapeaux - Chamonix
Sulla carta era la tappa più dura in assoluto e rimarrà fedele alle attese. Si parte da Les Chiapeaux e si affronta, su asfalto, una delle mitiche salite del Tour de France il Cormet de Roselend, si inizia a salire con pendenze tutto sommato pedalabili ma il bello dura poco, a metò salita si gira in una stradina a sinistra e dopo 5 o 600 metri di sterrto inizia la via crucis. Tre ore abbondanti di portage per arrivare al rifugio de la Croix de Bonhomme a 2443 metri (Les Chiapeaux 1550 metri), sotto un sole devastante. Arrivati in cima incontriamo un gruppo di koreani che ci accolgono come degli eroi! Dopo una pausa si pensava che il peggio fosse passato e invece no, inizia una discesa micidiale che ci porta fino al Col de Bonhomme (2239 metri), poi la discesa riprende, sempre pedalabile al 40% circa, in più ci si mette anche un traffico pedonale non indifferente, finalmente vediamo Les Contamines (1160 m), discesa finalmente pedalabile di 5 o 6 km e si arriva in paese, piccola sosta e si riprende. Si perde ancora quota per poi rincominciare a salire per arrivare al Col de Voza. Un po' di asfalto e poi si sale con pendenze micidiale, altro portage di 1, 30 h. circa, ovviamente le fatiche precedente il caldo non aiutano. Finalmente arriviamo al Col de Voza (1657 m.) e si scende, anche qui ci sono vari sentieri, io per buon senso scelgo il più semplice (la stanchezza non aiuta) e arriviamo a Les Houches, poi una decina di km di strada asfaltata e si arriva a Chamonix alle 20. Alla fine sono 12 ore visto che eravamo partiti alle 8 del mattino, piedi che fanno male perchè purtroppo abbiamo scelto una traccia poco pedalabile ma, come dicevo all'inizio, non ero io ad aver disegnato il giro.
Tappa 3 Chamonix - Trient
Tappa di casa e meno impegnativa di quella del giorno precedente, si parte con comodo e si risale la valle fino all'Argentiere, poi breve tratto di asfalto e si riprende a salire fino ad arrivare al Col de Montets, da li si scende fino a Vallorcine per poi iniziare la risalita fino al Col de Posettes. In realtà il tragitto tradizionale preverebbe di arrivare fino a Le Tour e risalire fino al Col de Balme (frontiera franco svizzera) ma questa traccia è completamente esposta al sole e quindi molto più faticosa quando fa caldo. Dal Col de Posettes al Col de Balme ci sono altri 200 metri circa di dislivello però tutti, salvo una piccola sezione di grossi massi, pedalibili e con pendenze mai troppo arcigne. Si arriva così l confine dove è posizionato un rifugio, da li inizia la discesa pedalibile al 50% circa, ovviamente sta alle capacità di ognuno ma, in un'ottica di un giro lungo, la prudenza non è mai troppa (e la giornata seguente lo dimostrerà). Finalmente si arriva a destinazione, alloggiamento pessimo ma occorre adattarsi.
Tappa 4 Trient - La Fouly
Come scrivevo al termine della tappa 3 l'alloggiamento è pessimo, grande chalet in cui si dorme tutti assieme (una quarantina di persone), io purtroppo ho problemi e ad addormentarmi e di sonno leggero, morale della favola riesco a prendere sonno solo alle 5 di mattina, alle 6 accendono la luce stile caserma e inizia un gran casino, Sono distrutto e medito, seriamente, di abbandonare, mi salva il supporto morale di un mio caro amico che mi incita e mi sprona a non mollare. Per rendere la cosa più gestibile (e anche meno pericolosa) decidiamo di andare su asfalto. Si parte e subito c'è una bella salita, quando arriviamo al Col de la Forclaz veniamo fermati dalla ragazza italiana che avevamo conosciuto nella prima tappa dicendoci che, il suo ragazzo, era caduto e si era fatto male seriamente e che era stato trasportato all'ospedale. Con questa prospettiva la tappa diventa ancora più difficile, Dopo il col de la Forclaz inizia una veloce discesa verso Martigny, a metà si taglia e si sbuca sullo stradone che va verso Verbier e il Gran Sn Bernardo. Dopo una decina di km (brutti) tra e auto si gira a destra e inizia una lunga salita che ci porterà a Champex Lac. Un bel pranzo in riva al lago e e si riprende, si scende e si arriva a fondovalle dove inizia la salita finale che percorre tutta la parte svizzera della Val Ferret. Salita non troppo impegnativa, ma il caldo (oltre 30°) e la stanchezza la rendono tale, per fortuna ci sono tante fontanelle e ogni 15/20 minuti ci fermiamo per farci letteralmente il bagno. Alla fine di una lunga giornata porto a casa la tappa , rimane un po' il rammarico di non aver fatto sterrati ma, in quelle condizioni, non potevo fare di più (circa 60 km per 1700/1800 metri di dislivello).
Tappa 5 La Fouly – Courmayeur
Ultima giornata, dopo una, finalmente, bella dormita nell'ostello di La Fouly (bello e pulito come da tradizione svizzera) si parte. I sentimenti sono contrastanti: felicità e soddisfazione perchè si completa il giro ma tristezza allo stesso tempo perchè finisce una bella avventura. All'uscita dell'ostello si percorre una strada asfaltata in leggera salita non prima di aver visitato una chiesetta di montagna, poi la strada diventa sterrata, si attraversa un fiume e si arriva ad un bivio, da una parte il sentiero va verso il Gran San Bernardo, dall'altro verso il Col du Gran Ferret. La salita è pedalabile anche se dura fino all'arrivo del rifugio de La Peule (2100 m.), li , dopo una breve sosta, la salita diventa impossibile e tocca spingere per circa un ora. Arrivati in quota la salita spiana un po' quindi si alternano zone pedalabili a zone non pedalabili. Si arriva quindi e, finalmente, al Col du Gran Ferret che è la Cima Coppi del TMB con i 2537 metri. Da li il panorama è spettacolare, da un lato si vede tutta la Val Ferret svizzera dall'altra la Val Ferret italiana e la Val Veny con il Col de la Seigne in lontananza (prima tappa). Inizia l'ultima discesa tutt'altro che facile, primo per le difficoltà tecniche, secondo perchè si vuole arrivare a casa, ora che l'obiettivo è cosi vicino, tutti interi. Alla fine si raggiunge il rifugio Elena, primo caffè decente dopo 3 giorni e si scende per una bella carrabile verso l'ultimo parcheggio della valle. Lì inizia una bella strada asfaltata che ci riporta ad Entreves, la cosa bella è che, per via di una frana, la strada è chiusa non ci sono auto e, praticamente, neppure gente. Poco prima delle Funivie Monte Bianco veniamo fermati dalle FFOO che ci chiedono se non sapessimo della chiusura della strada, quando gli diciamo che veniamo dalla Svizzera ci guardano come fossimo dei marziani. Cinque minuti ancora di discesa e siamo alle auto, felici, nessuno si è fatto male, incredibilmente nessuno ha bucato o ha avuto guasti meccanici, non abbiamo preso neppure una goccia di pioggia, insomma condizioni praticamente irrepetibili. Alla fine sono circa 180 km e 8000 metri di dislivello. |
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