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2016 strepitoso!
In bocca i frutti rossi, amarena sono succosi con un tannino levigato
Ottimo
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20% pinot nero, 80% meunier
Qui Grumier riesce a dosare perfettamente acidità e sapidità con un sorso profondo e ampio
Buonissimo -
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A me Pascal piace tanto
68% Chardonnay, 26% Pinot Noir e 6% Meunier
bolla un po' esuberante e grossolana, ma ha una beva assassina -
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Brunello di Montalcino Col d'Orcia 2018
Tre anni di affinamento in botti di rovere e circa 24 mesi di affinamento in cantina
Rosso rubino intenso e luminoso
Il naso è ricco e complesso con spezie e frutta rossa.
Il sorso è ampio e potente con una struttura tannica levigata e un finale fruttato.
Una buona bottiglia servita alla giusta temperatura -
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Come rovinare un ottimo pranzo?
Far mangiare la gente a temperature proibitive, all'interno di una tettoia chiusa con dei vetri (praticamente una serra) che vengono aperti appena arrivano i clienti, con un sistema di climatizzazione totalmente inadeguato, coi clienti che si lamentano e che devono necessariamente non finire le portate dal caldo.
Questo è Contemporaneo all'interno di Villa Parri sopra Pistoia, dove ho vissuto un'esperienza al limite del surreale, coi camerieri e lo Chef stesso che si lamentavano con me della proprietà che nonostante tutto "insiste a tenere aperto la domenica a pranzo e addirittura l'anno scorso abbiamo dovuto chiudere dal caldo insopportabile, ma quest'anno no!".
E' un peccato perchè i piatti erano pure buoni e lo Chef Daniele Giampaoli ha sicuramente una buona mano e senso estetico.
Mi spiace anche per la signora anziana che festeggiava il suo compleanno con figli e nipoti ed era dispiaciuta e stravolta dal caldo.
Mai più! -
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Siamo sempre in Toscana più precisamente a Bagno Vignoni.
A due passi dalle terme, c'è il Bistrot Il Languorino.
Lo spazio esterno è ampio tanto da ospitare 6-7 tavoli sufficientemente distanziati.
Dal menù decidiamo per un Crostone con salsiccia, gorgonzola e radicchio e un Crostone con paté di fegatelli e cipolline glassate.
Ottimi i Pici con sugo di aglione e crema di burrata.
Continuiamo con le Tagtiatelle con ragu' di cinta senese e scaglie di grana e la Tagliata con pecorino e tartufo bella ricca e abbondante.
Il tutto accompagnato da una bottiglia di Brunello 2018 di Col d'Orcia servita alla giusta temperatura.
Ci siamo trovati bene, piatti gustosi e i ragazzi sempre sorridenti e gentili.
Da tornarci sicuramente! -
.Inserito nella wish list, dato che apprezzo molto il sagrantino e questa cantina mi manca.
Ti chiedo: 2018 non è troppo giovane?
non ho grandi metri di misura sul vitigno, a me è piaciuto molto.
il tannino morbido e vellutato ha aiutato parecchio -
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Conosco lo Chef Giuliano Viaggi ormai da qualche anno, sufficienti per farmi qualche ora di auto per andare a trovarlo nel nuovo ristorante a Montone in provincia di Perugia.
L'Antica Osteria Montone gode di un bellissimo panorama sulle colline, qui si respira tanta bellezza e tranquillità.
Questa atmosfera famigliare, si percepisce anche in sala, merito sicuramente della proprietà e di Nik ai tavoli.
Dal menù decidiamo per un misto di salumi e formaggi, ottimo il capocollo tanto da chiederne il bis.
Apriamo una bottiglia di Montefalco Sagrantino Carlo Re 2018 di Le Thadee
Uve raccolte a mano da vecchie vigne
12 mesi di affinamento in botti di rovere e 4 anni in bottiglia.
15.5% ma assolutamente ben gestiti grazie anche all'estrema morbidezza del tannino.
Talmente buono che ne abbiamo bevuto 2 bottiglie e 1 me la sono portata a casa 😉
Golosi gli umbricelli con ragù di faraona e timo limonato.
Ottimo il brasato di Chianina in salsa al Sagrantino con patate mantecate e olio al rosmarino.
Chiudiamo coi Cantucci e la selezione di Vinsanto di cui uno invecchiato 10 anni davvero fantastico.
Ottima cena insieme ad amici veri e genuini dove la ristorazione oltre ai piatti, la fanno anche le persone, e di sti tempi è cosa rara.
Bravi! -
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Montefalco Sagrantino Carlo Re 2018 di Le Thadee
Uve raccolte a mano da vecchie vigne
12 mesi di affinamento in botti di rovere e 4 anni in bottiglia
15.5% ma assolutamente ben gestiti grazie anche all'estrema morbidezza del tannino
Talmente buono che ne abbiamo bevuto 2 bottiglie e 1 me la sono portata a casa -
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Dosnon Récolte Noire Zero Dosage
100% Pinot Nero con il 30% di vini di riserva
Fermentato per 10 mesi in barrique a cui seguono altri 24 mesi di maturazione
Sorso fruttato e ampio con sempre una bella freschezza finale
Molto buono -
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Domaine Chavy Chouet Puligny Montrachet 1er Cru "Les Folatières" 2017.
Piccolo appezzamento di 1/3 di ettaro per un vino che ha saputo regalare belle emozioni al calice.
2004 di Dr.Pauly Bergweiler.
Siamo in Mosella e qui in Riesling è di pesca gialla matura, albicocca, una meraviglia. -
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Bruno Paillard Cuvée 72
Sboccatura Ottobre 2018
Pinot Noir 45% Chardonnay 33% Meunier 22%
Affinamento di 36 mesi sui lieviti e altri 36 mesi in bottiglia per un totale di 72 da cui ne deriva il nome
Champagne straordinario, ricco, complesso, cremoso ma sempre fresco e piacevole -
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Le Payral Cuvée Marie Jeanne Saussignac Doux 1996
La Cuvée Marie Jeanne è composta da sémillion, sauvignon blanc e muscadelle, raccolti tardivamente.
Affinamento in barriques dove avviene la fermentazione.
Colore ambrato, al naso mou e frutta esotica.
In bocca la dolcezza non è stucchevole ma c'è una bella acidità fresca ed elegante.
Conclusione perfetta per una cena perfetta. -
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Fatjon Goga è un giovane Chef Albanese che ha già maturato una buona esperienza nelle cucine toscane.
L'anno scorso ha inaugurato il suo ristorante nel centro storico di Arezzo, in Piazza Grande.
L'offerta dell'Osteria Grande è ampia, carne, pesce, tradizione ma sempre molto attenta e curata sia negli abbinamenti che negli impiattamenti, precisi e rigorosi.
In sala c'è Lorenzo Milazzo con cui collabora da ormai 8 anni e l'affiatamento si percepisce subito.
Come di consueto scegliamo il degustazione a mano libera per dar modo allo Chef di esprimersi al meglio.
Apriamo una bottiglia di Bruno Paillard Cuvée 72 con qualche ostrica Krystale e il benvenuto dello Chef.
Sboccatura 2018 con una buona persistenza e corpo ha accompagnato molto bene le portate inziali.
Si parte con la melanzana, cipolla, avocado, curry e wafer.
Molto buono il salmone magro, senapa e insalata leggera.
Ora apriamo Domaine Chavy Chouet Puligny Montrachet 1er Cru "Les Folatières" 2017. Piccolo appezzamento di 1/3 di ettaro per un vino che ha saputo regalare belle emozioni al calice.
Continuiamo con un gran piatto: i pici tirati a mano con crema di aglione della Val di Chiana e oro, davvero ottimo.
Un po' sotto tono il riso Carnaroli al basilico, pomodoro e basilico, piatto che secondo me meritava una maggiore spinta.
Ora un fuori carta: cervo e salsa al foie gras, tenero e gustoso con una cottura a regola d'arte.
Fuori degustazione decido per un filetto alla Rossini (Macelleria Fracassi) anche qui cottura perfetta, molto buono.
Col tris di dolci, ottima la sacher e il tiramisù, ci viene servito in abbinamento la 2004 di Dr.Pauly Bergweiler.
Siamo in Mosella e qui in Riesling è di pesca gialla matura, albicocca, una meraviglia.
Coccole finali e coccole nel calice!
Lorenzo ci porta un'altra chicca straordinaria.
Le Payral Cuvée Marie Jeanne Saussignac Doux 1996
La Cuvée Marie Jeanne è composta da sémillion, sauvignon blanc e muscadelle, raccolti tardivamente.
Affinamento in barriques dove avviene la fermentazione.
Colore ambrato, al naso mou e frutta esotica.
In bocca la dolcezza non è stucchevole ma c'è una bella acidità fresca ed elegante.
Conclusione perfetta per una cena perfetta.
Lo Chef Fatjon Goga ha talento e sono sicuro che sentiremo parlare di lui in futuro.
In sala Lorenzo Milazzo è perfettamente a suo agio nella gestione dei tavoli con un servizio attento e cordiale, ma sempre pronto ad arricchire le spiegazione dei piatti e i suoi ingredienti, ma soprattutto dei vini, le sue caratteristiche e abbinamenti.
Bravi! -
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Manuel Di Gregorio e la sua Trattoria Peposo a Pietrasanta - LU
Quel posto che con 35 gradi esterni, ti fa scegliere sempre lo stesso piatto: il piccione e fagioli schiaccioni.
Buonissima anche la pappa al pomodoro e ricotta bruciata.
Peposo è la trattoria vera, luoghi ormai rari e per questo sempre più autentici.