| Cari colleghi appassionati,
Vorrei riprendere un argomento, a mio parere molto interessante, che è già stato trattato in alcune discussioni su questo Forum: i marchi di origine apposti sugli orologi giapponesi, e il loro vero significato.
Dato che il tema è tutt'altro che esaurito, e la maggior parte delle nozioni che ho rilevato anche su forum internazionali è basato principalmente sul "sentito dire", credo ci sia ancora ampio spazio per ulteriori spunti.
Ho iniziato ad informarmi sulla questione a puro titolo di ricerca personale, e poi mi sono reso conto di dover riordinare le idee, quindi ho pensato di farlo direttamente qui nella speranza di giungere a una conclusione, con il vostro aiuto.
Per referenza, aggiungo un paio di link di discussioni precedenti che potrebbero essere utili (ometto quelli di forum internazionali perché se non sbaglio è vietato dal regolamento).
https://orologi.forumfree.it/?t=65423708 https://orologi.forumfree.it/?t=69203279
1. Orologi JDM e "Made in Japan"
Il mio ultimo acquisto, da cui è scattata la scintilla per questa ricerca, è un Seiko SARB, comunemente noto per essere un orologio "JDM" nonché "Made in Japan". Ma cosa significano queste diciture?
- JDM sta per Japanese Domestic Market , che potrebbe essere tradotto semplicemente con "mercato interno giapponese". Si tratta di un termine mutuato dall'industria automobilistica: in quel caso si usa per riferirsi al mercato interno giapponese di veicoli e componenti.
Nel nostro caso, invece, il termine si riferisce ovviamente agli orologi destinati al mercato interno del Giappone e non al mercato estero. Semplicemente, alcuni modelli sono pensati per essere venduti lì, e non altrove.
Attenzione però: non vuole essere assolutamente una indicazione di provenienza degli orologi, quindi non significa che l'orologio sia stato assemblato in Giappone o con componenti giapponesi.
- La dicitura "Made in Japan", incisa ad esempio sul fondello, è una indicazione di origine. Ma attenzione: anche in questo caso, l'indicazione non significa necessariamente che l'orologio sia stato assemblato in Giappone e con componenti giapponesi. Ne riparleremo fra poco.
2. Le indicazioni di origine: il "Made in..."
Per la maggior parte dei lettori appassionati questo potrà sembrare elementare, ma lo scrivo ugualmente, visto che non è molto intuitivo: le indicazioni di origine, ad esempio "Made in Italy", "Made in Japan", "Swiss Made", non vanno prese alla lettera.
Queste indicazioni sono in realtà diciture standard, stabilite da regolamenti commerciali e doganali, quindi dai singoli Paesi.
Ad esempio è risaputo, almeno su questo Forum, che il marchio "Swiss Made" posto sul quadrante di un orologio svizzero significa che questo è stato assemblato in Svizzera con componenti svizzeri per almeno il 50% del valore totale, escluso il costo di assemblaggio.
Questa percentuale, decisa per legge, presto salirà all'80% per gli orologi meccanici (per ulteriori informazioni e riferimenti potete leggere il mio post qui: https://orologi.forumfree.it/?t=71093556&st=210).
Ora, l'acquirente medio potrebbe facilmente pensare che un orologio "Swiss Made" abbia il 100% di componenti svizzeri. Noi invece sappiamo che in un mercato fortemente globalizzato anche la produzione è globalizzata, ed è lecito pensare che per massimizzare i margini di profitto le aziende si riforniscano di componenti dove il costo del lavoro è minore. Forse non ci farà troppo piacere, ma l'alternativa sarebbe di alzare i prezzi, e come consumatori saremmo anche meno felici.
Il caso svizzero, però, è particolare: anzitutto c'è una tradizione di orologeria di lusso con una reputazione da difendere, con regole precise e stringenti. Inoltre, per la vicinanza e la familiarità con la lingua, è facile verificare leggi e regolamenti del caso. Non si può dire lo stesso per il Giappone.
3. La provenienza degli orologi "Made in Japan" per sentito dire
Evidentemente sui forum internazionali di orologeria c'è carenza di giuristi che parlino fluentemente il giapponese , perché sembra che le uniche "certezze" sull'argomento provengano dal "sentito dire".
Ne riporto alcune:
CITAZIONE According to Japanese law, a watch which is manufactured overseas in a Japanese owned (or contracted) factory to Japanese quality control standards under Japanese supervision by a Japanese owned firm may be labeled "Made in Japan".
CITAZIONE I might add that Japan apparently allows items made in Asia but in a factory with either Japanese ownership or oversight to be labeled Made in Japan. These may be sold in countries other than the US since US Customs requires the country of final assembly of a watch movement to be the country of origin.
CITAZIONE due to the nature of customs and labor laws in Japan, products are generally allowed to be stamped with Made in Japan if they are produced outside the national boundaries as long as they are manufactured in a wholly owned Japanese firm where the work is overseen by Japanese national In sostanza dicono tutti la stessa cosa: secondo persone terze, che conoscerebbero la legge giapponese, un orologio assemblato fuori dal Giappone, ma in una fabbrica di proprietà giapponese o con supervisione di tecnici giapponesi, può essere marchiata come "Made in Japan".
Attenzione però: nessun riferimento legislativo viene mai citato, e sono opinioni di persone che certamente non sono giuristi, per questo possiamo solo etichettarlo come sentito dire. Per quanto assurdo, potrebbe essere in parte veritiero, visto che come abbiamo detto ogni Paese stabilisce le regole del caso.
In una di quelle discussioni, è presente anche una lista interna di Seiko risalente al 2013, con l'indicazione per ogni modello della provenienza dei componenti, del luogo e del tipo di assemblaggio (robot, umano, o ibrido). La riporto di seguito, ma anche questa naturalmente sarebbe da prendere con le pinze, in assenza di conferme ufficiali.
Cliccate su Spoiler per vedere la lista:
(RP - Raw Parts, MIM= Made in Malaysia, MIC = Made in China, MIJ = Made in Japan, RA = Robot Assembly, HA = Hybrid Assembly (robot and human), HuA - Human Assembly)
Generally Seiko divers and many other models less than about $175 dollars are made of raw parts from China, with assembly done by robots in Malaysia and are overseen by Malaysian technicians.
SKX007 K = Raw Parts made mainly in China, MIM, RA, Oversight from Malaysian Technicians SKX007 J = Raw Parts made mainly in China, MIM, RA, Oversight from Japanese Technicians (which allows the J version to be labeled as Made in Japan)
SBDC001 (Sumo) -almost all Sumo versions - Raw Parts made mainly in China, MIM, RA, Oversight from Japanese Technicians on assembly line
SNM031, 033, etc... (Samurai) - Raw Parts mainly from China, MIM, RA, Oversight from Japanese Technicians
SBDC007 (Shogun) - Raw Parts from mainly China, Titanium case machined and finished in Malaysia, MIM, HA, with final oversight done in Japan by human hands
MarineMaster
SBDX001 (MarineMaster 300m) - Raw Parts mainly from Japan and Malaysia, MIM, RA with final oversight by Japanese technicians in Japan (bet this will surprise many as the 8L35 in this watch is robot assembled)
SBDB001 (MarineMaster 600m Titanium) - Spring Drive made in Japan, MIJ, HuA with all assembly overseen by Japanese technicians in Japan
MarineMaster Tuna
SBBN017 - Quartz movement made in Malaysia, MIM, HA with final inspection by Japanese technicians
SBBN015 - Same as SBBN017
SBBN013 - Quartz movement made in Malaysia, MIJ, HuA with all assembly done by Japanese technicians in Japan
(The list also mentions a few other quartz 1000m resistant models. These models all seem to be fully made in Japan by human hands)
SBDX011 - Raw Parts from Japan and Malaysia, MIM, HA with final oversight by Japanese technicians in Japan
SBDB009 - Raw Parts from Japan and Malaysia, Spring Drive made in Japan, MIJ, HuA with all assembly overseen by Japanese technicians in Japan
Grand Seiko
Almost all the Grand Seikos are made from Japanese or Malaysia parts, although some of the quartz movements are made in Malaysia. They are all assembled in Japan by Japanese technicians. Most are hand assembled. The models which receive the most attention are the Hi-Beat models and next are the Spring Drive models.
4. Made in Japan: cosa dice la logica
Riporto di seguito un altro spunto interessante:
CITAZIONE Generally speaking, watches priced below about 90000 yen (currently $838 US dollars) do not contain enough profit margin to be made in Japan. This is not just for Seiko, but for all major Japanese manufacturers. Watches priced roughly from 90000 to 250000 yen (currently $838 to 2328 US dollars) are often finished or with final assembly done in Japan and higher end watches above this point are often fully assembled in Japan A conferma della teoria del sentito dire, l'utente riporta alcuni numeri, secondo i quali gli orologi al di sotto dei 700€ circa non avrebbero abbastanza margine di profitto per essere fatti davvero in Giappone. Quelli fino a 1900€ sarebbero solitamente rifiniti o assemblati in Giappone, mentre quelli oltre tale cifra sarebbero di solito completamente assemblati in Giappone.
Sebbene questi dati possano sembrare logici a prima vista, viene da chiedersi come mai non sia possibile avere un orologio da 400€ assemblato in Giappone, quando è invece possibile acquistare con la stessa cifra uno Swiss Made. E sappiamo che la Svizzera ha uno dei costi del lavoro più alti al mondo.
La logica ci porta dunque a non scartare queste ipotesi, ma neanche a prenderle come fatti verificati. La ricerca continua.
5. Made in Japan: cosa dicono i giuristi
A conferma del fatto che le cose potrebbero essere decisamente più complicate di quanto esposto finora, si può pensare che esistono interi libri che trattano la teoria della classificazione dell'origine nel commercio internazionale.
Ad esempio l'origine di un orologio potrebbe essere definita dal Paese dove è stato assemblato interamente, o dove è stato assemblato il movimento, o dove sono stati prodotti i componenti, o dove hanno subito una trasformazione sostanziale.
Nell'impossibilità di trovare riferimenti legislativi altrove, magari in lingua originale, per avere notizie certe sulla situazione del Giappone mi sono affidato a uno di quei libri di cui parlavo prima. Riporto di seguito le citazioni per intero, e la mia traduzione.
Il libro è questo: "Rules of Origin in International Trade: A Comparative Study", The University of Michigan Press (28 Feb. 1994)
CITAZIONE Pag. 336 On the other hand, the FTC's rules and Customs rules differ for watches. The former consider the country where movements are assembled as the origin of watches, while the latter refer to the final assembly country for marking control purposes. For high class watches or special watches, the FTC's rules permit the indication of two countries of origin if the assembly of movements and the manufacture of cases or band are carried out in different countries. It sharply contrasts with Customs rules, which require the identification of one country of origin. Traduzione: "Le regole della FTC (Commissione giapponese per il Commercio, ndt) e quelle della Dogana, in tema di orologi, sono diverse. La prima considera il Paese dove sono assemblati i movimenti come origine degli orologi, mentre la seconda, ai fini dell'indicazione di origine, prende in considerazione il Paese dove avviene l'assemblaggio finale. Per gli orologi di alta classe o quelli speciali (ad esempio quelli water resitant, ndt), le regole della FTC consentono l'indicazione di due Paesi di origine se l'assemblaggio dei movimenti e la costruzione delle casse o dei bracciali avvengono in Paesi diversi. Questo contrasta evidentemente con le regole della Dogana, che richiede l'identificazione di un solo Paese di origine."
CITAZIONE Pag. 338
43. A typical example is watches. Under the FTC's rules watches are considered as originating in the country of movement assembly, whereas under Customs rules (Particular Circular 71) watches must be affixed with a marking that shows the country of casing (final assembly of all parts including movements and proving). And Customs have generally recommended that interested parties affix a marking that shows the manufacturing country for parts and the final assembly country with regard to products assembled in a foreign country from japanese parts. The FTC's officials have informally admitted such a marking recommended by Customs. [..]
44. It is true that the assembly of analog watch movements was an important process when the FTC's rules of origin were published. But with the popularization of digital quartz watches, the casing process became important. This fact seems to partially explain the FTC's informal position on marking of watches. Traduzione: "43. Gli orologi sono un esempio tipico (di regole diverse fra Dogana e FTC, ndt). Le regole FTC considerano come punto di origine degli orologi il Paese dove viene assemblato il movimento, mentre secondo la Dogana (Circolare n. 71) gli orologi devono essere marchiati con il Paese di assemblaggio (assemblaggio finale di tutte le parti incluso il movimento e i test). La Dogana ha consigliato che le parti interessate appongano un marchio che mostri il Paese di produzione per le parti, e il Paese di assemblaggio finale per i prodotti assemblati in uno stato estero con componenti giapponesi. La FTC ha informalmente acconsentito a queste indicazioni della Dogana.
44. E' vero che l'assemblaggio dei movimenti degli orologi meccanici era un procedimento importante quando le regole FTC sono state pubblicate. Ma con la diffusione degli orologi al quarzo, l'assemblaggio finale è diventato più importante. Questo sembra spiegare la posizione informale assunta dalla FTC nei confronti dei segni di origine sugli orologi."
Ora, pur con le dovute cautele (stiamo comunque parlando di un testo del 1994, che parla di norme probabilmente non più attuali), mi sembra che le cose siano più chiare. E, oltretutto, queste regole sono in aperta contraddizione con le teorie enunciate secondo il "sentito dire".
Secondo queste regole, un orologio sarà marchiato come "Made in Japan" quando:
- Il movimento è stato assemblato in Giappone (regole FTC) oppure - L'orologio è stato assemblato in Giappone (regole Dogana)
Esistono inoltre leggi che puniscono l'importazione con marchi di origine falsificati. Essendo gli orologi JDM destinati al mercato interno Giapponese, quindi, non possono essere prodotti interamente all'estero e poi importati con marchio "Made in Japan" come si legge in giro: verrebbero bloccati dalla Dogana.
Sarebbe comunque utile avere conferme ufficiali riguardo a queste procedure, magari da uno dei maggiori produttori.
6. Il caso specifico: Seiko SARB
Tenendo a mente le regole imparate finora, concludo con la disamina dei segni di origine sul Seiko SARB.
Il modello in questione è marchiato "Japan" sul movimento, "Made in Japan" su fondello, mentre la cassa risulta essere marchiata "Case China" (secondo chi l'ha aperto).
Questi segni sembrano essere compatibili con le indicazioni di FTC e Dogana, e per essere veritieri dovrebbero significare che l'intero orologio (o il solo movimento) sono stati assemblati in Giappone.
Naturalmente si parla di un assemblaggio robotizzato, e sicuramente non fatto da un Maestro orologiaio, come succede con i Grand Seiko
A conferma di quanto detto finora, cito una risposta data dalla Japanese Watch and Clock Association su domanda specifica:
CITAZIONE About the Japanese rules, I personally contacted the JCWA (Japan Clock and Watch Association) who are in charge of setting the rules in Japan. They have decided that if the movement is put together in Japan the watch as a whole can be labelled `Made in Japan`. The case, all the parts and strap could be from Hong Kong, but the watch can still be labelled `Made in Japan`. L'utente dice che, secondo l'Associazione, se il movimento è assemblato in Giappone allora l'intero orologio può essere marchiato come "Made in Japan", anche se altri componenti arrivano dall'estero.
Spero che questa mia piccola ricerca possa essere utile e aspetto i vostri spunti per ampliare o correggere le informazioni presentate
A presto!
Edited by Stormvision - 25/11/2015, 12:24 |
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