Zenith "El Primero": la nascita, il salvataggio, la riscoperta

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  1. Lory
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    Il Talebano

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    CITAZIONE (nicola1960 @ 29/8/2008, 21:37)
    Comunque, a proposito di… :

    CITAZIONE (-Lory- @ 29/8/2008, 16:24)
    E questo perchè Zenith, sempre a mio parere, non ha esordito con le modifiche Z per dare un miglioramento tecnico (come avvenne invece per alcune modifiche tra 3019 e 40.0) ma per la necessità di adeguare alcuni pezzi componenti il calibro a nuove linee di produzioni più performanti, sempre da un punto di vista esclusivamente produttivo.

    io ero arrivato, invece, a conclusioni opposte.

    Rileggendo quanto ho scritto in apertura, ho avuto l’impressione che la ripresa della produzione del calibro El Primero, alla fine degli anni ’80, fu decisa sotto la spinta del successo del tutto inaspettato dei due cronografi Ebel del 1982 e del 1983 e su cortese ma pressante ed urgente sollecitudine della Rolex che non solo richiese un numero di esemplari di gran lunga superiore a quello cui la Zenith stessa era abituata ( se è vero che Rolex produceva già alla fine degli anni 80, 700.000 orologi all’anno, anche ammesso che solo il 10 % di questa produzione sia stata costituita dal Daytona calibro Zenith, allora erano necessari almeno 70.000 esemplari all’anno di calibri El Primero, prodotti dalla Zenith, per soddisfare le richieste: ossia, la produzione, in un solo anno di un numero di calibri gran lunga superiore a quella di tutta la produzione di movimenti “El Primero” dei precedenti dieci anni ) ma, come ho scritto nel mio articolo, insistette anche sul fatto che “la qualità delle ébauches dovesse significativamente superare la qualità di quelle presenti nei depositi della Zenith”.

    Considerato, inoltre, che “nuove” macchine a controllo numerico, necessarie per la produzione di un gran numero di pezzi con il rispetto di tolleranze veramente minine (del'ordine dei centesimi di mm) furono utilizzate per la costruzione dei calibri 40.0, ne deriva che lo “hiatus storico-tecnologico” (se così vogliamo chiamarlo) tra la vecchia produzione Zenith con "macchine dell'antica tradizione manifatturiera" e la nuova produzione fu certamente costituito dalla produzione del calibro medesimo 40.0.

    Viceversa, nel 1998-99, anno in cui fu progettato il nuovo calibro “Z”, mi risulta storicamente che il cronografo della Zenith avesse già un buon successo di vendita e che la Rolex certamente stesse già progettando il proprio calibro di manifattura, che la porterà di lì a poco ad interrompere la sua collaborazione con Zenith, facendo venir meno una importantissima domanda di utilizzo del calibro El Primero; pertanto, i miglioramenti del movimento, introdotti con i calibri “Z”, miglioramenti minimi ma significativi (considerato che si andava a modificare il complesso “ancora-ruota di scappamento”), mi sembrano più dettati dall’esigenza di perfezionare ulteriormente un calibro che aveva già dato prova di affidabilità e precisione, consolidando e sviluppando una tecnologia produttiva già sperimentata nei dieci anni precedenti, piuttosto che dall’esigenza di adeguare alcuni componenti del calibro “a nuove linee di produzioni più performanti, sempre da un punto di vista esclusivamente produttivo”.

    Quì entriamo in un discorso molto delicato che spesso ho affrontato insieme ad altri.

    Faccio dunque un piccolo preambolo introduttivo, perdonatemi se potete e se volete saltatelo di netto.

    L'evoluzione delle micromeccaniche che animano i nostri amati oggetti non è sempre stata guidata da richieste di miglioramento funzionale.

    A mio modesto parere spesso l'evoluzione è stata sinonimo di semplice "adattamento" a mutuate condizioni.

    L'orologeria da polso dalla sua nascita fino ad ora (o a poco tempo fà) ha vissuto spesso di semplice adattamento tecnico dell'orologeria da tasca a diverse misure di incassaggio, maggiori volumi di produzione, maggior robustezza dell'organo regolatore, maggior durata e praticità nella ricarica, minor costo di produzione eliminando sempre più il fattore di costo dell'apporto umano (a mio parere sempre importante).

    In un certo senso a mio avviso per quel che riguarda la connotazione strettamente meccanica dei movimenti non c'è stata fino a qualche anno fa una vera orologeria da polso ma adattamento funzionale di innovazioni già esistenti, non è un caso vedere infatti "flussi e riflussi" di tecnologie e sistemi già visti in passato su realizzazioni odierne.

    Per fare un'esempio il passaggio da parte di Valjoux da movimenti cronografici con smistamento ruota a colonne a sistemi a leveraggi o camme è un miglioramento funzionale?

    E per "miglioramento funzionale" si intende qualcosa che migliora davvero il funzionamento di un orologio e lo rende più preciso e piacevole da usare e possedere (come la piacevolezza nello spingere un tasti crono) accrescendo il pregio di un opera di micromeccanica consacrando la consapevolezza di avere al polso un movimento , magari comunque celato da un fondello, creato anche dall'opera manuale di mastri orologiai che in parte dovrebbe giustificare i costi richiesti, dando quindi in mano all'acquirente un prodotto globalmente migliore e più affascinante o la facilità di costruirlo, ripararlo , regolarlo?

    Oppure, un calibro cronometrico ben realizzato d'epoca è inferiore come precisione (ed arrivo a dire anche come durata) ad un movimento manuale attuale?

    A voi la risposta...

    Probabilmente c'è stata evoluzione se parliamo di un un'orologio meccanico a basso costo che svolga il suo compito con meno "grane" possibili , credo non ci sia stata se parliamo di orologi di gamma medio-alta con tutto quello che il prezzo di vendita lascia spesso ingannevolmente intendere.

    Ritornando nello specifico del topic e del tuo intervento ti contesto i seguenti punti:

    La base del rolex 4030 è la 3019 e non la 40.0, Rolex voleva da Zenith più il progetto che altro e non potendo avere la possibilità di acquistare totalmente la paternità del progetto e del know-how produttivo ha sempre richiesto a Zenith una sorta di sbozzo che veniva poi modificato dalla casa coronata pesantemente ed in organi fondamentali come lo scappamento ed il sistema di ricarica.

    Rolex non voleva lo "sviluppo" ed il miglioramento Zenith e non credo quest'ultima volesse fornirli , Rolex voleva un buon numero di calibri per utilizzare il progetto al minor costo possibile, questo perchè ha sempre avuto linee guida tecniche funzionali autoctone messe in pratica anche sul 4030 nonostante la base non proprietaria.

    Dunque la nascita del 40.0 non è secondo me l'adeguamento del 3019 alla maggior richiesta di qualità rolex (in effetti non venivano consegnati a rolex basi 40.0 ma 3019) ma la volontà di offrire al cliente Zenith una movimento El Primero con miglioramenti significativi e quindi con qualcosa in più rispetto ad altri che avevano accesso alla stessa ebauche, creando una sorta di gara a chi effettuasse un'evoluzione migliore partendo dalla stessa base meccanica tra Ebel, Zenith e Rolex (in cui forse, sempre secondo me, Ebel ha probabilmente primeggiato).

    Invece l'evoluzione Z è nata nel momento in cui Zenith forte del riconoscimento mondiale del grande pubblico verso il suo El primero, corroborata dal riconoscimento di Rolex stessa verso questo suo progetto ed in piena Daytona-mania ha pensato di gettare le basi ad un'alternativa al fenomeno Daytona cercando di investire nel futuro progetto di rilancio nel settore cronografico d'alta gamma a mio parere in seguito in parte naufragato con la gestione Nataf, rilancio che doveva avvenire potendo contare su di una maggiore produzione ed ovviamente cercando una politica di economia industriale di costruzione attuabile solo su volumi di produzione più elevati , completando l'opera già avviata con l'introduzione del 40.0


    La politica programmatica Zenith in questo periodo comincia a volersi scrollare di dosse la nomea di "fornitore di un'ottima base a Rolex" e produttore allo stesso tempo di una sorta di "surrogato" a costo più basso del cronografo per eccellenza ad una volontà di fornire lei stessa un cronografo che nei migliori auspici divenisse vera alternativa per poi arrivare ad inserirsi nel gotha dell'orologeria di altissima gamma con realizzazioni sempre più complicate.


    Cercando di riassumere, le modifiche del 40.0 rispetto al 3019 sono parecchie, tutte piuttosto "funzionali" e quasi tutte rivolte a correggere problemi tipici del 3019 , che poi ci sia stata, visto il periodo, una digitalizzazione del progetto e l'introduzione di tecniche di costruzioni più attuali e meglio rispondenti ai volumi richiesti è naturale e piuttosto ovvio (e non l'ho mai negato) ma queste sono avvenute in concomitanza a modifiche davvero migliorative e/o correttive.

    Non è un caso quindi che il 40.0 abbia a tutti gli effetti introdotto un "nuovo calibro" con una nuova denominazione mentre la Z delle nuove versione serviva in realtà più a distinguere il calibro in sede di riparazione per far ordinare dunque il ricambio giusto e diverso tra i pochi pezzi realmente sostituiti rispetto la vecchia versione, ripeto a mio sindacabile giudizio sostituiti soprattutto per adeguarli all'introduzione di nuovi macchinari (continuando l'opera di "svecchiamento produttivo" iniziata con il 40.0) e non per correggere o evolvere il calibro, in tale ottica cito tue parole riguardo l'introduzione delle serie Z:


    CITAZIONE
    la ruota di scappamento, inoltre, così modificata, presenta minori difficoltà di realizzazione

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    Questo ovviamente è il mio pensiero, e trattasi di elucubrazioni tipiche di appassionati, poi tra il dire che un 400 sia migliore di un 400Z ce ne passa (ed onestamente sarebbe da idioti), io non l'ho mai asserito riportando semplicemente alcuni sentori in alcuni ambienti di amanti Zenith accaniti.

    Lungi da me stare a consigliare di prendersi un non Z invece di uno Z, perchè l'ho scritto e lo ripeto siamo nel puro feticismo di appassionati non solo di orologi ma di storia dell'orologeria.

    P.s. scusate per le tante chiacchiere... ;)

    L.

    Edited by -Lory- - 30/8/2008, 14:45
     
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