Passione Auto & Moto d'Epoca

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    CITAZIONE (ducas @ 15/1/2015, 22:41) 
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    L unica foto che ho al momento...sperando si veda ...


    Benelli 500 sidecar special :D

    Ma tanto "special"! :D

    Riconosco anche un Corsaro ed una Kawsaki 500 due tempi. ;)
     
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    Ero all' annuale raduno di zona .........


    Vedo che hai buon occhio
     
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  3. lo-k
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    Veramente bello e simpatico il Benelli sidecar! :D Anche io sono nel giro delle moto/scooter d'epoca da qualche anno! Oltre a possedere, insieme a mio padredue moto moderne, una Kawa z-750 e un KTM EXC-F 250 my '11 (l'ultima versione a carburatore), ho finito da qualche mese di restaurare una Vespa Vnb3t del 1962 e la sto iscrivendo al registro storico! Appena ho modo metto qualche foto ;) inoltre ho un Morini Sbarazzino sport 98cc (quello con i semi manubri) di fine anni '50, purtroppo rimasto senza motore dopo l'alluvione di firenze... :(

    Edited by lo-k - 17/1/2015, 08:44
     
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    Io ho le moto assieme a mio suocero...diciamo che quelle d epoca ( circa 150 fra restaurate, conservate e incomplete) sono quasi tutte sue...io ne ho 5/6 intestate a me e altrettante a mia moglie......
    Sono piu' propenso ad utilizzare roba piu' nuova ( ducati 999s....multistrada 1200 st ) .

    Comunque fra i pezzi piu' belli sicuramente :

    Indian custom anni 20
    Guzzi gtv 500
    Gulera 500 8bulloni
    Guzzi california polizia americana
    Vespa faro basso 1951
    Bmw 500 sidecar

    Altre che manco ricordo...

    Appena vado in capannone farò qualche foto alle piu significative ....intanto beccatevi la mia in OT :D

    [img=http://imagizer.imageshack.com/img538/3562/q1sTOs.jpg]
     
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    CITAZIONE (lo-k @ 17/1/2015, 08:27)
    Veramente bello e simpatico il Benelli sidecar! :D Anche io sono nel giro delle moto/scooter d'epoca da qualche anno! Oltre a possedere, insieme a mio padredue moto moderne, una Kawa z-750 e un KTM EXC-F 250 my '11 (l'ultima versione a carburatore), ho finito da qualche mese di restaurare una Vespa Vnb3t del 1962 e la sto iscrivendo al registro storico! Appena ho modo metto qualche foto ;) inoltre ho un Morini Sbarazzino sport 98cc (quello con i semi manubri) di fine anni '50, purtroppo rimasto senza motore dopo l'alluvione di firenze... :(

    :o:
    Davvero raro in quanto poco diffuso già all'epoca. Certamente l'acqua alluvionale danneggia gli organi meccanici, ma non sbullona i motori dai telai :P , vale quindi certamente la pena cercare il recupero della sua meccanica originale se presente, diversamente cercare un motore dello stesso modello.

    CITAZIONE (ducas @ 17/1/2015, 09:59)
    Io ho le moto assieme a mio suocero...diciamo che quelle d epoca ( circa 150 fra restaurate, conservate e incomplete) sono quasi tutte sue...io ne ho 5/6 intestate a me e altrettante a mia moglie......
    Sono piu' propenso ad utilizzare roba piu' nuova ( ducati 999s....multistrada 1200 st ) .

    Comunque fra i pezzi piu' belli sicuramente :

    Indian custom anni 20
    Guzzi gtv 500
    Gulera 500 8bulloni
    Guzzi california polizia americana
    Vespa faro basso 1951
    Bmw 500 sidecar

    Altre che manco ricordo...

    Appena vado in capannone farò qualche foto alle piu significative ....intanto beccatevi la mia in OT :D

    [img=http://imagizer.imageshack.com/img538/3562/q1sTOs.jpg]

    Nientepopòdimeno! :huh:
    Complimenti. :I:


    La mia esperienza motociclistica attiva inizia negli anni '80, di conseguenza sviluppatasi in un arco temporale di dominio made in Japan alla cui produzione attribuisco valenze qualitative sconosciute alle moto italiane contemporanee. Ciò detto senza toni polemici, ma sulla base di informazioni sedimentate di prima mano frequentando l'ambiente. ;)
     
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  6. lo-k
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    CITAZIONE (effebi56 @ 17/1/2015, 11:29) 
    La mia esperienza motociclistica attiva inizia negli anni '80, di conseguenza sviluppatasi in un arco temporale di dominio made in Japan alla cui produzione attribuisco valenze qualitative sconosciute alle moto italiane contemporanee. Ciò detto senza toni polemici, ma sulla base di informazioni sedimentate di prima mano frequentando l'ambiente. ;)

    Restando in argomento moto d'epoca, ti garantisco che i Jap hanno imparato/copiato molto da noi Italiani ed europei in generale, anche per me adesso sono ad un livello di Affidabilità e rapporto qualità prezzo (qualità assoluta in alcuni casi forse no) superiore a noi, ma pensa che Kawasaki crea una moto supersportiva sovralimentata, da record, nel 2014... Quando noi lo abbiamo fatto negli anni '30 realizzando una moto pazzesca per l'epoca, spinta da un 500 4 cilindri (antenato dell'attualmente diffusissimo 4 cilindri frontemarcia) sovralimentato che le permetteva di raggiungere quasi 275 km/h (negli anni '30!!!!) Vedi: Gilera Rondine 500 ;)

    Lo dice uno che come moto stradale ha proprio una Kawasaki e che porta molto rispetto alle case motoristiche Jap! Quello che ho fatto è solo un esempio di quanto l'ingegneria italiana sia stata un riferimento!
     
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    CITAZIONE (lo-k @ 17/1/2015, 11:38) 
    Restando in argomento moto d'epoca, ti garantisco che i Jap hanno imparato/copiato molto da noi Italiani ed europei in generale, anche per me adesso sono ad un livello di Affidabilità e rapporto qualità prezzo (qualità assoluta in alcuni casi forse no) superiore a noi, ma pensa che Kawasaki crea una moto supersportiva sovralimentata, da record, nel 2014... Quando noi lo abbiamo fatto negli anni '30 realizzando una moto pazzesca per l'epoca, spinta da un 500 4 cilindri (antenato dell'attualmente diffusissimo 4 cilindri frontemarcia) sovralimentato che le permetteva di raggiungere quasi 275 km/h (negli anni '30!!!!) Vedi: Gilera Rondine 500 ;)

    Lo dice uno che come moto stradale ha proprio una Kawasaki e che porta molto rispetto alle case motoristiche Jap! Quello che ho fatto è solo un esempio di quanto l'ingegneria italiana sia stata un riferimento!

    Totale condivisione per ciò che dici. :I:

    Conosco la storia e so che i giapponesi venivano ad assistere alle gare del Continental Circus muniti di macchine fotografiche per copiare le soluzioni di Case nostrane che all'epoca spadroneggiavano, tanto per non rimanere nel vago Guzzi, Gilera ed MV.
    Il fatto è che hanno poi saputo migliorare tutto surclassandoci.

    Noi italiani siamo bravi nella gestione di marketing dei prodotti generando dei "fenomeni" di moda, vedi per esempio "l'invenzione" della distribuzione desmodromica che pur essendo tecnicamente pregevole, era già in uso nei primi anni '50 sui motori Mercedes da competizione.

    Se a questo sommiamo i progressi tecnologici conseguiti in ambito metallurgico, comprendiamo che la qualità degli acciai non pregiudica più gli alti regimi di rotazione per cui le molle delle valvole risultavano limitanti una volta, e di conseguenza rendono superfluo oggi l'impiego del desmodromico. ;)



    p.s.: grandi motori i Kawasaki, dotati di personalità che ne identifica il carattere generoso se impiegati come amano dal regime di coppia all'entrata ai funzione del limitatore.
    Da tale caratteristica trova origine la scelta di un'azzeccata comunicazione pubblicitaria di qualche anno fa:

    " Kawasaki: un urlo a quattro tempi "

    Sono stato soddisfatto possessore di GpZ 550, 750, 900 RR, e di ZXR 750. Poi sono tornato ad Honda, ma il gusto tipicamente "Kawasaki" non si dimentica. :wub:
     
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  8. lo-k
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    CITAZIONE (effebi56 @ 17/1/2015, 12:34) 
    CITAZIONE (lo-k @ 17/1/2015, 11:38) 
    Restando in argomento moto d'epoca, ti garantisco che i Jap hanno imparato/copiato molto da noi Italiani ed europei in generale, anche per me adesso sono ad un livello di Affidabilità e rapporto qualità prezzo (qualità assoluta in alcuni casi forse no) superiore a noi, ma pensa che Kawasaki crea una moto supersportiva sovralimentata, da record, nel 2014... Quando noi lo abbiamo fatto negli anni '30 realizzando una moto pazzesca per l'epoca, spinta da un 500 4 cilindri (antenato dell'attualmente diffusissimo 4 cilindri frontemarcia) sovralimentato che le permetteva di raggiungere quasi 275 km/h (negli anni '30!!!!) Vedi: Gilera Rondine 500 ;)

    Lo dice uno che come moto stradale ha proprio una Kawasaki e che porta molto rispetto alle case motoristiche Jap! Quello che ho fatto è solo un esempio di quanto l'ingegneria italiana sia stata un riferimento!

    Totale condivisione per ciò che dici. :I:

    Conosco la storia e so che i giapponesi venivano ad assistere alle gare del Continental Circus muniti di macchine fotografiche per copiare le soluzioni di Case nostrane che all'epoca spadroneggiavano, tanto per non rimanere nel vago Guzzi, Gilera ed MV.
    Il fatto è che hanno poi saputo migliorare tutto surclassandoci.

    Noi italiani siamo bravi nella gestione di marketing dei prodotti generando dei "fenomeni" di moda, vedi per esempio "l'invenzione" della distribuzione desmodromica che pur essendo tecnicamente pregevole, era già in uso nei primi anni '50 sui motori Mercedes da competizione.

    Se a questo sommiamo i progressi tecnologici conseguiti in ambito metallurgico, comprendiamo che la qualità degli acciai non pregiudica più gli alti regimi di rotazione per cui le molle delle valvole risultavano limitanti una volta, e di conseguenza rendono superfluo oggi l'impiego del desmodromico. ;)



    p.s.: grandi motori i Kawasaki, dotati di personalità che ne identifica il carattere generoso se impiegati come amano dal regime di coppia all'entrata ai funzione del limitatore.
    Da tale caratteristica trova origine la scelta di un'azzeccata comunicazione pubblicitaria di qualche anno fa:

    " Kawasaki: un urlo a quattro tempi "

    Sono stato soddisfatto possessore di GpZ 550, 750, 900 RR, e di ZXR 750. Poi sono tornato ad Honda, ma il gusto tipicamente "Kawasaki" non si dimentica. :wub:

    Io sono giovane, ma il mio babbo me lo racconta spesso di quando i jap venivano in europa a fotografare le moto europee per copiarle! Comunque condivido il pensiero su kawasaki, personalmente penso che sia la casa jap con la maggior personalità! Oltre ad essere una vera potenza industriale!
    Condivido anche quello che hai scritto sulle case italiane, ma non vorrei si entrasse in qualche polemica eheheheheh :D
     
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    CITAZIONE (lo-k @ 17/1/2015, 12:52) 
    CITAZIONE (effebi56 @ 17/1/2015, 12:34) 
    CITAZIONE (lo-k @ 17/1/2015, 11:38) 
    Restando in argomento moto d'epoca, ti garantisco che i Jap hanno imparato/copiato molto da noi Italiani ed europei in generale, anche per me adesso sono ad un livello di Affidabilità e rapporto qualità prezzo (qualità assoluta in alcuni casi forse no) superiore a noi, ma pensa che Kawasaki crea una moto supersportiva sovralimentata, da record, nel 2014... Quando noi lo abbiamo fatto negli anni '30 realizzando una moto pazzesca per l'epoca, spinta da un 500 4 cilindri (antenato dell'attualmente diffusissimo 4 cilindri frontemarcia) sovralimentato che le permetteva di raggiungere quasi 275 km/h (negli anni '30!!!!) Vedi: Gilera Rondine 500 ;)

    Lo dice uno che come moto stradale ha proprio una Kawasaki e che porta molto rispetto alle case motoristiche Jap! Quello che ho fatto è solo un esempio di quanto l'ingegneria italiana sia stata un riferimento!

    Totale condivisione per ciò che dici. :I:

    Conosco la storia e so che i giapponesi venivano ad assistere alle gare del Continental Circus muniti di macchine fotografiche per copiare le soluzioni di Case nostrane che all'epoca spadroneggiavano, tanto per non rimanere nel vago Guzzi, Gilera ed MV.
    Il fatto è che hanno poi saputo migliorare tutto surclassandoci.

    Noi italiani siamo bravi nella gestione di marketing dei prodotti generando dei "fenomeni" di moda, vedi per esempio "l'invenzione" della distribuzione desmodromica che pur essendo tecnicamente pregevole, era già in uso nei primi anni '50 sui motori Mercedes da competizione.

    Se a questo sommiamo i progressi tecnologici conseguiti in ambito metallurgico, comprendiamo che la qualità degli acciai non pregiudica più gli alti regimi di rotazione per cui le molle delle valvole risultavano limitanti una volta, e di conseguenza rendono superfluo oggi l'impiego del desmodromico. ;)



    p.s.: grandi motori i Kawasaki, dotati di personalità che ne identifica il carattere generoso se impiegati come amano dal regime di coppia all'entrata ai funzione del limitatore.
    Da tale caratteristica trova origine la scelta di un'azzeccata comunicazione pubblicitaria di qualche anno fa:

    " Kawasaki: un urlo a quattro tempi "

    Sono stato soddisfatto possessore di GpZ 550, 750, 900 RR, e di ZXR 750. Poi sono tornato ad Honda, ma il gusto tipicamente "Kawasaki" non si dimentica. :wub:

    Io sono giovane, ma il mio babbo me lo racconta spesso di quando i jap venivano in europa a fotografare le moto europee per copiarle! Comunque condivido il pensiero su kawasaki, personalmente penso che sia la casa jap con la maggior personalità! Oltre ad essere una vera potenza industriale!
    Condivido anche quello che hai scritto sulle case italiane, ma non vorrei si entrasse in qualche polemica eheheheheh :D

    ......appunto...non facciamo polemiche sul desmo che divento cattivo ..... :LEL:
     
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    Stiamo booooni!!! :asd: :asd:
     
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    CITAZIONE (lo-k @ 17/1/2015, 13:42) 
    Stiamo booooni!!! :asd: :asd:

    :rolleyes:
     
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    CITAZIONE (ducas @ 17/1/2015, 13:15) 
    ......appunto...non facciamo polemiche sul desmo che divento cattivo ..... :LEL:

    Macchè polemiche, figurati...! :D

    Credo di aver ripercorso obiettivamente, per quanto per sommicapi ma potrei farlo più dettagliatamente, una parte di storia motoristica citando un esempio.

    Lungi da me la volontà di entrare in contraddittori che probabilmente ci vedrebbero divisi ideologicamente, ciò non toglie che il rispetto sia dovuto a chiunque possa avere idee diverse. ;)
     
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    Di quanto segue devo rendere merito all'amico Grifone66 che, volendomi stimolare, mi ha inviato qualche "suggerimento" per delle ricerche da inserire in questa rubrica. Francamente si trattava di richiami a modelli d'auto a me noti; come posso fare riferimento a lui per avere informazioni su qualche orologio a me inedito credo di poter costituire il suo "alter ego" in ambito automobilistico d'epoca, argomento insieme all'orologeria sul quale frequentemente ci confrontiamo.

    Fra le altre auto presentatemi mi ha colpito in particolare questa, di cui non avevo mai visto immagini precedentemente. Mi ha immediatamente interessato individuando in essa caratteristiche di spiccata personalità sportiveggiante, sottolineata dai cerchi in alluminio Borrani con canale prevalentemente esterno fissati da classico, per l'epoca, gallettone centrale.



    Un successivo giro d'approfondimento in rete mi ha consentito di appurare che si tratta di un prototipo mai entrato in produzione del quale non ero assolutamente a conoscenza.

    Si tratta dell'Innocenti progetto 186 GT.

    Nel 1962 si inizia a parlare di una "collaborazione" fra Innocenti e Ferrari, prende corpo nel 1963 l'avvio per la costruzione del modello in oggetto la cui progettazione viene affidata all'Ing. Alessandro Colombo. Si tratta di un telaio tubolare secondo la tradizione Ferrari a cui viene accoppiato un 6 cilindri a V di 60° di 1788 cc. che trova origine dal sezionare a metà trasversalmente niente popò di meno che un 12 cilindri Ferrari 250. :o:
    L'unità erogava una potenza di 156 CV a 7.000 giri/min, accoppiato ad un cambio a quattro marce più overdrive.


    Motore Innocenti 186 GT


    L'auto


    Credo l'unica immagine disponibile d'epoca della coda della vettura



    L'interno dell'Innocenti 186 GT.
    Da notare la pedaliera incernierata in basso di foggia tipicamente Ferrari, come il volante certamente Nardi ed i devioluce/attuatore indicatori di direzione di artistica qualità costruttiva comunemente adottati nella produzione Lancia e Ferrari.
    Ulteriore segnale dell'origine si nota nel posizionamento del freno a mano a fianco del tunnel che alloggia l'albero di trasmissione.
    La strumentazione ed il cruscotto in generale ricorda l'omologo allestimento adottato dall'ASA 1000, altra vettura di origine Ferrari, motorizzata in questo caso a 4 cilindri, che pareva dovesse essere prodotta dall'Innocenti ma poi affidata appunto all'ASA.

    Il design della carrozzeria di quest'Innocenti/Ferrari fu affidato a Giorgio Giugiaro all'epoca dipendente della Carrozzeria Bertone.

    Nel 1964 quando ormai la vettura aveva assunto definitiva fisionomia, il progetto viene accantonato a causa della congiuntura economica, ma anche in considerazione del fatto che la rete commerciale Innocenti era costituita in larga parte da officine dedite agli scooter Lambretta e per questo non ritenute affidabili per la gestione dell'assistenza ad un progetto così ambizioso.

    Un vero peccato che ci ha privati di vedere questo studio di nobili origini, per quanto di nicchia, nella circolazione stradale. :(

    Edited by effebi56 - 24/1/2015, 00:51
     
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    Un alberello di noce
    Non solo divertimento e vittorie, anche dolore ed incidenti nelle corse al Circuito del Mugello: un ricordo per il pilota Gunther e per il bimbo Lorenzo
    di Adolfo MONI da: Il Paese delle Corse



    Sabato 22 luglio 1967, intorno ad un alberello di noce, allora poco più di mezzo metro di circonferenza, sulla strada 503 in località “il favale” di Firenzuola, quattro case sparse arrampicate verso il bosco a 5,9 km dopo il passo del Giogo, cessò di vivere Gunther “bobby” Klass.
    Anche adesso la strada scende appena verso il bacino intermontano di Firenzuola, d’intorno selve e prati seminativi chiusi ed ampi pascoli: il paesaggio ricorda a tratti i dipinti di Giorgio Vasari.
    Nato a Stuttgart il 25 gennaio 1936 in una famiglia di commercianti d’attrezzi sanitari, 31enne, pilotava una Ferrari Dino durante le prove per il XIV Circuito del Mugello, nona prova del World sportscar championship.
    Aveva iniziato a correre nel 1963 in rally di ambito locale e poi in gare di salita e durata.
    Il suo 1966 fu una buona stagione sportiva: con una Porsche 906 arriva 7° alla 24 heures du Mans e vince il Rally European Championschip con un 2° posto al Sanremo Rally ed un 1° assoluto al Deutschland Rally con la 911.
    Altre sue gare al Nurburgring, Daytona, alla Targa –dove era spesso arrivato bene-, a Sebring e Le Mans non danno risultati, ma la sua carriera è solida e convive con l’attività di esercente di night clubs in Stoccarda.
    “Capelli corvini, atipici per un tedesco, e occhi vivacissimi. Sulle vetture sport era una buona guida” lo ricorda Enzo Ferrari nel libro “Piloti che gente”.
    All’inizio del 1967 viene ingaggiato da Ferrari per far correre e sviluppare la Dino 206: una buona guida sottratta alla concorrenza di Huske von Hanstein, direttore sportivo di Porsche.
    Arriva alla gara nel Mugello dopo un 4° posto alla salita Trento Bondone, dietro a Peter Schetty con Abarth e ai due concorrenti del campionato europeo della montagna, il tedesco Mitter su Porsche 910 corsa biposto 8 cilindri 2.0 litri, che vince ed il compagno di scuderia Ludovico Scarfiotti con una Dino barchetta.
    Questa era un’auto alleggerita specificamente costruita per le gare in salita e Bobby stava giusto provando quella usata da Scarfiotti, iscritta come una Group 7 2000 biposto corsa con numero “T”, quel maledetto sabato al Favale.
    Per contrastare le vincenti Porsche sul circuito del Mugello erano state infatti iscritte due Dino: una per Ludovico Scarfiotti e Ninni Vaccarella con il nuovo motore “four valve” ed una per J. Williams e Klass, motore tre valvole, entrambe spyder.
    Per il pilota tedesco l’ingaggio pagato da Maranello fu di 218.800 lire, dieci volte uno stipendio settimanale specializzato e che adesso sarebbero oltre 2000 euro, un quarto del premio che gli organizzatori avrebbero pagato al 1° classificato della gara.
    Klass muore alle 13:55 guidando l’alleggerita 206 SP T: al “Favale” dopo la curva sinistra “le costarelle” c’è una velocissima destra, probabilmente uscì con la ruota sinistra posteriore sul brecciolino accanto alla cunetta a monte, perse aderenza, sbandò e si schiantò a destra sotto strada sull’albero, che ancora oggi dopo quarantaquattro anni porta dolorosi segni, fu soccorso quasi subito perché nelle vicinanze c’erano i servizi dei commissari di gara ma a niente servì volare in elicottero all’ospedale fiorentino di Careggi.
    Forse eccessiva velocità, tracce di scarrocciamento per sbandata da sinistra a destra, uscita di strada: furono queste le dichiarazioni ufficiali del Commissario sportivo presente all’incidente, poi riprese nel Verbale dei Commissari sportivi CSAI e dal Direttore di gara Amos Pampaloni.
    Qualche altra ipotesi, cioè un malore da congestione, un cedimento meccanico nella sospensione o nel pneumatico, l’attraversamento di un animale, rimane non provata.
    La colpa rimane nell’impercettibile, millimetrico errore di guida in un tratto veloce e privo di particolari difficoltà, qualcosa che si chiama sorte.
    Andrea Ballerini, adesso Presidente della cooperativa Agriambiente di Galliano, all’epoca un ragazzino di quasi sei anni, viveva con la famiglia di mezzadri proprio al Favale e stava seguendo la gara a ottanta metri, un poco più in alto sulla strada, con il padre ed altri conoscenti.
    Testimonia: “ho netto il ricordo visivo di un paio di giravolte dell’auto, ma non il perché, poi l’impatto rumoroso e la fiammata, l’accorrere di tanta gente, spettatori … l’arrivo dell’elicottero nel campo di sotto. Rimasi shoccato e la sera avevo la febbre a 38, la domenica non guardai la gara”.
    Le Ferrari non corsero, ritirandosi in segno di lutto.



    L’incidente mortale non fu unico: nelle diciassette volte che fu gareggiato dal 1914 al 1970, fu causata, indirettamente, la morte anche del bimbo Lorenzo Z. a Firenzuola nel 1970. Venerdì 26 giugno: due coppie con i loro figli, il più piccolo è Lorenzo di appena sette mesi in una carrozzina spinta dalla madre Simona Poli, stanno passeggiando per la strada tra Firenzuola ed Ospedaletto, vicino al ponte sul Santerno, in curva.
    Sulla stessa che sarà utilizzata per la 17esima edizione del gran premio del Mugello in calendario dopo ventitre giorni.
    Il gruppo delle donne e dei bimbi vengono investiti da un’Alfa Romeo 1750 GTAm, a velocità sostenuta con a bordo il ventisettenne di Greve in Chianti Spartaco Dini, pilota ufficiale della scuderia milanese Autodelta, che faceva gareggiare le Alfa, in compagnia della giovane Barbara, sorella dei piloti Carlo e Roberto Benelli, industriali pratesi.
    Racconterà in un libro di Luca Delli Carri del 2004 lo stesso Dini: “… stavo andando a correre a Truxon una gara di Formula 2, perché quell’anno avevo un contratto con De Tommaso … volli passare con la mia fidanzata di allora, che mi accompagnava in aeroporto a Milano, dal Mugello, perché … avrei dovuto correre lì e mi avevano detto che c’era un pezzo di strada rifatto. Purtroppo ebbi un incidente che non fu colpa mia”.
    Il piccolo Lorenzo muore, le donne ed i ragazzini vengono gravemente feriti.
    Dini, arrestato per omicidio colposo, rimane in carcere fino al successivo 13 agosto, pagherà di persona per l’incidente e solo l’anno dopo ricomincerà a correre, ripartendo da zero, con patente guida olandese, licenza sportiva spagnola e divieto di guida in Italia. Corresponsabilità ed attenuanti dell’incidente non furono completamente chiarite: si disse che Barbara cronometrava la velocità della ricognizione e che c’era un cane al centro della strada molto stretta.
    I fatti rimasero oscuri, il pilota ripete “non fu colpa mia”: purtroppo, niente rese Lorenzo alla famiglia.
    La morte del bimbo, le altre persone gravemente lese e ben conosciute in paese, figlie e figli del veterinario e del farmacista, sopratutto la grave circostanza di provare il circuito anche con strade aperte al pubblico, senza limiti e misure di sicurezza, contribuirono a decretare l’atto finale della gara che fu comunque corsa per la sua diciassettesima ed ultima volta.
     
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