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Elogio all’orologio.
Nel mio girovagare, mi sono imbattuto in un vecchio libro, catalogo del 1987. Nello specifico parla dell’evento mostra, scambio di orologi da collezione, tenutosi a Torino il 10-13 Ottobre 1987.
All’inizio c’è una interessate articolo intitolato: Polso per polso l’ora del potere.
Prima un’occhiata obliqua di finta indifferenza. Poi una domanda buttata li: Fai vedere di quand’è: poi uno scambio da una parte all’altra del tavolo; i rispettivi orologi vengono soppesati, valutati e provati al polso. Questa scenetta sta diventando sempre più frequente durante le colazioni di lavoro, nelle riunioni informali, in situazioni in cui le persone hanno l’occasione di mettere in mostra il proprio orologio, diventato ormai lo status symbol degli anni 80…
Così come l’auto negli anni 60 era l’unità di misura dei soldi, del successo, della personalità di un uomo, oggi l’orologio rivela lo stile di chi lo porta al polso.
Così apre l’articolo e non si discosta molto da quello che viviamo nel 21° secolo.
Continua così.
Il cronografo grande a tasti tondi e con il quadrante nero, meglio se subacqueo, rivela il macho aggressivo, il manager d’assalto. Su questo punto ci sarebbe da discutere perché la tendenza attuale sia differente da quella descritta..
Gianni Agnelli, grande collezionista di Cartier d’epoca, quando alla domenica va allo stadio utilizza un Iwc Porche Design portato sopra al polsino della camicia. Anche Benetton ha lo stesso orologio.
Ciriaco De Mita ha un Audemars Piguet complicato ; anche De Benedetti è fedele alla Maison.
Il seduttore quarantenne punta sul classico modello di Bogart: un Prince Rolex o un orologio rettangolare o quadrato anni 30\40; magari un Reverso.
Il Classico Calatrava a forma di moneta piace molto al ministro Giovanni Goria, che predilige i quadranti color spumante.
Udite, udite:
allo stesso livello troviamo Vacheron e Piaget.
Personalità in posizione di leadership mostrano di preferire i Rolex. Orologi che detengono la fetta più vasta del mercato del lusso, perché hanno saputo conciliare da oltre mezzo secolo un’immagine sportiva con il lusso. Tant’è vero che nelle versioni di oro e brillanti sono preferiti da petrolieri Texani e Arabi.
( predecessori di russi e asiatici)
Nelle versioni classiche lo troviamo al polso di Papa Wojtyla, Marisa Bellisario, mentre Occhetto preferisce il modello sub.
Non sapevo che il Papa avesse al polso un Rolex..
Cartier, specie nell’intramontabile Tank è il più amato dall’uomo elegante. Enzo Biagi Ha scelto un Cartier d’epoca, meno usuale del solito e più raro.
Luca di Montezemolo ha scelto un Breguet in tiratura limitata che porta il nome del geniale orlogiaio.
Con una cifra dieci volte più bassa, il sindaco di Milano Pillitteri, ha acquistato un bel cronografo d’oro Eberhard degli anni 40..
Breitling,Universal, Omega, Movado, Rolex, si trovano tra i 3 e 6 milioni. Vacheron , Audemars, Patek, si va dai 7 a 15 milioni e oltre.
Altri personaggi non sono legati al prestigio dell’orologio, ma al look. Renzo Arbore alterna uno Swatch d’annata ai più moderni in gomma colorata.
Roberto D’Agostino si definisce un teorico della centralità del cinturino che spiega così:
Non ha importanza che cosa si porta al polso, ma con che cosa si porta. L’importante è che il cinturino si abbini bene con scarpe, cravatta, boxer……
Ho cercato di abbreviare il lungo articolo, il quale presenta aspetti sui quali si può aprire un dibattito.
Il 1987 è poi così tanto lontano in fatto di gusti, prestigio, maison preferite?. Oggi, vale di più essere il portatore di un orologio oppure distinguersi con modelli alternativi, prestigiosi e poco conosciuti?
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Ciao, ricordo quella manifestazione, e partecipai ad una delle ultime rappresentazioni. Peccato che Fagnola non la organizzi più.
Credo che oggi ancor più di ieri molti preferiscano acquistare orologi molto noti per sbandierare il loro status sociale. Sono in pochi coloro che amano l'orologio per quello che rappresenta intimamente, e che preferiscono indossare orologi poco conosciuti ma di grande pregio; e li indossano per il gusto di avere al polso un opera d'arte. Molti invece specie nei più giovani c'è la voglia di far vedere, di dare dimostrazione. Se così non fosse non mi spiego il perchè le vetrine di certi concessionari sono letteramente "leccate" e piene di impronte di naso, mentre altre vetrine sono ignorate dai più, ma apprezzate da pochi ma buoni.
Una cosa è certa, che come nel 1987 o negli anni prima, anche oggi l'orologio resta uno dei pochi gioielli che l'uomo può permettersi di portare assieme ai gemelli da polsino, anche se più demodè.
Saluti. -
MoonLanding .
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Mi sento di commentare solo questa frase :
Roberto D’Agostino si definisce un teorico della centralità del cinturino che spiega così:
"Non ha importanza che cosa si porta al polso, ma con che cosa si porta. L’importante è che il cinturino si abbini bene con scarpe, cravatta, boxer……"
Non importa se sia la Gioconda di Leonardo o un acquarello di un bimbo delle elementari...l'importante e' che ci sia una gran bella cornice.
Ma che si compri solo dei cinturini sto' facocero!
e con questo ho risposto.
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Ciao, ricordo quella manifestazione, e partecipai ad una delle ultime rappresentazioni. Peccato che Fagnola non la organizzi più.
Credo che oggi ancor più di ieri molti preferiscano acquistare orologi molto noti per sbandierare il loro status sociale. Sono in pochi coloro che amano l'orologio per quello che rappresenta intimamente, e che preferiscono indossare orologi poco conosciuti ma di grande pregio; e li indossano per il gusto di avere al polso un opera d'arte. Molti invece specie nei più giovani c'è la voglia di far vedere, di dare dimostrazione. Se così non fosse non mi spiego il perchè le vetrine di certi concessionari sono letteramente "leccate" e piene di impronte di naso, mentre altre vetrine sono ignorate dai più, ma apprezzate da pochi ma buoni.
Una cosa è certa, che come nel 1987 o negli anni prima, anche oggi l'orologio resta uno dei pochi gioielli che l'uomo può permettersi di portare assieme ai gemelli da polsino, anche se più demodè.
Saluti
Il bello è avere un orologio raro, poco conosciuto che dia soddisfazione a chi lo indossa.... -
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Ciao, ricordo quella manifestazione, e partecipai ad una delle ultime rappresentazioni. Peccato che Fagnola non la organizzi più.
Credo che oggi ancor più di ieri molti preferiscano acquistare orologi molto noti per sbandierare il loro status sociale. Sono in pochi coloro che amano l'orologio per quello che rappresenta intimamente, e che preferiscono indossare orologi poco conosciuti ma di grande pregio; e li indossano per il gusto di avere al polso un opera d'arte. Molti invece specie nei più giovani c'è la voglia di far vedere, di dare dimostrazione. Se così non fosse non mi spiego il perchè le vetrine di certi concessionari sono letteramente "leccate" e piene di impronte di naso, mentre altre vetrine sono ignorate dai più, ma apprezzate da pochi ma buoni.
Una cosa è certa, che come nel 1987 o negli anni prima, anche oggi l'orologio resta uno dei pochi gioielli che l'uomo può permettersi di portare assieme ai gemelli da polsino, anche se più demodè.
Saluti
Il bello è avere un orologio raro, poco conosciuto che dia soddisfazione a chi lo indossa...
La differenza tra essere ed apparire... Per un vero appassionato l'importante è essere...
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drfarto .
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Bella rassegna quella di Fagnola e bei cataloghi .... . -
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All'epoca Fagnola organizzava la manifestazione grazie al contributo determinante di un grandissimo collezionista : si trattava del fondatore di TRACO , la cosa e' andata avanti fino a quando non ha venduto la societa' e si e' trasferito a Montecarlo .
Italo. -
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è si .... meglio apparire" molto" poco ed essere tanto!!!! 
Saluti. -
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Bei tempi quelli di Elogio all'Orologio a Torino...che nostalgia 
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ho un paio di libri anche io . -
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Sono riuscito ad andare all'ultima edizione. Bellissima, quanti orologi, molta disponibilita' a fare permute e cambi, tanti begli orologi, bei tempi. .
Elogio all'Orologio |
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