Electrolux lascia terra bruciata

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    CITAZIONE (pippoz77 @ 23/1/2014, 16:00) 
    Neanche mi fossi messo d'accordo con il giornalista... notizia di oggi -_-

    E' una vergogna per le tantissime piccole e medie aziende che in quella stessa zona (come in altre zone d'Italia) hanno chiuso o lo stanno per fare.
    Se lo state avesse garantito l'esezione dell'Irap per 5 anni non avremmo risolto il problema di 1000 Electrolux.
    Vergogna!
     
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    CITAZIONE (AndreaR1 @ 23/1/2014, 16:05) 
    CITAZIONE (pippoz77 @ 23/1/2014, 16:00) 
    Neanche mi fossi messo d'accordo con il giornalista... notizia di oggi -_-

    E' una vergogna per le tantissime piccole e medie aziende che in quella stessa zona (come in altre zone d'Italia) hanno chiuso o lo stanno per fare.
    Se lo state avesse garantito l'esezione dell'Irap per 5 anni non avremmo risolto il problema di 1000 Electrolux.
    Vergogna!

    Io sono, in linea di principio, d'accordo con te.

    Ma mi rifiuto di non vedere, forse, l'inzio di un (potenziale) percorso inverso! In Italia o si già oltre il fondo del barile o lo si sta per raschiare: se ci devono essere incentivi PRODUTTIVI (l'IRAP è una piccolo passo in questa direzione) allora che siano FISCALI e a macchia d'olio, non contributi a pioggia (ormai un miraggio) come lo scempio che la stessa provincia di trento ha fatto con whirlpool (ribadisco, leaseback di €40milioni, oggi interrotto, non più tardi di 6 anni fa!!!)

    CITAZIONE (sidereusnuncius @ 23/1/2014, 15:08) 
    ...io ho una visione molo più semplice: se lo stato lascia alla gran parte dei propri cittadini appena di che vivere è molto improbabile che possano comperarsi elettrodomestici automobili vestiario e via discorrendo..
    Tutti i discorsi qua sopra su produttività costo orario piani industriali sono solo fuffa.
    Armi di distrazione di massa.


    Se si vuole che i consumi interni ripartano non c'è che una via....abbassare drasticamente le tasse....lasciare i soldi in tasca al cittadino.

    Evitare di depredarlo e depauperarlo con tasse imposte tariffe e gabelle varie.

    la frase in neretto è inesatta: sarebbe valida se la produzione riguardasse il solo territorio italiano, ma qui si parla di multinazionali che spostano la produzione (magari parziale) per tutto il mercato europeo.
    Quindi il discorso sul costo di produzione è quantomai azzeccato
     
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    Beh che in Italia non conviene produrre (anzi, non conviene lavorare proprio) è ormai palese e non credo ci sia bisogno di spiegare perché. Ma rimango dell'idea che spostando la produzione altrove si mette una piccola toppa su uno strappo enorme ed irricucibile - l'azienda che delocalizza da un lato risparmia sui costi di produzione ma dall'altro distrugge un mercato, perché la gente che non lavora non guadagna e quindi non consuma. D'altro canto, nei Paesi nei quali conviene spostare la produzione non è possibile creare un mercato, perché gli operai guadagnano troppo poco per potersi permettere di comprare gli articoli che producono. Allora a che serve produrre lavatrici o automobili in Polonia o in Serbia, se poi non si vendono né in Polonia, né in Serbia, né in Italia ??? <_<
     
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  4. ciaca
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    Se lo state avesse garantito l'esezione dell'Irap per 5 anni

    Esenzione? L'irap è una FOLLIA che tassa i costi e solo un paese tragicomico come il nostro poteva inventarsela.
    Una classe dirigente all'altezza di un ruolo delicato come quello di governare uno stato non avrebbe MAI dovuto concepirla, e oggi dovrebbe immediatamente ABOLIRLA stante anche la situazione di coma profondo dell'economia italiana.
    Le coperture? Semplice...TAGLIO della spesa pubblica.
    Perchè gira e rigira, alla fine, il nodo è sempre e solo quello.
    Ma si preferisce continuare a salvaguardare il sistema clientelare e feudale che di spesa pubblica vive, a QUALUNQUE COSTO.
    E il popolo imbecille continua a legittimare col suo voto questa congrega di *bip* salvo poi stracciarsi le vesti per le aziende che chiudono e delocalizzano, i posti di lavoro che evaporano e i distretti industriali che si desertificano.
    Popolo di teste di *bip*

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    @pippoz77

    i costi di produzione sono una componente....
    (per esempio una volta prodotte le merci devono essere trasportate dove c'è mercato)
    ...forse se il cavallo bevesse (la gente comprasse)....le economie di scala potrebbero ridurne l'impatto sul prodotto finale.

    Io resto del mio parere: bisogna lasciare più soldi in tasca ai consumatori.
    Non c'è altra via.
     
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    CITAZIONE (sidereusnuncius @ 23/1/2014, 19:57) 
    @pippoz77

    i costi di produzione sono una componente....
    (per esempio una volta prodotte le merci devono essere trasportate dove c'è mercato)
    ...forse se il cavallo bevesse (la gente comprasse)....le economie di scala potrebbero ridurne l'impatto sul prodotto finale.

    Io resto del mio parere: bisogna lasciare più soldi in tasca ai consumatori.
    Non c'è altra via.

    Sulla tua ultima affermazione non vi é dubbio alcuno e nessuno che sia sano di mente potrebbe asserire ahimè, il contrario.
     
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    CITAZIONE (egill @ 23/1/2014, 16:39) 
    Beh che in Italia non conviene produrre (anzi, non conviene lavorare proprio) è ormai palese e non credo ci sia bisogno di spiegare perché. Ma rimango dell'idea che spostando la produzione altrove si mette una piccola toppa su uno strappo enorme ed irricucibile - l'azienda che delocalizza da un lato risparmia sui costi di produzione ma dall'altro distrugge un mercato, perché la gente che non lavora non guadagna e quindi non consuma. D'altro canto, nei Paesi nei quali conviene spostare la produzione non è possibile creare un mercato, perché gli operai guadagnano troppo poco per potersi permettere di comprare gli articoli che producono. Allora a che serve produrre lavatrici o automobili in Polonia o in Serbia, se poi non si vendono né in Polonia, né in Serbia, né in Italia ??? <_<

    ::I:

    I soldi qui stanno per finire; voglio proprio vedere chi gliela compra più quella roba visto il target...
     
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    Electrolux, nel piano il maxi-taglio
    dei salari e la chiusura del polo in Friuli
    Proposta dell’azienda: stipendio da 700-800 euro al mese. L’alt dei sindacati.
    Il ministro Zanonato: «In Italia c’è un problema legato al costo del lavoro»

    LUIGI GRASSIA
    I proprietari svedesi presentano un piano per salvare le quattro fabbriche italiane di Electrolux a rischio di chiusura, ma le condizioni sono così dure che i dipendenti non possono tirare un sospiro di sollievo. Secondo fonti sindacali, la proposta comporta un taglio dei salari così drastico che l’attuale media di 1400 euro al mese si dimezzerebbe o quasi, a circa 700-800 euro, cioè una cifra paragonabile all’assegno della cassa integrazione.

    La proposta prevede un taglio dell’80% dei 2700 euro di premio aziendali, la riduzione delle ore lavorate a 6, il blocco dei pagamenti delle festività, la riduzione di pause e permessi sindacali (-50%) e lo stop agli scatti di anzianità. Il costo orario del lavoro, ora a 24 euro, scenderebbe di 3-5 euro medi, così da ridurre il gap con il costo del lavoro in Polonia, dove gli operai di Electrolux percepiscono 7 euro l’ora. A queste condizioni, dicono gli svedesi, gli stabilimenti di Susegana, Porcia, Solaro e Forlì sopravviverebbero, mentre se il piano fosse respinto il gruppo bloccherebbe gli investimenti in Italia.

    Per discutere la proposta sono state già convocate per domani le assemblee dei lavoratori, ma si parla anche di sciopero. Secondo Rocco Palombella, segretario generale della Uilm, «quello che temevamo è successo. Electrolux ha presentato un piano che è sostanzialmente irricevibile e che impedisce alla parte sindacale di proseguire il confronto con l’azienda. Per quanto ci riguarda, questo è il tempo della lotta dura e ad oltranza. Il governo, se c’è, almeno si faccia sentire».
    Il ministro dello Sviluppo economico, Flavio Zanonato, ha commentato così le indiscrezioni: «I prodotti italiani nel campo dell’elettrodomestico sono di buona qualità ma risentono dei costi produttivi, soprattutto per quanto riguarda il lavoro, che sono al di sopra di quelli che offrono i nostri concorrenti. E’ necessario dunque ridurre i costi di produzione, in Italia c’è un problema legato all’esigenza di ridurre il costo del lavoro».

    Fonte: LaStampa
     
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  9. ciaca
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    Il ministro Zanonato: «In Italia c’è un problema legato al costo del lavoro»

    Ha scoperto l'acqua calda, uno dei tanti saggi!
    Parlano e parlano e parlano e parlano....senza vergogna non hanno più nemmeno la decenza del silenzio, parlare tanto per non fare un c***o se non conservare poltrone, privilegi e clientele.
    Corte marziale e muro per tutti, altro che democrazia....

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  10. specialwatch
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    Per fare proposte simili chiudano tutto e vadano a farsi fottere con le loro teorie di globalizzazione, in italia con 700 euro non si vive, al massimo si cerca di sopravvivere quindi queste proposte sono fuffa... Lo stato dovrebbe tirare fuori le palle imponendo dazi pesantissimi per queste aziende che se ne vanno e lasciano tutto nelle mani della cosa pubblica. In Romania se vuoi vendere devi produrre parte del bene in loco, in Francia certe teorie sono assodate da tempo e nessuno si scandalizza... Qui da noi non abbiamo le capacità di farci le nostre ragioni in Europa e queste sono le conseguenze. Vengono tutti in Italia fanno spesa, cannibalizzano risorse, proprietà intellettuali e lasciano andandosene una scia di sangue.... Forse non è ora di prendere coscenza e tutelarsi un poco di più? Fermo restando che a Roma dormono della quarta.....
     
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  11. ciaca
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    Detassare lavoro e reddito d'impresa, e ridurre drasticamente la spesa improduttiva con annesse mangiatoie e clientele. Il resto è FUFFA.
    Chi lo fa? Di sicuro non la politica che di mangiatoie e clientele vive.
    Forse un commissariamento europeo.... Forse

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    CITAZIONE (ciaca @ 27/1/2014, 22:15) 
    Detassare lavoro e reddito d'impresa, e ridurre drasticamente la spesa improduttiva con annesse mangiatoie e clientele. Il resto è FUFFA.
    Chi lo fa? Di sicuro non la politica che di mangiatoie e clientele vive.
    Forse un commissariamento europeo.... Forse

    SSS

    agenda piena per affrontare questi problemi.... -_-

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  13. ciaca
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    CITAZIONE
    agenda piena

    Si, di appuntamenti con z***ole e travesta...
    E l'italiano bue ancora li vota

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    è una cosa vergognosa , io da operaio accetterei anche le 800 euro , se il costo della vita fosse adeguato (quanto costa la vita in Polonia ? ) c'è gente con la famiglia da mantenere , mutui da pagare , come si fa a fare proposte del genere e Zanonato dice che il costo del lavoro è alto ? certo , magari è colpa anche dei 30.000 euro al mese che percepisce anche lui ... che provi a dare l'esempio lui , restituendo il 90% del suo introito mensile ... alla fino anche la colpa dell'azienda è abbastanza limitata (a me piacerebbe capire quanti soldi abbiano guadagnato in passato i titolari , grazie anche alla mano d'opera aziendale) però non si può continuare a far pagare quasi il 70% di quello che guadagna , a chi ha voglia di dare il lavoro in questo paese allo sfascio ....
     
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    Ritengo, in fondo, che i nostri governanti non siano del tutto uguali a noi.
    E' vero che li votiamo.
    E' vero però che non abbiamo modo di mandare al potere altri, perché il sistema è quello ed è figlio della paura post bellica di assolutismi (la bestialità del presidente del consiglio dei ministri primus inter pares è assurda, il bicameralismo è assurdo..).
    Ed è vero che chi è stato al potere per tanto tempo ha arricchito quel meccanismo affinché dalla "base" non fosse nemmeno più scalfibile.
    Il risultato è che, di fatto, noi siamo slegati da chi comanda.
    E che non ci rappresenta e, forse, non ci somiglia più di tanto.
    Siccome questi balordi non si rendono conto che devono togliersi di mezzo, favorendo un cambiamento accettabile e progressivo (che doveva iniziare vent'anni fa almeno) verranno spazzati via tutto d'un tratto, in modo non morbido, dalla rabbia della gente.
     
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