Cronografo a ritorno Leonidas lo conoscete?

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    Buongiorno,
    Volevo condividere con voi questo cronografo.
    Mi piacerebbe avere da voi delle informazioni aggiuntive a quelle che riporto sotto.

    "serviva ai bombardieri che effettuavano un doppio passaggio sul bersaglio, azionavano il timer per regolare il bombardamento sul secondo passaggio. L'azionamento di partenza, ritorno e azzeramento era tutto in corona, il pulsante ad ore 2 serviva solo per il fermo macchina. In avanti la lancetta fa un giro in 30 secondi mentre il ritorno è di 60 secondi. La scala interna in HM, serviva per calcolare la quota dell'aereo. Le lancette ed i numeri erano al fosforo per la lettura notturna"

    Io l'ho trovato in cantina da mio zio sono consapevole che questa non è la
    sezione corretta ma secondo voi potrebbe avere qualche valore ?

    Ecco le foto:




    Voglio ringraziare in anticipo che si unirà a questa discussione.
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    Il valore esatto non lo saprei quantificare, ma sicuramente è un orologio che ha fatto la storia dei militari e che ha moltissimi collezionisti che lo apprezzerebbero. Oltretutto è molto raro. Se posti l'orologio nella sezione dei militari sicuramente ti sapranno dire di più ;)

    Daniele
     
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    CITAZIONE (il falegname @ 6/3/2014, 10:12) 
    Il valore esatto non lo saprei quantificare, ma sicuramente è un orologio che ha fatto la storia dei militari e che ha moltissimi collezionisti che lo apprezzerebbero. Oltretutto è molto raro. Se posti l'orologio nella sezione dei militari sicuramente ti sapranno dire di più ;)

    Daniele

    Quoto. Inoltre il calibro e quadrante sembrano interessanti e le condizioni buone. Ti consiglio di postarein sezione Militari. A me piace :D
    Un saluto
     
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    "Orologio" non comune, utilizzato dalla Regia Aeronautica, dall'Armee de l'Air francese e dalla Luftwaffe, per la temporizzazione di sgancio delle bombe.
    Lo strumento non è comune, è interessante e di buona qualità, ma non ha neanche utilizzi pratici nella vita civile e ciò si riflette sulla sua valutazione.

    Non so da dove hai tratto la parte tra virgolette, ma non è del tutto esatta... normalmente non si facevano due passaggi su un obiettivo, perchè ogni passaggio significava rischiare la pelle: in realtà il sistema di sgancio prevedeva un complesso calcolo di tempo e di ritorno un poco più complesso di come ti è stato descritto inoltre, i numeri non sono al fosforo, ma al Radio e dunque sono ancora radioattivi, anche se non sono sicuramente più luminescenti al buio.
    In realtà si tratta di un timer speciale, usato dal puntatore-navigatore negli ultimi istanti prima dello sgancio, per temporizzare e calcolare il tempo di caduta, in rapporto alla velocità del velivolo e l'altezza di sgancio.
    Con l'avvento del collimatore, già alla fine degli anni '30, questo impreciso e complicato strumento diventò obsoleto.

    Simili strumenti venivano prodotti anche da altri marchi.
     
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    Mi rendo conto che qualche commentatore tende ad interpretare questo strumenti come cronografi DI ritorno, come se il velivolo facesse due passaggi sull'obiettivo...
    Non funzionava così!
    Sono cronografi A ritorno... significa che la lancetta viene azionata una prima volta e opera in senso orario.
    poi è azionata una seconda volta e RITORNA indietro, in senso inverso... la lancetta.. non l'aereo!
    http://m.youtube.com/watch?v=N6mixW8MPG8
    Inoltre la quota di volo era data degli strumenti di bordo e non calcolata con questo strumento... che però doveva tener conto della quota di sgancio... come da scala su quadrante...
    Usati sin dagli anni della prima guerra mondiale, fino agli anni '30 molto inoltrati...
    Noi l'abbiamo usati molto a lungo... purtroppo... per mancanza fondi per accedere a tecnologie più avanzate.
    Produttori furono Breitling, Zenith, Leonidas, Lip , Geismar, Minerva...
    Valutazione? Molto difficilmente raggiungono i 1000/1500 euro, se perfetti e versioni rare e pregiate: sono molto di nicchia...

    Edited by klaus06 - 7/3/2014, 09:50
     
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    Cavolo come sai competente .
    Grazie mille
     
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    Venivano allacciati sulla coscia
     
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    Falso mito.
    Sarebbero stati inutilizzabili, dato che il puntatore, ovviamente, lavorava prono, ovvero semidisteso guardando verso il basso...
     
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    Poichè se ne parla anche in questa sezione, ripropongo una mia vecchia ricerca, che ripubblico anche qui per maggiore visibilità.

    Spero che sia ancora valida. :)


    image-oiefatajasmine-D3B1_518934A3


    Avendo trovato nuova documentazione (in particolare un interessante articolo di Paolo Gobbi pubblicato su “0rologio” n° 142/Nov.2005), aggiorno questa vecchia discussione, per chi è interessato.

    Ricordiamo che il quadrante dei cronografi a ritorno era di solito diviso in trenta secondi; internamente era presenta una scala delle quote di volo, misurata in ettometri (hm) e ciascuna quota era segnata in corrispondenza della durata della traiettoria di caduta libera della bomba. Era presente, inoltre, un indice triangolare giallo, mobile nei due sensi mediante la ghiera, che poteva essere fermato in una qualsiasi posizione del quadrante.
    La corona fungeva da pulsante per l’avvio del cronografo; una seconda pressione sullo stesso pulsante permetteva l’inizio del conto alla rovescia; una ulteriore pressione della corona determinava l’azzeramento con uno scatto; il pulsante ad ore 2 permette di fermare la lancetta, agendo sul bilanciere.

    cronografo_a_ritorno_minerva
    Una foto del cronografo a ritorno Minerva

    La spiegazione data alcuni mesi or sono è valida nel caso di utilizzo del solo cronografo a ritorno; ma, in realtà, esso era quasi sempre associato ad un sistema di puntamento vettoriale, chiamato in gergo militare “traguardo”, che al contrario di quanto affermato in precedenza e riportato anche sul testo dedicato agli orologi militari ("Militari da polso" di L. Canetoli): ... Serviva ai bombardieri che effettuavano un doppio passaggio sul bersaglio, azionavano il timer per regolare il bombardamento sul secondo passaggi…” permetteva l’utilizzo del cronografo a ritorno e del calcolo del momento di lancio della bomba, evitando il doppio passaggio sull’obiettivo, a tutto vantaggio della notevole riduzione dei rischi dell’equipaggio.

    Ecco un disegno del sistema di puntamento o “traguardo”…

    Disegno schematico del “traguardo” Iozza

    … ed un foto che ritrae il momento di una lezione pratica con cui si illustra il suo funzionamento ai cadetti dell’Accademia.



    Una lezione sul funzionamento del “traguardo” all’Accademia.

    Il cronografo a ritorno veniva collocato in un apposito alloggiamento presente sul sistema di puntamento e, a rigor di termini, non era un segnatempo da polso. Era abituale, tuttavia, che il personale addetto lo indossasse proprio con un grosso cinturino di cuoio sopra la tuta oppure lo utilizzasse come un orologio da tasca, reggendolo in mano.

    foto_epoca
    Foto d’epoca

    Il sistema di puntamento vettoriale (o “traguardo”) per lo sgancio manuale delle bombe, a visuale libera, cioè privo di cannocchiale ed altri dispositivi ottici, prevedeva tre punti di mira o collimazione, che potevano essere modificati in modo da adattarsi ai due tipi di cronografo a ritorno disponibili:
    Nel prima variante di “traguardo”, utilizzabile per cronografo a ritorno Minerva, nel quale il “ritorno” avveniva alla stessa velocità dell’ “andata, ” i punti di collimazione erano tali che la distanza tra il segmento AB fosse pari al segmento BC; il bersaglio, pertanto, se impiegava un tempo T1 per passare da A a B, avrebbe impiegato un tempo di ugual durata, T2, per passare da B ad C.
    Quindi il bersaglio, per passare dal punto di collimazione A al punto C impiegava un tempo pari a 2 x T1.
    Bisogna considerare, tuttavia, che per passare da V ad C la bomba avrebbe impiegato un tempo T3, corrispondente alla durata della traiettoria di caduta libera.
    Quindi, per fare in modo che la bomba arrivasse in A nello stesso istante in cui vi arrivava il bersaglio, era necessario sottrarre tale tempo T3 al tempo in cui il bersaglio passa da A ad C, che è pari, per quello che è stato detto in precedenza, a 2 x T1.
    La formula finale, pertanto, sarebbe stata: 2 x T1 - T3 .




    Il principio su cui si basa il “traguardo” di puntamento, con uno schema

    In pratica si procedeva così:
    • Si poneva l’indice triangolare giallo in corrispondenza della quota di volo. In tal modo, l’indice stesso avrebbe indicato, sull’adiacente pista dei secondi, una posizione corrispondente al tempo medio della traiettoria di caduta libera.


    Foto A, Altitudine impostata su 1750 m, pari a 19 secondi di caduta libera.

    • Quindi, si faceva partire il cronografo nel momento in cui il bersaglio passava per la prima linea di collimazione A, calcolando il tempo fino alla collimazione con B

    Minerva_fronte_cronografo_ritornob
    Foto B, calcolo del tempo, pari a 25 secondi.

    • Poi, si invertiva il moto della lancetta nell’istante in cui il bersaglio passava per la seconda linea di collimazione B ed, infine, si lanciava la bomba nell’istante in cui la lancetta passa sull’indice triangolare giallo.

    Foto C, con l’indicazione dell’istante in cui si doveva sganciare la bomba.

    Dal punto di vista tecnico, il “ritorno” era ottenuto modificando la bascula che di solito era deputata a “freno” della ruota centrale del cronografo, dotandola di una ruota dentata, che interponendosi tra la ruota della bascula di rinvio e la ruota centrale del cronografo, determinava il movimento in senso antiorario della lancetta dei secondi cronografici ossia il “ritorno” appunto (in realtà tale ruota, come pure quella centrale del cronografo è doppia, ossia è costituita da una coppia di ruote coassiali con raggio differente, in modo da permettere la rotazione sia in senso orario sia in senso antiorario della ruota centrale del cronografo).


    Il calibro Minerva.

    Nel seconda variante di “traguardo”, adatto, ad esempio, per il cronografo a ritorno Universal ( e quasi tutti gli altri) i punti di collimazione erano tali che la distanza tra il segmento AB fosse la metà del segmento BC; il bersaglio, pertanto, se impiegava un tempo T1 per passare da A a B, avrebbe impiegato un tempo doppio, T2 pari a 2 x T1, per passare da B ad C.
    Quindi il bersaglio, per passare dal punto di collimazione A al punto C impiegava un tempo pari a 3 x T1, essendo T2 il doppio di T1.
    Anche in questo caso, bisognava considerare il tempo di caduta libera della bomba, T3 e quindi, come detto in precedenza, era necessario sottrarre tale tempo T3 al tempo in cui il bersaglio passava da A ad C, che era pari, come già ricordato a 3 x T1.
    La formula finale, pertanto, sarebbe stata, in questo caso: 3 x T1 - T3.


    Schema che illustra il funzionamento dell’Universal cronografo a ritorno

    Ma perché era necessaria questa differenza ?
    Nei cronografi a ritorno Universal (e quasi tutti gli altri) “… In avanti la lancetta fa un giro in 30 secondi mentre il ritorno è di 60 secondi…” (ancora su "Militari da polso" di L. Canetoli); inoltre, sul quadrante la quota in ettometri corrisponde alla metà del tempo di caduta libera della bomba (e non all’intero tempo di caduta, come avveniva nel cronografo a ritorno Minerva: infatti, se guardate i due quadranti, noterete che i secondi corrispondenti alla quota dell’aereo della scala Universal sono ridotti della la metà rispetto alla scala del Minerva, per cui alla quota di 5 ettometri [= 500 metri] sulla scala dell’Universal corrispondono 5 secondi circa, mentre sulla scala del Minerva, il valore corrispondente a 5 ettometri è di 10 secondi circa).
    Vedremo fra un po’ il perché.


    Foto Universal

    Anche con questo cronografo a ritorno Universal, si procedeva come prima:
    • Si poneva l’indice triangolare giallo in corrispondenza della quota di volo. Ma per i motivi sopra ricordati, l’indice stesso avrebbe indicato, sull’adiacente pista dei secondi, una posizione corrispondente alla metà del tempo medio della traiettoria di caduta libera.
    • Quindi, si faceva partire il cronografo nel momento in cui il bersaglio passava per la prima linea di collimazione A fino al punto B, calcolando così il T1;
    • Poi, si invertiva il moto della lancetta nell’istante in cui il bersaglio passava per la seconda linea di collimazione B. La lancetta, quindi, dopo l’inversione del moto, ritornava indietro come nell’altro cronografo Minerva, ma, in questo caso, per ritornare in senso antiorario allo zero, impiegava il doppio del tempo, in modo da calcolare esattamente il tempo T2 (doppio di T1); anche in questo caso, infine, si lanciava la bomba nell’istante in cui la lancetta passava sull’indice triangolare giallo, che corrispondeva sì alla quota dell’aereo, ma solo alla metà del tempo di caduta libera; infatti, poiché la lancetta, nella fase di ritorno, procedeva a metà velocità, essa raggiungeva l’indice triangolare giallo come se lo stesso indicasse il tempo totale di caduta libera e non la sua metà; in questo modo si poteva sottrarre il tempo T3, sebbene l’indice triangolare giallo ne indicasse solo la metà del valore, secondo l’equazione sopra ricordata : 3 x T1 - T3

    Questo artificio del ritorno della lancetta a velocità ridotta (con l’adeguamento della scala che indicava la metà del tempo di caduta), permetteva di ottenere una maggior precisione nell’individuare l’istante in cui la lancetta retrogradante raggiungeva l’indice triangolare giallo, che indicava il momento in cui lanciare la bomba, dal momento che, come già detto, la lancetta retrocedeva più lentamente.
    Anche in questo caso, il “ritorno” era ottenuto modificando la bascula che di solito era deputata a “freno” della ruota centrale del cronografo, dotandola di una ruota dentata, di dimensioni minori, che interponendosi tra la ruota della bascula di rinvio e la ruota centrale del cronografo, determinava il movimento in senso antiorario della lancetta dei secondi cronografici a metà della velocità di andata (in realtà tale ruota, come pure quella della bascula di rinvio, è doppia, ossia è costituita da una coppia di ruote coassiali con raggio differente, in modo da permettere la rotazione sia in senso orario sia in senso antiorario della ruota centrale del cronografo… ma questo, se vorranno, lo spiegheranno meglio di me gli orologiai del forum).


    Il calibro Universal-Cairelli

    Sebbene concettualmente raffinato, il sistema di puntamento non era certo affidabile, sortiva risultati mediocri e veniva considerato “…una apparecchiatura ormai superata ...; lo spessore dei fili, costituenti il reticolo di mira attraverso il quale si vedeva scorrere il bersaglio, dai 5000 ai 6000 m di quota era talmente grosso da coprire i limiti stessi del bersaglio; inoltre tale reticolo, per rimanere perfettamente orizzontale, stabile e quindi parallelo al terreno, era collegato ad un pendolo e quindi, anche se attutite, subiva le oscillazioni di questo, quando il pilota non riusciva a mantenere l’aereo perfettamente orizzontale…”(G. Garello: Aeronautica 4/2007).

    Ciò nonostante, il “traguardo” ed “il cronografo a ritorno, due strumenti forse inadeguati, continueranno ad essere utilizzati dai coraggiosi avieri, italiani e di altre Nazioni, per tutta la durata del Conflitto.

    “Se il bombardiere sbaglia la mira, la sortita è stata inutile: egli assume il controllo dell’apparecchio al momento del massimo pericolo, quando l’aeroplano deve essere in volo orizzontale e non impegnato in azione evasiva. Durante il bombardamento, l’aeroplano deve seguire una rotta diritta, con velocità ed altitudine costanti. Né un motore messo fuori combattimento, né i lamenti di un compagno che abbia perduto una gamba devono disturbare il bombardiere al “traguardo” di puntamento”. (George C. Marshall, E.J. King, H.H. Arnold: Relazione del comando supremo americano, Overseas Edition Inc)

     
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    Ricordo che all'epoca mi sono scervellato per giorni, per trovare una spiegazione non dico esatta, ma almeno logica. :unsure:
     
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    Siete dei miti.
    Bellissime informazioni.
    :wacko: :wacko: :wacko: :wacko: :wacko:
     
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11 replies since 6/3/2014, 09:58   2019 views
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