Ricostruzione molletta orologio da tasca complicato

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  1. Renato Z
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    CITAZIONE (Nematos @ 21/10/2014, 08:59) 
    Partire dal pieno significa .........

    La tua “dissertazione” era ampiamente prevista.
    Ti è già stato spiegato e detto da altri, tempo fa, sempre in altri lidi, che se vuoi applicare le norme Iso alle parigine, di strada non ne fai molta.
    Qualche nozione in merito a trafilati, lavorazioni, torni e rettifiche penso di averla, non mi piace fare lo sborone ma non mi piace nemmeno quando si svicola e si parte per la tangente con spiegazioni in merito a torni, rettifiche e lavorazioni varie che nulla hanno a che fare con l’orologeria, le riparazioni e i restauri di pezzi d’epoca.
    Quindi, prima di tutto, resta nel pezzo. Se invece hai intenzione di andare avanti per questa via, ti lascio ben volentieri alle tue logorroiche spiegazioni che nulla portano allo sviluppo del tema.
    Scendi dal macchinone della teoria e abbassati un po’ ad unirla ad una componente pratica che nel campo specifico ti può far capire che meccanica e micromeccanica non sempre viaggiano a braccetto.
    Entrando nello specifico, te lo dico in modalità “pane e salame”: quel pezzo è ricavato da un pezzo di molla vecchia, o da qualche lastra simile (la fetta di salame) mentre doveva essere ricavato da un bel blocchetto di ferro (la pagnotta).
    Quel pezzo è più sottile di quanto era quello originale, del quale si vede lo spezzone con la vite nelle prime foto.
    Quel pezzo di sicuro non ha i perni di ancoraggio (o i “pin” per esprimermi in un termine che sicuramente a te piace di più, che di sicuro è più “cool”) che probabilmente il pezzo originale aveva.
    Dico probabilmente perchè non c’è una foto della sede sulla platina di quel pezzo senza il pezzo sopra.
    Quel pezzo ha una curvatura approssimativa, non ha una finitura degna del resto delle componenti del movimento.
    La vite probabilmente non è quella che c’era prima, e comunque una ripassata alla testa e al taglio era opportuno darla, per non lasciare slabbrature e segni vari del cacciavite.
    Mi chiedevi se ci sono correnti di pensiero diverse in merito ai restauri?
    Nel caso delle ricostruzioni, per grandi linee sono due: quella che prevede il restauro in cui il pezzo ricostruito sia indistinguibile dall’originale e ci sia traccia del restauro solo nelle relazioni allegate, l’altra che invece il pezzo sia chiaramente ed inequivocabilmente riconoscibile.
    Lo si può rendere riconoscibile modificandone le finiture e/o i trattamenti superficiali (satinature, perlage, bluitura, pvd, pecvd colorato, ecc..) o dandone forme nettamente diverse dall’originale (angoli netti, spigoli..) ma il livello e la qualità della costruzione devono essere comunque pari al resto del movimento.
    Io mi affido ad un concetto di “armonia”, discorso già affrontato qui nel forum, inutile ripeterlo, se vuoi la versione lunga, di seguito c'è un copia/incolla da un vecchio topic.
    (P.S. da un punto di vista conviviale benissimo il filu ‘e ferru, anche se preferisco le grappe della zona, ma d’inverno bere alcolici per scaldarsi non è propriamente consigliato.)

    ------------
    da un topic qui: "Il restauro degli orologi d'epoca"

    Argomento tanto interessante quanto controverso.

    Partiamo dalla definizione letterale del termine.
    In inglese restoration: the act of restoring; renewal, revival, or reestablishment.

    In italiano restauro: operazione ed effetto del rimettere a nuovo un'opera d'arte, una costruzione e sim.

    Su Wikipedia troviamo: è un'attività legata alla manutenzione, al recupero, al ripristino e alla conservazione di manufatti storici, quali ad esempio un'architettura, un manoscritto o un dipinto. Il termine (dal latino restaurare, composto da re di nuovo e staurare con il significato di rendere solido, proveniente dal gotico stiuryan) ha nel tempo acquisito vari significati spesso in aperta contraddizione, in relazione alla cultura del periodo e al rapporto di questa con la storia, così da rendere impossibile una definizione univoca. Il significato attribuito ai termini "restauro" e "conservazione" varia notevolmente a seconda degli autori, tanto da trovarli a volte come termini di una alternativa e a volte come intercambiabili.

    --------
    Alcune considerazioni trovate in rete, per oggetti diversi, ma che possono racchiudere qualche spunto interesante.
    ---------
    La prima condizione perchè un restauro riesca sta nelle conoscenze del restauratore, che non è sufficiente saper utilizzare utensili e materiale vario, ma che il restauro consiste anche nella capacità di collocare nel tempo l'oggetto che si intende restaurare, i metodi usati per costruirlo, lo stile che lo caratterizza.
    I tipi di restauro da eseguire si dividono in due macrotipologie: conservativi o integrativi.
    Il primo è quello che agisce sull'oggetto solo con il consolidamento e la salvaguardia dai "danni" causati dal tempo e non prevede il ripristino dell'originalità al momento della costruzione: una gamba mancante va sicuramente rifatta, ma una tavola imbarcata, una cornice eccessivamente tarlata non devono essere reintegrate, ma consolidate per far si che la loro genuinità si prodighi nel tempo.
    Il restauro integrativo, invece riguarda più da vicino i mobili che non hanno più un'anima, se non si interviene in maniera drastica. Si impara per esempio che ricostruendo una cornice mancante su di un'armadio, si ridonerà allo stesso il fascino che aveva perso. Tra i passaggi fondamentali c'è la scrittura del programma di interventi, in cui verranno elencati gli stessi in maniera cronologica.

    Restauro mobili
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    Definizioni: restauro conservativo (Restauro tappeti)
    Il restauro ha lo scopo di conservare e proteggere (restauro conservativo) il tappeto o di riportarlo allo stato originario (restauro integrativo).
    Un progetto di restauro, nella sua accezione più completa, deve tener conto di tutte le problematiche presenti a partire dalla eliminazione a monte delle cause che producono gli effetti di degrado.
    Sulle tipologie di restauro: www.italicon.it/modulo.asp?M=m00324&P=3
    La Carta italiana del restauro (1932), in particolare, raccomanda che i princìpi di fondo stabiliti dalla nuova normativa internazionale debbano coinvolgere non solo i restauri finanziati dalla pubblica amministrazione, ma anche quelli intrapresi dai privati cittadini; insiste sull’attività di manutenzione; afferma il principio che ogni restauro debba rispettare gli interventi precedenti, qualora abbiano una qualità artistica o un valore storico.
    Gli stessi obiettivi hanno trovato conferma nella Carta del restauro di Venezia, del 1964, e nella Carta italiana del restauro del 1972. Quest’ultima aggiungeva l’obbligo per i restauratori di usare nel restauro sempre trattamenti reversibili, cioè facilmente riconoscibili e asportabili. La prima Carta italiana del restauro fu seguita dalla fondazione del Regio istituto nazionale del restauro (Roma 1939), poi divenuto Istituto Centrale per il Restauro (I.C.R.), tuttora al primo posto come centro di eccellenza che svolge ricerche scientifiche dirette ad affinare i metodi di restauro, esegue e controlla i restauri di maggior rilievo culturale, studia le modalità per la conservazione e la prevenzione, si occupa della formazione dei restauratori. La scuola dell’I.C.R. rilascia un diploma molto qualificato. La filosofia che sottende la metodologia dell’Istituto come della Scuola è che il restauro deve essere considerato come un atto critico, un atto di "indagine filologica diretta a ritrovare e rimettere in evidenza il testo originale dell’opera" (Brandi, Teoria del restauro: 35) senza distruggerne la storicità. All’I.C.R., dal 1973, si è affiancato, con analoghi laboratori di restauro, di ricerca e di formazione didattica (dal 1978), l’Opificio delle Pietre Dure di Firenze, che ha sovrinteso importanti restauri in questi ultimi decenni.

    ---------
    Ora alcune considerazioni personali.

    Il restauro è un argomento che non ha mai avuto, e credo non avrà mai, una interpretazione univoca e comune.
    Personalmente ho avuto modo di scontrarmi con questo tipo di problemi e di interpretazioni parecchi anni fa, in occasione del famigerato restauro dell’orologio della Torre dei Mori a Venezia.

    In quella occasione ho avuto modo di consolidare una mia personale opinione in merito alle interpretazioni di certi tipi di restauro: la componente che coinvolge la sfera personale degli interessati spesso travalica quelle che dovrebbero essere le regole che guidano le mani di chi commissiona, di chi progetta e di chi esegue quei lavori.

    E per sfera personale intendo componenti di diversa natura.

    Una è quella più impalpabile ma ugualmente di peso che è quella della prevaricazione dell’ego rispetto all’io, che porta ad una smisurata autostima, alla volontà di far prevelare le proprie tesi anche se sballate, solo perché proprie, che taccia opinioni ed idee diverse dalle proprie come inconsistenti o improponibili, solo perché in contrasto con quelle personali.

    Un’altra è quella sfera, molto più solida e palpabile, che coinvolge interessi materiali, che porta a spostare somme di denaro, a valutare o svalutare opere in base a criteri che non sono da riportare a ragionamenti solidi e logici, ma solo dettati dalle mode del momento o dalle convenienze, sempre del momento.

    Questo poi, per linee principali, si può applicare anche al restauro nel campo dell’orologeria vintage da polso.
    Personalmente ho una idea basilare, che in genere fa da guida nel cercare di capire in che modo intervenire in un restauro.

    Per me vintage è armonia.

    Un orologio con cassa riportata agli antichi fasti, in cui si sia intervenuto con moderne tecniche in modo da riaverla come nuova, con il quadrante ristampato in maniera egregia e il movimento che presenta tracce di ossidazione, strisci e viti slabbrate non è armonico.
    Sarebbe armonico se anche il movimento fosse riportato agli antichi splendori.

    Un orologio con cassa vissuta e restaurata, movimento vissuto e quadrante ristampato ai giorni nostri non è armonico.
    (Per cassa vissuta non intendo una casa piena di strisci, sporcizia varia e nefandezze superficiali, intendo una cassa che sia stata pulita e trattata in maniera tale da vedere eliminati i segni dovuti dall’uso, alla quale siano state riprese le finiture originali, ma non siano stati coperti col laser inconvenienti che può aver subìto nel tempo, come colpi, solchi profondi e similia).

    Un orologio con quadrante vissuto e cassa riportata a nuovo non è armonico.

    Un orologio con cassa vissuta e restaurata, movimento restaurato e quadrante originale illeggibile non è armonico.

    Un orologio con cassa vissuta e restaurata, con movimento vissuto e restaurato e quadrante ristampato 20-30 anni fa (a meno di ristampe fatte col pennarello) che ha ripreso una patina e una scoloritura data dal tempo, è armonico.

    Quel lavoro fa parte ormai della vita stessa dell’orologio. Nei restauri in generale si tende a non eliminare interventi successivi all’epoca di produzione dell’oggetto, qualora siano fatti a regola d’arte, perché vengono considerati parte dell’opera stessa.

    Poi entrano in campo, e a volte entrano in conflitto con quanto detto sopra, i ragionamenti di carattere venale.

    Quanto vale un orologio con cassa perfettamente riportata a nuovo con laser, quadrante ristampato da poco e movimento in stato pietoso?

    Quanto vale un orologio con cassa vissuta, piena di strisci, di colpi e massacrata, (a volte nemmeno lavata) quadrante vissuto e movimento revisionato?

    Quanto vale un orologio con cassa restaurata rifacendo le finiture originali, senza stravolgerla eliminando qualsiasi segno, ma limitandosi a renderlo godibile nell’insieme, con movimento revisionato a regola d’arte, e con quadrante originale ma assolutamente illeggibile?

    Nel corso degli anni ho avuto modo di vedere l’evoluzione e il cambiamento di molti atteggiamenti per quanto riguarda le valutazioni di pezzi vintage.

    L’andamento però non era in funzione di quella che è l’armonia del singolo pezzo, ma di quelle che erano le condizioni più favorevoli al momento della trattativa.

    In pratica, per fare un solo esempio, si assisteva a casi in cui un orologio veniva deprezzato perché aveva un quadrante illeggibile, ma poco tempo dopo il medesimo orologio veniva sopravvalutato perché aveva il quadrante originale, e la differenza era dovuta solo alla discriminante di chi comprava e di chi vendeva.

    Questo per linee generali.

    Per il resto, come dicevo, non credo si arriverà mai ad avere una metodologia unica e riconosciuta, quello che rimane è studiare i casi singolarmente, ognuno tenendo presenti i criteri che più gli sono consoni.

    Quello che si potrebbe fare qui è provare a portare alcuni esempi di restauri e cercare di discuterne di volta in volta, analizzando pregi e difetti dell’oggetto in questione, e considerando i vari aspetti dei lavori, dalle valutazioni, delle perdite o degli acquisti in fatto di godibilità del pezzo, di valore dello stesso, di armonia o di rispetto delle sue prerogative.
     
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    Entrando nello specifico, te lo dico in modalità “pane e salame”: quel pezzo è ricavato da un pezzo di molla vecchia, o da qualche lastra simile (la fetta di salame) mentre doveva essere ricavato da un bel blocchetto di ferro (la pagnotta).

    Cosa intendi per blocchetto di ferro?


    Quel pezzo è più sottile di quanto era quello originale, del quale si vede lo spezzone con la vite nelle prime foto.

    In effetti è qualche centesimo più basso


    Quel pezzo di sicuro non ha i perni di ancoraggio (o i “pin” per esprimermi in un termine che sicuramente a te piace di più, che di sicuro è più “cool”) che probabilmente il pezzo originale aveva.
    Dico probabilmente perchè non c’è una foto della sede sulla platina di quel pezzo senza il pezzo sopra.

    Vi era un solo perno di ancoraggio nel pezzo originale, in quanto era scostato dalla molla sottostante, avendolo rifatto leggermente più grande e perfettamente combaciante con la molla sotto non serviva più il perno.


    Quel pezzo ha una curvatura approssimativa, non ha una finitura degna del resto delle componenti del movimento.

    La molletta ha una curvatura molto simile all'originale in quanto altrimenti non potrebbe lavorare, tieni presente che la molla era rotta in più punti e quello che si vede della vecchia sono solo due parti, mancano i frammenti centrali.
    In effetti la finitura non è proprio simile a quelle originali, ma i tempi e i costi non consentivano di andare oltre.


    La vite probabilmente non è quella che c’era prima, e comunque una ripassata alla testa e al taglio era opportuno darla, per non lasciare slabbrature e segni vari del cacciavite.

    La vite è la medesima, in effetti non ho ripreso il taglio della vite e di questo ne terrò conto per il futuro...grazie!

    Come da titolo però non si tratta di un vero e prorio restauro ma solo di una ricostruzione di una molletta...

    Edited by Nematos - 21/10/2014, 11:11
     
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  3. Renato Z
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    CITAZIONE (Nematos @ 21/10/2014, 10:44) 
    Cosa intendi per blocchetto di ferro?

    quello che ho scritto.

    CITAZIONE
    In effetti è qualche centesimo più basso

    E' più basso di più di qualche centesimo, prova a metterlo di fianco al pezzo originale.

    CITAZIONE
    Vi era un solo perno di ancoraggio nel pezzo originale, in quanto era scostato dalla molla sottostante, avendolo rifatto leggermente più grande e perfettamente combaciante con la molla sotto non serviva più il perno.

    Qui non credo servano commenti.


    CITAZIONE
    La molletta ha una curvatura molto simile all'originale in quanto altrimenti non potrebbe lavorare, tieni presente che la molla era rotta in più punti e quello che si vede della vecchia sono solo due parti, mancano i frammenti centrali.
    In effetti la finitura non è proprio simile a quelle originali, ma i tempi e i costi non consentivano di andare oltre.

    Se non sono in grado di eseguire un lavoro come si deve perchè il cliente non vuoile spendere evito di farlo.


    CITAZIONE
    La vite è la medesima, in effetti non ho ripreso il taglio della vite e di questo ne terrò conto per il futuro...grazie!

    Quella però nel frattempo rimane ;)

    CITAZIONE
    Come da titolo però non si tratta di un vero e prorio restauro ma solo di una ricostruzione di una molletta...

    Vabbè, non ne usciamo.

    Auguri a te e alla sezione.
    Saluti.
     
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    Quel pezzo è più sottile di quanto era quello originale, del quale si vede lo spezzone con la vite nelle prime foto.

    In effetti è qualche centesimo più basso

    CITAZIONE
    La vite probabilmente non è quella che c’era prima, e comunque una ripassata alla testa e al taglio era opportuno darla, per non lasciare slabbrature e segni vari del cacciavite.

    La vite è la medesima, in effetti non ho ripreso il taglio della vite e di questo ne terrò conto per il futuro...grazie!

    Come da titolo però non si tratta di un vero e prorio restauro ma solo di una ricostruzione di una molletta...

    Per sviluppare un discorso serio su questi argomenti ci vorrebbe quantomeno un pò di onestà in quello che si scrive, altrimenti chi legge ha sempre la spiacevole sensazione di essere preso in giro, e non è bello ;)

    Dici ora, dopo le osservazioni di Renato, che la molletta rifatta è di qualche centesimo più bassa dell'originale e che la vite è la medesima. Ho ingrandito e migliorato la definizione delle tue foto per valutare oggettivamente il prima ed il dopo. Direi che la realtà è diversa da quella che discrivi. La originale superava in spessore quella immediatamente adiacente e la vite era a filo con la sua superficie. Nella tua "ricostruzione" (poi mi spieghi la differenza tra ricostruzione e restauro ) la molletta è più bassa di quella adiacente e la testa della vite è tutta fuori, direi che la differenza è più di qualche centesimo. Inoltre, il taglio della vite sulla molletta originale era intonso, dopo montata quella ricostruita la vite risulta slabbrata, direi che su quest'aspetto è stato apportato anche un danno rispetto alla situazione originale.

    Prima
    dfgx3a2lsx1q3cg6g

    Dopo
    l35ffe3avb3sajq6g

    Tutto questo non per dire che il lavoro sia da buttare ma essere più onesti in quello che si scrive e si presenta dovrebbe essere la regola quando si apre un topic oltre ad essere la prima forma di rispetto verso il forum e verso chi legge.
     
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    CITAZIONE (mauricedv @ 21/10/2014, 14:45) 
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    Quel pezzo è più sottile di quanto era quello originale, del quale si vede lo spezzone con la vite nelle prime foto.

    In effetti è qualche centesimo più basso

    CITAZIONE
    La vite probabilmente non è quella che c’era prima, e comunque una ripassata alla testa e al taglio era opportuno darla, per non lasciare slabbrature e segni vari del cacciavite.

    La vite è la medesima, in effetti non ho ripreso il taglio della vite e di questo ne terrò conto per il futuro...grazie!

    Come da titolo però non si tratta di un vero e prorio restauro ma solo di una ricostruzione di una molletta...

    Per sviluppare un discorso serio su questi argomenti ci vorrebbe quantomeno un pò di onestà in quello che si scrive, altrimenti chi legge ha sempre la spiacevole sensazione di essere preso in giro, e non è bello ;)

    Dici ora, dopo le osservazioni di Renato, che la molletta rifatta è di qualche centesimo più bassa dell'originale e che la vite è la medesima. Ho ingrandito e migliorato la definizione delle tue foto per valutare oggettivamente il prima ed il dopo. Direi che la realtà è diversa da quella che discrivi. La originale superava in spessore quella immediatamente adiacente e la vite era a filo con la sua superficie. Nella tua "ricostruzione" (poi mi spieghi la differenza tra ricostruzione e restauro ) la molletta è più bassa di quella adiacente e la testa della vite è tutta fuori, direi che la differenza è più di qualche centesimo. Inoltre, il taglio della vite sulla molletta originale era intonso, dopo montata quella ricostruita la vite risulta slabbrata, direi che su quest'aspetto è stato apportato anche un danno rispetto alla situazione originale.

    Prima
    (IMG:www.mediafire.com/convkey/1535/dfgx3a2lsx1q3cg6g.jpg)

    Dopo
    (IMG:www.mediafire.com/convkey/51bc/l35ffe3avb3sajq6g.jpg)

    Tutto questo non per dire che il lavoro sia da buttare ma essere più onesti in quello che si scrive e si presenta dovrebbe essere la regola quando si apre un topic oltre ad essere la prima forma di rispetto verso il forum e verso chi legge
    .

    Non entro nel merito di questa tua ultima affermazione in quanto la ritengo offensiva...e dal momento che non ho intenzione di abbassarmi a tali livelli ci passo sopra dimostrando (che ci si voglia credere o meno) quanto da me affermato...









    La vite è a testa svasata e l'unica cosa che manca a quella molletta è la svasatura che non ho fatto, per quanto riguarda il segnetto sulla vite in effetti non me ne ero accorto...cose che capitano!
    La svasatura non è stata fatta in quanto la molletta originale essendo più alta ne consentiva la lavorazione, due centesimi o tre di cono su una vite di quelle dimensioni penso possano essere una misura accettabile o devo misurare anche quella?
     
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    CITAZIONE (Nematos @ 21/10/2014, 18:02) 
    CITAZIONE (mauricedv @ 21/10/2014, 14:45) 
    CITAZIONE
    Quel pezzo è più sottile di quanto era quello originale, del quale si vede lo spezzone con la vite nelle prime foto.

    In effetti è qualche centesimo più basso

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    La vite probabilmente non è quella che c’era prima, e comunque una ripassata alla testa e al taglio era opportuno darla, per non lasciare slabbrature e segni vari del cacciavite.

    La vite è la medesima, in effetti non ho ripreso il taglio della vite e di questo ne terrò conto per il futuro...grazie!

    Come da titolo però non si tratta di un vero e prorio restauro ma solo di una ricostruzione di una molletta...

    Per sviluppare un discorso serio su questi argomenti ci vorrebbe quantomeno un pò di onestà in quello che si scrive, altrimenti chi legge ha sempre la spiacevole sensazione di essere preso in giro, e non è bello ;)

    Dici ora, dopo le osservazioni di Renato, che la molletta rifatta è di qualche centesimo più bassa dell'originale e che la vite è la medesima. Ho ingrandito e migliorato la definizione delle tue foto per valutare oggettivamente il prima ed il dopo. Direi che la realtà è diversa da quella che discrivi. La originale superava in spessore quella immediatamente adiacente e la vite era a filo con la sua superficie. Nella tua "ricostruzione" (poi mi spieghi la differenza tra ricostruzione e restauro ) la molletta è più bassa di quella adiacente e la testa della vite è tutta fuori, direi che la differenza è più di qualche centesimo. Inoltre, il taglio della vite sulla molletta originale era intonso, dopo montata quella ricostruita la vite risulta slabbrata, direi che su quest'aspetto è stato apportato anche un danno rispetto alla situazione originale.

    Prima
    (IMG:www.mediafire.com/convkey/1535/dfgx3a2lsx1q3cg6g.jpg)

    Dopo
    (IMG:www.mediafire.com/convkey/51bc/l35ffe3avb3sajq6g.jpg)

    Tutto questo non per dire che il lavoro sia da buttare ma essere più onesti in quello che si scrive e si presenta dovrebbe essere la regola quando si apre un topic oltre ad essere la prima forma di rispetto verso il forum e verso chi legge
    .

    Non entro nel merito di questa tua ultima affermazione in quanto la ritengo offensiva...e dal momento che non ho intenzione di abbassarmi a tali livelli ci passo sopra dimostrando (che ci si voglia credere o meno) quanto da me affermato...









    La vite è a testa svasata e l'unica cosa che manca a quella molletta è la svasatura che non ho fatto, per quanto riguarda il segnetto sulla vite in effetti non me ne ero accorto...cose che capitano!
    La svasatura non è stata fatta in quanto la molletta originale essendo più alta ne consentiva la lavorazione, due centesimi o tre di cono su una vite di quelle dimensioni penso possano essere una misura accettabile o devo misurare anche quella?

    O continui a prenderci in giro o non comprendi l'italiano. La differenza di spessore, come ho evidenziato nelle tue foto, è tra la molletta originale rotta e quella che hai ricostruito, quello che hai misurato in queste foto è il pezzo di molla dal quale hai ricavato la molletta ed un altro "spezzone" che di sicuro non è la base della molla originale. Del resto se continui a ritenere che manca solo la svasatura e che la vite va bene così vuol dire che non hai prooprio compreso di cosa stiamo parlando.
     
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    CITAZIONE (mauricedv @ 21/10/2014, 19:57) 
    O continui a prenderci in giro o non comprendi l'italiano. La differenza di spessore, come ho evidenziato nelle tue foto, è tra la molletta originale rotta e quella che hai ricostruito, quello che hai misurato in queste foto è il pezzo di molla dal quale hai ricavato la molletta ed un altro "spezzone" che di sicuro non è la base della molla originale. Del resto se continui a ritenere che manca solo la svasatura e che la vite va bene così vuol dire che non hai prooprio compreso di cosa stiamo parlando.

    ...scusa, dimentivavo che riesci a capire tutto da una foto...ecco la base della molla originale alla quale era parte integrante con lo "spezzone" che ho misurato...







    la molletta ha una geometria variabile e se la base era stata realizzata leggermente maggiorata, di sicuro non ha niente a che vedere con le sue caratteristiche funzionali in quanto quello che conta è la sua sezione resistente...di cui mi guardo bene dall'entrare nel merito...
     
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  8. bubba48
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    Premesso che da incompetente rischio di perdermi in queste disquisizioni tecniche, mi chiedo e vi chiedo:

    - La diatriba che si sta portando avanti, verte sulle modalità di ricostruzione del pezzo, sul materiale impiegato, o sulle differenze più o meno marcate rispetto all'originale?
    - Il pezzo così ricostruito, può alterare in maniera significativa il funzionamento dell'orologio?
    - La soluzione adottata è "sbagliata" (faccio notare le virgolette non sapendo quale altro termine utilizzare) o "solo" diversa?

    Grazie
     
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    CITAZIONE (Nematos @ 22/10/2014, 10:05)
    ...scusa, dimentivavo che riesci a capire tutto da una foto...ecco la base della molla originale alla quale era parte integrante con lo "spezzone" che ho misurato...







    la molletta ha una geometria variabile e se la base era stata realizzata leggermente maggiorata, di sicuro non ha niente a che vedere con le sue caratteristiche funzionali in quanto quello che conta è la sua sezione resistente...di cui mi guardo bene dall'entrare nel merito...

    Premesso che credo più a quello che vedo nelle foto con i pezzi montati sulla platina che a quello che fai vedere con il calibro ovvero che la differenza di spessore della base sia maggiore di 6 centesimi, ti sei chiesto perchè la base ha uno spessore maggiore della parte elastica della molla? Se guardi bene la maggiorazione della base rispetto alla parte elastica sta dalla parte a contatto con la platina in modo che la parte elastica, soggetta ad escursione, sia sollevata rispetto al piano della platina e non interferisca con quest'ultima, pena un'azione non libera. Facendola tutta dello stesso spessore la parte elastica andrà a sfregare contro il piano della platina durante il suo movimento, a meno che non venga piegata alla meglio verso l'alto per ovviare a questo problema. Dici che quello che avevi misurato prima era lo spezzone rotto, se è cosi la forma originale a me sembra abbastanza diversa dalla ricostruzione.



    CITAZIONE (bubba48 @ 22/10/2014, 11:25)
    Premesso che da incompetente rischio di perdermi in queste disquisizioni tecniche, mi chiedo e vi chiedo:

    - La diatriba che si sta portando avanti, verte sulle modalità di ricostruzione del pezzo, sul materiale impiegato, o sulle differenze più o meno marcate rispetto all'originale?
    - Il pezzo così ricostruito, può alterare in maniera significativa il funzionamento dell'orologio?
    - La soluzione adottata è "sbagliata" (faccio notare le virgolette non sapendo quale altro termine utilizzare) o "solo" diversa?

    Grazie

    Luigi, il discorso penso sia chiaro su cosa verte. Renato ha sollevato delle obiezioni sulla ricostruzione nella quale vedeva cose che stridono con la corretta procedura per ottenere un ottimo risultato sia funzionale che di restauro. Piano piano sono stati evidenziati attraverso i dettagli delle foto queste incongruenze e l'opener, di fronte all'evidenza, sta ammettendo varie semplificazioni effettuate durante il lavoro. Alla fine credo che la funzine venga svolta dalla molletta, come avevo detto già prima, anzi lo spero ma il risultato non è quello annunciato con tanto enfasi all'inizio del topic

    CITAZIONE (Nematos @ 10/10/2014, 23:57) 
    Vorrei condividere questo spettacolare orologio da tasca con ripetizione ore, quarti e minuti e cronografo al quale oltre ad aver sistemato la ripetizione che non funzionava, è stato necessario ricostruire una piccola molletta della leva start/stop del cronografo.
    La principale difficoltà, oltre alle dimensioni è la sua particolare forma curva che per poter funzionare correttamente deve essere assolutamente rispettata, inoltre è molto importante la scelta dell'acciaio e il processo di formatura che non deve in alcun modo alterare le caratteristiche dell'acciaio armonico utilizzato...

    Forse era più corretto dire che è stata ricostruita una molletta che svolge più o meno bene la funzione ma che non riproduce l'originale ovvero sono state adottate delle semplificazioni nella realizzazione sia sul profilo tecnico che estetico. Sarebbe stato anche più interessante il topic stesso in quanto si poteva discutere fin da subito su possibili strade che si potevano intrapendere considerando costi e benefici. Invece, si son dovute "estorcere" queste info mettendolo contro l'evidenza di ciò che si vedeva in foto. E' questo non va caro Luigi ;)
     
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  10. bubba48
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    Grazie della spiegazione.
     
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  11. Renato Z
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    CITAZIONE (Nematos @ 22/10/2014, 10:05) 
    ......

    la molletta ha una geometria variabile e se la base era stata realizzata leggermente maggiorata, di sicuro non ha niente a che vedere con le sue caratteristiche funzionali in quanto quello che conta è la sua sezione resistente...di cui mi guardo bene dall'entrare nel merito...

    Ma che stai dicendo????
    Intervieni su un orologio del genere, che ha una vita e una storia propria e in pratica scrivi che hai fatto quel lavoro così perchè “tanto funziona lo stesso”????
    Ma ti importa o non te ne frega un c...o di chi ha costruito quell’orologio?
    Di chi un secolo fa ci ha dedicato tempo e fatica, facendolo come lo ha fatto?
    Non te ne frega una mazza di rispettare quei piccoli capolavori, anche quelle semplici (si fa per dire) mollettine fatte con perizia, criterio, senso estetico e arte?
    (Fatti salvi i motivi per cui erano state pensate in quel modo, come ha già spiegato Maurizio).
    Non te ne frega una mazza dell’eventualità che quell’orologio passi per altre mani e venga notata quella molletta ricostruita in quella maniera?
    Mi vieni a parlare di “sezione resistente” (e sicuramente avrai pronto ed in caldo un chilometrico post con diagrammi, grafici e formule varie) per giustificare l’ingiustificabile?

    Se la basi che ti hanno portato ad eseguire quel restauro e quelli che fai di solito sono quelle, è inutile proseguire.
    E’ anche probabile che non tu non abbia letto nulla, nemmeno di striscio, di quanto avevo scritto sopra (perdendoci ahimè inutilmente del tempo, visto il prosieguo).

    Ora, io vorrei chiedere a tutti quelli che hanno magnificato quanto fatto se davvero sono consapevoli delle modalità dell’intervento e del risultato o se lo hanno fatto giusto per aumentare il numero dei post al proprio attivo o per una forma di cortesia, o mi facessero capire per quale altro motivo.
    Sul serio, vorrei capire.

    Perchè, va bene che è “solo una mollettina”, va bene che “l’orologio funziona lo stesso”, va bene che “il proprietario è contento così”, ma se siamo al punto di magnificare acriticamente e senza troppe pretese ogni serie di foto in cui si vedano qualche ruota e qualche pezzo messo in bella mostra senza entrare nel merito, basta capirci, mi costa molto meno evitare di tentare di spiegare quando vedo qualcosa che secondo me non va. Ma magari proverò a chiedere se sia possibile cambiare il nome della sezione, perchè come orologiaio non mi ci ritrovo molto, con questi criteri.
    ----
    Edit: scusate le parolacce.
     
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    CITAZIONE (mauricedv @ 22/10/2014, 15:19) 
    Premesso che credo più a quello che vedo nelle foto con i pezzi montati sulla platina che a quello che fai vedere con il calibro ovvero che la differenza di spessore della base sia maggiore di 6 centesimi, ti sei chiesto perchè la base ha uno spessore maggiore della parte elastica della molla? Se guardi bene la maggiorazione della base rispetto alla parte elastica sta dalla parte a contatto con la platina in modo che la parte elastica, soggetta ad escursione, sia sollevata rispetto al piano della platina e non interferisca con quest'ultima, pena un'azione non libera. Facendola tutta dello stesso spessore la parte elastica andrà a sfregare contro il piano della platina durante il suo movimento, a meno che non venga piegata alla meglio verso l'alto per ovviare a questo problema. Dici che quello che avevi misurato prima era lo spezzone rotto, se è cosi la forma originale a me sembra abbastanza diversa dalla ricostruzione.

    Certo che la fantasia non manca...ho segnato in nero il profilo della platina sopra la quale c'è il vuoto ed è chiaramente visibile come la parte attiva della molla lavori "in aria" e la freccia nera indica l'ombra che la parte terminale della molla riflette sulla platina stessa, cosa che indica il fatto che non è a contatto con la stessa...ma se anche lo fosse stata non sarebbe cambiato nulla...non entro nel merito di questa dimostrazione in quanto dovrei parlare di forze applicate, reazioni vincolari e coppie...che so non essere gradite!



    Perché invece di fantasticare non provate a spiegare il perché quella molla è stata pensata di forma semicircolare quando si poteva realizzare anche diritta?
    Avrebbe svolto comunque la sua funzione?

    In effetti non ho mai detto che la molla ricostruita è assolutamente uguale a quella originale, questo me lo state contestando voi solo per fare polemica...ma quello che invece posso dire è che per quanto non sia proprio "bella" come le originali è sempre meglio di un pezzo di filo armonico come spesso mi capita di vedere, anche se in questo specifico caso il filo armonico sarebbe servito a poco...
     
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  13. jack flinn
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    CITAZIONE (Nematos @ 22/10/2014, 21:37) 
    Certo che la fantasia non manca...ho segnato in nero il profilo della platina sopra la quale c'è il vuoto ed è chiaramente visibile come la parte attiva della molla lavori "in aria" e la freccia nera indica l'ombra che la parte terminale della molla riflette sulla platina stessa, cosa che indica il fatto che non è a contatto con la stessa...

    Premesso che non sono orologiaio ma il mio lavoro mi porta ad avere a che fare con la micromeccanica...vorrei sentire una risposta di Mauricedv su quest'affermazione quotata di Nematos.
    Mi piacerebbe poi leggere meno arroganza e aggressività da parte di altri esperti,come Renato Z che ad ogni post sembra avere una mazza in mano e minacciare stragi e anatemi.Perchè è veramente squallido da parte di chi legge, vedere che tra professionisti ed addetti ai lavori esista tanto astio.
    Sembra una telenovela tra Guelfi e Ghibellini;
     
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    CITAZIONE (jack flinn @ 23/10/2014, 09:28) 
    Premesso che non sono orologiaio ma il mio lavoro mi porta ad avere a che fare con la micromeccanica...vorrei sentire una risposta di Mauricedv su quest'affermazione quotata di Nematos.
    Mi piacerebbe poi leggere meno arroganza e aggressività da parte di altri esperti,come Renato Z che ad ogni post sembra avere una mazza in mano e minacciare stragi e anatemi.Perchè è veramente squallido da parte di chi legge, vedere che tra professionisti ed addetti ai lavori esista tanto astio.
    Sembra una telenovela tra Guelfi e Ghibellini;

    Ci spieghi invece tu che specie di troll sei? Hai cancellato quei pochi interventi che hai fatto e visto che non potevi cancellare i topic aperti hai cancellato il contenuto del messaggio iniziale, con altro utente. Sai che il regolamento vieta di cambiare nick?

    https://orologi.forumfree.it/?t=69678712
    https://orologi.forumfree.it/?t=68837151
    https://orologi.forumfree.it/?t=68836815
     
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  15. Renato Z
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    CITAZIONE (jack flinn @ 23/10/2014, 09:28) 
    Premesso che non sono orologiaio ma il mio lavoro mi porta ad avere a che fare con la micromeccanica...vorrei sentire una risposta di Mauricedv su quest'affermazione quotata di Nematos.
    Mi piacerebbe poi leggere meno arroganza e aggressività da parte di altri esperti,come Renato Z che ad ogni post sembra avere una mazza in mano e minacciare stragi e anatemi.Perchè è veramente squallido da parte di chi legge, vedere che tra professionisti ed addetti ai lavori esista tanto astio.
    Sembra una telenovela tra Guelfi e Ghibellini;

    Quando mi dirai chi effettivamente sei (jack flinn, Burke_, Tonym, Antony Oldboy, o chissà quale altro nick tra quelli che hai usato) forse ti risponderò come meriti ;)
     
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60 replies since 10/10/2014, 22:57   2802 views
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