Elgè e i cronografi base Poljot 3133 con cassa a cuscino (cosiddetta Sturmanskie)

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    Negli ultimi tempi mi sono appassionato ai cronografi sportivi prodotti a cavallo degli anni '60 e degli anni '70 su base Valjoux 7733 e 7734 e ai loro derivati russi su base Poljot 3133. Prima di parlare dell'oggetto del topic, va fatta una piccola introduzione. Verso la metà degli anni '60 la Valjoux acquista la Venus e con questa acquisizione arriva anche il cal. 188, nato alla fine degli anni '40. Dal cal. 188 di Venus nasce il Valjoux 7730 e i suoi derivati, come il Valjoux 7734, un movimento meccanico a carica manuale a due contatori orizzontali con smistamento della cronografìa tramite camme. Conta 17 rubini e 18.000 bph, la riserva di carica è di 45 ore.

    Calibro che insieme al 7733 (senza data) è utilizzato fino agli inizi degli anni '70 da numerose aziende tra cui Heuer, Breitling, Bulova, Tissot e Tudor, che lo monta sul suo famoso Tudor Montecarlo ref. 7031 e 7032, e tante altre meno note come Lip, Elgé, Dugena, Yema, ecc. Una produzione ampia e variegata caratterizzata da numerosi modelli dal design innovativo, esotico e sportivo.

    A metà degli anni '70 Valjoux decide di interrompere la produzione dei cronografi su base 773x e vende la strumentazione e i macchinari per la produzione del calibro 7734 alla russa Poljot, che ne studia le caratteristiche per ottimizzarle e realizzare una evoluzione del movimento , ovvero il Poljot 3133 le cui componenti sono incompatibili con il calibro da cui è nato. I ponti e le platine sono più spessi, così come i ruotismi e gli assi. I materiali sono di ottima qualità. Tutte le componenti sono fatte per durare e funzionare nel tempo, anche con il calibro a secco.

    Il Poljot 3133 è un cronografo a 23 rubini a carica manuale, con una riserva di ricarica di circa 48 ore circa. Rispetto al Valjoux 7734 ha 6 rubini in più. Il bilanciere ha un diametro minore e oscilla a 21.600 bph contro le 18.000 oscillazioni del 7734. Il bilanciere in Glucydur è inoltre dotato di una protezione dagli urti sviluppata internamente da Poljot, mentre sul 7734 è presente il classico Incabloc.

    Valjoux 7734 a sinistra, Poljot 3133 a destra

    oooooooo

    Nella seconda metà degli anni '70 nascono quindi i primi cronografi destinati a uso militare, uno per la Marina Militare, l'OKEAH (Ocean) nel 1976, e un altro per l'Aviazione, lo Sturmankie nel 1977, la cui traduzione dovrebbe essere "compagno" o "navigatore". I primi realizzati vengono incassati in casse di ottone cromato con fondello in acciaio, che nel tempo saranno sostituite da casse interamente in acciaio, e dal movimento Poljot 3133, successivamente sostituito da un suo derivato con stop secondi nei cronografi Sturmanskie, il 31659.

    poljot

    poljot-okeah-chronograph-1980s-2

    Ma dove è derivato il progetto russo? A quali orologi hanno guardato i progettisti russi per realizzare quelle casse e quei quadranti? Il mio primo pensiero è andato agli Heuer che erano in voga in quegli anni, in particolare l'Autavia e il Camaro, e ad alcuni Lip, all'epoca molto apprezzati e conosciuti. Ma continuando a indagare mi sono imbattuto in questo Elgé, di inizio anni '70. Cronografo su base Valjoux 7734, cassa in ottone cromato.

    s-l1600

    s-l1600-2

    s-l1600-5

    Gli stabilimenti Yola, con sede a Annecy in Francia nell'Alta Savoia, produttori degli orologi Elgé (ma anche con brand Elga e Yola), sarebbero stati attivi dalla metà degli anni '40 fino ai primi anni '70 con connessioni privilegiate in Cina, dove venivano esportati gli orologi Elgé e dove nel tempo erano riusciti a costruire un solido mercato. Sotto il marchio Elgé si trovano semplici orologi assemblati da componenti generiche e spesso con movimenti francesi: FEMGA, Parrenin o Lorsa e Valjoux per i cronografi.

    elga-110

    Pertanto è evidente che i progettisti russi si siano ispirati a cronografi che hanno potuto acquistare e reperire con facilità, visto che quegli anni erano caratterzzati dalla Guerra Fredda e quindi i rapporti con l'Occidente erano difficili, Al contrario era possibile avere degli scambi facili e frequenti con la Cina.

    È possibile comunque vedere anche qui una evoluzione a partire dal soggetto ispiratore, come la ghiera girevole interna oppure la lavorazione soleil della superficie superiore della cassa, riscontrabile in altri cronografi di forma dell'epoca come i Lip, per esempio.

    Pertanto il primo cronografo che ha visto la luce, l'OKEAH, si è rifatto completamente al suo ispiratore, mentre la prima versione de successivo, dello Sturmanskie, è caratterizzato da un design estremamente scarno e sintetico. Un quadrante argento soleil i cui sub contatori sono bordati di nero, come nero stilizzato è il simbolo dell'Oremberg.

    Ho avuto piacere a condividere con voi quanto trovato nelle mie ricerche, spero che la lettura sia stata di vostro interesse.
     
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    Grazie della condivisione, molto interessante!
     
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    Topic molto interessante, grazie per la condivisione.
     
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    Molto interessante, grazie per la condivisione :I:
     
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    Grazie a voi per l'apprezzamento!
     
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    Nei prossimi giorni cercherò di aggiungere alcune immagini di altri cronografi dell'epoca per valutare le condivisioni stilistiche dell'epoca comuni a molti modelli prodotti da aziende diverse.
     
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    Molto interessante. Grazie per la condivisione.
     
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    Una discussione come non se ne vedevano da tempo. Grazie infinite.
     
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    Grazie, vediamo se nel fine settimana riesco a aggiungere qualcosa.
     
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    CITAZIONE (simone.tablo @ 10/12/2019, 13:22) 
    Una discussione come non se ne vedevano da tempo. Grazie infinite.

    Davvero, mi ha fatto salire la scimmia, ci mancava proprio :UH: :D
     
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    Ahahahah :D

    ti assicuro che ne valgono la pena e costano ancora cifre modeste, soprattutto se rapportate alla qualità costruttiva.
    Considera che il mio interesse principale è sui Rolex vintage, da poco ho iniziato a interessarmi alla cronometria sportiva anni '60 e anni '70 e da li sono approdato a questi cronografi russi. Ne ho acquistati due e sono in procinto di acquistarne altri, diversi altri. A breve conto di prenderne altri due e col nuovo anno gli acquisti continueranno. L'importante è cercare con calma, informarsi e evitare gli assemblati. Orologi originali e coevi in tutte le parti ce nesono e con pazienza si acquistano a prezzi interessanti.
     
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    CITAZIONE (watch.collector @ 10/12/2019, 22:47) 
    Ahahahah :D

    ti assicuro che ne valgono la pena e costano ancora cifre modeste, soprattutto se rapportate alla qualità costruttiva.
    Considera che il mio interesse principale è sui Rolex vintage, da poco ho iniziato a interessarmi alla cronometria sportiva anni '60 e anni '70 e da li sono approdato a questi cronografi russi. Ne ho acquistati due e sono in procinto di acquistarne altri, diversi altri. A breve conto di prenderne altri due e col nuovo anno gli acquisti continueranno. L'importante è cercare con calma, informarsi e evitare gli assemblati. Orologi originali e coevi in tutte le parti ce nesono e con pazienza si acquistano a prezzi interessanti.

    Allora dovresti buttarti anche sui crono giapponesi anni '70 ed '80. Sono spettacolari. Il mio orologiaio di fiducia mi ha rivelato che alcune soluzioni tecniche adottate da Rolex nel calibro 4130 risalgono ai movimenti Seiko 6138 e 6139.

    Edited by simone.tablo - 11/12/2019, 13:40
     
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    CITAZIONE (simone.tablo @ 11/12/2019, 11:20) 
    Allora dovresti buttarti anche sui crono giapponesi anni '70 ed '80. Sono spettacolari. Il mio orologiaio di fiducia mi rivelato che alcune soluzioni tecniche adottate dal Rolex nel calibro 4130 risalgono ai movimenti Seiko 6138 e 6139.

    Li ho visti ma il design non mi appassiona. L'approccio ai crono franco-svizzeri di quegli anni e di seguito ai russi esclusivamente con cassa a cuscino è scaturito dall'interesse per il design degli stessi, caratteristiche grafiche e estetiche che accomunano marchi sconosciuti a marchi più blasonati e noti. Seiko è un altro mondo per il quale al momento non ho alcun interesse, seppure certamente valido e apprezzabile.
     
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    Bravissimo e bellissima analisi.
    Super.
    Potevi anche aggiungere che i sovietici nei primissimi 3133 inserirono la " doppia leva con vite " per migliorare la precisione della partenza dello stop e del reset.
    Come si puo' vedere nella prima foto che hai messo della comparazione tra 7734 ( base 7733 ) e 3133.
    Variante che trovi veramente in pochissimi Valjoux 7733/7734.
    E che nei Sturmanskie è doppiamente apprezzata dagli appassionati di cronografi sovietici.
    Una volta si considerava particolarità solo dei Sturmie e OKEAH destinati ai militari, ma che io personalmente ho trovato anche in Poljot definiti ( ad esempio dal vecchio amico Mark Gordon ) " civili ".
    Generalmente con numerazione molto bassa e che scompare definitivamente dopo il 1983/1985.

    Edited by Lansdalefan - 11/12/2019, 16:07
     
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    CITAZIONE (watch.collector @ 10/12/2019, 22:47) 
    Ahahahah :D

    ti assicuro che ne valgono la pena e costano ancora cifre modeste, soprattutto se rapportate alla qualità costruttiva.
    Considera che il mio interesse principale è sui Rolex vintage, da poco ho iniziato a interessarmi alla cronometria sportiva anni '60 e anni '70 e da li sono approdato a questi cronografi russi. Ne ho acquistati due e sono in procinto di acquistarne altri, diversi altri. A breve conto di prenderne altri due e col nuovo anno gli acquisti continueranno. L'importante è cercare con calma, informarsi e evitare gli assemblati. Orologi originali e coevi in tutte le parti ce nesono e con pazienza si acquistano a prezzi interessanti.

    Immagino che valgano la pena.
    A dire il vero un paio di anni fa volevo acquistare un bello Sturmanskie proprio dall'amico Lansdalefan, ma l'annuncio mi era sfuggito sulle prime e dopo un po' di tempo era già andato. Rispetto a te ho fatto il percorso inverso, dagli svizzeri sono passato a Seiko, che è un mondo a parte e rischia di diventare una droga -una droga anche un bel po' costosa, data la speculazione in corso su questi pezzi da 2-3 anni a questa parte.
     
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