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Va anche detto che queste posizioni così avanzate rendono la guida più difficile e non sono estranee alle cadute che si vedono così spesso
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Riguardo alle cadute interessate l intervento di un pro (nn ricordo chi) che suggeriva un limite nei rapporti tipo 53x11 che di fatto limiterebbe la velocità max.
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A me colpisce come negli anni alcuni punti fermi (tipo ginocchio in linea con perno pedale) siano stati stravolti.
La posizione avanzata veniva sempre usata a cronometro o in pista però dicevano che era una posizione non sostenibile.
Il punto centrale infatti è proprio che in giro ci sono tanti biomeccanici improvvisati che si sono inventati un lavoro .
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Bisogna anche considerare che il professionista oggi passa molto tempo ad allenarsi anche fuori sella. Non tanto con macchinari da palestra ma molto a corpo libero, tipo core stability e cose simili. Questo fa sì che con quel tipo di preparazione, e inevitabilmente l’età, si riesca a mantenere determinate posizioni.
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CITAZIONE (LmKf @ 27/4/2024, 08:45) A me colpisce come negli anni alcuni punti fermi (tipo ginocchio in linea con perno pedale) siano stati stravolti.
La posizione avanzata veniva sempre usata a cronometro o in pista però dicevano che era una posizione non sostenibile.
Il punto centrale infatti è proprio che in giro ci sono tanti biomeccanici improvvisati che si sono inventati un lavoro .
Con i nuovi materiali è possibile costruire telai con angoli sella praticamente verticali che comunque garantiscono comfort per le lunghe distanze
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CITAZIONE (Menodizero @ 27/4/2024, 15:04) CITAZIONE (LmKf @ 27/4/2024, 08:45) A me colpisce come negli anni alcuni punti fermi (tipo ginocchio in linea con perno pedale) siano stati stravolti.
La posizione avanzata veniva sempre usata a cronometro o in pista però dicevano che era una posizione non sostenibile.
Il punto centrale infatti è proprio che in giro ci sono tanti biomeccanici improvvisati che si sono inventati un lavoro . Con i nuovi materiali è possibile costruire telai con angoli sella praticamente verticali che comunque garantiscono comfort per le lunghe distanze
Però quello riguarda più il comfort restituito dall’asfalto. Nel senso che il carbonio può smorzare le vibrazioni se correttamente posato per quello.
La posizione del ciclista non risente di questi fattori. Direi che è più questione di geometrie.
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Oggi una settantina di km in direzione mare, ma non ci sono arrivato, dovevo uscire prima di casa. E anche oggi vento forte
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CITAZIONE (JamesHunt @ 27/4/2024, 19:28) CITAZIONE (Menodizero @ 27/4/2024, 15:04) Con i nuovi materiali è possibile costruire telai con angoli sella praticamente verticali che comunque garantiscono comfort per le lunghe distanze Però quello riguarda più il comfort restituito dall’asfalto. Nel senso che il carbonio può smorzare le vibrazioni se correttamente posato per quello. La posizione del ciclista non risente di questi fattori. Direi che è più questione di geometrie.
Però se è troppo rigido un telaio nn consente al ciclista di fare 200 300 km prima se aprivi l angolo sella irrigidivi la struttura, adesso si riesce a verticalizzare il tubo sella- quindi avanzare il ciclista-senza compromettere il confort e la guida
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La fai un po' troppo semplice. L'angolo del piantone ha la sua importanza sotto tanti punti di vista, ma il comfort e la guidabilità sono influenzati da molti altri fattori anche più importanti
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Adesso però con le nuove maggiori sezioni interne dei cerchi e larghezza degli pneumatici la parte di comfort demandata a telaio ha perso importanza.
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Attenzione, secondo me si sta facendo un po’ di confusione.
Sicuramente pneumatici di sezioni maggiori, abbinati a cerchi con canale più largo, sono leggermente più confortevoli ma nemmeno tanto. Un 28 mm gonfiato a 4,5 bar non credo sia poi così più morbido di un 23 mm gonfiato a 7. E le ruote di alta gamma sono tutt’altro che confortevoli. Anzi il disco le ha rese più rigide.
Il telaio può essere più o meno confortevole ma le geometrie sono cambiate poco o nulla, anche perché basta mettere un reggisella con zero offset e avanzi di 2 cm che sono un’enormità. A livello di geometria puoi trovare una posizione più comoda, come nelle bici endurance, con stack maggiore e reach ridotto. Il resto è tutta roba che fa la lavorazione del carbonio dove se la progettazione è fatta bene riesci ad ottenere rigidità assurde nell direzione che serve (ovvero quella che solleciti nel gesto atletico) e un minimo di elasticità nella direzione non interessata al carico durante la pedalata, ad esempio per smorzare determinate vibrazioni della strada. Ovviamente la coperta è corta nel senso che solo in alcuni punti il telaio può essere “morbido” senza compromettere la rigidità. Spesso si può lavorare solo attorno al reggisella, vedi la Specialized Roubaix o la nuova Pinarello X che sono comunque bici che i prof non useranno mai.
Di base un bici da corsa per competizioni è scomoda e cattiva, perché destinata a persone che hanno dai 20 ai 35 anni, con flessibilità, potenze e abitudine a stare in sella non comuni.
Il fatto che poi oggi queste debbano essere omologate e vendute in serie rende da un lato il professionista costretto ad adattarsi con posizioni anche strane o soluzioni tecniche non proprio ortodosse. Dall’altra l’amatore, pur di usare il mezzo da gara del suo idolo, accetta determinate pecche. Classico esempio quelli che hanno 5 cm di spessori sotto l’attacco 
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Guardate qui invece la posizione di Pogacar e come sia particolare (e a mio avviso da non imitare per un amatore).
Qui come vediamo il ginocchio è abbastanza in linea con il pedale e la posizione di “sicurezza”. Ovvero una posizione che viene tenuta probabilmente per il 90% del tempo in cui Tadej corre. Guardate il sedere e la parte posteriore della sella. Ovviamente sono angolazioni diverse la il telaio e la sella sono gli stessi.
Qui invece lo vediamo in spinta massima, come visto ad esempio alla Liegi. Guardate in questo caso la parte posteriore della sella
È evidente che la posizione avanzata, e sicuramente più vantaggiosa Tadej la usa in determinati momenti e muovendosi sulla sella.
Come fa a farlo così? Guardate l’inclinazione della sella
Perchè dico che non è da imitare? Primo perché Pogacar passa praticamente la sua giornata in bici, noi 2/3 ore al giorno se siamo molto liberi. Pogacar ha 25 anni ed è molto giovane e preparato anche a livello di mobilità. Ma non solo. Se provate a mettere un sella così inclinata vi accorgerete che dovrete “tenervi su” con gli avambracci, oppure sarete sempre in punta di sella, con il ginocchio pericolosamente oltre l’asse del pedale e ottime probabilità di farsi male. Non a caso guardate le braccia di Pogacar… io non riuscirei a reggermi per ore e ore così.
C’è poi un discorso di tacchette e arretramento ma li diventa molto complessa la cosa.
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…e corona da 55 
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CITAZIONE (DiabolikGT @ 28/4/2024, 13:40) La fai un po' troppo semplice. L'angolo del piantone ha la sua importanza sotto tanti punti di vista, ma il comfort e la guidabilità sono influenzati da molti altri fattori anche più importanti
Si scusa avevo estremamente sintetizzato; quello che volevo dire è che finché avevamo tubi trafilati (e alla fine erano una decina di tipi in tutto) le geometrie influenzavano molto il comfort cioè tubo sella verticale =Bici rigida da pista , inclinato bici confortevole
Con i nuovi materiali tutto questo é stato stravolto; il comfort è la rigidità li ottieni dalle strutture del carbonio più che dalle geometrie
Certo è che -fino a 3 o 4 anni fa MAI visto mettere in sella con la punta in basso (in bdc in mtb -specie sulle full- è normale)
E , per finire, questa Colnago è proprio bella , IMHO batte Pinarello 6-0(peccato solo le grafiche infelici)
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Ma di questo ne vogliamo parlare?
Pare che RM dia 4 orologi alla squadra da usare a rotazione, poi Pogaciar ne ha uno personale (e forse anche più di uno)
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1392 replies since 11/8/2021, 16:53 38521 views
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