Orologi e Passioni

Posts written by Margniffo

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    Tutto credibilissimo, i presunti responsabili che postano le foto dei loro documenti dal Tagikistan
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    CITAZIONE (caribbean76 @ 23/3/2024, 12:47) 
    Nessun canale ufficiale ISIS ha rivendicato l'azione.
    Gli uomini dell'ISIS sono votati al martirio. Questi sono fuggiti come topi e come topi sono stati presi vivi tranne uno. Non hanno ingaggiato alcun conflitto a fuoco pur essendo armati. Perché loro erano capaci di sparare solo su civili disarmati e inermi.

    Gli attentatori del Bataclan da Parigi sono scappati a Bruxelles. Quindi la tua tesi non sta in piedi
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    CITAZIONE (caribbean76 @ 23/3/2024, 12:58) 
    Non è un canale ISIS. È semplicemente una notizia riportata su un canale di informazione senza alcuna verifica.
    Ieri sera ad un certo punto è comparsa una rivendicazione ISIS, falsa, e tutti l'hanno ripresa senza né verificarla né approfondirla.

    Eh a te non la si fa...😂
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    CITAZIONE (caribbean76 @ 23/3/2024, 12:47) 
    Nessun canale ufficiale ISIS ha rivendicato l'azione.
    Gli uomini dell'ISIS sono votati al martirio. Questi sono fuggiti come topi e come topi sono stati presi vivi tranne uno. Non hanno ingaggiato alcun conflitto a fuoco pur essendo armati. Perché loro erano capaci di sparare solo su civili disarmati e inermi.

    https://insiderpaper.com/isis-claims-respo...-moscow-attack/
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    CITAZIONE (caribbean76 @ 23/3/2024, 12:36) 
    Si sono diretti là perché da là venivano, come ho già spiegato.
    Sono notizie facilmente accessibili come tutte le foto e i filmati. Uno di loro era sicuramente un mercenario che combatteva con l'esercito ucraino. Uno di quegli animali che attaccano indiscriminatamente Belgorod da settimane senza nessun obiettivo militare e che giusto ieri hanno ucciso una poveraccia che portava a spasso i suoi due cani, video trasmesso anche dai TG italiani.

    Ma certo, fonte FSB. Invidio le tue "certezze"... :UH:
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    CITAZIONE (caribbean76 @ 23/3/2024, 12:27) 
    Il furgone non c'entra nulla.
    L'auto è una vecchia Renault bianca. I terroristi sono stati filmati, anche da cittadini comuni, mentre scendevano dall'auto e entravano nel teatro. E sulla stessa auto sono fuggiti in direzione Bryansk dove sono stati fermati a meno di 100 chilometri dal confine ucraino.
    Ci sono già i video dei primi interrogatori. Purtroppo sono in russo ma presto avremo la traduzione. Ci sono già le foto identificative di tutti e cinque i terroristi e, come ho detto, uno dei terroristi indossava la divisa dell'esercito ucraino insieme ad un commilitone non molto tempo fa. La foto attuale e la foto in divisa dell'esercito ucraino non lasciano dubbi sulla sua identificazione.

    Ah quindi i terroristi ricercati, in fuga, per fuggire passano da una zona di guerra pesantemente militarizzata, senza vie di collegamento, senza valichi aperti e con l'esercito russo che spara in automatico a chi prova ad andare dall'altra parte. Credibilissimo insomma
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    CITAZIONE (caribbean76 @ 23/3/2024, 11:51) 
    Quattro attentatori sono stati arrestati. Uno è stato ucciso. Altre undici persone sono state arrestate.
    I terroristi stavano cercando di tornare in Ucraina dalla quale sono entrati.

    Per passare inosservati giravano con un furgone con targa ucraina...😂😂
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    Per il momento Putin tace, vedremo a chi darà la colpa e su chi, conseguentemente, rovescerà la sua vendetta, ci sarà un altro bagno di sangue con buona pace degli adoratori di quel criminale.
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    CITAZIONE (piedoner @ 22/3/2024, 05:09) 
    E pensare che in quegli anni erano in pochi ad apprezzarli.
    Ed è praticamente lo stesso identico orologio di oggi.

    Peccato non averci creduto prima.
    Quello che mi frenò fu sicuramente un prezzo base, se pur scontatissimo, molto più alto della concorrenza diretta.

    Ci girai il Sudamerica, incredibile se pensi che invece bastava un semplice Air King per rischiare la vita...
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    CITAZIONE (JamesHunt @ 2/10/2023, 21:58) 
    Ormai anche l’Ultegra elettronico 12v è una roba semiprofessionale. Un gruppo onesto e assolutamente in grado di dare tanto più di quello che serve ad un amatore è il nuovo 105 d2 12v.

    Ricordo che quando ero passato dal 105 11 velocità meccanico all'Ultegra equivalente NON avevo notato nessuna sostanziale differenza
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    CITAZIONE (whyoming @ 21/3/2024, 11:25) 
    i ragazzi cinesi che ho conosciuto poi tutti questi problemi di dittatura non me li hanno mai raccontati, anche lì può essere uno stile di vita diverso ma non peggiore in senso assoluto. vanno in discoteca, si divertono e chiaccherano come chiunque. ci sono tutta una serie di leggi che infatti sono "di facciata" e vengono applicate solo in casi eccezionali.

    Se sei nato, cresciuto e, soprattutto, educato in una certa maniera, difficile che tu possa pensarla diversamente e non veda quel sistema come normale e, addirittura, migliore di quello di una liberaldemocrazia.

    Semmai è vero il contrario e cioè quando tu, abituato a pensare che tutti i tuoi diritti (e relative libertà) di cittadino non sono più certezze quando vai in questi paesi, dittature vere e proprie come quella cinese o in regimi autoritari come è il caso della Russia (e non solo). E ti assicuro che non è una bella sensazione, anzi...
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    CITAZIONE (angelofly @ 20/3/2024, 13:25) 
    Mio padre è stato in Venezuela ed è tornato con una barca di soldi

    Pure io, con i bolívares ho fatto un bel falò...😂

    CITAZIONE (massimax82 @ 20/3/2024, 13:34) 
    Ah quindi l’unico problema di quei paesi è che l’America ne blocca lo sviluppo. Se non ci fossero gli usa, Caracas sarebbe come Singapore. Ok basta crederci…

    E Cuba sarebbe Taiwan. Maledetti yankee
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    CITAZIONE (ardux @ 20/3/2024, 12:54) 

    Non so se hai visto le proiezioni sul declino della popolazione in Cina. Se ci aggiungi invece la crescita di quella indiana il conto è presto fatto.
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    CITAZIONE (stesub @ 20/3/2024, 12:18) 
    Anche se un po' OT, bell'intervento. Grazie dell'apporto

    Era semplicemente per far capire che i Brics, aldilà delle frasi di circostanza, non sono niente. Basti solo pensare ai problemi che ha la UE con una moneta comune e economie strettamente legate tra di loro, fantascienza per chi pensa che possano lontanamente arrivarci.
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    CITAZIONE (DanieleBrs @ 20/3/2024, 11:53) 
    L'utente che è intervenuto ha scritto: "quali siano le prospettive future a medio-lungo termine"

    Per cortesia, visto che non è la prima volta ti chiedo di evitare interventi saccenti.

    Nessuna saccenza, chiedevo semplicemente conto di cosa abbiano partorito, fino ad ora, i Brics. Io, a parte generiche dichiarazioni sulla (fantomatica) "dedolarizzazione" non ho trovato nulla, ma sarà colpa mia che non capisco...

    Ah dimenticavo...

    L’export cinese minaccia anche il Brasile
    19 Marzo 2024
    Gli ultimi dati macroeconomici cinesi, riferiti ai primi due mesi del 2024, mostrano un discreto recupero per investimenti fissi e vendite al dettaglio, sempre ipotizzando di accettare la veridicità delle statistiche di Pechino (come sappiamo, potrebbe essere ipotesi eroica), a cui fa da contraltare un ulteriore deterioramento del mercato del lavoro, con disoccupazione in crescita da 5,1 a 5,3 per cento, e prosecuzione della gelata del settore immobiliare.

    La manifattura prosegue quindi nel suo passo di carica, supportato da generosi aiuti pubblici, e gonfia la bolla della sua sovracapacità produttiva, che deve necessariamente trovare sbocco nelle esportazioni, mettendo pressione all’industria dei paesi di destinazione.

    INDUSTRIE BRASILIANE A RISCHIO
    L’ultimo paese in ordine cronologico ad avere problemi da questa policy cinese è il Brasile, la prima lettera dei Brics, l’accordo geopolitico-commerciale del cosiddetto Sud Globale che tanto fa palpitare i cuoricini degli antioccidentali confortevomente incistati nei nostri paesi.

    Come riporta il Financial Times, il ministero brasiliano dell’Industria, dopo grido di dolore dei settori colpiti, ha aperto negli ultimi sei mesi altrettante investigazioni anti-dumping riguardanti importazioni dalla Cina di acciaio, pneumatici, chimica. Oltre che in Brasile, le esportazioni cinesi di acciaio negli ultimi mesi sono fortemente aumentate in Vietnam, Malaysia, Thailandia e Indonesia.

    La conferma della rinnovata potenza di fuoco delle esportazioni cinesi viene dai numeri, con un incremento annuo nei primi due mesi del 2024 del 7,1 per cento, distaccando di gran lunga quella delle importazioni, al 3,5 per cento.

    Il settore chimico brasiliano considera ineludibile l’imposizione di dazi temporanei contro la Cina per combattere quelle che sono definite operazioni predatorie e preservare la capacità di sopravvivenza del settore domestico. La richiesta è di dazi tra il 10 e il 25 per cento sulle importazioni di acciaio dalla Cina.

    La situazione è assai poco confortevole per il presidente brasiliano, Luis Inacio Lula da Silva, che tiene molto a preservare l’export del suo paese verso la Cina, soprattutto quello agroindustriale ma anche di minerali di ferro che entrano nel processo di produzione dell’acciaio, oltre ad aver scommesso risolutamente sulla possibilità di abbattere l’egemonia del dollaro negli scambi internazionali grazie ai Brics.

    Il problema di Lula è che il Brasile si trova in ampio surplus commerciale verso la Cina: lo scorso anno, ha esportato a Pechino beni per 104 miliardi di dollari, importandone per soli 53 miliardi. Il 70 per cento delle esportazioni brasiliane di semi di soia sono andate in Cina. Quindi i cinesi hanno buon gioco, volendo, a usare l’argomento del riequilibrio bilaterale negli scambi commerciali. Per rafforzare il concetto di “buona volontà”, di recente Pechino ha ridotto le tariffe sull’importazione di pollame dal Brasile.

    Anche chimica e pneumatici brasiliani sono sotto il peso delle importazioni dalla Cina, con aumenti nell’ultimo quinquennio anche a quattro cifre per alcune specialità quali l’anidride ftalica, utilizzata come intermedio per coloranti, insetticidi, plastificanti, farmaci.

    I BRICS E LA POLITICA ESTERA DI PECHINO
    Il problema del Brasile, come detto, è che si trova ancora in condizioni di surplus bilaterale, argomento che Pechino può agevolmente usare per invocare un “riequilibrio”. Ma Lula ha anche un grattacapo più rilevante: esportare minerale di ferro e importare acciaio rappresenta un deficit di valore aggiunto nella catena produttiva. Se obiettivo strategico brasiliano è quello di avanzare nelle catene del valore e non restare condannati al ruolo di esportatore di materie prime, questa aggressività commerciale cinese rischia di frustrare questa ambizione, con buona pace delle fantasie di Lula sulla potenza commerciale e geopolitica emergente del cosiddetto blocco dei Brics.

    Il quale blocco, al risveglio, si rivelerebbe null’altro altro che uno degli strumenti di elezione di Pechino per perseguire la propria aggressiva politica estera mediante quella commerciale, con la beffa del continuo richiamo retorico al “libero commercio”, che per Pechino significa sussidi pubblici a vasto raggio.

    Come detto, molti altri paesi stanno aprendo investigazioni anti-dumping contro la Cina. In Thailandia, il settore dell’acciaio denuncia il dumping cinese mediante aggiramento delle tariffe concordate, ad esempio sostituendo tipologie di prodotto finito rese fungibili per utilizzo finale. In Vietnam, oltre che sull’acciaio, sono state aperte investigazioni sulle torri eoliche.

    Ma la situazione più delicata è quella del Messico, scelto dalla Cina come prossima testa di ponte per tentare di aggirare i blocchi all’ingresso nel mercato americano costituiti dalle regole di origine delle importazioni. Sotto forte pressione di Washington, lo scorso anno il Messico ha imposto tariffe tra il 5 e il 25 per cento su importazioni da paesi con i quali non ha in essere trattati di libero scambio.

    Di rilievo tuttavia il fatto che di recente Donald Trump abbia dichiarato che, se i cinesi vogliono vendere auto negli Stati Uniti, devono insediare impianti nel paese. Un approccio transazionale, caratteristico di Trump.

    LULA E IL NEOCOLONIALISMO
    Resta il dato di fondo: la Cina ha deciso di inondare il pianeta di propri prodotti, per saturare l’eccesso sussidiato di capacità produttiva. Ciò causerà crescenti attriti commerciali e politici. Le criticità dell’interscambio bilaterale tra Cina e Brasile ci ricordano che quella dei Brics può rivelarsi una fiaba per sprovveduti, oltre che l’ennesima incarnazione di un cavallo di Troia di Pechino, dopo che la Via della Seta ha subito rovesci legati all’eccesso di indebitamento di molti paesi “beneficiari” delle attenzioni cinesi.

    Attendiamo il risveglio alla realtà da parte di Lula, sempre così reattivo a denunciare i disegni degli occidentali contro il suo paese e il mitologico Sud Globale, le cui ambizioni di crescita industriale sarebbero coartate dietro politiche commerciali “neocolonialiste”. Più o meno quello che ora l’industria brasiliana rischia per mano cinese.


    https://phastidio.net/2024/03/19/lexport-c...sile/#gsc.tab=0

    E questo è solo l'antipasto, pensare a quello che succederà tra 5/10 anni tra India e Cina...
6562 replies since 10/12/2010
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