Il Tri-Compax: riflessioni e galleria d'immagini

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  1. Ambros
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    Dopo attenta perlustrazione del forum, ho notato ed ammirato le foto di una gran quantità di bellissimi Tri-Compax della Universal Geneve pubblicate dai vari utenti (ora capisco perché non se ne trovano più di belli, in giro: li avete tutti voi! :D )

    Allora ho pensato di iniziare un topic, per fare il “punto della situazione” su quello che è stato il modello al top della Casa Ginevrina, e soprattutto per realizzare una galleria dei vari modelli in vostro possesso.

    Il Tri-Compax, esemplare che non può assolutamente mancare nella collezione del malato di vintage, è stato un orologio di grande successo, primo polso al mondo ad avere, oltre che l’orario e la funzione cronografica di contaminuti e contaore, anche l’indicazione delle fasi di luna, del nome del giorno della settimana ed il suo numero nel mese, ed il nome del mese stesso.
    Si meritò dunque l’appellativo (a mi avviso proprio bruttarello) di “glorioso” (qualcuno ritiene l’appellativo rivolto solo ad alcuni modelli, ma a me sembra più corretto rivolgerlo al tipo di orologio nel suo complesso).

    La produzione è iniziata nel 1943, i primi che si trovano hanno seriali di poco superiori a 900.000, ed inizialmente furono utilizzati soprattutto il calibro 481 ed il calibro 287, solo negli anni 50 si iniziò ad usare massicciamente il calibro 281.

    Il mio ragionamento non può prescindere dall’analisi di movimenti, casse, quadranti, ecc.., quindi esprimerò mie congetture personali (magari vere e proprie fesserie..) e sarò grato a quanti tra voi mi correggeranno a ragion veduta; dico questo perché molto di quello che esporrò non è scritto sui libri ma è la risultante dei miei ragionamenti, ed io sono tutt’altro che infallibile..

    Le foto che utilizzerò per l’esposizione sono mie, come miei sono i pezzi riprodotti; siccome intendo sollecitarvi a pubblicare le vostre bellezze, fatelo al termine delle quattro papocchie che intendo scrivere, con l’accortezza di indicare, laddove utilizziate foto di altri, la provenienza delle medesime.

    I movimenti.

    Il movimento più utilizzato in assoluto nel corso degli anni quaranta è il calibro 481, del diametro di 31,70 mm ed altezza di 7,15 mm.

    Ecco la foto di quanto si trova sotto il quadrante di un 481:

    ugmov481a1

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    In seconda battuta fu utilizzato il calibro 287 (ed ancor meno il 285 ed il 283); il suo utilizzo parte dai seriali vicini al milione di esemplari, e non va oltre gli anni quaranta; le sue misure sono: diametro di 33,20 mm ed altezza di 7,65 mm.

    Ecco la foto di ciò che vedete togliendo il quadrante al vostro Tri-Compax movimentato dal calibro 287; essendo questo calibro poco usato, le leve sotto il quadrante sono davvero rare ed insostituibili, e quando se ne rompe una sono dolori, molto più semplice reperire i ricambi del 481.

    levez

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    Molto semplice capire - sin dalla prima occhiata - se il Tri-Compax che ammirate ha il calibro 481 (o 281 o 283) oppure il calibro 287: nel primo caso la lancetta contaminuti in posizione indicante lo zero è esattamente allineata al lato esterno della finestrella che indica il giorno del mese, mentre in presenza del 287 essa è di qualche millimetro più a destra; inoltre, i pulsanti che monta il 481 sono decisamente più piccoli di quelli del 287, lo si vede bene nel confronto diretto in questa foto:

    ugtripulsantia1

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    Negli anni cinquanta, assieme all’utilizzo del 481 si fa strada e si afferma il calibro 281, utilizzato poi quasi sempre negli anni sessanta, del diametro di 27,80 mm ed altezza di 7,15 mm.

    Le finiture del vari calibri utilizzati furono varie, ma raramente molto rifinite: sono più spesso rodiati, ma anche dorati.

    Le casse.

    Negli anni quaranta le casse dei tricompax sono caratterizzate da una vasta gamma di modelli che si traduce in tantissime referenze, negli anni cinquanta le diverse variabili si riducono, fino ad arrivare agli anni sessanta, quando è praticamente utilizzata (con poche eccezioni) semplicemente la cassa con le anse “elicoidali” ed i pulsanti a pompa.

    I materiali utilizzati per le casse sono l’acciaio, l’oro sia a 18kt che a 14kt (la differenza emerge anche dalla referenza: per l’oro 18kt il primo numero è 1, per l’oro 14kt il primo numero è 5), e – limitatamente agli anni quaranta – il placcato 30 micron, e la cassa acciaio con le anse in oro 18kt.
    Non si conoscono Tri-Compax con casse cromate, sebbene ogni tanto appaiano sul mercato: sono casse nate placcate, e poi “sbucciate” dal tempo o dalla stupidità dell’uomo, e sono facilmente riconoscibili dal fatto che tra le anse riportano ancora la scritta circa lo spessore della placcatura.

    Ecco la foto di una cassa “sbucciata” (non da me!):

    tria4

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    Circa i pulsanti, ho notato che negli anni quaranta non furono prodotte casse con i pulsanti a pompa, che fecero il loro esordio negli anni cinquanta e si imposero come regola negli anni sessanta. Alcuni rari modelli, sia d’acciaio che di oro, montano i cosiddetti “spillini”, ossia pulsanti a pompa di minuscole dimensioni.

    Per quanto concerne le corone, sebbene sia difficilissimo capire quali sono quelle ancora originali (la sostituzione della corona consumata è una operazione comunissima), sono convinto che negli anni quaranta le corone erano lievemente bombate e senza alcun marchio; negli anni cinquanta le medesime corone, almeno su alcuni esemplari in oro, assunsero la U a rilievo. Le mostrerò nel corso del topic.

    I quadranti.

    Vastissima varietà di quadranti caratterizza questo modello, soprattutto negli anni quaranta, periodo in cui la Casa si sbizzarrì – immagino anche per la forte espansione sui mercati sudamericani - in numerosissime colorazioni.

    Caratteristica dei quadranti anni quaranta è comunque la ripetitività della grafica nelle sue linee essenziali: ciò particolarmente nei 4 quadrantini, che hanno elementi comuni che aiutano tantissimo nella verifica dei quadranti originali rispetto a quelli ristampati;

    tralasciando le ristampe a fantasia, facilmente riconoscibili, i quadranti originali degli anni quaranta dovrebbero avere, oltre la patina del tempo, in generale come caratteristiche le seguenti:

    - il quadrantino del contasecondi caratterizzato dai numeri 3 6 e 9 trafitti da lunghe linee per il computo degli scatti telefonici (queste lunghe linee si accorceranno solo all’inizio degli anni cinquanta, sempre trafiggendo i soliti tre numeri);
    - il quadrantino del contaore con il numero 6 ed il 9 quasi sempre aperti (si chiuderanno negli anni cinquanta);
    - il quadratino contasecondi ha sempre la stessa identica grafica in tutti i quadranti anni quaranta, mentre assumerà una diversa connotazione grafica negli anni cinquanta;
    - il quadrantino contagiorni è caratterizzato dal 31 in rosso (negli anni cinquanta spesso diventerà nero), e da un cerchio che chiude idealmente i numeri nel quadrantino (cerchio che scomparirà in alcuni modelli anni cinquanta).

    I quadranti degli anni quaranta hanno sempre e solo la scritta “SWISS”, ma mai la scritta “swiss made”, poi hanno la scritta “Universal Genève” su due righe, e la scritta “TRI – COMPAX” (raramente senza trattino) a cavallo del quadrantino del contaore.

    I piccoli dischetti riportanti i nomi dei giorni e dei mesi hanno sempre la grafica nera, che diventerà rossa solo in alcuni modelli degli anni sessanta.

    Il dischetto della luna – nei quadranti anni quaranta – rappresenta una faccia della luna umanizzata e le stelle con piccoli raggi, mentre all’inizio degli anni cinquanta si utilizzano più spesso dischetti con la luna rappresentata come una palla dorata e le stelle come punti dorati: nella foto le differenze sono più apprezzabili:

    ugtrilunea1

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103 replies since 10/4/2013, 22:13   5455 views
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