Timex Quartz M63: L'anello mancante.

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  1. vpn
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    Nel mondo dell'orologeria, uno dei capisaldi più importanti della ricerca e dell'innovazione è stato senz'altro la possibilità di permettere il funzionamento del segnatempo senza doverlo caricare costantemente. Grazie alla lunga attività di ricerca e di sviluppo portata avanti dalla Elgin prima e dalla Hamilton poi, portando alla nascita dell'orologio elettrico, nel 1957.

    Ma vi è anche un altro importante caposaldo, che forse è anche più importante della necessità di tenere l'orologio in funzione anche quando non è indossato, che ha permesso notevoli progressi nell'orologeria: la corsa alla massima precisione.

    Questa -quasi forsennata- ricerca della massima precisione e accuratezza nel misurare il tempo, è stata portata avanti da numerose case orologiere, sia da Oriente che da Occidente, dagli USA con il Bulova Accutron, fino alla Svizzera con il progetto Beta 21, al Giappone con il Seiko Quartz Astron 35SQ.

    Il salto dall'orologio elettromeccanico nelle sue evoluzioni (elettrico, a transistor, a diapason) a quello al quarzo però, sembra che copra una distanza enorme: è come se si fosse passati dalla macchina a vapore al computer nel giro di cinque anni. Ma in realtà le cose non stanno proprio così. Perchè nella catena che ha portato dall'orologio meccanico al moderno quarzo con motore passo-passo, c'è quello che oserei chiamare "l'anello mancante", ossia gli elettromeccanici al quarzo.

    Una razza piuttosto bizzarra direi, quella degli elettromeccanici al quarzo. Sì perchè questi orologi, sono dei tradizionali elettromeccanici a transistor, a cui hanno aggiunto il cristallo di quarzo che tiene costanti le oscillazioni del bilanciere, mentre il transistor si occupa di ridurre la scintilla che si origina nel momento in cui la bobina tocca il contatto, riducendone così l'usura.
    Questa tipologia di orologi si colloca a cavallo tra l'ultima incarnazione degli elettromeccanici e la prima generazione di quarzi (includendo anche i quarzi al Diapason come il Bulova Accuquartz e il Sovietico NII-Chasprom Kvartz), e rappresentava non solo l'anello di congiunzione tra queste tipologie, ma anche un'alternativa più accessibile di quella tecnologia che spazzò via gran parte della storica industria orologiera Svizzera.

    Infatti, la progettazione di un elettromeccanico al quarzo aveva costi di gran lunga inferiori rispetto ad uno con motore passo passo o un quarzo al diapason, poichè allora la produzione dei micromotori era piuttosto costosa, e spesso era affidata in outsourcing alle aziende produttrici di semiconduttori statunitensi, come la Hughes Aircraft, la Intel -sotto la sua controllata Microma-, la Monsanto e la RCA -curiosamente, la Fairchild non produsse mai moduli per orologi elettromeccanici-. Ma tutto ciò avvenne così velocemente, che un ulteriore sviluppo di questa tipologia di orologi subì una battuta di arresto a causa dell'abbassamento dei costi di produzione dei motori passo-passo, che furono miniaturizzati e resi più robusti e precisi.

    Questo cambiamento così repentino portò quindi alla nascita di soli tre movimenti elettromeccanici al quarzo, sviluppati in tre parti diverse del mondo:

    CITAZIONE
    -Negli Stati Uniti la Timex introdusse, nel 1972, il suo primo calibro al quarzo, l'M62, che diventò ufficialmente il primo orologio elettromeccanico al quarzo mai prodotto in serie. Derivato pesantemente dall'obsoleto movimento elettrico M40, l'M62 aggiungeva un modulo elettronico con oscillatore, transistor e cristallo di quarzo, prodotti dalla Microma (divisione di ricerca e sviluppo della Intel, rivolta principalmente alla fascia consumer). L'M62 ebbe però una vita molto breve, sostituito dal successivo M63, più economico e più robusto.

    -In Svizzera, la Record-Golay produsse il movimento FB7723, sempre nel 1972, derivato strettamente dall'ESA "Dynotron" funzionava alla stessa maniera del Timex. Fu utilizzato dalla stessa Golay (con il nome "µ-Quartz") e fu usato da varie case orologiere, come la Corum e la Concord, e anche alcuni brand appartenenti a grandi gruppi, come la Mirexal, appartenente alla catena di supermercati Svizzera Migros. Il modulo del movimento fu prodotto dalla RCA.

    -In URSS, precisamente nella RSS Bielorussa, la Luch introdusse nel 1981 il calibro 3055, derivato dal precedente 3045, prodotto in piccola serie a causa degli elevati costi di produzione, il Luch 3055 fu l'ultimo elettromeccanico al quarzo prodotto in serie. Il suo modulo elettronico era prodotto dalla Integral nelle sue varie fabbriche, ed il cristallo di quarzo era prodotto dalla Chaika a Uglich.

    Ma ora torniamo all'orologio protagonista di questa discussione, il Timex Quartz. O meglio, il Timex "Q" Quartz, stando alla pubblicità dell'epoca. Esso sostituì la primissima generazione di Timex al quarzo dotati dell'M62 già dal 1973, dato che l'M63, al contrario della precedente generazione, si rivelò meno complesso da costruire e revisionare e soprattutto più economico da produrre, oltre che più robusto (l'M62 era considerato un calibro molto fragile nella parte elettronica).

    Fu prodotto in numerosissime combinazioni di casse e di quadranti, molto somiglianti ai più tradizionali Timex Electric, che furono relegati nella fascia entry-level nella lineup della casa, dato che ormai la serie "Q" era diventata la regina del momento. Ma senz'altro, una delle varianti più rappresentative è quella cosiddetta "All Steel", dotata (al contrario della maggior parte dei Timex di allora) di una cassa completamente d'acciaio, visibile in questa simpatica pubblicità del 1977:



    Ed ecco una fotografia (l'unica) dell'orologio in questione, l'esemplare che ho preso ieri sera dalla baja, dall'Inghilterra:

    Timex_Quartz_zpsc1efe9a1



    Sono pochi i Timex dotati di cassa completamente d'acciaio, cosa che allora rendeva tali modelli parecchio più costosi rispetto a quelli più comuni, con cassa di ottone cromato. Infatti solo ad alcuni automatici alcuni elettrici della serie Dynabeat e alcuni Quartz fu riservato questo piccolo lusso, rendendoli piuttosto ricercati al giorno d'oggi.

    L'esemplare in questione è dotato di bracciale coevo a maglie piatte orizzontali, e in più è dotato di vetro prismatico (che dovrebbe essere vetro minerale, anzichè il tradizionale acrilico). La cassa è di forma arrotondata, bombata verso il centro, e ha le anse nascoste. Non notate una certa somiglianza estetica con il Luch 3055?

    Il quadrante è blu iridescente, e al contrario dei modelli della gamma tradizionale, ha gli indici ed il logo applicati anzichè stampati in rilievo (come di solito avveniva sui Timex meno costosi), incrementando la qualità percepita. Le sfere, così come gli indici, sono luminosi (Trizio o probabilmente Promezio).

    Al contrario dei tradizionali elettrici, il fondello del Quartz è sempre a pressione, ma è dotato di un pozzetto a vite che permette di rimuovere la batteria in maniera più agevole. Possiamo individuare il modello da questo catalogo risalente al 1976, che ci permette di identificare la sua referenza: 983502. (fonte: Network54.com)

    timexquartz1976



    Dal catalogo si può notare come i modelli con cassa d'acciaio fossero tenuti a parte rispetto agli altri, inserendoli nella fascia più alta della gamma, a cui era possibile avere dei vezzi non permessi sui modelli più economici.

    Infatti potremmo posizionare i modelli d'acciaio (sia i fragili Automatic, oppure i rari Dynabeat d'acciaio, e i Quartz) un gradino sotto la produzione d'altissima gamma della casa Americana, che annoverava modelli che sono diventati dei veri e propri oggetti di culto, come la serie Electric ed Electronic "Crown", con cassa di oro bianco, senza dimenticare il mitico Dorado, con cassa d'oro massiccio 14K.

    Tutte queste cose, rendono questo modello ancora più affascinante, dato che è stato l'espressione di una nicchia che non ha avuto il tempo di svilupparsi ulteriormente, ma che ha comunque portato a risultati molto interessanti, dato che rappresentò l'ultimo tentativo di spingere la tecnologia elettromeccanica, e che fu successivamente spazzata via dall'abbassamento dei costi di produzione dei movimenti al quarzo "puri".

    Ma se le cose fossero andate diversamente? Se i quarzi elettromeccanici non fossero stati pensionati? Ci saremmo ritrovati un mercato piuttosto complesso, fatto da una fascia media e medio-bassa occupata dalla suddetta tipologia, ed una fascia medio-alta e altissima formata dai quarzi con motore passo-passo e quarzi al diapason. Ma la strada oramai, era già stata spianata.

    Come sempre seguiranno fotografie ed impressioni "a caldo" al suo arrivo. L'attesa è iniziata... ;)

    Edited by vpn - 30/4/2013, 13:17
     
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