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Buon pomeriggio a tutti,
prendo spunto dalla discussione apparsa sul forum un po' di tempo fa sull'attuale mondo Zenith, più precisamente:
https://orologi.forumfree.it/?t=70112345
da un po' di tempo sto ragionando sui vari modelli RO e RO OFFSHORE e devo dire che personalmente, salvo qualche raro modello, non sono molto di mio gradimento. I nuovi modelli oltre che grandi in larghezza e spessore hanno anche dei materiali moderni che non riesco ad apprezzare.
Cosa ne pensate voi?. -
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Detesto gli Offshore per come sono e per ciò che rappresentano, la brutta caricatura di un capolavoro di Genta, ne più ne meno.IMHO . -
.Detesto gli Offshore per come sono e per ciò che rappresentano, la brutta caricatura di un capolavoro di Genta, ne più ne meno.IMHO
Anche io la penso come te sugli Offshore. -
Routesixtysix.
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A me non dispiacciono tutti, ma è chiaro l'originale è un'altra cosa. . -
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Abbiamo anche più volte parlato delle grosse difficoltà che hanno avuto con i materiali Hi-tech ,tipo la fibra di carbonio che si sfalda dopo poco tempo.
Quindi non solo estetiche discutibili ,ma anche inadeguatezze costruttive.
Ovviamente a listini sostanziosi... -
ciaca.
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Per quanto male se ne possa pensare é un dato di fatto che, soprattutto gli OS, in alcuni mercati che fanno numeri molto più importanti dei nostri e che da soli reggono in piedi intere aziende, questi orologi piacciono e pure tanto, si vendono bene e hanno una domanda sempre molto sostenuta.
Sono mercati che amano questo tipo di orologeria di lusso, molto vistosa e con tanto fumo, della "sostanza" si curano poco o nulla (come un po' tutti i mercati ad ogni latitudine) e vogliono orologi grandi, appariscenti e poco votati ai classicismi, sportivi e casual.
AP che da almeno 40 anni campa solo ed esclusivamente grazie al Royal Oak di cui ha fatto ormai molteplici linee di prodotto che con il Royal Oak hanno in comune solo il nome e la vaga somiglianza delle forme, null'altro fa che assecondare (e per certi aspetti anche indirizzare) i gusti del mercato sempre più votato a tali tipologie, proponendo una gamma sempre più ampia e capace di assecondare i gusti di tutti, dal cultore tradizionalista con il 15202 a tutti gli altri con i mille modelli in catalogo.
Che a me non piacciono, ma che vendono bene.. -
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Discussione che salta fuori ciclicamente..
Il mercato dà loro ragione, noi appassionati diamo loro torto...chi ha ragione? tutti e nessuno, se non che forse un 15202 lo può pensare di prendere anche un appassionato con anni di risparmi e dedizione, un OS no, è roba da ricchi (nel senso più anni '80 del termine). Ma tant'è. Se oggi AP produce ancora un paio di referenze di veri RO, è grazie ai numeri che fa con gli OS. facciamocene una ragione.... -
.Per quanto male se ne possa pensare é un dato di fatto che, soprattutto gli OS, in alcuni mercati che fanno numeri molto più importanti dei nostri e che da soli reggono in piedi intere aziende, questi orologi piacciono e pure tanto, si vendono bene e hanno una domanda sempre molto sostenuta.
Sono mercati che amano questo tipo di orologeria di lusso, molto vistosa e con tanto fumo, della "sostanza" si curano poco o nulla (come un po' tutti i mercati ad ogni latitudine) e vogliono orologi grandi, appariscenti e poco votati ai classicismi, sportivi e casual.
AP che da almeno 40 anni campa solo ed esclusivamente grazie al Royal Oak di cui ha fatto ormai molteplici linee di prodotto che con il Royal Oak hanno in comune solo il nome e la vaga somiglianza delle forme, null'altro fa che assecondare (e per certi aspetti anche indirizzare) i gusti del mercato sempre più votato a tali tipologie, proponendo una gamma sempre più ampia e capace di assecondare i gusti di tutti, dal cultore tradizionalista con il 15202 a tutti gli altri con i mille modelli in catalogo.
Che a me non piacciono, ma che vendono bene.
Non ci dimentichiamo che sub a parte il RO nel 1972 ha dato il via alle grande dimensioni: allora 40 mm erano veramente tanti. Poi nel 93 hanno con lìOS ristabilito il primato nelle dimensioni (sic), ma con una formula tenica inadeguata, assolutamente e tanto più oggi. Infatti il nuovo CEO ha annunciato la prossima nascita di un cronografo di manifattura. Si spera presto.. -
ciaca.
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L'impoverimento della componente meccanica nella produzione di massa della casa, che per altro non nasce con gli OS ma si rinviene già nelle produzioni precedenti con il proliferare di cronografi modulari anche su linee di prodotto di prezzo ben più elevato, e con la larga diffusione di movimenti come il JLC889, ottimo e robusto, ma certo non in sintonia con gli standard di una casa che si è sempre proposta come creatrice di alta orologeria e che il più delle volte e salvo rare eccezioni questa alta orologeria l'ha solo millantata, si inquadra nel mutato profilo medio del mercato sin dalla rinascita dell'orologeria meccanica negli anni 80 dopo la grande crisi legata alla diffusione dei movimenti al quarzo.
Una crisi che ha fatto danni irreparabili al sistema produttivo svizzero e di riflesso anche al profilo medio degli acquirenti di questi oggetti, molti dei quali si sono avvicinati in massa a questo mondo, hanno imparato a conoscerlo e si sono formati come acquirenti in quell'epoca di grande "povertà" manifatturiera e con motivazioni che in molti casi nulla avevano a che vedere con l'oggetto e il modo in cui era fatto; con le conseguenze che da allora, e sempre più nel tempo, l'acquirente medio normale non ha imparato ne a riconoscere ne ad apprezzare e a dare valore ne alla qualità della meccanica ne in generale al pregio manifatturiero del come è realizzato l'oggetto.
Per capire da dove viene questo tipo di orologeria, e questo tipo di mercato, bisogna capire cosa sono stati gli anni '80 e ancor meglio averli vissuti.
Se mi passate il termine un po' brutale, una generazione, e sempre più generazioni, di appassionati "ignoranti" (nel vero senso del termine, ossia "che ignorano") e materialisti (attratti più dalle rivalutazioni e dall'oggetto come bene rifugio) che alla casa, ma a tutte le case, sono apparse come una panacea, ossia il cliente che è disposto a strapagare oggetti di nessun particolare pregio (e quindi costi irrisori), con scarse se non nulle pretese, poco selettivo e molto compulsivo, quindi facilmente orientabile nelle scelte con buone strategie di marketing e capace di garantire profitti e margini mai visti in passato, il tutto nel nome della suggestione del "cool and trendy" unita a quella dell'investimento o del bene rifugio, suggestioni facilmente alimentabili e orientabili dalle stesse case, e che alcune case hanno saputo alimentare molto meglio di altre che a tutto questo sono arrivate troppo tardi.
Gli OS e il loro successo commerciale, oggi anche più che 20 anni fa, sono la logica conseguenza di questi cambiamenti epocali e generazionali. Sono ciò che questo mercato vuole, che è capace di apprezzare ed è disposto a (stra)pagare.
Oggi si fa un gran parlare di "manifattura" e "meccanica" solo perché alcune case, che la manifattura la sanno fare e hanno deciso di rompere con la prassi secolare dei mille assemblatori improvvisati, ne hanno fatto un nuovo elemento di marketing e distinzione che siffatto mercato recepisce quasi passivamente senza che in realtà glie ne importi granché.
E l'OS, se vogliamo, con il suo imperituro successo, ne è la prova provata.
Se AP deciderà, finalmente, di dotarsi di un banale cronografo automatico integrato da utilizzare in tutta la sua produzione di massa non lo farà ne perché glie lo chiede il mercato ne perché è risorta a chissà quale livello di "savoir faire": farlo, semplicemente, oggi costa un'inezia, è alla portata di chiunque e fa parte di quegli standard di merchandising richiesti dalle prassi e consuetudini alle quali tutti i competitors devono adeguarsi.
L'OS continuerà a vendere, e con esso tanti altri orologi accomunati dalla stessa filosofia, quale che sia il movimento che ospita, perchè incarna bene l'idea di orologio che piace ai più di questi tempi.
Grande, vistoso ma allo stesso tempo poco cerimonioso, sportivo, casual, con materiali poveri ma fuori dall'ordinario, costoso oltre ogni ragionevolezza, "cool", modernista nelle geometrie (pieno di spigoli e senza curve, dall'aspetto "piatto" e poco decorato che fa molto finto understatement) e con nessun richiamo al classicismo dell'orologeria d'altri tempi.
Edited by ciaca - 21/1/2015, 18:11. -
giostitch.
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Queste tendenze di mercato mi spaventano, capisco benissimo che una persona compri un orologio perché piace e non per specularci ma, ipotizzando di comperare un RO OS LeBron James, con che coraggio lascereste un orologio così in eredità? Siamo passati da orologi "paul newman" a fare referenze veramente assurde a mio parere. . -
.Per quanto male se ne possa pensare é un dato di fatto che, soprattutto gli OS, in alcuni mercati che fanno numeri molto più importanti dei nostri e che da soli reggono in piedi intere aziende, questi orologi piacciono e pure tanto, si vendono bene e hanno una domanda sempre molto sostenuta.
Sono mercati che amano questo tipo di orologeria di lusso, molto vistosa e con tanto fumo, della "sostanza" si curano poco o nulla (come un po' tutti i mercati ad ogni latitudine) e vogliono orologi grandi, appariscenti e poco votati ai classicismi, sportivi e casual.
AP che da almeno 40 anni campa solo ed esclusivamente grazie al Royal Oak di cui ha fatto ormai molteplici linee di prodotto che con il Royal Oak hanno in comune solo il nome e la vaga somiglianza delle forme, null'altro fa che assecondare (e per certi aspetti anche indirizzare) i gusti del mercato sempre più votato a tali tipologie, proponendo una gamma sempre più ampia e capace di assecondare i gusti di tutti, dal cultore tradizionalista con il 15202 a tutti gli altri con i mille modelli in catalogo.
Che a me non piacciono, ma che vendono bene.
Io un OS con dentro un buon calibro lo comprerei.. -
ciaca.
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Ai presumibili 35k euro di listino?
No, grazie.