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Ciao a tutti, Ho scritto questo articolo e ho voluto condividerlo con voi, grazie a Gensiulia per l'aiuto e a voi per la lettura
Un giorno, Aurélien - un amico e cliente che conosce la nostra passione per le avventure sottomarine e, soprattutto, per gli orologi Comex - ci ha raccontato di suo zio, un subacqueo di professione che ha lavorato per molti anni per la Compagnia in tutto il mondo. Per noi, saper di poterlo incontrare, è stata una notizia fantastica. Per prima cosa siamo andati a vedere l’album fotografico dei vecchi dipendenti Comex. Qui, il nostro diver in uno scatto degli anni 70.
45 anni dopo, ci ritroviamo nella sua proprietà di Salario, sulle colline di Ajaccio, nella casa dov’è cresciuto. Scattata quasi mezzo secolo prima, non era facile per noi trovare la somiglianza, ma sua moglie…
“Si tratta di mio cognato su questa foto, è Paul, il fratello di Ferdy!”
Incredibile, i Valeani che hanno lavorato in Comex sono addirittura due! Paul entrò a far parte della Compagnia qualche anno prima di suo fratello Ferdinand. Appassionati di immersioni fin da piccoli, all’età di circa 25-30 fondano un diving club a Ajaccio, a cui seguiranno altri 2: Calvi e Porto Vecchio.
Nel 1972, dopo una prima gratificante esperienza come sommozzatore in saturazione in una società Marsigliese, Ferdinand raggiunge il fratello Paul nella Comex. Paul si occupava dei test sulle immersioni sperimentali sotto la guida del Dott. Xavier Fructus, pioniere nella ricerca scientifica sulle immersioni in saturazione (alcune tabelle di decompressione elaborate all’epoca dei fatti sono ancora attualissime).
Ferdinand è uno spirito combattente e preferisce le missioni in mare. Si occupa principalmente di lavori manuali e soluzioni tecniche finalizzate alle immersioni in profondità. Adora l’avventura, le scoperte; è fra le altre cose un appassionato e collezionista di archeologia subacquea. Durante la sua carriera ha messo insieme moltissimi oggetti, mosso sempre e solamente dal piacere di possedere un pezzo di storia.
Una delle sue prime missioni per la Comex fu il salvataggio e recupero della nave “Le Carnoules” nel 1973 nel porto di Ajaccio. Qui sotto un report degli Archivi Nazionali del Governo Francese riguardo gli incidenti di navigazione:
Qualche foto scattata da Ferdy, all'epoca
Per ristabilire questo colosso, Ferdy e i suoi colleghi dovettero utilizzare uno speciale cemento subacqueo per chiudere tutte le falle e le porte della nave in maniera tale da drenare fuori tutta l’acqua che inevitabilmente aveva allagato l’intero cargo. Questa, come altre esperienze, lo consacrarono uno dei migliori diver a disposizione, offrendogli la possibilità di lavorare, ad esempio, in Libia, in un progetto che aveva come scopo il recupero di più di 200 navi dal fondale marino.
Sperimentò: •il taglio con lancia termica; un iniezione di ossigeno pressurizzato in un tubo contenente fili di acciaio, con una temperatura di 4000°C che assicurava il taglio di qualsiasi materiale •l’utilizzo di pompe sommerse per il drenaggio di grosse quantità d’acqua •l’utilizzo di speciali gru, poste su chiatte, per il sollevamento dei relitti difficilmente recuperabili
Un altra esperienza lo porta in Congo, vicino Pointe Noire. Fu un lavoro molto difficile e pericoloso, tanto che una sera un esplosione causata da una mal gestione delle bombole di miscela, provocò una reazione a catena che causò, fortunatamente, solo l’ustione del responsabile delle bombole, ma nessun morto. “I più bei fuochi d’artificio che abbia mai visto” dice scherzando Ferdy.
“Quando sei su una piattaforma non devi assolutamente uscire in mare con più di 3 metri di moto ondoso; così mi sono guadagnato il soprannome di Kamikaze Diver, perché svolsi un lavoro con ben 6 metri”.
Fredy parla della sua esperienza in Comex con gli occhi lucidi d’emozione: “era decisamente meglio del Club Med”
Come ogni buon Comex diver che si rispetti, Ferdy ha lavorato anche nelle stazioni petrolifere nel Mare del Nord, dove ha effettuato fra le sue immersioni più profonde, ci raconta: “Mentre lavori a più di 100 metri di profondità parli con te stesso e pensi ai tuoi colleghi in superficie: ti chiedi come sia possibile per loro respirare semplice ossigeno, quando tu ti senti perfettamente a tuo agio alla tua profondità, con le tue miscele di gas”
Durante la sua carriera Ferdy ha contribuito notevolmente, insieme ad altri colleghi, allo studio e sviluppo di molte tecniche per migliorare le attività subacquee in sicurezza. Ad esempio fa parte dello sviluppo di una sorta di camera iperbarica che andava ad adagiarsi sul fondale marino avvolgendo le tubature di Gas. Avendo subìto un processo di pressurizzazione, sia sulla nave (o chiatta petrolifera), e sia durante la discesa alla profondità necessaria, gli operatori potevano così drenare l’acqua all’interno della camera e lavorare come normali saldatori, per ripristinare il funzionamento del condotto, completamente all’asciutto. Tutte queste ore a riflettere, a progettare e sviluppare tecniche per prevenire problemi e migliorare la qualità del lavoro hanno permesso alla Compagnia di avere un’incredibile reputazione a livello globale.
“Tutto il mondo voleva la Comex e i suoi uomini, il costo non era importante, eravamo sempre davanti a tutti”.
1982: Con Henri-Germain Delauze mentre celebrano i loro 10 anni di collaborazione
1983: festa a casa Delauze
2010: Delazue gli dedica la sua biografia
Comex ha fornito a Ferdy molti Rolex durante la sua carriera, ma se ne ricorda uno in particolare: “Come capo squadra, avevo al polso un Rolex 1665 con valvola per l’elio”
Qui lo vediamo in una camera iperbarica.
Dopo la sua esperienza come capo squadra super qualificato in Comex, Ferdy ha terminato la sua carriera presso l’ospedale di Ajaccio, lavorando sempre nel settore iperbarico.
Prima di salutarci, Ferdinand Valeani, ci ha fatto dono di una delle sue medaglie da ex-diver della Comex.
Oggi vive giorni felici con sua moglie nella casa dove nacque 75 anni fa; vogliamo ringraziarli di cuore per la loro ospitalità e generosità. Un saluto affettuoso a Ferdy per la sua gentilezza e il suo umorismo, e stima infinita per la sua carriera.
p.s.: tutte le foto sono concessione di Ferdinand Valeani, che ci autorizza a divulgarle in questo articolo. indicate questa intervista come referenza nel caso volessero essere usate.
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