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Quando una decina di anni fa ho cominciato a interessarmi all'orologeria meccanica, il che significò per me l'aprirsi di un mondo perché ero ormai convinto che l'intero panorama produttivo, con l'esclusione di alcune marche di alta gamma, fosse caratterizzato dall'ubiquità del quarzo, i miei primi passi furono in direzione della categoria PMW, come penso accada per molti: quindi in definitiva orologeria russa e jap. Uno dei primi modelli ad attirare la mia attenzione, in particolare, fu il Seiko “Monster”, il cui acquisto (come quello di molti altri nipponici) avvenne sull'imprescindibile e mitico, allora, sito “Zeviotempo”. Si trattava di un black Monster (quadrante nero), poi venduto non prima di essere stato affiancato, per un po', da un gemello orange (quadrante arancio) che ho tuttora. E che resta uno dei miei orologi preferiti in assoluto.
Talmente preferito che non ho resistito, e una volta vista un'inserzione di vendita per il più recente improvement di questo modello, l'ho acquistato nella sua terza e (per ora, almeno) ultima incarnazione.
Credo quindi che l'occasione sia buona per un breve excursus che riepiloghi un po' la storia e l'evoluzione (fra parentesi: la definizione “MkI, II, III” è farina del mio sacco e non risponde in alcun modo ad una denominazione ufficiale) di questo ormai storico diver's, e anche se molto è già noto, magari qualche nuovo utente sarà facilitato dall'avere una serie di notizie raccolte insieme.
Intanto perché “Monster"? Il modello è stato introdotto da Seiko, a quanto mi risulta, nel 2001, e il nomignolo “Monster”, per quanto è venuto fuori da ricerche da me fatte sul web, sembra abbia cominciato ad essere usato già nel primo anno di vita, anche se non si riesce ad identificare quello che in medicina si chiamerebbe il “paziente zero”, colui cioè da cui per primo è venuta la denominazione. Di fatto, si tratta di un orologio dalle dimensioni ancora non abituali all'epoca (cassa di 43 mm di diametro) e dall'aspetto anch'esso particolare e del tutto inconsueto. Logico che l'appellativo di “mostro” abbia iniziato a diffondersi (soprattutto in ambienti di appassionati anglosassoni) prima in modo spontaneo e poi in modo codificato, tanto da identificare immediatamente l'orologio.
Descrivere il Seiko Monster è una cosa fondamentalmente inutile. Quasi come descrivere una penna Bic. Merita dire però che a suo modo è un orologio iconico per Seiko, credo almeno al livello di uno 007, difatti insieme a questo è uno dei diver's della maison del Sol Levante da più tempo in catalogo. Solo che a differenza del suo “collega” ha subito nel corso degli anni un'evoluzione tecnico-estetica rilevante, che testimonia dell'importanza che Seiko attribuisce evidentemente a questo modello che riscuote ancora un grande successo.
L'iniziale referenza del Monster è stata la SKX781 (versione orange, 779 per il black), poi per le versioni successive cambierà come vedremo. Dunque cassa importante come dicevamo, un bracciale in acciaio che, come è universalmente riconosciuto, è uno dei migliori in circolazione senza riguardo al prezzo: maglie solide, chiusura un po' leggerina ma di grande sicurezza, estensione per la muta di grande ingegnosità, grande impatto estetico dall'appeal assicurato, in uno stile perfettamente adatto al design generale dell'orologio, poi un quadrante ben leggibile e dal disegno deciso, come anche le sfere di dimensioni generose, e infine una impermeabilità garantita fino a 200 mt nel rispetto delle norme ISO che permettono di attribuire a questo orologio la qualifica di diver's a pieno titolo. Cosa volere di più? E infatti il Monster è stato un successo pieno e duraturo.
Qualche appunto si poteva muovere semmai al movimento, il 7S26 successore del 7002 nella linea dei diver's Seiko. Movimento piuttosto basico (21 rubini, indicazione di giorno e data, niente carica manuale né stop secondi, e quasi interamente assemblato in modo meccanizzato) vanta tuttavia un'eccellente affidabilità e robustezza. Paga lo scotto di non essere un movimento progettato per avere una precisione men che lontanamente cronometrica, quindi soffre di una variabilità piuttosto ampia nella regolarità di marcia, per cui anche se ben regolato e in grado di dare buone prestazioni, risente molto dei cambiamenti di posizione e subisce un certo scadimento di queste prestazioni nel tempo. Niente di drammatico, comunque, richiede solo un po' di attenzione in più nel verificare lo scarto e correggerlo al bisogno. In ogni caso, per la cronaca, questo calibro come spesso avviene in casa Seiko, è stato nel tempo rivisto e migliorato, quindi abbiamo 7S26A, B, C... E quest'ultima credo sia la versione attuale.
Ecco quindi il mio primo Monster a cui ho sostituito l'originale cinturino in gomma con un mesh che gradisco di più al polso:
Merita dire che il Monster è talmente popolare e versatile che è stato l'orologio forse con il maggior numero di varianti ed edizioni limitate, caratterizzate da varie colorazioni del quadrante, combinazioni cromatiche particolari tra quadrante e rehaut, trattamenti superficiali PVD di cassa e ghiera in tinta uniforme (generalmente nero) o in abbinamento di colori, per non parlare poi delle numerosissime mods personalizzate in circolazione. Mi pare quasi superfluo pubblicarne qualcuna, una ricerchina su Google vi farà vedere l'impossibile...
Comunque, passano gli anni e nel 2012 casa Seiko decide che arriva il momento di dare una rinfrescatina al mostriciattolo, sia nel look che nel “motore”. Cominciamo da quest'ultimo: per il Monster MkII si dà luogo ad un cambio della guardia abbastanza significativo, con il cal. 4R36 che sostituisce il 7S26, di cui è in sostanza un'evoluzione. Offre infatti la possibilità di carica manuale e di stop secondi, per il resto le caratteristiche generali rimangono le stesse, anche se i 21 rubini del 7S26 diventano 24 in questa nuova implementazione.
Dedicando la nostra attenzione all'aspetto estetico, invece, quello che salta subito agli occhi è il nuovo disegno del quadrante: gli indici a barre hanno lasciato il posto a dei più scenografici e aggressivi indici a dente di squalo (nuovi anche nel colore alla luce del giorno, non più il verde pallido della versione precedente ma un più tradizionale bianco opalino). Una scelta, questa dei nuovi indici, che personalmente non mi ha mai convinto, e pur essendo stato tentato di prendere questa nuova versione ho sempre desistito, immagini fotografiche e anche una prova dal vivo mi hanno ripetutamente convinto che questa nuova configurazione non faceva per me. Peraltro, non ho riscontri per valutare il gradimento del pubblico, tuttavia mi pare che la precoce (se si pensa al lungo lasso di tempo trascorso prima di questo restyling) messa in commercio del terzo Mark di questo fortunato diver's possa essere indice di una non spettacolare riuscita di questa versione.
Altra piccola modifica, per i quadranti arancio si opta per un colore più carico e al tempo stesso meno squillante.
Monster MkII:
Un'altra modifica, questa invece più gradita, viene fatta sulla corona di carica che perde la precedente zigrinatura e la finitura lucida per una più “tecnica” godronatura che dovrebbe permettere (e in effetti mi pare che sia così) una più efficace manipolazione della stessa, visto che la corona adesso può essere utilizzata anche per caricare l'orologio.
Sul fondello, la precedente scritta “Scuba diver's” viene sostituita da “Air diver's”.
La referenza viene inoltre modificata in SRP309 (versione arancio) o 307 (nero) - la sigla SRP fa intendere che il Monster viene inserito nella serie Seiko "Superior" - e ahimé insieme alle migliorie arriva anche un consistente ritocco sul prezzo, che attualmente veleggia sui 260-290 € (ricordo che il mio orange Mark I mi è costato, presso un notissimo venditore online, 170 € esatti nel 2010...). Non parlo ovviamente di prezzi a listino, ben superiori. Comunque alla fin fine sempre un buon prezzo per un orologio con queste caratteristiche.
Ma evidentemente in Seiko come dicevo non sono sufficientemente contenti di questo Mark. Ed ecco che alla fine del 2104 esce il Monster MkIII: qui il gioco di fa serio, con la casa nipponica che arma i grossi calibri ed eleva il nostro diver's ad un livello superiore.
All'interno adesso viene ospitato un calibro più performante, il 6R15, che migliora le prestazioni del 4R36 di un buon 100% su diversi parametri: per dire, da uno scarto massimo giornaliero di -35/+45 sec/die si passa ad uno scarto di -15/+25, migliora pure la stabilità di marcia su diverse posizioni che passa da un variazione massima possibile di -30/+30 sec. ad una di -15/+15, e l'errore di isocronismo passa dai -30/+30 sec/die ad un ben migliore -10/+10 sec/die.
Inoltre grazie alla nuova molla di carica Spron510 la riserva di marcia passa dalle circa 40 ore alle circa 50 ore.
Con questo calibro si perde però l'indicazione del giorno, rimane solo quella della data, cosa che a me spiace un po'.
"New" Monster:
Il quadrante viene modificato ancora una volta, con un parziale ritorno all'estetica del primo Mark, vale a dire con indici di una forma più tradizionale, fondamentalmente un trapezio molto allungato che richiama le barre degli inizi. Rimane il colore bianco del materiale luminescente, il solito Lumibrite – aka “faro nella notte” - che mantiene la sua nota e apprezzata efficacia nella visione notturna (anzi la migliora, perché nel primo Mark il Lumibrite era apposto solo sulla parte più centrale, rilevata, degli indici, qui come nel Mark II è posto su tutta la superficie), e rimane la cancellazione dei riferimenti numerici dei minuti sul quadrante in corrispondenza degli indici minori. In questo modo ne guadagna secondo me l'aspetto di vero “professionale” di questo subacqueo, anche se i vecchi indici verdolini a me piacevano un sacco.
Prima e ultima referenza a confronto:
Altra novità, che però a me lascia abbastanza scontento, per quanto riguarda il vetro: la precedente leggera bombatura, che dava piacevoli (a mio gusto) effetti ottici a seconda dell'inclinazione con cui si guardava il quadrante, e dava anche una certa profondità allo stesso, scompare e viene adesso sostituita da un vetro piano, che indubbiamente è meno esposto del precedente ad eventuali graffi (tutta la superficie rimane al di sotto del bordo esterno, rilevato, della ghiera dei tempi). E poi il particolare che dà luogo ad una novità credo assoluta nel panorama della produzione Seiko, e anzi forse unica: la lente magnificatrice sulla finestrella del datario.
Non è una brutta idea, ma... A me non piace. E' un'opinione personale, lo so, ma so anche di essere in buona compagnia. Io credo che non aggiunga nulla, come la sua mancanza non toglierebbe nulla: un particolare quindi, credo, del quale si poteva fare a meno. Oltretutto quella presente sul Monster ha dimensioni veramente ridotte, e pur se ingrandisce bene, esclude dalla visione il contorno della finestrella, limitandosi a magnificare la sola cifra della data che ne risulta piuttosto deformata. Insomma... Boh!? Che indica perplessità ma che per quanto mi riguarda potete anche leggere come l'inizio di “bocciata”.
Novità anche per la referenza, adesso per l'orange è SBDC023 e per il black 025. Una referenza che lo inserisce nella stessa classe del Seiko “Sumo” ad esempio (SBDC001) o del più costoso "Shogun" (SBDC007).
E infine sul quadrante, inaspettata, compare la X stilizzata (formata da una P ed una S incrociate) che è il logo con il quale Seiko inserisce un orologio nella sua linea Prospex. Prospex sta per “PROfessional SPECificationS”.
Si tratta di orologi studiati e dedicati a compiti tecnico-sportivi specifici (tanto è vero che comprende le linee Air, Sea e Land) che garantiscono prestazioni tali da soddisfare esigenze professionali. Ora, intendiamoci: il Monster è lo stesso di prima, fondamentalmente. E d'altro canto di orologi professionali Seiko ne ha diversi, ad esempio lo 007/009 che è quasi un paradigma degli orologi subacquei (almeno in una certa fascia di prezzo) e non è Prospex. Forse il nuovo calibro lo ha “nobilitato” e fatto inserire in questa collezione? Ma anche il Sumo già citato ha le stesse caratteristiche del Monster, eppure non è Prospex. Quindi? Non ho risposta a questo, ma magari qualcuno sì e ce ne farà partecipi.
Purtroppo tutto questo bendiddio ha un costo: benché il Monster Mark III attualmente non sia commercializzato da noi, il miglior prezzo a cui può essere acquistato si aggira intorno ai 380 € al cambio, ma ovviamente chi lo acquista fuori UE deve sobbarcarsi IVA e dazi vari, mentre in UE se lo si trova è già maggiorato di questi costi... Anche se il noto “solo Giappone” sulla baia lo propone a poco sopra i 400.
Li vale? Non li vale? A me piaceva tanto e l'ho preso, ma certo se fosse costato qualcosa di meno lo avrei gradito. Diciamo che prima era veramente un best-buy quasi imbattibile, adesso non lo è più così tanto. E però, nonostante l'aspetto “mostruoso” (ma col tempo abbiamo potuto vedere ben altre mostruosità, questo Seiko è un mostro per così dire “amichevole”) lo si può considerare un classico ormai irrinunciabile per qualunque appassionato di orologeria subacquea, e con qualità e prestazioni di notevole rilievo. Perciò... Lunga vita al Monster!
Un saluto
Edited by -marcolino- - 30/12/2019, 16:45. -
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Urca, complimenti per la presentazione "storica" di questo bellissimo orologio.
Mi ero perso l'uscita della terza versione, che, personalmente non gradisco, in particolare nel movimento e nella lente sul vetro.
La seconda versione mi sembra la piú azzeccata, nel complesso.
Ancora congratulazioni!!!. -
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...complimenti !!! Urca, complimenti per la presentazione "storica" di questo bellissimo orologio.
Mi ero perso l'uscita della terza versione, che, personalmente non gradisco, in particolare nel movimento e nella lente sul vetro.
La seconda versione mi sembra la piú azzeccata, nel complesso.
Ancora congratulazioni!!!
...in generale riguardo ai "diver" la data non me la spiego più di tanto ma son tutti o quasi così , la lente però proprio non mi piace...ovviam son gusti personali !!!. -
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Il mio preferito rimane il nero prima gen. Per i prezzi meglio lasciar perdere... sono lievitati, altro che Rolex. Mi ricordo ancora quando nel 2006 acquistai per 109 USD un monster nero braccialato da Reto Castellazzi (pace all'anima sua).
Aggiungo inoltre che il 7s26 del mio monster dopo 10 anni cammina da schifo... pessimo movimento, di gran lunga peggiore del predecessore.. -
Cetonese.
User deleted
Bella presentazione, l' ho letta con piacere. Possiedo il Monster mk1 con dial nero e per me rimane il "vero" Monster ☺ comunque complimenti per i tuoi esemplari 🙋 . -
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Complimenti per il post!
Personalmente ho un monster arancio seconda generazione mare in japan, scelto proprio per gli indici a dente di squalo. È attualmente l'orologio più comodo e secondo me con il miglior bracciale che ho attualmente in collezione.
Non mi piace l'ultima versione uscita, per me non sa nè di carne nè di pesce.. -
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Bellissimo excursus,piacevolissima lettura
ho avuto il 779 braccialato e il SRP315J1 sempre braccialato,come dici tu la prima serie era un vero Best buy,con la seconda versione sono iniziati i problemi
diciamo che la maggiorazione di prezzo poteva(in realtà no)essere giustificata dalla presenza del fermo macchina e la possibilità di carica manuale,il problema è che gli indici a denti di squalo sono nella maggior parte degli esemplari disallineati.
penso che il flop della seconda versione sia attribuibile anche a questo,sostanzialmente non offre nulla in più del primo,costa di più,e ha pure dei difetti grossolani.
questo era il mio...
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Grazie per l'apprezzamento. Mi sono divertito a scrivere questo topic e spero che diverta e appassioni anche voi.
Un saluto. -
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da poco possessore di un monster seconda generazione arancione grazie ad un gentilissimo utente del forum.
ho scelto questo perché esteticamente mi piace di più e perché c'è il datario completo.
del fermo macchina e della carica manuale dovendo comunque svitare la corona non me ne faccio molto.
comunque orologio meraviglioso e bracciale nettamente superiore agli altri che ho. -
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Complimenti per il post, modello davvero iconico il Monster!
Unico appunto, se non sbaglio il nuovo Sumo fa parte della famiglia Prospex.. -
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Grande! Bellissimo post! Da felice possessore del Monster Orange "MkI" braccialato, consiglio di abbinarlo al Waffle stile MM300 di Dagaz, minima spesa ottima resa! :-) Attached Image. -
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Grazie. Molto ben scritto e interessantissimo. . -
.Complimenti per il post, modello davvero iconico il Monster!
Unico appunto, se non sbaglio il nuovo Sumo fa parte della famiglia Prospex.
anche la vecchia referenza credo. -
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Le pagine del sito Seiko dedicate alla linea Prospex il Sumo non lo riportano... Peraltro, ad onor del vero, non c'è traccia nemmeno del nuovo Monster, quello che ho chiamato MkIII. C'è invece il MkII...
Un saluto. -
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Piacevole descrizione di una icona pmw ☺.
Qualche tempo fa ho acquistato un esemplare della prima serie usato, soprattutto perché me ne piaceva il dial nero .
Devo dire che , adesso a distanza di qualche mese,è l'orologio che porto più frequentemente avendone potuto apprezzare anche la intensa e persistente luminosità.
Condivido l'impressione di solidità del bracciale che, però,non mi piace come disegno e che ho sostituito con un generico cinturino in gomma..