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SHADE.
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.....Prenditi un paio di Common Project: Rolls Royce delle sneakers con Lanvin.
Tifeo Pluto:
Prendo spunto da questo messaggio di 4 anni fa, per rendere omaggio a SHADE che, prima di tutti, ha portato le CP su queste pagine.
E' un messaggio un po' estremo, che magari potrebbe anche non ricalcare il pensiero attuale, ma che rende l'idea di quanto il nostro MOD sia stato un precursore ed un trend setter
Volenti o nolenti sono le sneaker più discusse/amate/odiate in sezione.
Se le GGDB hanno avuto una pagina a loro dedicata, anche le CP le meritano.
Di seguito riporto il bellissimo intervento di Michele in merito a queste calzature.
Da ora in poi, se ne parla qui.
SHADE:
Ci ho pensato tutta la giornata, se rispondere o meno a questa discussione. Poi ho pensato che poteva essere interessante, anche solamente per me stesso, mettere per iscritto la mia idea, che va ben oltre il concetto "Common Project", parte da molto più lontano.
Per parlare di un prodotto di design o meno, bisogna in anzitutto comprenderne gli archetipi e il perché di un determinato disegnato tecnico-stilistico, perché non dimentichiamoci che quando parliamo di un prodotto, parliamo di un oggetto che nasce dal disegno e dal bisogno dell'uomo di costruire e sviluppare qualcosa che migliora l'essere umano, anche solamente ad un livello personale ed interiore. Queste probabilmente non sono parole mie, anzi sono le parole che riassumo un'intervista di Philippe Starck (www.starck.com) sull'idea di design contemporaneo, che non è altro che un pensiero che c'è da sempre. I migliori prodotti di design sono quelli che migliorano l'uomo, ma allo stesso tempo non ne cambiano le abitudini e le forme, che siano capaci di passare in modo "naturale" nel corso delle persone. Si un paio di scarpe, come una sedia, come un telefonino sono decisamente esercizi di design, che devono completare un bisogno. Però ogni oggetto che acquistiamo porta con se una storia.
Probabilmente il 90% delle persone che seguono oggi la sezione, non si ricordano che circa 4-5 anni fa iniziai a parlare di questo prodotto di design, questo disegno di un pure linee. È un prodotto che nasce sugli archetipi dell'idea di sneakers: Adidas Stan Smith, Maison Martin Margiela e Converse Chuck Taylors . Probabilmente la prima e l'ultima nota a tutti, la seconda è un prodotto leggendario, che fa parte di collezioni d'arte internazionali, come la Fondazione Beyeler a Basilea oppure il Centre Pompidou di Parigi, per citarne due. Probabilmente, anzi sicuramente, il culto per dei prodotti così iconici da parte di Peter Poopat (ex Former di V magazine) Flavio Girolami (brand consultant) ha portato alla ricerca dell'essenziale e della qualità. Non è assolutamente lontano da quello che Mies Van Der Rohe ha fatto con la poltrona Barcelona, partendo dall'archetipo della seduta romana oppure Le Corbusier con la Lc2, che sono stati capaci di coltivare l'amore per la tecnica (se conoscete l'international style degli anni 20) e l'ergonomia del corpo umano, ma rispettato il proprio design e il proprio tratto. Tutto questo per tornare a dire che il gesto di una sneakers dalle linee che riprendono un modernismo americano, andando a ricercare la loro essenza, segnando il tutto con un semplice gesto: un codice. Probabilmente non sapete nemmeno che 10 anni fa, i due aprirono CP con lo scopo di cercare qualcosa di quasi utopico, il totale minimalismo nelle linee e nei colori: Bianco, Nero e grigio. Nulla di più, nulla di meno. Due modelli, tre colorazione, sette misure. We didn’t want to wear Converse anymore,” era la frase che porto all'inizio di un percorso di design nella moda degli ultimi 15 anni.
Sicuramente molti di voi, dicono; vabbé; ma a me cosa m'interessa? Avete ragione, però l'amore per la qualità e per il design, non posso non portarti a considerare le Common Project come un gesto anonimo nel panorama del design delle scarpe. Può non piacere, assolutamente. Però non è considerabile come un prodotto anonimo. Viene disegnata ed ideata a New York, ma prodotte nella migliore fabbrica di scarpe delle Marche, a per la cronaca produce anche Brunello e Santoni, utilizzando i migliori prodotto di pellami e gomme nel mercato.
Il discorso si vuole ampliare. Qui ho letto qualche commento su l'idea di banalità nella scarpa. Mi viene da riflette su una cosa, questi commenti vengono da utenti che puntano sempre tutto sulla qualità e sull'understatement. Dov'è il senso di spendere 200-250 euro per una camicia bianca di grande fattura? Probabilmente la medesima camicia da 50-80 euro fa quasi il medesimo scopo ed utilizzo; ma la grandezza sta nei dettagli, nella costruzione di un prodotto. Perché una bella camicia bianca si nota subito, perché un bel paio di white sneakers si nota subito. Ho posseduto tante CP, le possiedo ancora tutte, ho posseduto tante Stan Smith, Nike, Saint Laurent, COS, Balenciaga, perfino Loro Piana; ma nessuna si è mai avvicinata alla qualità e MIA personale visione della white sneakers.
Evidentemente, non deve essere così per tutti, come dice Mario Botta è "selezione naturale". In più io trovo fondamentale e di gusto avere il privilegio di indossare qualcosa che non conosce quasi nessuno, che tutti le confondono, tranne chi davvero conosce il prodotto. È qualcosa di per me geniale.
Per me non c'è nulla di più ideale di questa pulizia architettonica, mi ricordano i tempi d'oro di Margiela.
Raffronti:
Margiela Vs Bundess Shoes
Andando oltre a quello che sono le sneakers non è tanto altro che un gesto già spesso compiuto nell'arte e nella storia del design, di minimizzare l'essenza. Di annullare completamente il colore e renderlo un esercizio di linee, chiari e scuri. Yves Klein insegnava con i suoi blu quello che sarebbe stato poi essenzialità nel design di metà 20esimo secolo ad oggi; ma questa è un'altra storia e probabilmente non interessa a nessuno qui.
Però, anche se non le comprate, io non sono così triste, le compro io.
Edited by Tifeo Pluto - 10/5/2016, 09:00. -
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Prese le mie prme CP.
Da paura!
Mai piu altre sneakers.... -
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Quali?. -
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Ragazzi scusate una curiosità.La common accanto a quella con la chiusura a strappo stile stan smith qualcuno di voi sa dirmi che modello è? Ve lo chiedo poiché avendo il collo del piede alto le normali achilles mi calzano male essendo troppo fini invece queste sembrano perfette.Grazie mille Inviato tramite ForumFree Mobile
Attached Image. -
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EccolaAttached Image. -
guibo.
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Non le conoscevo queste CP, rispetto alle GG o PM mi sembrano molto più anonime... . -
.Non le conoscevo queste CP, rispetto alle GG o PM mi sembrano molto più anonime...
Dietro il design delle CP ci sono secoli e secoli di ricerca stilistica. Non dire così.. -
guibo.
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Dietro il design delle CP ci sono secoli e secoli di ricerca stilistica. Non dire così.
Ahahah è una mia personalissima impressione
Ma dovrei vederle dal vivo forse... -
.Ahahah è una mia personalissima impressione
Ma dovrei vederle dal vivo forse..
A Milano le trovi da Antonia.. -
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"Le trovi" lo metterei tra virgolette.
Da Antonia/Excelsior sono praticamente sold out.. -
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Sarà perché fa figo comprarle lì a prezzo pieno, dato che si trovano su yoox . -
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Beh CP sta per common project, il loro scopo è essere anonime . -
.Beh CP sta per common project, il loro scopo è essere anonime
Sono i numerini scritti sul lato che fanno la differenza. -
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"Il Sabo"
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Beh, solo un anno fa erano impossibili da trovare.
Sia online sia fisicamente.
Come già detto, l'essere minimal è il pregio, non il difetto. -
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Mah, le trovo anche io anonime e onestamente al prezzo in cui vengono vedute >300 uno spreco di soldi per delle comuni "scarpe da ginnastica" .