Panerai : cosa è successo e succede ?

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    Apro questo topic perché Panerai è una vicenda e un caso orologiero che mi interessa molto. Mi interesserebbe sapere cosa pensano gli appassionati del marchio, ancora di più quelli della prima ora, sulle scelte produttive della casa del gruppo Richemont, sugli orologi che propone, sulle quantità proposte. E' evidente a me che qualcosa è successo: ancora dieci anni fa parlando con concessionari del marchio, era tutto un fare i complimenti a Panerai su come stava gestendo il marchio. Poi vi è stato un progressivo allontanamento (o perplessità crescente) da parte di diversi appassionati. Poi commercialmente con la crisi di alcuni anni fa , scoppiata in CIna in primis, la Casa ha risentito moltissimo in negativo, mi sembra che anche certo mercato vintage ne abbia risentito.
    Cosa ha determinato tutto questo? Quali "errori" si ritiene siano stati compiuti? Cosa si sarebbe potuto o dovuto fare differentemente?
    Ora scrivo quello che credo di aver capito io, e se è sbagliato correggetemi. La casa ha iniziato un lungo processo di trasformazione con i calibri propri, calibri assai più pregiati degli ETA precedenti. Non ho mai pensato, forse sbagliando che fosse diventata una vera manifattura, ma che attingesse dal gruppo Richemont: la cosa importante però è che i calibri sono esclusivi. Ho visto lodevolissime e sofisticate complicazioni, alcune davvero impensabili. Ho visto anche alcuni esperimenti meccanici e sui materiali che avevano attirato pure la mia attenzione, pregevolissimi. E sugli orologi più semplici? Ecco, ho avuto forse la percezione di un errore: forse la eccessiva riproposizione con troppe poche modifiche di serie speciali e limitate che infine hanno inevitabilmente "annacquato " anche le precedenti, ed un progressivo (forse inevitabile?) allontanamento dalla tradizione.
    Buona discussione, aiutatemi a capire meglio.
     
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    Ciao.
    Per me, finché aveva una parvenza di italianità, un rimando diretto alla Storia, con relativamente pochi modelli che emanavano ancora il fascino di orologi da specialisti (bellici), aveva la sua nicchia (allargata) di estimatori, con bell cow di eccellenza (non solo Sly).
    Poi, con valanghe di modelli ed edizioni limitate...chiedo scusa, limited edition, ha fatto disamorare i puristi, e stancato il pubblico “normale”.
    Del resto, oggi, nella galassia francese, ha la funzione di ricoprire una piccola fetta di mercato.
    Se poi vogliamo aggiungere scandaletti vari (vedasi noto collezionista...su cui sono scomparsi i commenti)...
     
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    Io non parlo da estimatore del genere, che detesto cordialmente, ma proprio per questo vorrei esprimere un'opinione il più possibile libera da aspetti "religiosi"...

    Panerai ha sempre prodotto un certo tipo di strumenti di misurazione del tempo dedicati a particolari nicchie di utilizzo. La forza ed il limite di Panerai. Dopo essere stata acquisita da Richemont si è trovata a snaturarsi, dapprima lentamente e poi con maggior vigore, per adattarsi, o meglio per provare ad adattarsi senza di fatto riuscirci come voluto, ai correnti gusti di mercato.

    A mio parere un enorme buco nell'acqua. Avrei compreso la necessitò di adeguarsi alle mode da parte di una Panerai indipendente, che avrebbe dovuto fare i conti con i numeri di vendita per stare in piedi da sola. Non comprendo questa politica nel momento in cui Panerai è costola di Richemont, perché Richemont ha tanti marchi con cui produrre orologi secondo specifiche richiesti dal mercato e avrebbe potuto tranquillamente mantenere Panerai come marchio di alternativa nicchia senza cercare numeri che non possono certo arrivare da Panerai.

    Ma si sa, Richemont ha ben valorizzato alcuni marchi ma qualche danno a destra e manca lo ha fatto... IWC e Panerai, per esempio.

    EDIT: direi grossomodo lo stesso pensiero di chi mi ha appena preceduto nel commento ;)
     
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    Ciao a tutti, a mio parere l'anima di Officine Panerai era quella di produrre segnatempo anacronistici. Dal momento in cui si è buttata nella produzione di modelli che seguono, o provano a seguire, i gusti della massa per incrementare il suo fatturato, si è di fatto tagliata fuori dalla nicchia che gli appassionati del marchio gli avevano costruito intorno e si è trovata a competere con tante altre case che sono più avanti nel processo di rendere appetibili e 'modaioli' i loro prodotti. A mio avviso fra una decina di anni, quando si sarà riuscita a ritagliare un proprio spazio tra le case di orologeria contemporanee, tornerà ad essere in auge con i nuovi modelli a discapito di quelli che l'avevano contraddistinta fino a qualche tempo fa.
     
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    CITAZIONE (Fede2.0 @ 5/3/2019, 17:35) 
    Io non parlo da estimatore del genere, che detesto cordialmente, ma proprio per questo vorrei esprimere un'opinione il più possibile libera da aspetti "religiosi"...

    Panerai ha sempre prodotto un certo tipo di strumenti di misurazione del tempo dedicati a particolari nicchie di utilizzo. La forza ed il limite di Panerai. Dopo essere stata acquisita da Richemont si è trovata a snaturarsi, dapprima lentamente e poi con maggior vigore, per adattarsi, o meglio per provare ad adattarsi senza di fatto riuscirci come voluto, ai correnti gusti di mercato.

    A mio parere un enorme buco nell'acqua. Avrei compreso la necessitò di adeguarsi alle mode da parte di una Panerai indipendente, che avrebbe dovuto fare i conti con i numeri di vendita per stare in piedi da sola. Non comprendo questa politica nel momento in cui Panerai è costola di Richemont, perché Richemont ha tanti marchi con cui produrre orologi secondo specifiche richiesti dal mercato e avrebbe potuto tranquillamente mantenere Panerai come marchio di alternativa nicchia senza cercare numeri che non possono certo arrivare da Panerai.

    Ma si sa, Richemont ha ben valorizzato alcuni marchi ma qualche danno a destra e manca lo ha fatto... IWC e Panerai, per esempio.

    EDIT: direi grossomodo lo stesso pensiero di chi mi ha appena preceduto nel commento ;)

    Quoto tutto..... L'unico che ho tenuto io è un sub trizio...

    Simone
     
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    mbelt, ti rispondo dicendo la mia premettendo che non sono mai stato uno di quelli che i Paneristi chiamano "talebani".
    Sono sempre stato aperto alle novità sia per materiali che per modelli.
    Guardo sempre le aziende sia per il loro prodotto, lostorytelling, il marketing, il posizionamento, sia per la capacità a vendere e generare domanda.
    La premessa è doverosa perchè per alcuni, legati alla storia italiana e di conseguenza al Marchio Panerai, è inammissibile allontanarsi da quella storia presentando modelli che non hanno nulla a che vedere (tipo Luminor 2, complicazioni varie, materiali alternativi,...)
    Non per me, o almeno non del tutto.
    L'importante però è farlo seguendo uno scherma strutturato ed una linea dai contorni ben definiti... e questo non è stato fatto.
    Errore per me gravissimo, perchè ha generato ( e lo fa tutt'ora) sia nell'acquirente già fidelizzato, che nel nuovo potenziale cliente confusione sul vantaggio competitivo e quindi la proposta di valori(in termini di prodotti e servizi offerti) che l'azienda persegue.
    Il successo o l'insuccesso di qualunque business dipende dalla capacità dell'azienda di creare questo valore per i propri clienti.
    Panerai aveva realizzato la sua value proposition ma l'ha persa lungo la strada con politiche imbarazzanti.
    Nessuno, o meglio io per primo, dico che la proposizione di valori dell'azienda debba essere immutata nel tempo ma, se la si vuole cambiare va fatta in maniera chiara e lineare (sopratutto se è una strategia vincente).

    Panerai ha iniziato ad infrangere una serie di regole logiche ed elementari per arrivare al punto in cui è arrivata oggi:
    - ha prodotto più orologi (tanti, molti, troppi) di quanti il mercato ne chiedesse, saturandolo per di più con modelli pressochè identici (imbarazzante: nemmeno i paneristi più incalliti talvolta riescono a riconoscere le differenze). Molte persone che conosco possessori di Panerai non sanno il modello che hanno acquistato;
    - hanno cannibalizzato una delle loro icone, lo 000 sostituendolo con modelli dalle qualità tecniche nettamente inferiori (come ad es. il finto fondello a vite): si tratta di un evergreen della casa che andava reso icona e inalterato nel tempo (così come hanno fatto le altre case con i loro segnatempo più rappresentativi);
    - hanno seguito il filone della storia italiana per sfornare in pochissimi anni, in edizioni limitate troppe copie dei vecchi Panerai militari; gli appassionati sognavano/chiedevano un modello, Panerai li accontentava presentandogliene 3. Ciò ha portato una perdita di appeal delle stesse S.E che risultavano meno ricercate delle referenze in normale produzione;
    - l'aumento dei listini per poi la diminuzione dei listini di alcuni modelli (che poi sono i più richiesti dal mercato),
    - le Special Edition per i forum (che trovo raccapriccianti) con la polemica che ne è generata;
    - l'impossibilità di capire le scelte della casa che salta da un modello ad un altro per i tentativi di una nuova strategia aziendale.

    Ripeto, per me ben vengano complicazioni, nuove casse, nuovi materiali, nuovi modelli e nuova sperimentazione.
    Avrebbero potuto semplicemente
    - mantenere come "evergreen" taluni modelli c.d. Storici dove raccontare la storia italiana (forte legame con il mare, richiamo alla Marina Militare, ...),
    - affiancare i Luminor due per i clienti che pur amando la linea Panerai vedevano troppo spesso e grosso il segnatempo al punto di non acquistarlo, e rendendola la linea "elegante" della casa;
    - utilizzare la Linea Submersibile per i modelli più Modaioli, sulla quale sperimentare nuove casse, materiali, complicazioni e Limited ediition, al pari di un OffShore o un Big Bang;
    - Utilizzare la cassa da 47mm per sfornare vere Limited Edition con le quali far sognare gli appassionati e traffichini di tutto il mondo;
    - logica conseguenza di quanto sopra scritto è un mercato dell'usato che perde punti di giorno in giorno (oggi molti reseller tendono a non ritirarli più o prenderli a pochissimo). Altro aspetto OGGI (cioè in relazione alle nuove "esigenze" di mercato) imperdonabile, sopratutto se prima avere un Panerai garantiva un buon mantenimento del prezzo.

    - (strettamente personale) rispondere ad un loro cliente che ha comprato un loro orologio e che ha dedicato tempo per scrivergli e chiamato più volte per sollecitare una loro risposta; Risposta mai arrivata. A me un Brand di Lusso con un Customer Relationship del genere non va affatto bene, ma completamente.
    Sicuramente ad altri avranno risposto e saranno stati gentilissimi... con me non è accaduto ed io ho venduto il mio e Panerai non ne acquisterò, regalerò o consiglierò ad amici mai più.
     
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    CITAZIONE (MaxSky @ 5/3/2019, 17:50) 
    Ciao a tutti, a mio parere l'anima di Officine Panerai era quella di produrre segnatempo anacronistici. Dal momento in cui si è buttata nella produzione di modelli che seguono, o provano a seguire, i gusti della massa per incrementare il suo fatturato, si è di fatto tagliata fuori dalla nicchia che gli appassionati del marchio gli avevano costruito intorno e si è trovata a competere con tante altre case che sono più avanti nel processo di rendere appetibili e 'modaioli' i loro prodotti. A mio avviso fra una decina di anni, quando si sarà riuscita a ritagliare un proprio spazio tra le case di orologeria contemporanee, tornerà ad essere in auge con i nuovi modelli a discapito di quelli che l'avevano contraddistinta fino a qualche tempo fa.

    +1 ci sono puoi i puristi che vedono in certi modelli il non vero Panerai e chi segue le tendenze

    Edited by ^^corrado^^ - 5/3/2019, 19:30
     
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    Panerai troppo legato a una piccola fascia di appassionati.
    Gli appassionati sono puristi del marchio e non digeriscono altro anche se a volte l’altro migliora notevolmente.
    Un po’ il contrario di Rolex che ha estimatori sui professionali estremi,che poi la sera mettono day date.
    Una sorta di pubblico radicato e il cambiamento nella logica di acquisto degli orologi,oggi sempre meno appassionati e sempre di più investitori hanno fatto si che il marchio sprofondasse....
     
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    Intanto ringrazio tutti, davvero, e mi attendo altri contributi. Sto iniziando a capire, alcune cose le sapevo già, altre no, e alcune di quelle che non sapevo mi hanno fatto drizzare i capelli rimasti. Mi sembra di capire che la casa ha pensato di aumentare troppo la produzione, introducendo troppe varianti in modo un po' confuso. Qui c'è secondo me un primo problema: Panerai poteva rimanere di nicchia continuando a fare soltanto prodotti incontestabilmente riconducibili alla tradizione? Divenendo cioè un classico, un po' come Rolex con i professionali , ma senza i numeri di Rolex- La questione è interessante, anche perché come è stato notato il Gruppo Richemont ha tantissimi marchi di lusso, forse troppi, e per alcuni ha accettato di mantenerli in una nicchia, forse poteva farlo anche con Panerai. Prodotto dalla forte personalità, riconoscibile, a mio avviso con una splendida cassa coussin. Oppure se decideva di allargare doveva farlo cum grano salis, con più prudenza e discernimento, ed invece ho capito che il tutto è stato gestito proprio male, in alcuni casi con errori pazzeschi. Poi forse vi è un altro elemento che traspare da alcune risposte, più problematico. Forse la accorta riproposizione iniziale con il grande successo avuto anche di mercato ha creato una specie di "trappola illusione": una parte di coloro che si sono avvicinati al brand non per primi, ma quando già riconoscibile e di successo, avevano aspettative collezionistiche alte che sono state deluse, per le varie ragioni ricordate. Questo è indubbiamente un fatto grave per un marchio se si verifica. Meglio cioè una crescita lenta e continua di una impennata con crollo successivo.
     
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    Poi c'è un altro problema . Il marchio ha volutamente ricordato una certa fase della Marina Militare italiana. Ora non voglio esprimere giudizi di alcun tipo, ma un po' ha giocato all'inizio su questo, ha sfruttato un effetto nostalgia che era possibile sul pubblico italiano. Ha creato così un gruppo di primi acquirente supporter molto legati alla tradizione militare prima ancora che all'orologio in se. Chiaro che questo tipo di pubblico non poteva né capire né accettare un allargamento della gamma, dei prezzi, la trasformazione in "manifattura", le nuove costose complicazioni....questo era il primo segmento di pubblico che probabilmente sarebbe prima o poi finito deluso comunque. Il fatto e il problema è che nel deludere ed allontanare queste persone ne ha allontanate anche altre che non erano state richiamate da fattori ideologici nostalgici. E questo assolutamente doveva essere evitato, e ci sono stati tanti errori.
     
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    Per certi versi mi ricordano i Corum, una grossa bolla speculativa basata sul nulla.
     
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  13. nebbiagialla
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    Marchio destinato a sparire o quasi se continuano così,anche nel forum nonostante si dicesse che aver portato il marchio in sezione principale avrebbe fatto bene in questo momento tra stime,orologi contemporanei e mercatino si trova un solo orologio in vendita e questo post.....dissolti
     
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    Sono sostanzialmente d’accordo con quanto avete detto finora. L’errore più madornale a mio avviso è stato quello di sostituire orologi icone, lo 000 in primis, con nuove versioni nettamente inferiori qualitativamente, solo il prezzo continuava a salire...
    Immaginate cosa succederebbe se domani il più noto sub venisse soppiantato da un nuovo modello con fondello a pressione, wr ridotta e magari anche un bell’aumento di listino...
     
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    Anche il posizionamento di prezzo verso l'alto e la distribuzione non sono state esenti da errori. Un Panerai della linea storica era prima un assegno circolare. Poi si è mirato troppo in alto troppo in fretta portando prezzi a livelli non riconosciuti dal mercato, con la linea storica base in linea con un professionale Rolex (sui seimila euro o più) e le serie limitate ma non più introvabili, senza contenuti tecnici diversi, al doppio.

    Il risultato è stato che gli stessi concessionari li vendevano, limited edition incluse, anche con il 30% di sconto. E da lì è stato un collasso sul valore percepito da consumatori, mercato e collezionisti.
     
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