Patek Philippe 3940

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    Patek Philippe 3940



    Quando tempo fa rimasi conquistato dal fascino del cal. 240, decisi di addentrarmi a poco a poco nel mondo della meravigliosa referenza PP 3940 e fu così inevitabile cominciare ad esaminare ed approfondire la letteratura disponibile.
    Il seguente articolo vuole essere una guida per chi desidera avvicinarsi a questo straordinario orologio ed è dedicato a tutti coloro che vogliono approfondire i piccoli dettagli e le caratteristiche principali del Patek Philippe ref.3940.
    Questa mia ricerca è basata su fonti e dati che ho verificato, ma la porta è sempre aperta a chi vuole apportare ulteriori contributi purché questi siano basati su ricerche serie e fonti attendibili. Inoltre, tengo a precisare che quanto riportato nel seguente articolo è una mia personale opinione frutto di confronti e studi, ma non per questo una verità assoluta la quale può e deve essere custodita soltanto negli archivi di Patek Philippe.

    Buona lettura

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    per gentile concessione di John Reardon Collectability



    Quando nel 1985 nacque il PP 3940, l’industria orologiera svizzera era in piena crisi provocata dalla rivoluzione del quarzo e, gli orologi meccanici, cuore pulsante dell'economia svizzera, erano diventati apparentemente obsoleti.
    È interessante evidenziare che mentre in questo periodo di crisi le altre Maison non stavano investendo per realizzare pezzi complicati o innovativi, Patek Philippe presentava contemporaneamente il 3940 ed il 3970.
    Il PP 3940 viene considerato uno dei pezzi più importanti della storia moderna di Patek Philippe essendo stato il primo segnatempo altamente complicato prodotto in serie. La realizzazione e la commercializzazione di un calendario perpetuo in quel particolare contesto economico potevano essere considerati certamente una mossa audace di Patek con un tempismo che non avrebbe potuto essere migliore; infatti, la tendenza stava cambiando e le persone stavano acquisendo maggior consapevolezza del valore degli orologi meccanici.
    Questo orologio rappresenta una pietra miliare su quanto lontano sia arrivata la Maison Ginevrina e non a caso lo stesso Philippe Stern, pur potendo scegliere di indossare qualsiasi orologio Patek Philippe, scelse di indossare ogni giorno un 3940.


    I PRIMI 25 PEZZI PER BEYER (1985)

    Quando Philippe Stern ha deciso di rilasciare il 3940 in un momento senza precedenti nel settore, lo ha fatto anche per aiutare un suo caro amico, Theodore Beyer, a celebrare il 225° anniversario di Beyer Chronometrie, negozio di orologi più antico della Svizzera (dal 1760) con sede a Zurigo (tutt’oggi operativo). I primi 25 modelli della ref.3940 sono stati realizzati con i quadranti personalizzati e numerati per Beyer. I numeri da 1 a 15 hanno un quadrante in tedesco, mentre i numeri da 16 a 25 hanno un quadrante in inglese. Furono consegnati a Beyer nel maggio del 1985.
    Il primo con movimento 770.001 e quadrante tedesco N°1 fu regalato a Theodore Beyer.

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    per gentile concessione di Hodinkee



    Il secondo con movimento 770.002 e quadrante tedesco N°2 venduto ad un importante collezionista, Eugen Gschwind, il 9 luglio del 1985. Oggi è custodito nel Museo Patek Philippe a Ginevra. Del terzo invece con movimento 770.003 quadrante N°3 ed oggetto della pubblicità Beyer Chronometrie non si sa nulla.

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    per gentile concessione di A Collected Man



    Ho pensato di dividere la produzione della referenza 3940 in quattro macro-periodi: la prima serie prodotta dal 1985 al 1987/88, la seconda serie prodotta dal 1987/88 al 1989/90, la terza serie prodotta dal 1989/90 al 1995/96 e la quarta serie prodotta dal 1995/96 al 2007.
    È importante questa classificazione temporale perché in base al periodo di produzione ci sono delle peculiarità nei quadranti, nelle casse, nelle fibbie e nei corredi.

    Partirei proprio dall’analisi dei quadranti.

    I QUADRANTI

    I quadranti per la referenza 3940 sono stati prodotti da Fabrique de Cadrans Stern Frères meglio conosciuta oggi come Stern Creations. Molti potrebbero non sapere che Charles e Jean Stern erano produttori di quadranti all'inizio del ‘900 ed erano considerati uno dei migliori produttori di quadranti, tanto che Fabrique de Cadrans Stern Fréres era fornitore esclusivo di Patek Philippe. Durante la grande recessione, conoscendo il prestigio e l'eredità della Maison Ginevrina (che navigava in acque agitate) i fratelli Stern, nel 1932, acquistarono Patek Philippe. Il resto, come si dice, è storia.

    QUADRANTI PRIMA SERIE (1985-1987/88)

    Nei quadranti della prima serie gli indicatori del giorno e del mese si trovano sulla superficie del quadrante principale, mentre il giorno/notte e gli anni bisestili si trovano all'interno delle scanalature.
    Questi quadranti erano molto più difficili da produrre rispetto alle versioni smussate che vedremo arrivare in seguito, il che potrebbe spiegare i numeri di produzione ridotti e la conseguente rarità di questa serie.

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    per gentile concessione di John Reardon Collectability



    Un altro aspetto rilevante è la firma “PATEK PHILIPPE” che generalmente si trova con grazie più o meno accentuate. Tutti i quadranti della prima serie hanno l'accento grave sopra la seconda "E" di "GENÈVE" che vedremo sparire già a partire dalla seconda serie.

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    Di seguito invece un quadrante prima serie ristampato trovato per caso.

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    Se confrontiamo le foto del quadrante originale con quella del quadrante ristampato balzano subito all’occhio le differenze: la prima evidente è l’accento grave sulla seconda “E” di “GENEVE”. Le grazie sui font sono nulle o molto grossolane. Il font dei numeri del calendario è evidentemente differente con il “7” particolarmente diverso.
    Inoltre, se osserviamo attentamente la firma “PATEK PHILIPPE” e la scritta “GENEVE” si vede chiaramente come quest’ultima assuma proporzioni differenti. Nell’originale la “G” inizia sotto a metà della “E” di “PATEK” e l’ultima “E” di “GENEVE” finisce insieme alla seconda “I” di “PHILIPPE”.
    Di seguito a sinistra il quadrante originale a destra il quadrante ristampato.

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    Fino ad oggi si sa che la prima serie con cassa in oro giallo veniva fornita con un quadrante bianco opalino (nel certificato di origine o nell’estratto degli archivi indicato come "argentè") o con quello dorato (nel certificato di origine o nell’estratto degli archivi indicato come "dorè"). La versione in oro bianco e platino con il quadrante bianco opalino. Di seguito a sinistra una cassa oro giallo con quadrante opalino, al centro una cassa oro giallo con quadrante dorato e a destra una cassa in platino con quadrante opalino.

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    per gentile concessione di A Collected Man



    Il quadrante dorato è di gran lunga il più insolito ed è anche visto con la firma del rivenditore sul quadrante, dettaglio che lo rende particolarmente raro. Di seguito un esempio del quadrante personalizzato per Beyer N°6 (uno dei 15 prodotti).

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    per gentile concessione di A Collected Man



    Il PP 3940 soprattutto nella prima e nella seconda serie incorpora alcune tecniche tradizionali adoperate sui quadranti tipiche di referenze precedenti realizzate in tiratura ben più ridotta. Per esempio, gli indici applicati a mano ed in alcuni casi le aperture del quadrante rifinite a mano. Tuttavia, la scelta è anche quella di abbracciare alcune moderne tecniche di produzione, in modo da poter produrre i maggiori numeri previsti per la referenza. Ad esempio, la fase lunare è realizzata in vetro zaffiro, che richiede molto meno tempo o lavoro da produrre rispetto a un disco smaltato. Man mano che la referenza procede, le tecniche di produzione tradizionali cedono progressivamente il passo a quelle più contemporanee.

    QUADRANTI SECONDA SERIE (1987/88-1989/90)

    La seconda serie come la prima si ritiene essere stata prodotta per un breve periodo di circa due anni. Le differenze principali rispetto alla prima serie riguardano gli indicatori del giorno e del mese ad ore tre e ad ore nove che diventano su due livelli con i mesi dell’anno ed i giorni della settimana indicati su un quadrante secondario e non più sul quadrante principale. Questo dà l'effetto di contatori più grandi e di un quadrante più pieno. Di seguito una prima serie a sinistra ed una seconda serie a destra.

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    la firma Patek Philippe e la scritta “GENEVE” sono leggermente più alte della serie precedente ed il font è cambiato non è più graziato.

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    Anche l'accento grave sulla seconda “E” in "GENEVE" sparisce definitivamente. Le lettere sono meno distaccate e le proporzioni tra “PATEK PHILIPPE” e “GENEVE” sono diverse.

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    Mentre il font della firma cambia, il font dei sotto quadranti rimane molto simile se non identico alla prima serie. I caratteri sono graziati.

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    La più evidente differenza introdotta nel quadrante a partire dalla terza serie e che rimane fino alla fine della produzione del 3940 è un divisore incrociato all'indicatore dell'anno bisestile.
    Sotto a sinistra un quadrante seconda serie in oro bianco mentre a destra un quadrante terza serie in oro giallo.

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    QUADRANTI QUARTA SERIE (1995 – 2007)

    A prima vista sembrano poche le differenze tra la terza serie e la quarta serie, ma in realtà le modifiche sono numerose. Il dettaglio principale è il posizionamento del “sigma swiss sigma” nella parte inferiore del quadrante ad ore 6. A partire dal 1995 è in linea con la traccia dei minuti esterna, mentre nelle serie precedenti rimaneva sotto.

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    per gentile concessione di A Collected Man



    Anche i sotto quadranti sono stati aggiornati con un tipo di carattere più moderno, che può essere facilmente notato confrontando i numeri "5" “7” “9” o la lettera "J". Le grazie scompaiono del tutto. Rimane il divisore incrociato dell’indicatore dell’anno bisestile.

    QUADRANTE CON NUMERI ROMANI

    La versione del quadrante con i numeri romani è stata realizzata nella terza e quarta serie. Il quadrante è in porcellana laccata ed ha i numeri romani dipinti insieme ad una traccia dei minuti esterna. I sotto contatori hanno i caratteri più grandi. Presenta la croce nell'indicatore dell'anno bisestile. Ha la scritta “swiss” senza sigma.

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    per gentile concessione di A Collected Man



    LA LINGUA DEI QUADRANTI

    I primi quadranti personalizzati realizzati per Beyer erano disponibili in tedesco ed inglese. Successivamente, anche se in quantità differenti, sono stati costantemente prodotti quadranti in diverse lingue: oltre ai più diffusi in inglese e tedesco esistono anche versioni in italiano ed ancor più rare in francese. Qualche voce racconta anche che ci siano in spagnolo, ma non ci sono prove corrispondenti a tali dichiarazioni.
    Ho provato a capire quali differenze possano esserci a parte la lingua del quadrante e, seppur potendo comparare pochi esemplari, ne ho trovate alcune singolari che riguardano il quadrante in italiano. È l’unico dei quattro ad avere il “6” chiuso nel sotto contatore di sinistra delle ventiquattro ore. Presenta anche un “4” con la testa più lunga rispetto agli altri (almeno per quanto riguarda la prima e la seconda serie).

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    per gentile concessione di A Collected Man



    LA FASE LUNARE

    L’indicatore della fase lunare nel sub quadrante ad ore 6 è costituito da una luna e le stelle in oro giallo e sono state utilizzate su tutti e quattro i metalli (oro giallo bianco rosa e platino). Tuttavia, alcuni esempi in oro bianco e platino della quarta serie possono avere luna e stelle d'argento.

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    per gentile concessione di A Collected Man



    IL COLORE DEL SOTTOQUADRANTE

    Un carattere distintivo del 3940 è la colorazione bicolore del sotto quadrante delle 24 ore. Questa particolarità è stata applicata da Patek Philippe durante la produzione.
    John Reardon racconta che la colorazione bicolore è stata applicata intenzionalmente come parte del processo di creazione dei quadranti Stern Creations. La metà notturna di questo quadrante secondario è stata verniciata volontariamente di una tonalità più scura rispetto alla metà diurna. Nel tempo, la metà più scura della vernice è invecchiata in modo più aggressivo su alcuni esemplari, facendo apparire il colore molto più scuro di quanto originariamente previsto.

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    IL QUADRANTE X

    Una variazione molto rara di cui si conosce poco è l'anno bisestile diviso con una "X". Questo modello pare che sia particolarmente raro, ma sono poche le notizie che si hanno in merito.

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    per gentile concessione di Mike H - WatchProSite



    LE PERSONALIZZAZIONI

    Le personalizzazioni dei rivenditori spesso fanno parte del fascino del collezionismo vintage, soprattutto con Patek Philippe. Il 3940 non è esente da questa attrattiva. Mentre abbiamo già menzionato i modelli dell'anniversario "Beyer" in edizione limitata e numerata, c'erano anche alcuni modelli di produzione regolare che avevano quadranti stampati "Beyer" in questo caso senza numerazioni e con il posizionamento della firma "Beyer" leggermente diverso. Tuttavia, Beyer non è stato l'unico rivenditore ad avere il proprio nome su un 3940. Si trovano alcuni esempi che sono arrivati sul mercato anche con quadranti firmati Tiffany e "Gübelin". Difficile dire quanto questi siano rari, ma si ritiene che siano probabilmente in numero inferiore rispetto ai "Beyer". È anche curioso vedere dove firma il quadrante "Tiffany & Co." all’interno dell’indicatore della fase lunare.

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    per gentile concessione di A Collected Man



    L'EDIZIONE SAATCHI

    Per celebrare il 175 ° anniversario del marchio, Patek Philippe ha tenuto una grande mostra. Una parte si è svolta alla Saatchi Gallery di Chelsea. Per onorare questo traguardo, hanno creato una serie di orologi in edizione limitata, tra cui un 3940 con colori del quadrante che non erano mai apparsi prima nella referenza. Per quanto riguarda il layout, la differenza è data dalla firma Patek Philippe che in questo caso è più grande e più spessa. Alcuni numeri del calendario come il "27" e il "15" il “17” risultano schiacciati. Patek Philippe ha utilizzato un quadrante blu per il platino, un quadrante marrone per l'oro giallo e, probabilmente il più ricercato, un quadrante color salmone per l'oro bianco che è quello nella foto qui di seguito.

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    per gentile concessione di A Collected Man



    I numeri di questi esemplari sono stati oggetto di accese controversie, ma si stimano in meno di venti esemplari per metallo.

    LA CASSA E GLI HALLMARKS

    Anche se il design della cassa è comune a tutta la produzione del 3940 è importante notare alcune differenze che contraddistinguono le varie serie produttive.
    Le casse della prima e della seconda serie presentano le incisioni sul lato opposto corona. Per quanto riguarda le casse in oro ad ore 10 si trova l’incisione "750" mentre ad ore 8 il simbolo "Helvetia". Nel caso di cassa in platino ad ore 10 si trova l’incisione "950" e ad ore 8 il "Tete de chamois".

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    per gentile concessione di A Collected Man



    Spesso capita di vedere casse lucidate ed una prova evidente è l’usura o addirittura la totale scomparsa delle incisioni dell’oro.

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    immagine presa dal web



    A seguire si inizia a vedere che durante la terza serie i segni distintivi sono passati dall'essere presenti solo sul lato della cassa opposto corona ad essere stampati sia sul lato che sul retro delle anse a ore 5 e 7.

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    immagine presa dal web



    Con la quarta serie i segni distintivi non erano più stampati sul lato della cassa, ma si possono invece trovare sul retro di tutte e quattro le anse.

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    immagine presa dal web




    I FONDELLI

    Parallelamente al 3940 era in produzione la referenza 3941 che si presentava fondamentalmente identica, ma con il fondello a vista. È stato creato per l'elevato numero di richieste che Patek Philippe stava ricevendo dai clienti che desideravano ammirare il movimento 240Q.
    Il 3941 è stato quindi interrotto quando è iniziata la terza serie e si è semplicemente fuso nella referenza 3940 che ha iniziato a dare in dotazione il doppio fondello.
    Il fondello in oro pieno è un'altra caratteristica singolare della prima serie. Questa peculiarità ricorda molto gli orologi precedenti, dove nonostante il movimento sia spesso costruito e rifinito secondo i più alti standard, è coperto dal fondello, in modo che solo aprendolo si possa scoprire cosa c’è sotto.

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    per gentile concessione di A Collected Man



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    per gentile concessione di A Collected Man



    A partire dalla seconda serie si inizia a vedere il fondello a vista.

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    immagine presa dal web



    Inizialmente, a seconda delle proprie preferenze, un cliente poteva ordinare l'uno o l'altro o entrambi. Ad un certo punto verso la fine della seconda serie, si ritiene che Patek Philippe abbia iniziato a fornire entrambi i fondelli (di solito con il retro del display montato ed il fondello solido nella scatola). Questa opzione è stata data ai clienti per i pezzi in oro giallo, rosa o bianco, mentre la versione in platino sono sempre state prodotte con fondo solido.

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    per gentile concessione di A Collected Man



    FIBBIE E BRACCIALI

    Il PP 3940 è originariamente nato con una fibbia ad ardiglione che è poi stata sostituita con una fibbia "deployante". Si presume che dal 1997 in poi i modelli fossero con fibbia "deployante", anche se questo non è stato ufficialmente confermato.
    Va precisato inoltre che ci sono due diversi tipologie di fibbia ad ardiglione. La prima con le tradizionali incisioni "PP&Co" e "750", più conservativa nel design, caratteristica delle prime due serie.

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    Una più spigolosa e pronunciata attribuibile dalla terza serie fino all’avvento della fibbia "deployante".

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    immagine presa dal web



    Un'evoluzione simile si trova anche nella fibbia deployante che si configura in tre varianti: i primi esemplari della terza serie hanno una fibbia a forma di ellisse, a seguire gli altri mantengono questa forma ovale integrando il simbolo della croce di Calatrava. Per finire con l’ultima che ha una forma più tonda, sempre con la croce di Calatrava.

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    per gentile concessione di John Reardon Collectability



    Le fibbie più comuni viste sul PP 3940 sono le tre presentate in foto.
    Pochi sono i pezzi con braccialetti rimovibili in oro giallo o bianco. Per i pezzi in oro giallo esistono due varianti. La prima è un braccialetto Patek Philippe a chicchi di riso.

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    per gentile concessione di A Collected Man



    Sulla base del timbro "JPE" sulla fibbia, si ritiene che questi siano stati realizzati da Jean-Pierre Ecoffey, un noto produttore di braccialetti e catene per orologi.
    Più insolito il bracciale a maglia piatta, bracciale firmato sempre Patek Philippe, noto per essere apparso su una prima serie in oro giallo. L'esempio nella foto è l'unico pubblicamente noto. Essendo corredato anche da un cinturino in pelle con fibbia ad ardiglione, si ipotizza che possa essere stata una richiesta successiva del cliente, che lo ha ordinato direttamente a Patek Philippe.

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    per gentile concessione di A Collected Man



    Alcuni esempi in oro bianco sono apparsi anche in un braccialetto a maglie piatte, sebbene con un design leggermente diverso da quello nella foto sopra.

    LA CORONA

    La corona ha la croce di Calatrava ed è sempre come nell’esempio riportato nella foto di seguito.

    corona



    IL CORREDO

    Il Patek Philippe 3940 era accompagnato da scatola e contro scatola, dallo stylus per regolare il calendario, dal Certificato di Origine e, come detto, a partire dalla seconda serie dal doppio fondello (full gold e display prima su richiesta e poi in dotazione standard).

    Corredo



    IL MOVIMENTO

    L'aspetto principale di questo modello, che non abbiamo ancora trattato, è il calibro 240Q. Questo movimento automatico ultrasottile con calendario perpetuo è stato un trionfo della micro-ingegneria di Patek Philippe.
    Il movimento 240 era stato utilizzato dalla Maison per circa otto anni prima del rilascio del 3940, ma era un calibro solo tempo che viveva all'interno dei Golden Ellipse e di alcuni modelli da donna. Con un diametro di soli 27,6 mm e un'altezza di 2,53mm (3,75mm nel calendario perpetuo), era uno dei movimenti più piccoli sul mercato all'epoca. Ovviamente insignito con il punzone di Ginevra.
    Anche se molti sostenevano che fosse troppo sottile per costruire un calendario perpetuo, il Sig. Stern l'ha voluto comunque realizzare e noi siamo contenti che l'abbia fatto.

    IMG-20201030-WA0027


    immagine presa dal web



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    IMG-20201030-WA0024


    immagini Steve Gurevitz (Steve’s Launchpad)



    Patek_manual_240


    immagine di repertorio Patek Philippe




    Quando la Patek intraprese il disegno di un nuovo calibro, cercando una tipologia multifunzionale da usare anche come base per i complicati, la prima sfida fu contenere lo spessore del calibro base, il cal. 240. Fu così deciso di usare un micro-rotore. Ne esistevano già sul mercato (Buren, Piaget), ma di sicuro non erano cosa comune. Patek dopo aver studiato varie soluzioni, usò un micro rotore fuori centro nel movimento incassandolo nella piastra primaria. Visto il diametro contenuto del rotore era importante aumentare il momento di inerzia e quindi usare un metallo abbastanza pesante per mantenere lo slancio iniziale, riuscendo così a guidare con successo il lavoro automatico avvolgendo la molla di carica. Fu scelto l'oro 22k, per mantenere il rotore compatto in diametro e di altezza e compatibile con il limitato spessore del calibro (3.5 mm in tutto).
    Per limitare la richiesta di carica nel funzionamento, andavano anche ridotti i consumi cercando di eliminare delle componenti ed ottimizzando gli attriti. Quindi fu usato un avvolgimento unidirezionale, che rendeva inutili gli invertitori, che furono eliminati con conseguente diminuzioni del peso ed attriti.
    Un altro modo in cui è stato ridotto l'attrito è intervenendo sui ruotismi, lucidati in maniera ottimale e con una forma dei denti ottimizzata per la interazione con i pignoni.

    240_esploso


    immagine di repertorio Patek Philippe



    E, mentre tutti gli altri si affannavano a far funzionare i calibri a 28.800 VPH (4 Hz), Patek ha tenuto il calibro 240 a 21.600 VPH (3 Hz), che a sua volta riduce il consumo di energia del movimento, pur mantenendo specifiche cronometriche ed una riserva di carica di 48 ore.

    Alla fine di tutto questo, i progettisti della Patek avevano disegnato il loro “workhorse” che fu la base di tanti modelli di casa Patek, incluso i complicati e quindi il 240Q usato nella ref. 3940.

    Gamma_Patek_240


    immagine di repertorio Patek Philippe



    La qualità del 240Q è indiscutibile. Il colore e la lucentezza fanno percepire anche all’occhio meno esperto la qualità sopraffina che lo caratterizza.
    Il micro-rotore incassato, che consente la sottigliezza del calibro, è in oro 22 K ed ogni ingranaggio, ruota e pignone del movimento è perfettamente rifinito. Il Gyromax come scrive Dr. Walt Odets “singing the sweet, precise song of beautiful mechanical watch movements”.
    Quasi tutti gli orologi, oggi, dicono l'ora esatta, ma pochissimi orologi ti raccontano di artigianato, bellezza ed eccellenza espressi in uno dei meccanismi più interessanti nati dalla mano dell'uomo.


    QUALCHE NUMERO

    Prima serie Mvt. 240Q da 770.001 a circa 700.700 si presume siano stati prodotti meno di un migliaio di esemplari.

    Seconda serie Mvt. 240Q da 770.701 a circa 772.500 si pensa che i pezzi prodotti siano circa 1800 forse meno.

    Terza serie Mvt. 240Q dal 772.500 in poi. Da qui in poi non si ha traccia dei numeri di produzione, ma è opinione diffusa che da qui in poi i numeri siano più alti almeno 3500 pezzi.

    Quarta Serie Mvt. 240/114 da circa 3.120.000 in poi. Un discorso analogo al precedente anche per la quarta ed ultima serie che vede numeri superiori ai 4000 pezzi.







    RINGRAZIAMENTI

    John Reardon di Collectability che oltre ad avermi permesso di utilizzare le proprie fotografie è stato sempre disponibile al confronto.

    A Collected Man che mi ha fornito diverso materiale e fotografie.

    Hodinkee sempre per aver permesso l’utilizzo delle fotografie.

    Franco (Squelette) un amico che è sempre stato disponibile ad un confronto anche se in questo caso ha il problema delle lancette dauphine :woot: :EM21:

    Edited by Amagnetic - 1/11/2020, 16:13
     
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    Porca paletta che ricerca, complimenti ;)

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    Grandissimo!!
    Una ricerca pazzesca.
    Da innamorato del 3940, il tuo articolo sarà la mia bibbia!
    Grazie mille
     
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    Wow complimenti e grazie

    aspetto un contributo da 3941 chissà se arriva...
     
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    Complimentassimo,
    mi hai fugato molti dubbi.
    Una domanda se posso, ho trattato tempo fa un 3940 seconda serie del 1989, comprato dal proprietario a Milano molto bello.
    Il venditore mi ha mandato le foto del corredo, completo di tutto.
    L unica cosa è che la scatola e controscatola non erano come quelle da te riportate, bensì di forma rettangolare ed abbastanza piatta rivestita in pelle, ti risulta?
    Poi alla fine ho desistito perché era anche sprovvisto del pennino per le regolazioni.
     
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    CITAZIONE (lolago @ 30/10/2020, 22:02) 
    Ottimo lavoro, una vera e propria guida per una icona dell'orologeria, grazie!

    calzante definizione, è una vera e propria guida per chi voglia studiare questa bellissima referenza Patek gif
     
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    Complimenti sinceri !hai fatto un lavoro eccezionale!!!conoscere meglio la storia di questa straordinaria referenza è un vero piacere!mi permetto di allegare il mio 3940 prima serie il 150°circa prodotto...grazie ancora 20200915_115100_0
     
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    Complimenti e grazie mille per la preziosa ricerca!!!!
    Sperando mi possa tornare utile per un acquisto futuro :D :D :D :D
     
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    Solo una parola... BRAVO 👋
     
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