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Il Reverso Quantième Perpétuel in oro rosa. La genesi del progetto ed analisi tecnica.
Un vero e proprio nuovo capitolo produttivo fu avviato dalla Maison Jaeger-LeCoultre nel 1991 per celebrare i 60 anni del Reverso, l'orologio che è entrato di diritto nella leggenda dell'orologeria da polso.
A partire da quell’anno, fu progressivamente realizzata, nel corso di un decennio, la collezione "Reverso Serie Limitata in oro rosa", basata sulla nuova cassa Grande Taille, leggermente più grande della Classic allora in uso, adatta a contenere movimenti complicati; questa serie permise ai tecnici della Maison di creare preziosi movimenti di forma e di realizzare esemplari sorprendenti per complessità, utilizzando le due facce della cassa come altrettanti quadranti (1). Il primo orologio della serie è stato, nel 1991, il Reverso del 60°, realizzato in oro rosa e in serie limitata a 500 pezzi, che era animato dal calibro 824 della Jaeger-LeCoultre, a carica manuale con ponti e platine in oro rosa 14 carati. A questo fecero seguito altri cinque esemplari, tutti realizzati in una serie limitata di 500 pezzi con la stessa cassa unicamente in oro rosa: il Reverso Tourbillon del 1993 (calibro 828), il Reverso Répétition Minutes dell'anno seguente (calibro 943), il Reverso Chronographe Rétrograde del 1996 (calibro 829), il Reverso Géographique del 1998 (calibro 858) ed infine il Quantième Perpétuel del 2000 (calibro 855).
Ogni complicazione veniva considerata separatamente. Il team composto da maestri orologiai, ingegneri, designer poteva concentrarsi su quella singola complicazione, distintiva di un preciso modello, considerandone tutte gli aspetti e gli elementi alla base del programma di realizzazione. I sei Reverso in serie limitata in oro rosa compendiavano tutti i talenti che esercitavano la loro attività all'interno della Manifattura come maestri orologiai (2).
In ogni caso, sebbene ci fossero singoli orologiai alla guida del progetto di un determinato orologio, come responsabili, l’intera produzione della serie dei Reverso in oro rosa fu uno sforzo collettivo in cui tutti erano coinvolti per imparare a costruire, migliorare, completare (3).
Gli orologi in oro rosa dovevano essere a carica manuale per sottolineare lo stretto rapporto esistente tra l'orologio meccanico, che richiedeva la carica quotidiana, e chi lo indossava, come elemento di distinzione tra gli orologi meccanici e gli orologi al quarzo, che non avevano bisogno di ricarica (3)
Rachel Torresani viene ricordata come il responsabile del progetto del Reverso Quantième Perpétuel (2).
“… Uno dei molti punti critici di un orologio con un così alto numero di funzioni sincronizzate – diceva Rachel Torresani - è lo studio dei vari piani di azione delle singole parti. Gli elementi del meccanismo sono davvero tanti, circa 300.. E data la ristrettezza dello spazio all’interno del quale devono interagire, bisogna disporli a più strati. In più, il Reverso obbliga ad un progetto sempre inedito, dato che il suo movimento vuole seguire la stessa forma della cassa.La principale difficoltà risiedeva nell’indicazione della data retrograda. Giunti alla perfetta sincronizzazione della data con il mese, abbiamo dovuto risolvere il problema del rimbalzo della lancetta la momento della fase di ritorno in flyback… (4)"
“Ho cercato il massimo equilibrio formale tra i singoli elementi che dovevano essere rappresentati sul quadrante” –dichiarava il designer Janek Deleskiewicz. “Lo spazio alla creatività non era tanto aperto all’invenzione di nuove forme, quanto all’adattamento sui due quadranti di elementi canonici. (4)”
Dal punto di vista tecnico, anche la cassa del Reverso Quantième Perpétuel del 2000 è del formato di GT, ed ha un altezza di 36 mm ed una larghezza di 26 mm, con uno spessore di 9,5mm ; comprendendo le anse ed il supporto, l’altezza arriva a 42mm. Poiché le estensioni delle anse sono tozze ed abbastanza larghe, la zona visiva dell’orologio è di circa 350 millimetri quadrati, equivalenti a quello di un diametro rotondo di un orologio di 37.5 mm di diametro. Solitamente i movimenti montati sul Reverso hanno forma tonneau, perciò l’anello di incasso ha un contorno rettangolare che si adatta alla forma della cassa ed un foro ovale per abbracciare il movimento.
I 276 componenti del calibro 855 con calendario perpetuo (con 21.600 alternanze/ora, 39 rubini, 50 ore autonomia, 4,5 mm di spessore) sono assemblati, invece, direttamente su una platina rettangolare che poggia nel cerchio di protezione, che funge da seconda cassa a tenuta stagna, e quindi viene inserito nella cassa vera e propria (4, 5).
Sulla platina anteriore dell’orologio si trova la ruota delle ore, su cui è fissata la relativa lancetta. Da questa ruota prende origine il moto di tutto il calendario. A destra essa ingrana con l’intermediazione di un pignone di rinvio con il disco dell’indicazione giorno-notte, a sinistra muove la ruota dei calendari. L’intero meccanismo del calendario si trova però sull’altro versante del movimento; per trasportarne il moto è stata fissato un asse che attraversa lo spessore del movimento, asse che conduce ad una ruota ingranate con altre due, poste superiormente ed inferiormente (5).
Sul lato posteriore del movimento, è presente al centro il disco delle fasi lunari.
Sull'asse della ruota superiore del calendario, un dito raggiunge uno dei 59 denti del disco, spostandolo di un passo ogni 24 ore; per compiere un giro completo, il disco della luna impiega, pertanto, 59 giorni che corrispondono esattamente ad un ciclo lunare di 29 giorni e mezzo, poiché sul disco stesso sono disegnate due lune, di cui solo una è mostrata nell'apposita finestrella. La correzione si ottiene con il pulsante superiore sinistro.
Sempre sul lato posteriore, al di sotto di un ponte, la ruota inferiore del calendario, sposta di un passo la ruota a stella dei giorni della settimana; la correzione avviene per mezzo del pulsante inferiore destro.
Per osservare il disco della data del mese, è necessario togliere il disco della luna; la ruota della data è mantenuta in posizione da una lamina a 3 bracci; sulla ruota superiore del calendario (che abbiamo visto, trasmette il moto al disco della luna) è situato un secondo dito, situato sotto quello che agisce sul disco della luna, che ingrana ogni 24 ore con la ruota, spostandola di un dente. Un rastrello dotato di una molletta è responsabile del meccanismo retrogradante, per cui la lancetta della data passa in modo istantaneo dalla fine del mese (31, 30, 29, o 28 in base al mese ed al ciclo bisestile) al primo giorno del mese (5).
La correzione della data si effettua premendo il pulsante superiore destro.
L’indicazione della durata del mese (di 31, 30, 29 o 28 giorni) viene fornita da una camma dei mesi, del tipo annuale, con una seconda camma quadriennale del mese di febbraio. La doppia camma fornisce al calendario le informazioni sulla durata dei 12 mesi dell’anno. Il profilo è costruito ponendo i diversi punti a distanze, dall’asse di rotazione, proporzionali alla durata del mese. I punti più vicini al centro, corrispondono perciò ai mesi più lunghi, di 31 giorni, mentre il punto più sporgente si trova in corrispondenza del mese di febbraio, con una camma a croce di malta che, ruotando una volta all’anno in un periodo di quatto anni, in corrispondenza degli anni non bisestili, mostra il suo profilo più prominente, creando la maggiore sporgenza della camma dei mesi, ad indicare che il mese di febbraio di 28 giorni, per tre volte in quattro anni (4).
La camma dei mesi compie un giro in un anno, ruotando di un angolo corrispondente sul suo profilo ad un mese, ogni 31, 30, 28 o 29 giorni, a seconda della lunghezza del mese uscente. Su di essa agisce una leva che, in sintesi, appoggiandosi al profilo della camma dei mesi, funge da sensore, modificando il momento in cui il disco della data giunge a fine mese e quindi, in modo istantaneo, per azione del rastrello con molletta che abbiamo visto in precedenza, torni ad indicare, con la relativa lancetta, il 1° giorno del mese. La correzione avviene mediante il pulsante inferiore sinistro (4, 5).
ll Reverso Quantième Perpétuel fu la sesta ed ultima versione dei “Reverso Serie limitata in oro rosa”. Questo modello chiudeva in bellezza una serie eccezionale nella storia degli orologi: un capolavoro di orologeria complicata, ammirato ancor oggi (6).
Biblio-webgrafia
1) Reverso, la leggenda vivente, M. Fritz, 1992, Braus ed. 2) Il libro della Manifattura Jaeger-LeCoultre, 2002-2003 3) www.watchprozine.com/jaeger-lecoul...erso/5873708/2/ 4) L’Orologio, La Macchina del Tempo, n° 94, marzo 2001, Argò s.r.l ed. 5) Orologi Le Misure del Tempo, n° 145, gennaio-febbraio 2001, Tecnimedia ed. 6) https://blommanwatchreport.com/2020/09/08/...etual-calendar/
P.S. Spero di non aver commesso gravi errori ! Ogni osservazione è ben accetta. Alcune ripetizioni, rispetto ad altri miei articoli, sono volute, in modo che ognuno possa leggere questa recensione come un capitolo a sé stante.
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