Orologi e Passioni

Posts written by ACCUTRON

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    Fare a meno del gas Russo si può fare..ma richiede volontà politica, risorse investimenti e cambi strutturali, ci vorranno anni( almeno 3 o quattro)
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    Lo Stato Maggiore italiano è in allerta, sono bloccati i congedi e si raccomanda di mettere in efficienza tutti i mezzi militari
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    Edited by ACCUTRON - 15/3/2022, 16:09
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    Mi spiegate il senso dei raid aerei sull'Ucraina occidentale, quando tutte le forze di terra sono concentrate a sud e ad est?
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    jessica
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    wall
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    CITAZIONE (61Lando @ 15/1/2022, 20:28) 
    io con questo...pace dei sensi
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    ma davvero??
    :ph34r: :lol: :lol:
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    Discorso trito e ritrito, personalmente amo gli Orologi a 360 gradi..
    ci sono automatici mediocri e quarzi eccellenti e viceversa, il vero appassionato non guarda solo il tipo di movimento ma tutto quello che cè intorno ,
    la storia, il progetto i materiali ecc..

    PS.ecco perchè non mi piace il teatro! :lol:
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    Dove andremo a finire?
    https://roma.repubblica.it/
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    CITAZIONE (apobush @ 22/8/2021, 10:33)
    Penso che è una delle cose su cui bisognava lavorare seriamente, altroché banchi a rotelle :UH:

    Per uno stato e una società sani un evento di questo tipo dovrebbe essere l’occasione irripetibile per osservare e risolvere una serie di problemi che magari erano rimasti sommersi. Purtroppo non è quello che sta accadendo.

    Mancano 3 settimane alla riapertura, come minimo ci si doveva pensare prima..

    CITAZIONE (il_maio @ 22/8/2021, 11:11) 
    Che qualcuno di questi ha un parente che vende impianti di aerazione o purificatori d’aria.

    Naturalmente ci sarà chi si arricchirà se si prenderanno questo tipo di provvedimenti.
    ma non ritieni che abbiano una valenza scientifica?
    se davvero sono utili ad abbassare i contagi non è meglio spendere soldi per questioni valide che per altri scopi inutili?
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    Che ne pensate della questione aerazione nelle scuole vista la prossima riapertura?
    www.ilmessaggero.it/scuola/scuola_...ne-6148464.html
    ho visto che lo fa leggere solo agli abbonati, quindi faccio un copia incolla di uno stralcio:
    Da Il MESSAGGERO 20 agosto 2021- VENTILAZIONE almeno per quanto riguarda l’aerazione, si potrebbe ancora intervenire. Come? Non relegandola alla sola apertura delle finestre - come indicato dal Piano scuola del ministero dell’Istruzione e dal Cts - ma installando in classe dei sistemi meccanici che, con costi contenuti, avrebbero una resa significativa. A certificarlo non solo gli appelli di diversi esperti (dalle pagine del Messaggero quelli del fondatore di Gimbe Nino Cartabellotta e del consulente del ministro Speranza Walter Ricciardi che, non a caso, ieri al Meeting di Rimini ha detto «mi preoccupa moltissimo l’apertura delle scuole, il modo con cui si sta programmando, perché guardando alla Scozia, dove hanno aperto la settimana scorsa, i casi sono schizzati verso l’alto») quanto le analisi di Giorgio Buonanno ospitate dal sito della Fondazione Hume. Il docente di Fisica tecnica ambientale all’Università degli Studi di Cassino ha infatti elaborato un modello in cui simula l’impatto in un’aula scolastica delle misure antiCovid disponibili. In una classe standard da 50 metri quadri, aerata solo con ventilazione naturale, e con un insegnante e 25 studenti presenti per un tempo di esposizione di 5 ore, il rischio è che l’insegnante (se positivo) abbia una capacità di infettare 7.2 persone. L’uso delle mascherine chirurgiche abbatte questa capacità a 4.2. Meno di quanto farebbe l’uso di ventilazione forzata, sia che si ricorra a dei purificatori d’aria (2.5) che di impianti di ventilazione meccanica controllata (1.4). Per giunta anche solo il docente utilizzasse un microfono, in modo da parlare a bassa voce, gli infettati crollerebbero a 1.3.

    Edited by ACCUTRON - 22/8/2021, 10:26
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    Era fattibile, ma è tutto il torneo che siamo discontinui. Blengini ha le sue colpe. Anche se passavamo, non credo che saremmo andati a medaglia. Sì un'era è finita😟.. Osmani alla sua ultima gara in nazionale.
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    Situzione vaccini in alcuni Paesi:
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    "La cultura del sospetto come fenomeno Pop"
    - Marco Revelli, 25.07.2021

    A volte i popoli impazziscono. O impazziscono piccole porzioni di popolo, come quelle che si ritrovano in piazza in questi giorni, segno di tempi deragliati. Indecifrabili nella loro composizione scomposta, con i leghisti e i fascisti mescolati ai bene-comunisti, ai dentisti e agli apprendisti o ai giuristi d’assalto, incarnazione di un’eterogeneità sociale accomunata solo dall’assurdità di una pretesa irricevibile: dalla rivolta contro un provvedimento-simbolo come il Green Pass che in tempi di pandemia mortale appare mera proposta di buon senso e senza dubbio male minore, e che invece viene identificato come attentato a una libertà confusa con l’affermazione dell’assoluto diritto al proprio personale capriccio.

    Espressione, a sua volta, della rottura di ogni principio di responsabilità verso gli altri, del loro ben più sostanziale (e costituzionalmente sancito) diritto alla salute e alla sopravvivenza, come se l’affermazione che «la mia libertà si arresta dove comincia quella del mio vicino» avesse perso di significato, e ognuno si ergesse nella propria solitudine sovrana al di fuori e al di sopra di ogni legame sociale.

    Sono, dobbiamo dircelo, piazze foriere di sciagura, gravide di presagi inquietanti e di ombre nere, con un pesante retrogusto fascistoide. Mi ha colpito il cartello levato in Piazza Castello a Torino, «Meglio morire da liberi che vivere da schiavi», perché ricorda il «Meglio un giorno da leoni che cent’anni da pecore» di mussoliniana memoria.

    Così come mi si drizzano i capelli quando sento i fascisti di Meloni o di Forza nuova levare il proprio inno alla libertà, perché so che la loro libertà è la pretesa degli autoproclamati Signori di vessare gli altri ridotti a Servi.

    Ma quelle piazze non sono riducibili solo a quell’anima nera, sono molto più eterogenee, trasversali, articolate, coacervo di sentimenti contraddittori, e per questo tanto più preoccupanti, perché parlano di una «crisi della ragione» più vasta. Di un disorientamento più diffuso, se in tanti sentono di doversi mobilitare per danneggiare sé e gli altri, credendo di difendere giustizia e libertà.

    Per questo tento disperatamente di seguire l’amletico motto che ci dice che, nonostante tutto, «c’è della logica in questa follia». O quantomeno bisogna cercarla. E il primo pezzo del dispositivo logico che sta dietro questo sconquasso si chiama «cultura del sospetto». O meglio il ribaltamento di essa da raffinato strumento filosofico in «fenomeno Pop». Con quell’espressione Paul Ricoeur aveva indicato il pensiero di «maestri» come Marx, Nietzsche, Freud, oltre a Schopenhauer che avevano insegnato, per vie diverse e divaricate, a non confondere le immagini di superficie con la verità, e a cercare «sotto» e «oltre» le narrazioni ufficiali.

    Quell’approccio aveva alimentato il pensiero critico delle minoranze ribelli novecentesche, delle avanguardie culturali e rivoluzionarie, poi invece, nel nuovo passaggio di secolo, era diventato atteggiamento di massa, senso comune popolarizzato e aizzato dal web: diffidenza sistematica e disprezzo delle élites. Non senza ragioni (per spiegarlo): le menzogne del potere, delle sue classi dominanti, dei suoi mezzi di comunicazione sono sotto gli occhi di tutti. Ma senza l’uso della ragione per selezionare il vero e il falso. E per orientare i comportamenti di risposta che sono stati, appunto, quelli che vanno sotto il nome di populismo, orientati a una sorta di rozzo «fai da te» informativo e da una passiva dipendenza operativa dal demagogo di turno.

    Le persone che riempivano quelle piazze erano state oggetto, per anni, per decenni, di false narrazioni da parte di detentori del potere che presentavano come progresso il regresso, come paradiso il deserto delle anime, come benessere il loro business. Per anni erano state vittime dei raggiri e delle malversazioni di Big Pharma (lo possiamo negare?). Ma nello stesso tempo, nella struttura materiale delle loro vite (flessibili, destrutturate e sempre più liquide) erano state private degli strumenti (dell’esperienza) per ragionarci sopra, per praticare l’arte difficile della separazione tra gli elementi di un fenomeno, cosicché oggi non ci possiamo stupire se non riescono più a distinguere tra la truffa sugli antidepressivi e la risorsa salvifica di un vaccino.

    Tra la farmacologia come business e quella come cura. O, più in generale, tra la vocazione a mentire del potere così come praticata sistematicamente in questi decenni, e la necessità di alcune (rare) decisioni razionali di quello stesso potere, a cui sarebbe autodistruttivo sottrarsi.
    Non dissolveremo le nuvole minacciose che salgono da quelle piazze con gli esorcismi o le deprecazioni.

    Tantomeno confondendoci con quelle figure istituzionali che hanno enormi responsabilità nell’aver scavato l’abisso che oggi le separa da pezzi consistenti di società sfarinata. Se un luogo c’è, per quelli come noi, per lavorare, è al livello del suolo, dove le vite si compiono o si perdono, e dove solo il ricupero di esperienze autentiche di relazione e di lavoro può frenare la caduta.
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    CITAZIONE (Moonalf @ 25/7/2021, 09:49) 
    questi sono dati completamente errati, a me risultano 36.000.000 circa con 1 dose....... molti ma molti meno con 2......altri 20.000.000 senza
    a parte ciò non vedo perché meravigliarsi se l'iter aumento contagi si uniformi a quello di GB e altri..... vedremo che succederà nei prossimi mesi, ospedalizzazione, decessi, cure domiciliari valide e validate e novità.....

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    Domanda tecnica: ma il green pass per i guariti è a 6 mesi (come dice il decreto) o a 12 mesi (come dice la circolare del ministero)?
5185 replies since 10/11/2011
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