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Il Cronometraggio alle Olimpiadi invernali del 1936: Omega o Minerva ?
La notizia ufficiale risale a pochi mesi fa, il 25 settembre 2009: Omega continuerà ad essere cronometrista ufficiale delle Olimpiadi fino al 2020. Lo hanno annunciato al Museo Olimpico di Losanna il presidente del CIO (Comitato Olimpico Internazionale) Jacques Rogge, assieme ai rappresentati di Swatch Group tra cui Nikolas Hayek, presidente della società che annovera tra i suoi marchi anche Breguet oltre che ovviamente Omega, e il presidente di Omega Stephen Urquhart.
L’accordo prevede, oltre alla fornitura del materiale destinato alle gare, anche l’elaborazione dei dati raccolti durante lo svolgimenti di queste, la visualizzazione dei risultati nelle sedi di gara e la loro diffusione ai media che seguono la manifestazione.
In effetti, considerando l’enorme mole di aspetti tecnici a cui è necessario fare riferimento per acquisire, elaborare e diffondere le informazioni oggi, il konw-how richiesto è ad un livello sicuramente altissimo.
Ma Omega non è nuova a questo tipo di richieste, come più attenti ricorderanno. La sua presenza si ripropone fin dal lontano 1932, alle Olimpiadi di Los Angeles, quando Omega diventò la prima azienda incaricata del cronometraggio dei Giochi Olimpici, dando così inizio alla sua lunga collaborazione con il Comitato Olimpico Internazionale (CIO).
In quella occasione, le gare dei vincitori e gli altri atleti che salirono sul podio, per la prima volta, furono misurati con una approssimazione al 1/10 di secondo, utilizzando trenta tra stopwatches (con frequenza di 5 Hz-36.000 Alt/h), e cronografi da tasca (con calibro 1130), con funzione rattrapante, utile per i tempi intermedi.
A questo proposito, ricordiamo che per le gare di velocità, il segnale di partenza, dato con un colpo di pistola, determinava l’inizio del cronometraggio per gli atleti presenti nelle sei corsie di gara, mentre un altro tecnico, presente sulla linea del traguardo, fermava il cronometraggio con un pulsante elettrico; ma venivano usati, per sicurezza, anche cronografi e segnatempo (stopwatches) tradizionali meccanici: tre di essi venivano usati dai giudici di gara per ciascuno dei primi tre atleti che arrivavano al traguardo, mentre un solo segnatempo era per gli atleti classificati dal quarto al sesto posto (a quei tempi, erano solo sei gli atleti e le corsie in una finale di gara).
“Non è possibile considerare il sorprendente successo dei Giochi della X Olimpiade e le prestazioni atletiche senza precedenti che hanno caratterizzato i Giochi, senza riconoscere il ruolo svolto dagli orologi Omega in questo grande evento internazionale".
Con queste parole, William M. Henry, Direttore Tecnico Sportivo dei Giochi di Los Angeles del 1932, ringraziava Omega per il suo primo impegno ufficiale nei Giochi Olimpici.
Dopo il riuscito debutto olimpico a Los Angeles, Omega fu nominata nuovamente Cronometrista Ufficiale dei Giochi Olimpici quattro anni più tardi. Nel 1931, il CIO aveva deciso, per l'ultima volta, che i Giochi invernali ed estivi fossero tenuti nello stesso Paese; così, quando ancora la Germania era una Repubblica, governata dal Cancelliere Heinrich Brüning, con Paul von Beneckendorff und Hindenburg come Presidente, le città tedesche di Garmisch-Partenkirchen e Berlino furono scelte per le entrambe le edizioni (invernali ed estive) dell’anno 1936.
In quell’anno, ormai, la Germania era ora governata dal "Führer", Adolf Hitler, che il giorno venerdì 6 febbraio 1936, proclamò l’apertura dei Giochi Olimpici di Garmisch-Partenkirchen.
Il giornalista de “L’Auto”, a tal proposito, scrisse in un articolo: “L’arrivo del cancelliere Hitler è stato salutato da sonori ‘Heil Hitler!’”
“Il pubblico ha ascoltato l’inno nazionale con il braccio teso”. Poi le delegazioni iniziarono a sfilare di fronte al Fuhrer ed al conte Henri de Baillet-Latour”.
Munito di 27 segnatempo e di qualche prezioso consiglio, il giovane tecnico Paul-Louis Guignard il 5 febbraio 1936 intraprese il viaggio verso la Germania, per mantenere in ordine e, se necessario, riparare gli orologi in un'officina approntata nella cittadina di Garmisch-Partenkirchen, diretta dal rappresentante generale tedesco del Omega Ewald Narath; entrambi, alcuni mesi più tardi, saranno ancora presenti alle Olimpiadi di Berlino, dove verrà approntata un’altra officina per i 185 orologi Omega, utilizzati in quella edizione.
Berlino 1936: Paul-Louis Guignard (a sinistra) e Ewald Narath (a destra), il quale ultimo è ben conosciuto da msx:CITAZIONE (msx @ 13/1/2010, 11:12)Il movimento è un 37.9, sviluppato dalla Longines nel 1932 per sostituire il 18.69z ritenuto troppo grande e spesso. Fu uno degli ultimi calibri da tasca della Maison. La versione con secondi al centro muove i celeberrimi "Lindbergh"
"Facturée à la Maison Narath à Berlin, alors agent Longines pour l’Allemagne, le 08.05.1937"
Intanto, l’Azienda Minerva di Villeret, dopo che all’inizio degli anni ’30 la crisi finanziaria internazionale aveva costretto la famiglia Robert ad abbandonare l’attività, era stata acquistata il 25 aprile 1935 per 140.000 ChF da un ingegnere specializzato in meccanica orologiera, Jacques Pelot, di Biel, che aveva lavorato presso Minerva dal 1921, ed da un tecnico, Charles Haussener. Essi divennero responsabili della Manifattura con successo.
Testimonianza di ciò fu la partecipazione alla Fiera di Basilea fin dal 1932, che dimostrava lo spirito dinamico dell’Azienda, e l’incarico ricevuto nel 1936, sotto gli auspici del loro Agente di Monaco, Andreas Huber, come Cronometristi Ufficiali dei tempi di gara alle Olimpiadi invernali di Garmisch-Partenkirchen.
L’Azienda Huber agli inizi del ‘900.
Pubblicità Huber del 1920.
L’incarico di Andrè Huber, come risulta dal documento ufficiale della IV Olimpiade Invernale di Garmisch-Partenkirchen.
La lettera con cui informa la Minerva, di cui era Agente a Monaco, che più o meno dice così:
"Per tutte manifestazioni di sci le squadre dei di sci dei IV Giochi Olimpici invernali di Garmisch-Partenkirchen del 1936, è stata scelta la mia Ditta come cronometrista Ufficiale sia per quanto riguarda gli apparecchi elettrici sia per segnatempo, i cronografi semplici e rattrapanti.
Mi rallegro nel poterLe comunicare che sono rimasto molto soddisfatto degli orologi che mi ha fornito. Come esempio posso indicare due cronografi rattrapanti nr 125741 e nr 160782,che sono stati utilizzati per il cronometraggio delle gare di sci e che, per un intervallo di tempo di quasi cinque ore non hanno mostrato errori. Qui sotto le posso riportare quanto mi è stato scritto:
“Posso affermare, in base ai controlli da me effettuati, che lo scarto temporale tra l’ora di partenza e quella di arrivo nelle gare di sci [tra i due cronografi n.d.r] risulta pari a 0,0 secondi.
Garmish, 7 febbraio 1936
Il Giudice di gara per le gare di combinata e sci di fondo [per 18km e 50 km n.d.r.]
L. Forster”
Con i migliori ossequi
A. Huber"
(L. Foster, autore delle parole di elogio sopra ricordate, era un giudice di gara, appartenente al CIO, così come risulta dal Documento Ufficiale delle Olimpiadi del 1936)
E questa è la traduzione in francese della stessa lettera di A.Huber, che fu pubblicizzata dalla Minerva.
In conclusione: nel 1936, a chi fu dato l’incarico di Cronometrista Ufficiale delle Olimpiadi Invernali di Garmisch-Partenkirchen ?
Difficile dirlo… come suggerisce l’amico Gravina, si può immaginare che, a quei tempi non ci fosse l’esclusiva per l’incarico (come invece avverrà, a favore dell’Omega per le Olimpiadi di Berlino, tenutesi nello stesso anno, sempre in Germania)…, anche se, a questo proposito, è bene ricordare che, sebbene le notizie relative alla partecipazione della Omega siano molto particolareggiate, nel documento ufficiale del resoconto delle Olimpiadi Garmisch-Partenkirchen redatto dal CIO, non compare mai né il nome Omega, né quello del suo Agente Generale per la Germania, Ewald Narath e neppure quello del giovane tecnico Paul-Louis Guignard, mentre, come abbiamo visto, è presente quello dell’Azienda Andreas Huber, concessionaria Minerva.
Infine, una curiosità: come veniva effettuato il cronometraggio nella gare di sci, nello slalom per esempio ?
Il cronometraggio sportivo era, all’epoca, un lavoro ancora relativamente semplice, soprattutto negli sport invernali.
Nelle gare di sci alpino, venivano utilizzati due cronografi sincronizzati, con un cronometrista alla partenza, dove, a quei tempi, non c'erano cancelletti, e l'altro al traguardo, dove non c'era ancora alcuna nastro d’arrivo sul traguardo.
Non c'era telefono o connessione radio tra la partenza e l'arrivo. L'ora esatta di inizio e il numero all'inizio di ogni sciatore veniva rilevato su un foglietto di carta e la stessa procedura si svolgeva al traguardo. Dopo che un paio sciatori era scesi, il foglio con l'orario di inizio veniva messa nella tasca dei pantaloni del successivo sciatore, nella speranza che questi avrebbe terminato la corsa, portando così il risultato ai giudici di gara.
Veniva quindi calcolata la differenza tra i due tempi, approssimandola al 1/10 di secondo. Era necessario, pertanto, attendere un po’ di tempo prima che gli atleti e gli spettatori fossero informati dei risultati.
Fu soltanto nel 1948 che il processo di sincronizzazione venne attivato automaticamente al cancello di partenza, quando l'orologio iniziava la misurazione del tempo, appena il cancelletto veniva aperto a un angolo di 30 gradi.
Una atleta, Hadi Pfeifer, ed alcuni spettatori attendono i risultati della gara.
Edited by nicola1960 - 25/3/2023, 13:25. -
Gravina.
User deleted
Topico fantastico!!!
Bellissimo lavoro di amico Nicola
Merita di diventare un classico!
Congratulazioni
Le ringrazio per il vostro impegno....................Grazie!!!
Namaste
Gravina. -
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Salve a tutti.
Innanzitutto Dott. Nicola complimenti per il Topic.
Poi, se posso permettermi Doc. vorrei aggiungere qualche altra informazione in merito al compito svolto dalla Omega nel cronometraggio sportivo. Come già da lei preannunciato, il contributo fornito da Omega al cronometraggio sportivo è di quelli fondamentali nella storia della misurazione del tempo di precisione, con un impegno intenso e duraturo protratto sino ai nostri giorni. Già nel 1905 è nominata cronometrista ufficiale di ben 16 competizioni a livello nazionale e internazionale, mentre nel 1932 ricopre lo stesso ruolo nei Giochi Olimpici di Los Angeles. Per la prima volta nella storia delle Olimpiadi la totale responsabilità del cronometraggio ufficiale delle prove era stata affidata a una sola Casa: la Maison viene infatti incaricata di conteggiare i tempi di tutte le discipline, compito assunto con dedizione e fervore assoluti grazie alla fornitura e al controllo di 30 cronografi e contatori destinati a misurare le gare. A svolgere diligentemente tale impegno una serie di orologi con cronometraggio a 1/5, 1/10, 1/100 di secondo, funzione rattrapante e misurazione dei tempi brevi, caratterizzati da quadrante bianco e cifre arabe nere di facile leggibilità, il cui logo e nome Omega sono riprodotti in rosso, come da tradizione per i segnatempo dell'azienda in quegli anni. L'apprezzamento dimostrato dal comitato organizzativo e un'esperienza tale da consentirgli di ideare e realizzare gran parte degli odierni strumenti di cronometraggio sportivo segnando l'esordio di una collaborazione protrattasi lungo tutto il corso del ventesimo secolo, durante il quale il marchio ha rivestito il ruolo di cronometrista ufficiale per ben 21 volte nelle seguenti competizioni olimpiche: Garmisch-Partenkirchen, 1936 (invernali); Berlino, 1936; St. Moritz, 1948 (invernali); Londra, 1948; Helsinki, 1952; Cortina d'Ampezzo, 1956 (invernali); Melbourne, 1956; Roma, 1960; Innsbruck, 1964 (invernali); Grenoble, 1968 (invernali); Messico, 1968; Innsbruck, 1976 (invernali); Montreal, 1976; Lake Placid, 1980 (invernali); Mosca, 1980; Sarajevo, 1984 (invernali); Los Angeles, 1984; Calgary, 1988 (invernali); Seoul, 1988; Albertville, 1992 (invernali). Numerose le innovazioni tecnologiche introdotte da Omega, come l'adozione della cellula fotoelettrica autonoma, portatile, impermeabile e resistente alle variazioni di temperatura, nel 1945; e dell'OTR, Omega Time Recorder, a Helsinki nel 1952, il primo dispositivo di cronometraggio elettronico utilizzato ai Giochi Olimpici, dotato di bollettino rilasciato dall'Osservatorio di Neuchâtel che ne assicurava la precisione e stabilità nelle 24 ore (con uno scarto inferiore a 0,05 secondi): con tale congegno la Casa si aggiudica la Croce Olimpica al Merito per "i servizi eccezionali resi al mondo dello sport". A Melbourne, nel 1956, l'attrezzatura per il monitoraggio delle gare consta di 42 casse per un peso complessivo di oltre 2,5 tonnellate e ben 663 dispositivi cronometrici! Si va dai semplici contatori al Racend Omega Timer, il primo fotofinish mai realizzato, introdotto nel 1949, che risolve il problema degli arrivi in volata nelle gare di velocità su pista. A conclusione della manifestazione, una considerevole rappresentativa di apparecchi e installazioni utilizzate viene esposta al Museo Scientifico della città, suscitando forte interesse da parte dei visitatori. L'impegno prosegue nel 1961 con la creazione dell'Omegascope, che modifica radicalmente la concezione e la psicologia del cronometraggio: si tratta di un cronografo elettronico rattrapante dotato di un dispositivo ottico che permette di sovrascrivere alla base dello schermo televisivo i tempi di ciascun atleta per mezzo di una serie di cifre luminose indicanti i minuti, i secondi, i decimi, i centesimi e i millesimi di secondo. È del 1966, poi, un'altra fondamentale novità, quella dei cosiddetti "touch pad" per le gare di nuoto, basati su una tecnologia che reagisce unicamente al tocco dei nuotatori e non agli schizzi d'acqua, sistema tuttora utilizzato per le gare in piscina.
Altra tappa fondamentale è quella di Seoul, nel 1988, anno in cui Omega compie uno sforzo enorme per perfezionare la tecnologia del cronometraggio sportivo, impiegando 100 tecnici, 60 tonnellate di materiale e 400 chilometri di cavi, per un valore complessivo di attrezzatura pari a 10 milioni di franchi svizzeri e costi di ricerca e sviluppo che ammontano a circa 6 milioni di franchi svizzeri. Quattro anni più tardi, nel 1992, ai campionati invernali di Albertville, gli ultimi Giochi Olimpici in cui la Maison è stata cronometrista ufficiale, la Casa presenta il videofinish elettronico Scan'O'Vision, che permette di registrare i tempi dei concorrenti nelle gare di pattinaggio di velocità su pista breve. E infine, agli europei di nuoto di Helsinki del 2000, la più recente innovazione del cronometraggio sportivo nell'era di Internet: Live Timing, un sistema che offre a chiunque disponga di un accesso in rete la possibilità di seguire in tempo reale le gare di nuoto e di tuffi sul sito web Omega Timing Internet.
spero di non essermi intromesso nel suo lavoro Dott. Nicola, se così fosse mi scuso e cancellerò quanto sopra.
cordiali saluti, Giuseppe.. -
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Complimenti sinceri
Daniele. -
Valex16.
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complimentoni . -
Gravina.
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Croce Olimpica al Merito - Seamaster XVI - Melbourne - 1956
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Gravina,
ma cosa sono questi ?
Complimenti Nicola per questo magnifico Topic
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Gravina.
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QUOTE (Il Segnatempo @ 20/1/2010, 07:15)
Ciao amico!!!!
Bello!
Omega MG 6407 “Soccer” timer to the 1/5 th, 1966 – Calibre 8160A LWO (Lemania Watch Orient), one revolution in 60 seconds, 60 minute totaliser, 26 hour power reserve. Start and stop via the crown, reset (by the pusher) possible while the timer is running for split reading. Two-colour dial specially designed fot timing soccer (45 minute periods), field hockey (35 minutes period) and volleyball.
Namaste
Gravina
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Gravina.
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Namaste
Gravina. -
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Che Topic, Ragazzi!!! Complimenti . -
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O&P: La Sorbonne de l'horlogerie . -
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...competizione aerea Gordon Bennett di Zurigo del 1909
olimpiadi invernali di Garmisch-Partenkirchen del 1936
olimpiadi di Berlino del 1936
il fotofinisc "Raced Omega Timer" debuttò ai giochi olimpici estivi di Londra nel 1948
giochi invernali di St. Moritz del 1948
il Time Recorder OTR-1 utilizzato ai giochi estivi del 1952 a Helsinki; azionato da un quarzo era in grado di stampare al centesimo di secondo tutti i tempi di una gara.
crono rattrapante del 1956
i tabelloni elettronici ai giochi invernali di Innsbruck del 1964, che poterono per la prima volta documentare i tempi di parecchi atleti
.....
il sistema Scan O'Vision del 1990.
saluti, Giuseppe.. -
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Oggi cercherò di inviare questa ricerca ad una rivista del settore.
Vediamo se e come mi sarà risposto. -
Gravina.
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QUOTE (nicola1960 @ 16/6/2010, 08:37)Oggi cercherò di inviare questa ricerca ad una rivista del settore.
Vediamo se e come mi sarà risposto
Bravo Nicola!!
Complimenti!
Gravina.