Sul web si autocostruisce lo slang giovanile

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    Tutto è nato da un'inchiesta de "l'Espresso" sul nuovo linguaggio giovanile di fine Millennio. Uno slang scherzoso, ludico e creativo fatto di sigle e metafore inventate, rielaborate, accorciate e raddoppiate. Neologismi e tormentoni rubati al dialetto e a Internet, al cinema e alla tv. Sono meteore velocissime le parole dei giovani: durano una decina d'anni, dicono gli esperti, e poi scompaiono. L'unica è stargli dietro in tempo reale.
    Così, quando è nato il sito dell'Espresso, abbiamo lanciato il primo dizionario dello slang giovanile on line. E oggi dopo 4 anni "Slangopedia" contiene più di 800 voci, tutte proposte dai lettori di ogni parte d'Italia (e dall'estero), che inviano la loro mail con età, luogo di provenienza e significato della parola prescelta. Un vocabolario autocostruito insomma, in cui ciascuno dice la sua e invia parole e gerghi (incomprensibili ai più) con cui i teenagers comunicano quotidianamente tra di loro.

    Tra i vocaboli più gettonati, al primo posto rifulge lo spinello/canna: con le sue varianti regionali "bomba" (Abruzzo), "cecio" (Savona), "ciurmacca" (costa adriatica), "porro" (Cuneo), "tizzone" (Genova), "viola" (Milano). Come si definisce oggi una bella ragazza? "Cellona" o "verza". Quella brutta, invece, è una "sdraiona", "pitona", "zebrona" o addirittura un "comò". Mentre un ragazzo troppo fighetto è bollato come "cabinotto" a Torino, "sancarlino" a Milano e "chiattillo" a Napoli. Ma i lettori non si limitano a inviare a Slangopedia le loro parole. Molti mandano osservazioni, consigli e critiche.

    Uno dei problemi che si è posto quasi subito, ad esempio, è stata la questione filologica: cosa è davvero linguaggio giovanile, e cosa non lo è? Ci ha scritto il signor Nino Strano, 52 anni, di Pavia: "Mi fà (testuale) piacere che i giovani usino ancora termini della mia gioventù. Vi posso assicurare che abbozzare, abbummato, massiccio, attraccare, lofia, erano in uso, con lo stesso significato, almeno a Catania. Ammuzzo e spacchiuso fanno parte del dialetto catanese. E non mi fate passare pirla e mona per termini giovanili: sono vecchi come i dialetti lumbard e veneto a cui appartengono". È vero. Ma non è facile individuare dove finisce il dialetto e comincia il linguaggio giovanile (e viceversa).
    Secondo alcuni studiosi lo slang giovanile ha un marchio d'appartenenza preciso, caratterizzato dall'estrazione sociale: c'è quello ironico e innovativo degli studenti acculturati delle classi più elevate, in grado di manipolare la lingua ufficiale, rielaborarla e contaminarla (con schegge di lingue straniere, Internet, gerghi specifici), mentre i giovani meno scolarizzati hanno come unica risorsa linguistica il loro parlato, che ha ancora una forte componente dialettale.

    Da Marco Leali, Nord Italia, è arrivata una proposta: "Per dare una svolta al vostro dizionario, ti propongo di raccogliere i termini, oltre che per ordine alfabetico, anche per significato. In pratica, oltre che la versione slang>italiano fare anche quella italiano>slang. Sono un copywriter pubblicitario e se devo cercare come dicono i giovani "figo, tosto, ganzo" dove lo trovo?". Certo sarebbe interessante creare dei sottogruppi di parole con le relative varianti geografiche. Per scoprire che, dal Nord al Sud della penisola, pomiciare, limonare, abbozzarsi, allipparsi e misciarsi vogliono dire tutti la stessa cosa.
    L'ultima novità, poi, oggi è parlare per anagrammi. Come spiega Andrea Dini, 21 anni, di Milano ([email protected]): "Molto utilizzato nella mia compagnia è l'uso degli anagrammi: se un ragazzo si chiama Federico, il suo nome sul campo sarà senz'altro trasformato in Defe per gli amici. Così se una persona si ubriaca o è troppo fumata , il suo essere è quello di "toffa" (pseudoanagramma di "fatto"). Così il termine canna, ormai demodè, viene sostituito con "naca"".

    Mica semplice. Ma, consultando Slangopedia, ogni suono che esce dalla bocca di un adolescente apparirà chiaro e cristallino. Anche un discorso come questo: "Bella raga (ciao ragazzi), chi si colla (collare=fare la colletta per il fumo) un doscu (scudo=5 Euro), un cade (deca= 10 Euro), una zame (mezza= 50 Euro) per il moffo? Poi ci prendiamo una rabi (birra) e via tutti a reballa (ballare)".
    (3 ottobre 2005)
     
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    La slangopedia


    A_______________________________________________________________
    Abbozzare.
    Nell’alta Toscana significa anche smettere, cessare, concludere immediatamente un comportamento nervoso. Es.: “Eddai, abbozzala (smettila), sennò rischi che celebecchi”. Proposta da Fabrizio Quintieri ([email protected]).

    Abbozzarsi.
    (Attenzione, non è riflessivo, ma reciproco !). Significa: pomiciare, limonare con grande impegno e passione.
    "Ieri sera con Valeria ci siamo abbozzati per due ore !". "Guarda quei due, come si abbozzano !". (Catania e Sicilia orientale).
    Proposta da Federico ([email protected]).

    Abbummato.
    Completamente fumato, da dormire in piedi. Troppo perso.
    Proposta da Tania e Marzia di Catania ([email protected]).

    Abbuttato/a.
    Stufo/a (ad es. mi sono abbuttato) o rigonfio/a, che presenta un rigonfiamento (ad es. la scatola è un pò abbuttata sul coperchio).
    Proposta da Eugenio Sciabica Palermo. ([email protected])

    Accannarsi.
    Lasciarsi, farla finita con il ragazzo o la ragazza.

    Ma anche fumarsi una canna, uno spinello (nel centro-meridione, Basilicata). Proposta da Tina Morabito ([email protected]).

    Acciombare.
    (Termine toscano). Quando si fa un incidente e nello scontro vengono riportati (dal mezzo) danni alla carrozzeria.
    Ps: Il verbo esatto, toscano, é "ciombare", da cui il sostantivo "ciomba" ad indicare l'ammaccatura della carrozzeria.
    "Maremma, che ciomba!" esclama il genitore grossetano quando il figlio (briaco) gli riporta la macchina. Saluti, Domenico Evangelista.

    Accollarsi
    Annoiare, scocciare, insistere, seccare in maniera fastidiosa, letteralmente mettersi sul collo. Es: “Quanto t’accolli!!”, “t’accolli una cifra”. Proposta da Claudio Di Loreto e Valeria Venza, da Roma ([email protected]).

    Agnello.
    Chi sta sotto esame o sotto interrogazione.

    Aiza (leggasi "aiz").
    Traduzione napoletana del verbo "alzare" alla terza persona singolare, tempo presente indicativo.
    Usata specialmente per mandare qualcuno a quel paese, ma sempre in modo scherzoso.
    Volendo diventare leggermente più offensivi, li si manda ad alzare la m...
    Proposto da Clelia Patrone ([email protected]).

    Alef.
    Alto, lungo e fesso. Così si dice di persona dotata di alta statura e poco cervello.
    Da Pino Novisa, Taranto ([email protected])

    Alfonso.
    Stupido, gonzo, storicamente abitante della bassa bresciana.
    Proposta da Guido Bosticco, Giovanni B. Magnoli e Plinio Amendola di Pavia. ([email protected]).

    Allampare.
    Riempire di schiaffi una persona. Proposta da Annalisa da Pozzuoli ([email protected]).

    Allapparsi.
    Annoiarsi, rompersi. Da Brunilde, Pescara ([email protected])

    Allievo.
    Scrive Raffaella da Bari: «L’allievo non é uno studente ma é un calamaretto di mare!! e se si vuole mangiare del buon pesce crudo a Bari, non chiedete calamaretti freschi e crudi, ma allievi! vi capiranno al volo». ([email protected]).

    Allipparsi.
    Baciarsi molto appassionatamente, per essere più precisi con la lingua. Buona allippata a tutti!!!!!!!!!
    Proposta da Tania e Marzia di Catania ([email protected]).

    Allonsanfiamo.
    Sorgiamo dalla nostra pigrizia quotidiana e facciamo qualcosa di ideologicamente valido (dalle prime parole della Marsigliese).
    (Alberto Gottlieb, Genova).

    Alzare.
    Avere rapporti sessuali. Per esempio: me lo sono alzato, nel senso me lo sono fatto.
    Ma anche rubare, come propone Fabio Mazzotti di Genova ([email protected]).
    Axe Zumaglini ([email protected]) propone invece il significato di prestare.
    Vuol dire anche rimediare una quantità di soldi, Riccardo Farabegoli di Roma ([email protected]).

    Amedeo.
    Effeminato, gay (citato nel film "Amore a prima vista" di e con Vincenzo Salemme).
    Proposta da Italo, 23 anni di Napoli ([email protected]).

    Ammucca Lapuni.
    Letteralmente significa mangiare grosse api, cioé di colui che è ingenuo e crede a tutto rimanendo a bocca aperta. Proposta da Fabio, 28 anni, e Giada, 24 anni, da Catania ([email protected]).

    Ammallorato.
    Non sentirsi in forma, da Max Casu, Cagliari ([email protected]).

    Ammoccarsi.
    Limonare, baciarsi con la lingua. Proposta da Maria, Napoli ([email protected]).

    Amminchialire.
    Rimanere di stucco, stupefatto, spiazzato (anche riflessivo: amminchialirsi). Proposta da Antonella da Catania ([email protected]).

    Ammuccare.
    Rubare, fregare.

    Ammummiarsi.
    Imbambolarsi, fissare immobili un punto. Proposta da Luigi di Trani, Puglia ([email protected]).

    Ammuninare
    Napoletano e campano in generale, viene da “moina” e significa mettere confusione, fare baccano, creare marasma, oppure mettersi in cerimonie. Proposta da Nicola Coppola, 34 anni, Avellino ([email protected]).

    Ammuzzo.
    A caso, così come viene.
    Proposta da Sarah Sasso di Torino ([email protected]). Precisa Lorenzo da Bari ([email protected]): «Credo che l’etimologia di questa parola sia “a muzzo”, espressione che si usa anche al Sud con lo stesso significato, dove “muzzo” indica una quantità di roba non meglio definita».

    Andare in oca.
    Quando ci si incanta fissando il vuoto o un punto qualsiasi davanti a sé e si cade in uno stato vegetativo.
    Proposto da Giulia Ghiretti ([email protected]).

    Appagno.
    Impennata di veicolo a due ruote, usato in area trapanese. Proposta da Annalisa, neolaureata in Lettere Moderne con tesi sull’italiano regionale ([email protected]).

    Appalazzare
    Mettere le tende . Es: Non ti appalazzare, non rimanere a lungo in un posto. Proposta da Annamaria, Molise ([email protected]).

    Appallozzarsi.
    Vuol dire riposare, quasi a sfiorare lo stato larvale.
    Proposta da Jacopo Manna di Terni, nella frase "Quando pozzo m'appallozzo! Spesso pozzo!" ([email protected]).

    Apparecchiarsi.
    Viene usato con due accezioni diverse: 1) cadere, soprattutto se in una buca, 2) preparararsi con un look che sfocia nell'eccessivo.
    Da Ida di Napoli.

    Apparroccolare.
    Intraprendere atteggiamenti amorosi con ragazze/i, fino a fare sesso sfrenato.
    Proposta da Enza Chiarello da Crotone ([email protected]).

    Appattare.
    Far quadrare i conti. Proposto da Vincenzo Cusimano ([email protected]). Per Marco, Napoli ([email protected]), significa discutere, anche animosamente, per risolvere una questione non facile (es.: "amma appattà"= dobbiamo appattare).

    Area.
    Modo scortese per richiamare l’attenzione di una persona (“Ehi tu!”). Usato nella zona di Treviso, proposto da Federica ([email protected]).

    Aristofreak.
    Giovane di buona famiglia con frequentazioni underground.
    Da Beniamino Marini di Milano ([email protected]).

    Arrifardiarsi.
    Ritirarsi da/abbandonare un programma, piano, un invito . La provenienza credo sia di origine palermitana, almeno così mi dicono, anche se è fortemente in uso in provincia di Ragusa.
    Proposta da Giovanni Carpenzano ([email protected]).

    Asciugare.
    Rubare.
    Proposta da Eleonora Caselli di Milano ([email protected]).
    Daniela, 22 anni di Busto Arsizio, ha invece un’altra interpretazione: ASCIUGARE (QUALCUNO): fare una testa tanta a qualcuno raccontando sempre le solite cose o cose noiose. Da qui derivas il termine SCOTTEX (o ASCIUGONE o ASCIUGONE REGINA) per designare una persona che fa così sempre. Es: Marco ha fatto un’ora ad asciugarmi col Milan. ([email protected]).

    Attaccar pezza.
    Parlare logorroicamente specie di cose che non interessano: “Quello mi ha attaccato una pezza”.
    Proposta da Graziano Coppa di Bologna.

    Attasso.
    Sfortuna. Es: Quello porta attasso. Proposta da Annalisa, neolaureata in Lettere Moderne con tesi sull’italiano regionale ([email protected]).

    Attizzare.
    Piacere fisicamente, riferito a una persona, o spesso a un divo del cinema o della televisione, in genere detto da ragazze (es. "quello m'attizza parecchio").
    Proposta da Luigi Spagnolo, 16 anni di Tortora, provincia di Cosenza. ([email protected]).

    Attraccare.
    Conoscere una ragazza e cominciare una storia. Se va buca, attraccare al molo.
    Proposta da Gigi Barletta dall'Ecole Centrale de Lille ([email protected]).

    Attraversare.
    Usato in senso negativo per indicare cosa o persona non interessante. Per esempio: tu mi attraversi, non m'interessi.

    Azzeccarsi.
    Essere azzeccato, forse in relazione agli acidi su francobollo che si leccano, vuol dire essere diventato, ormai, definitivamente 'schizzato' per la droga, ipercinetico. Per l'effetto di un acido o di troppe canne.
    Proposta da Gabriella Taddeo ([email protected]).

    Azzizzato/a.
    Abbellito/a dall'arabo "AZIZ" bello/a.
    Proposta da Eugenio Sciabica. ([email protected]).

    B_______________________________________________________________ Babbaluga.
    Over 30 ancorato allo stile di vita adolescenziale/giovanile.
    Da Paolo di Busto Arsizio (Va).

    Babbanza.
    L'atto del babbare, il furto ([email protected]).

    Babbare.
    Rubare: in senso piú ampio, con losche azioni volte all'incameramento di beni in modo non del tutto legale o morale.
    proposto da [email protected].

    Babbiare.
    Prendere in giro ( vedi "Il siculo" di Andrea Camilleri), da Remo di Roma.

    Babbo.
    Persona così buona che casca in tutti gli imbrogli, ingenuo. ("sei proprio un babbo"). Proposto da [email protected].
    Anche secondo Fabio Mazzotti di Genova: sfigato, persona impacciata, incapace o timida ([email protected]).

    Babbo di minchia.
    Idiota.
    Proposta da Silvia, da Udine ([email protected]).

    Babbone.
    Colui che per consuetudine si dá alla babbanza, persona che spesso e volentieri si impossessa impropriamente di cose altrui (proposto da [email protected]).

    Babbucchione.
    Fessacchiotto, sfigato, anche un pò tontolone. Da Luisa C. di Genova.

    Baccagliare.
    Corteggiare, tacchinare (vale per gli uomini e per le donne indistintamente) ([email protected]).
    A Roma ha un significato inequivocabile: "baccagliare" (lemma italianizzato dal dialettale "baccajare") sta per "protestare energicamente". ([email protected]).

    Baccano.
    Detto in Trentino di persona poco raffinata, dal comportamento rozzo, che ignora le regole del bon-ton (l'equivalente del burino romano). Di Barbara Bernardi di Rovereto (TN).

    Baldocci.
    Soggetto che ama intrattenersi con donne ovunque sia possibile seppur con risultati non sempre soddisfacenti.
    Proposta da Salvatore Vinci di Pisa (sasa1978 [email protected]).

    Balino.
    Letto (andare a balino). Di Serena Uberti, Verbrugge (Bruxelles)

    Balordone.
    Stato confusionale derivato da ansia o agitazione o semplicemente da una emozione positiva o negativa che ritarda i normali processi mentali. Nel "balordone" ci si può finire anche per un utilizzo spropositato di alcool.
    Il balordone é l'indisposizione in cui cade una persona nel compiere le operazioni comuni anche più semplici. "Sei nel balordone!".
    Proposta daLuca ([email protected]).

    Balotta.
    Comitiva esuberante, gruppo di giovani che si ritrovano per far casino insieme.
    Di Manuela Pagliacci da Bologna ([email protected]).

    Bamba.
    O papalina, è la cocaina.
    Proposta da Marta Costantino, 22 anni di Desio (Milano). ([email protected]).

    Bambacione.
    Ingenuo, facile da raggirare. Proposta da Giovanni Scuderoni ([email protected]).

    Bancheggiare.
    Stare seduto in classe senza fare niente.
    Da Francesca Rivolta ([email protected]).

    Bancomat.
    Viene usato per indicare un luogo di ritrovo in un paese in cui non c'è uno straccio di locale aperto dopo cena: "ci vediamo al bancomat" (perché aperto 24 ore su 24).
    Di Guglielmo Venturi di Milano ([email protected]).

    Banfare.
    O ladrare, barare al gioco.
    Proposta da Enzo Lombardi di Gravina, in Puglia ([email protected]).
    Anche raccontare balle, proposta da Marcel in provincia di Varese ([email protected]).

    Baraccare.
    Fare festa, da Ravenna.

    Barcagliare.
    Corteggiare, andar dietro a qualcuno in modo evidente.
    Con lo stesso significato, andare in cerca di ragazze, Stefano Celli di Torino propone la versione Baccagliare ([email protected]).

    Barella.
    Cocaina, perché chi si fa finisce in barella.
    Proposta da Zeno Tomiolo di Milano ([email protected]).

    Barnello.
    Spinello, di Luca Bonetto da Milano ([email protected]).

    Barotto.
    simile a tamarro, ragazzo di campagna (o di collina) che quando arriva in città si sente perso, fuori posto, parla con inflessione dialettale ed é vestito in maniera ridicola. Proposta da Federico Ferrero di Alba (CN) ([email protected]).

    Baruccare.
    Falsificare, taroccare, imbrogliare.
    Proposta da Stefania ‘74, Verona ([email protected]).

    Basare.
    Purificare la cocaina con ammoniaca e fumarla. Andrea, Milano.

    Battere i pezzi.
    Corteggiare. Ma anche nel senso di rompere le scatole.

    Bazza.
    Bella storia, cosa che piace ("es è una gran bazza").
    Proposta da Alessio Scelleri, neolaureato della provincia di Modena ([email protected]).
    A Milano invece vuol dire bugia, esagerazione: da Beniamino Marini di Milano ([email protected]).

    Bebé.
    Sinonimo di persona dipendentissima dalla madre e dal suo pensiero.
    Proposta da Kitty & Goku di Firenze ([email protected]).

    Bella.
    Sta per ciao, saluto molto amichevole (pare provenga da bella giornata, o bella prova).
    Secondo Alfredo Fontanini di Pasadena, l'origine non sta in bella giornata, ma in bellalì, espressione introdotta dal disc-jockey Alberto di Molfetta (Albertino di Radio Deejay), che a sua volta è sinonimo del lombardo (pavese o milanese) tellà otelchì ([email protected]).

    Bella L.
    Si pronuncia "bèlale" con l'ultima "e" chiusa, in tono gasato e canzonatorio. Indica saluto a persona che si rivede con piacere e sorpresa.
    Da Manuela Corradini e Maria Giulia, Reggio Emilia ([email protected]).

    Benna.
    A Brescia significa automobile: si va in benna o a piotte (a piedi).
    Proposta da Arianna Mariasole Lancini ([email protected]).

    Benza.
    La roba da bere, secondo Gory e Naira di Piacenza ([email protected]).

    Bernare.
    Bruciare la scuola, nel veronese.
    Da Elia De Tomasi ([email protected]).

    Bigiare.
    Saltare la scuola ([email protected]).

    Bipper.
    Il telefonino cellulare.

    Blindare.
    Beccare qualcuno a fare qualcosa che non dovrebbe o che vorrebbe tenere nascosta. Spesso come " m'hanno blindato...".
    Proposta da Gabriele di Tollegno (BI) ([email protected]).
    Ma sta anche per arrestare (es. "Mario è stato blindato"), secondo Arianna Minto di Venezia ([email protected]).

    Blindato.
    Persona protetta o ragazzo trattenuto in casa contro la sua volontà dai genitori; per eccesso, delinquente catturato, messo in un furgone blindato ("mi hanno blindato").
    Proposta da [email protected].

    Blisgare.
    Scivolare. Proposta da Loris di Maranello (Modena), ([email protected]).

    Boccale.
    Il sesso orale. Per esempio: fare un boccale.

    Boccalone.
    A Brescia e provincia, detto di giovane credulone, che abbocca facilmente.
    Proposta dal prof. Tarcisio Muratore di Orzinuovi (BS), ([email protected]).
    Ma anche persona notoriamente pettegola, secondo Arianna Minto di Venezia ([email protected]).
    Per [email protected] boccalone deriva dal nome di un pesce chiamato così perché abbocca facilmente anche senza esche elaborate. Se ne evince che boccalone significa ingenuo, soggetto debole e facilmente raggirabile anche con semplici imbrogli.

    Boccheggiare.
    Nel bolognese viene usato con lo stesso significato dell'altrettanto slang "sgamare", cioé sorprendere qualcuno, beccarlo di sorpresa.
    Di Graziano Coppa di Bologna ([email protected]).

    Boccia.
    Bambino, ragazzino. Non è usato al femminile. Però al plurale può definire un gruppo di bambini e anche bambine: “i boccia”. Proposta da Marcello ([email protected]).
    Precisa Eugen Pecoraro ([email protected]): «Non conosco il termine “boccia” per ragazzi, ragazzotti, bambini, ma “bocia” che in piemontese (torinese?) indica esattamente quanto detto sopra. Se ricordo bene, con “bocia” si indicavano i vecchi alpini, quelli che avevano fatto la guerra».

    Bödro.
    Grosso, grasso.
    Proposta da Linda Sabbadin di Vezia, Canton Ticino (Svizzera), e da tutta la sua classe ([email protected]).

    Bogartare.
    Quando uno trattiene per troppo tempo una canna che gira tra amici, fumandola quasi tutta. Es: “Smetti di bogartare la cannetta, egoista, passala!”. Dall’americano “to bogey/ bogart the joint”, dal nome dell’attore Humphrey Bogart che teneva la sigaretta fissa in bocca. Coniato nella canzone di Willie Nelson “Don’t bogart that joint, my friend. Pass it over to me”. Usato nella Brianza (dobe abitavo fino a poco fa). Proposta da Katy, 32 anni, da Dublino (Irlanda) ([email protected]).

    Bolla.
    di persona eccessivamente polemica o particolarmente insistente da risultare sgradevole. Es: Dovrebbe calmarsi, quello/a é una bolla!. Proposta da Alessandro Pozzebon, dalla zona di Venezia-Treviso ([email protected]).

    Bollito.
    Rincoglionito.
    Proposta da Till Neuburg, vecchio - dice lui - padre di un figlio giovane ([email protected]).

    Bomba.
    Lo spinello. Proposta da Fabrizio Antinori, Abruzzo ([email protected]).

    Bombarsi.
    Assumere una dose eccessiva di qualcosa: alcool, pillole, ecstasy. Per esempio: si è bombato di birra.

    Bomber.
    Stordito, poco sveglio.
    Proposta da Fabio Mazzotti di Genova ([email protected]).

    Bonci.
    Espressione per concludere una frase: "(...) e bonci!"; e ancora, per dare un ok affettuoso a quanto detto dall'interlocutore.
    (Luisa C., Genova).

    Bonza.
    Eroina.
    Proposta da Zeno, hinterland milanese.
    Secondo Massimilano Ferrari ([email protected]), invece, nella zona di Modena “bonza” sta a indicare una pancia prominente, grossa.

    Boommare.
    Accendere lo spinello.
    Proposta da Linda Sabbadin di Vezia, Canton Ticino (Svizzera), e da tutta la sua classe ([email protected]).

    Borrire.
    Sgridare, rimproverare con forza qualcuno. Da cui borrita, sgridata (mi son preso una bella borrita).
    Da Elena, Brescia ([email protected]).

    Bossare.
    Imbrogliare, rubare.
    Proposta da Chiara Guatelli di Genova, ([email protected]).

    Botta.
    Sniffata. Proposta da Marta Costantino ([email protected]).
    Ma anche ciclo di anabolizzanti, nel gergo delle palestre e dei culturisti: "stare sotto botta"= fare un ciclo di anabolizzanti,
    di Salvo Tavella da Roma ([email protected]).

    Bozzona.
    Ragazza prepotentemente sovrappeso. Proposta da Mace, 20 anni, Firenze ([email protected]).

    Brasa.
    Droga. Proposta da Linda Sabbadin di Vezia, Canton Ticino (Svizzera), e da tutta la sua classe ([email protected]).
    Per indicare il fumo, inteso come droga, Marcello Pinti di Tavernerio (Como) segnala "gremo" nella zona di Monza, e "pasta" o "giunto" adoperati a Bergamo ([email protected]).

    Brasare.
    Fumare, da Pavia.

    Brasato.
    Fermato all'istante, inchiodato. L'ho brasato con uno sguardo...

    Bradipo.
    Persona lenta e poco vivace.
    Proposta da Sarah Sasso di Torino ([email protected]).

    Brazeiro.
    canna. Proposta da Paola, 27 anni, di Piacenza ([email protected]).

    Bresciano.
    Chi va al mare senza saper nuotare o resta in spiaggia senza fare il bagno.
    Secondo Alberto Ghiara da Genova ([email protected]), esprime il disprezzo degli indigeni liguri di fronte all'invasione estiva dei turisti lombardi e piemontesi.

    Brillo.
    uomo sulla trentina con testa rasata (che brilla al sole). Ha sempre in mano una bottiglietta d’acqua minerale tipo biberon (é sempre la stessa, riempita d’acqua del rubinetto per risparmiare). Non è molto organizzato e non legge i giornali. Si accompagna spesso a una ragazza della stessa età (la brilla) che veste in modo noioso (roba beige firmata e borsettina da 5000 euro) e che assomiglia a sua madre (di lui). Proposta da Camilla Galli da Bino, da Dublino ([email protected]).
    Aggiunge Ernesto ([email protected]): «Essere brillo, per lo meno a Genova, significa essere privo di qualcosa. Es.: “Hai un po’ d’acqua?No, sono brillo”. “Hai una siga? Brilla”. Più in generale si riferisce a una persona che non fa uso o momentaneamente non é in possesso di alcol o sostanze stupefacenti».

    Brillone.
    Persona che, benvestita e benpensante, è spesso bersaglio di provocazioni. Per benpensante si intende che non beve, non fuma "canne", non si siede per terra e simili. Il lemma è diffuso soprattutto nei quartieri della periferia di genova.
    Proposta da Fabio ([email protected]).

    Broccolare.
    Equivale a baccagliare e quindi cercare di intortarsi una ragazza o un ragazzo.
    Proposto da Arianna di Vigevano (Pv), ([email protected]).

    Broda.
    Il nome che si da alla benzina a Milano, secondo Marcello Pinti di Tavernerio (Como), ([email protected]).

    Bronsa.
    La parte accesa della sigaretta. Proposta da Stefania da Padova ([email protected]).

    Brozzi.
    Il brozzi è un'entità astratta dai molteplici significati, l'etimologia della parola nacque nella notte dei tempi... La parola in sé non ha significato, mentre nelle sue varianti...
    Sei proprio un brozzi.=.. Sei un 'soggetto' cfr.
    Mi sento un pò brozzo =... Sono fuori forma, non mi sento tanto bene...
    Stai a brozza'.=.. Stai 'cazzeggiando' cfr.

    Bruciare.
    Saltare la scuola, in veneto.

    Budriga, o bodrega.
    Con infinite varianti, è la pancia possente e assai pronunciata, a Parma.
    Proposto da Giulia Ghiretti ([email protected]).

    Buffalo.
    Brufolo. Proposta da Alfredo Fontanini di Pasadena ([email protected]).

    Bulbo.
    Capelli. Secondo Francesco, bolognese, «il bolognese veramente giovane affermerà al suo amico scapigliato dalla corrente: Con questo vento hai un bulbo che non si affronta”».
    ([email protected]).

    Bulo.
    Simpatico, interessante, forte, ganzo (nella provincia di Perugia). Può essere rafforzato con il superlativo, es.: “ieri allo stadio é stato bulo”. “Sei bulissimo!”. Proposta da Paolo da Gubbio (Perugia), ([email protected]).

    Buro.
    Canna.Proposta da Stefania da Padova ([email protected]).

    Buro (o burro).
    Spinello, nel padovano ([email protected]).

    Busa.
    lett. buca. “Essere in busa” si dice di chi é triste, depresso, malinconico. Proposta da Gianluca e Francesca di Treviso ([email protected]).

    Buttare il baco.
    Testare la disponibilità a “socializzare” di una ragazza. Proposta da Mace, 20 anni, Firenze ([email protected]).

    Buzzicona.
    Donna grassa. Secondo Alberto Pallotta di Roma l'origine, o quanto meno la fama, di questo vocabolo si devono ad Alberto Sordi. ([email protected]).

    C_______________________________________________________________ Cabarro.
    È un tipo rissoso, che litiga facilmente anche per questioni stupide. Proposta da Paolo, 19 anni di Brescia ([email protected]).

    Cabbarella.
    Ragazza malcurata ( anche "gina").
    Proposta da Alfredo Fontanini di Pasadena ([email protected]).

    Cabinotto.
    Ragazzo con la puzza sotto il naso che generalmente veste con scarpe Dr. Marten's, usa giubbotti North Sails e zaini Jansport, ha l'abitudine di tenere il colletto della camicia rialzato, e ascolta musica commerciale. Nella maggior parte dei casi proviene da famiglia benestante e fa un pò il fighetto.
    Da Giada di Torino ([email protected]).

    Scrive Federico Ferrero di Alba (CN) ([email protected]). : «Vorrei precisare l’etimologia di cabinotto. Il termine indica effettivamente quello che avete scritto, ma (i cabinotti, n.d.r.) si chiamano così perché a Torino esiste una gelateria molto carina e costosa (il Gatsby) fuori dalla quale, almeno fino a qualche tempo fa, c’erano delle cabine telefoniche. I soggetti in esame si riunivano davanti all’entrata del locale e, quindi, furono accomunati alle cabine».

    Cabrio.
    Da cabriolet, macchina decappottabile. Dicesi di persona completamente sbronza, quindi “aperta” come una macchina cabrio. Usato nel Nordest, proposta da Alberto Gerli ([email protected]).

    Cacirro.
    Chi veste fuori moda.

    Cagnolare.
    Vomitare, una cosa che fa schifo. Proposta da Amanda, 15 anni, di Ancona ([email protected]).

    Caigo.
    La nebbia. Proposta da Arianna Minto (VE) ([email protected]).

    Cairina.
    Donna di guai, sfasciafamiglie, in senso molto offensivo.
    Proposta da Kitty & Goku di Firenze ([email protected]).

    Calarsi.
    Uso: tutta l’Italia. Assumere una sostanza stupefacente (anfetamine, meta-anfetamine), ingoiare una pasticca/capsula che contiene questo tipo di sostanza. Es: “Mi sono calato una stella”= “Ho preso una pasticca con su disegnata una stella”. Proposta da Iodi Distico ([email protected]).

    Calascio.
    dal sardo “unu calasciu” si dice per indicare una grande quantità di qualcosa. Una marea, un sacco ([email protected]).

    Caliare.
    saltare la scuola. Proposta da Cristina Castello, Siracusa ([email protected]).

    Calpest.
    L'antitesi (o la nemesi) del Carpet, il Calpestatore. Colui che impugna il battipanni e ti riduce a tappeto.
    Proposta da Deborah Ponzio (in arte Kay Carpetta), Milano ([email protected]).

    Camionista.
    donna lesbica molto maschile nell’atteggiamento (tipo quelle tutte palestrate, truccatissime). Proposta da Sara Guerra, Udine ([email protected]).

    Camomillati!.
    Datti una calmata. Usato + che altro dalle ragazzine di 15 anni, a chi é + grande invece suona parecchio ridicolo. Proposta da Daniela, 22 anni di Busto Arsizio ([email protected]).

    Camporella.
    Andare in macchina con il rispettivo ragazzo/a e darsi alla pazza gioia. Proposta da Ilenia De Simone, Alto Adige ([email protected])

    Cancello.
    Uomo/donna non troppo avvenente, in effetti largo e non troppo alto come appunto un cancello. Proposta da Filippo da Roma ([email protected]).

    Cannare.
    Sbagliare ([email protected]).

    Canotto.
    Una ragazza che ha le labbra o il seno siliconati.

    Carabina.
    Sinonimo di sbronza. ([email protected]).

    Carlotte.
    Fighette (citato dalla bibbia dello slang "Jack Frusciante è uscito dal gruppo" di Enrico Brizzi).
    Caratteristiche peculiari: assorbente esterno, minigonna che svela la calza velata.
    Proposto da Anna Violante ([email protected]).

    Carmela.
    stai carmela, vuoil dire stai calma, tranquilla ([email protected])

    Carniforare.
    desiderio fortissimo di fare sesso con immenso coinvolgimento. Proposta da Cristina Brandi ([email protected]).

    Carpet.
    In inglese vuol dire tappeto, moquetteria, in senso lato zerbino. Si usa per definire persone troppo buone, che non sanno dire di no, che si trovano alla mercè del fidanzato, della suocera, del capufficio e così via, e faticano ad affrancarsi da questa situazione.
    Sono quelli che hanno tatuato "welcome" sulla fronte, insomma. "Carpet" ha dato origine per estensione a tutta una serie di vocaboli quali: carpettizzare, carpettizzato/a, ma si usano volentieri anche zerbinizzare, zerbinato/a, zerbinizzato/a, oppure tappetizzare, tappetizzato/a.
    Il motto dei Tappetini Umani è "Carpet Diem!", traducibile maccheronicamente come "un giorno da Tappeto" o "acchiappa la chance di essere Tappeto".
    Proposta da Deborah Ponzio (in arte Kay Carpetta), Milano ([email protected]).

    Cartola.
    Persona carina, simpatica, alla moda. Traducibile con l'americano "cool" o con il romanesco "gajardo": "sei una gran cartola".
    Di Manuela Pagliacci di Bologna ([email protected]).

    Catafratto..
    Si è catafratti quando si è stanchi, distrutti, smenati. “Sono catafratto”.
    Proposta da Silvia, da Udine ([email protected]).

    Catrame.
    Ragazza brutta. Proposta da Andrea, Milano.

    Cassa o meglio “essere in cassa”.
    Definisce lo stato comatoso conseguente ad abuso di sostanze alcoliche e depone a grande sfavore del soggetto in quanto assolutamente incapace di intendere e di volere. Es: “mi sono preso una cassa pesissima” esclamerà il morigerato fanciullo la giornata susseguente a una bravata con gli amici.
    Proposta da Francesco, bolognese ([email protected]).

    Cavazzìno.
    A Mantova significa tirchio, avaro. Dal dialetto "cavassìn", il cavedano. Dal latino volgare "capito, capitinis" (latino classico "capitonis").
    Da Gilberto Scuderi di Mantova.

    Cazzotene.
    abbreviazione di chi cazzo se ne frega......molto usata da noi (Firenze). Proposta da Cosimo pecchioli ([email protected]).

    Cecchinare.
    Bocciare, prendere un brutto voto. Per esempio: il prof mi ha cecchinato.

    Cecio.
    Spinello, canna.
    Proposta da Giamberto Cerruti di Varazze (Savona), ([email protected]).

    Cellona.
    Bella ragazza. Proposta da Gianclaudio Torlizzi di Roma ([email protected]).

    Cembolo.
    Si dice di persona con quoziente intellettivo che sfiora lo zero.
    Proposta da Martino Lapini ([email protected]).

    Centauro.
    “Composto di cento e auro, che ricorda Euro. Indica la quantità di cento Euro e ricorre dopo la domanda “quanti Euro?” a cui si risponde: un centauro. (Antonio Piagentini, Castelnuovo di Garfagnana, Lucca).

    Cesta.
    Fare le cose di nascosto. Si dice “fai cesta” per dire fai attenzione, nascondi.
    Proposta da Silvia, da Udine ([email protected]).

    Cheba.
    Il preside. In veneto significa gabbia, prigione. Nel gergo, carabiniere.

    Chiapparello (o chiappariello).
    Diminutico di cappero nella lingua napoletana. È l’uomo assai piccolo. ([email protected]).

    Chiattillo.
    Termine molto in voga nella Capri di Pomicino e De Lorenzo (pace all'anima loro), oggi viene usato per descrivere ragazzi o ragazze alquanto atteggiati che si vestono esclusivamente di vestiti firmati. Conosciutissimo anche a Napoli.
    Proposto da Alberto La Femina ([email protected]).

    Chiavico.
    a Bari é il figo, quello che ci sa fare, con le donne e nella vita. “Sei un chiavico!” é un’espressione di grande apprezzamento. Ovviamente, come tutti i complimenti, se detto in maniera sarcastica diventa la negazione di se stesso. Niente a che vedere con la “chiavica” ovvero la fogna, parola che credo venga dal napoletano ma anche a Bari si usa. Va da sé quindi che il sopracitato complimento sia solo e esclusivamente maschile. Proposta da Antonio Posa, Bari ([email protected]).

    Chicca.
    Pastiglia di ecstasy, proposto da Andrea, Milano.

    Chignolo.
    Spinello di media/lunga misura, prende il nome da un paese della provincia di Bergamo.
    Proposta da Giulio Vezzoli ([email protected]).

    Chinotto.
    Equivale a sesso orale. ([email protected]).

    Chiocchio.
    Bravo ragazzo, un pò scemotto, baccalà, timido e sottomesso, in special modo credulone ( in romanesco, "babbacione").
    Proposta da Italo, 23 anni di Napoli ([email protected]).

    Chiodo o ciodo.
    Farsi dare qualcosa (in genere droga) senza pagare subito. ([email protected]).
    Fare chiodo: bigiare la scuola in Toscana/Umbria.

    Ciarire.
    Ubriacarsi.
    Proposta da Silvia, da Udine ([email protected]).

    Cicchino.
    Sigaretta. Proposta da Alessandra de Renzis dalla Toscana ([email protected]).

    Cicci.
    I carabinieri. Proposta da Giamberto Cerruti di Varazze (Savona), ([email protected]).

    Ciddone.
    Colui ke agisce goffamente e/o in maniera scriteriata, secondo Yerkus, Torino ([email protected]).

    Ciffone.
    Uomo o donna decisamente orrendo/a- dal milanese “cifùn”, mobiletto dove si teneva il pitale quando non c’erano i servizi in casa. ([email protected]).

    Cifra.
    Molto. Per esempio: mi piace una cifra.

    Uso romano.

    Cilone.
    Il chiloom per fumare hascisc.
    Proposta da Eleonora Caselli di Milano ([email protected]).

    Cimurro.
    sinonimo di truzzo. Proposta da Federico Ferrero di Alba (CN) ([email protected]).

    Cingum.
    Gomma da masticare. Proposta da Gabriele Valdevit di Porcia, Pordenone ([email protected]).

    Ciocco.
    Incidente stradale. Es: Ieri ho fatto il ciocco. Proposta da Daniela, 22 anni di Busto Arsizio ([email protected]).

    Ciofeca.
    Una schifezza, non degna di nulla.
    Proposta da Paolo Crosetto & Cecilia di Torino ([email protected]).

    Ciolla.
    Pene. Proposta da Nicola Meliambro.

    Ciollone.
    Significa pene, in provincia di bergamo e Como.
    Da Giuseppe Toffetti ([email protected]).

    Ciosba.
    Sigaretta. Proposta da Lorenzo Brandonisio ([email protected]).

    Ciospa.
    Ragazza davvero brutta, da Luca Bonetto di Milano ([email protected]).

    Cipressetto.
    Qualcuno dal carattere chiuso, riflessivo, schivo e riservato.

    Cippo.
    La fine della sigaretta. Proposta da Stefania da Padova ([email protected]).

    Cisti.
    Proprio bello, fichissimo.
    Proposta da Paolo Crosetto & Cecilia di Torino ([email protected]). Scrive Yerkus, anche lui di Torino: "Con massimo rispetto per coloro ke hanno dato informazioni sul significato della parola "cisti", vorrei fare delle precisazioni fondamentali. "Cisti" dapprima è un rikiamo alla MASSIMA ATTENZIONE. Es.: Arriva la polizia mentre si è su una pankina in procinto di rollare una canna. Un amico ke sta di palo deve sussurrare: Cisti a Madama! ([email protected]).

    Citofonarsi.
    Chiamarsi di cognome. "Come ti citofoni?"= come ti chiami di cognome?
    Di Beniamino Marini di Milano ([email protected]).

    Ciucciare.
    Baciare con la lingua.
    Proposta da Loris di Maranello (Modena), ([email protected]).

    Ciulare.
    Fare sesso, di Luca Bonetto da Milano ([email protected]).

    Ciurlo.
    Persona fessa, stupida, che si fa prendere in giro.
    Di Jan Zerjal e Gherardo Fumo da Trieste ([email protected]).

    Ciurmacca.
    Spinello da compagnia, anche ciurmaccone, spinello molto pesante e ciurmacchella, spinello leggero, non impegnativo.
    In uso sulla costa adriatica secondo Luca Beducci ([email protected]).

    Cliccare.
    Puntare, toccare, con chiara allusione sessuale.

    Coddare.
    dal sardo “coddhare”, vuol dire scopare, trombare ([email protected]).

    Cofano.
    Ragazza inguardabile, sinonimo di cozza.

    Col.
    La col (dall'inglese to call, chiamare) è la squillo, la prostituta.

    Colla.
    Persona appiccicosa. Andrea, Milano.

    Comò.
    (Leggasi cummò). Donna brutta, ma veramente brutta, senza forme, in pratica tozza, che assume, pertanto, le sembianze di un comò - sinonimi: cuoppo, cesso, purpo, cozza....
    Proposto da Clelia Patrone ([email protected]).

    La stessa cosa secondo Daniela, 22 anni di Busto Arsizio, invece, dalle parti sue si dice COMODINO= ragazza molto brutta, generalmente bassa, grassa, aggraziata e femminile appunto come un comodino. ([email protected]).

    Coniare.
    Verbo, essere attaccati in modo morboso a qualcuno o a qualcosa.
    - La nonna è coniata con la religione!... - ([email protected]).

    Conigliare.
    Aver paura.

    Cozza.
    Ragazza brutta. Proposta da Till Neuburg, vecchio - dice lui - padre di un figlio giovane ([email protected]).
    Oppure è una tipa (o tipo) che si attacca visceralmente, in modo soffocante, come il frutto di mare allo scoglio, secondo Marcello Cometti di Taranto, giornalista e padre di un 18enne ([email protected]).

    Cozzalo.
    A Bari e provincia indica diffusamente una persona dai modi poco educati o dall’abbigliamento fuori luogo. Deriva dal termine dialettale che indica il mestiere di miticultore (czzal) uso a ripiegare i pantaloni fino alle ginocchia per un agevole compimento del proprio lavoro. A Taranto e provincia si osserva la variante “cozzaro”. Proposta da Ivan Dimitri Calaprice ([email protected]).

    Crasto.
    Cosa o situazione buona, positiva. Evoluzione di figo. Superlativo: crasto di bestia.
    Proposta da Zeno, hinterland milanese.

    Secondo Gregorio ([email protected]).

    dalla Sicilia orientale (Catania), invece, CRASTO: in senso positivo persona furba, in senso negativo cornuto (da crasto, maschio della capra).

    Cromato.
    Stare cromato vuol dire stare fuori, secondo Vincenzo da Napoli ([email protected]).
    (mi domando: perché la cromatura si dà fuori da moto/macchine? n.d.r.)

    Cuggino.
    Amico o conoscente che narra storie inverosimili spacciandole per vere; narratore di leggende metropolitane.
    Proposta da Riccardo Sabbadini, Torino.
    Da Livorno, Fabio ([email protected]) manda una parola assai simile: CUGI= Dicesi di persona piena di se stessa, che inventa storie inverosimili sulle sue mirabolanti imprese. A Livorno si identifica tipicamente con il surfista biondo, riccioluto, tatuato e palestrato, che in pantaloncini corti e canottiera a gennaio narra di aver appena affrontato onde tra i 5 e i 10 metri.

    Cuozzo.
    Versione maschile del termine "vrenzola" già presente nel vocabolario, in uso a Napoli.
    Termine consigliato da Martina di Udine in collaborazione con Gianfranco di Napoli.

    Cuppare.
    Saltare la scuola. Proposta da Harry, provincia di Teramo ([email protected]).

    Cuzzare.
    Chiamare per l’interrogazione. Comunque beccare, scoprire.
    Proposta da Sarah Sasso di Torino ([email protected]).

     
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    D_______________________________________________________________

    Dare la molla.
    Mollare, scaricare. Utilizzato principalmente nel senso di liberarsi della persona con cui si era soliti accompagnarsi. Es: Dove l’hai messa la morosa?” - “Cioé, le ho dato la molla, mi aveva troppo zagnato i maroni”.
    Proposta da Francesco, bolognese ([email protected]).

    Dattero.
    Cellulare ultimo modello super piccolo.
    Massimo Grimandi ([email protected]).

    Dentiera.
    La professoressa. Più in generale, una persona anziana.

    Depry.
    Storia o persona deprimente.

    Di bella.
    Alla grande. Proposta da Eleonora Caselli di Milano ([email protected]).

    Diera.
    Sta per spinello.
    Proposta da Silvia, da Udine ([email protected]).

    Dikone.
    Pene di grosse dimensioni. Dall'americano gergale dick.

    Domopack.
    Il profilattico.

    Dondolo.
    Oppure 'Organo', si dice in triestino di un uomo un pò deficiente.
    Proposta da Gaetano Baldi, ([email protected]).

    Double victory.
    Prendere un 4. Dalle due dita (indice e medio) aperte a V, simbolo della vittoria.

    Dragare.
    Vomitare. ([email protected]).

    Drummata.
    Una grossa fregatura. Proposta da Annalisa da Pozzuoli ([email protected]).

    E_______________________________________________________________

    Elisa.
    Sinonimo di ragazza che crede di essere bella e simpatica, e che in realtà è una delle tante.
    Da Andrea ([email protected]).

    Elmo.
    Il casco della moto.

    Emo.
    Diminutivo di emotivo. Aggettivo che indica qualcosa tutt’altro che duro, tendente un pochino al sentimentalismo o qualcuno vagamente femminile nel senso di qualcuno che mostra un lato un po’ + debole e vulnerabile del suo carattere. In generale è dispregiativo. Es: + che rock questa canzone é rock emo. Paolo sta diventando un po’ emo: fa’ discorsi un po’ strani, si tira un sacco di storie. Proposta da Daniela, 22 anni, di Busto Arsizio (thediabolicsaint @libero.it).

    Enorme.
    Bello, fantastico, entusiasmante.
    Proposta da Paolo Crosetto & Cecilia di Torino ([email protected]).

    Esagitata.
    Ragazza esageratamente bona (secondo i ragazzi di Castellammare di Stabia).
    Proposta da Giuseppe Buono ([email protected]).

    Espressino.
    in ogni bar di Bari (e provincia) indica un caffé espresso servito in una tazzina più ampia con diverse possibilità di correzioni e variazioni. Fuori dall’ambito locale non l’ho mai sentito. Mi date conferma? Proposta da Giorgio Maselli. Risponde Raffaele, da Foggia: «Confermo al corregionale di Bari che “espressino” si usa anche a Foggia e con lo stesso significato di un particolare caffé richiesto al bar» ([email protected]).

    Essere alle asse.
    Vuol dire essere messi, ridotti male fisicamente dopo una sbornia. Le asse sarebbero delle assi, precisamente quelle che usano i muratori. Proposta da Michele Tedesco ([email protected]).

    F_______________________________________________________________

    Fagiana.
    Bella ragazza. Da Marco Valuppi, Firenze.

    Fagiano.
    Tontolone, fesso, imbranato.
    Proposta da Danilo Proietti ([email protected]).

    Faloppo.
    Rotto, non funzionante alla perfezione. Es: stasera non gioco a calcetto perché ho il ginocchio faloppo. Proposta da David di Verona ([email protected]).

    Fancazzista.
    Chi si trastulla in cose inutili, o fa finta di fare cose importanti senza combinare nulla.
    Proposta da Giancarla e Tullio Radoani ([email protected]).

    Fanga.
    Le scarpe.

    Fango.
    Soggetto tra il codardo e il traditore.
    Proposto da Vincenzo Cusimano ([email protected]).

    Fare fogone o fogonare.
    Significa marinare la scuola.
    Proposto da Giulia Ghiretti ([email protected]).

    Fare forca.
    Saltare la scuola. Da Marco Valuppi, Firenze.

    Fare fuga.
    Marinare la scuola. Da Daniela, Reggio Emilia.

    Fare il potta.
    Fare il tosto, il figo. Da Marco Valuppi, Firenze.

    Fasare.
    Dal gergo elettronico, significa accordarsi, mettere a punto, decidere insieme qualcosa. Es: dobbiamo fasarci sull'attività da fare.
    Da Pietro Agazzi ([email protected]).

    Fattanza.
    Stato fisico di completo stordimento con testa pesante e parole senza senso che viene dopo una sbronza, una mangiata troppo pesante o una giornata di ozio completo. O chi si è iniettato una dose di eroina e che, per l'appunto, è "fatto".
    Da Manuela di Bologna ([email protected]).

    Ferro.
    Automobile. Solitamente bella e costosa. Da qui l'espressione "hai un gran ferro".
    Di Manuela da Bologna ([email protected]).

    Fes.
    Molto, (uso: mi piace fes; mi manca fes). In uso nel bresciano.
    Di Serena Uberti, Verbrugge

    Fettone
    Personaggio che abitualmente non dice la verità e racconta le “fette” (bugie) per darsi un tono. Non va confuso con il “fasullo”, il classico approfittatore meschino e sleale. Proposta da G.Paolini, 28 anni, hinterland milanese ([email protected]).

    Fiamma.
    La canna, lo spinello.

    Figa convinta.
    Ragazza con eccessiva autostima, secondo Flavio Trentin ([email protected]).

    Fighetto.
    versione friulana (e non credo solo friulana) di chiattillo; indica anche persone che tengono comportamenti altezzosi nei confronti del genere umano per il semplice fatto che magari sono belle (fisicamente), benestanti e quindi vestite sempre all'ultimissima moda.
    Termine consigliato da Martina di Udine in collaborazione con Gianfranco di Napoli.

    Filone.
    Usato in Basilicata e nella zona del barese per indicare il marinare la scuola. Es: "Oggi ho fatto filone". Da cui "filonista" è chi spesso marina la scuola.
    Di Agostino Sabato ([email protected]).

    Fissa
    Cosa interessante, che desta attenzione, esteticamente attraente. Es: il tuo stereo é una fissa. Se riferito a una persona, mette in luce il carattere accattivante e la simpatia. Es.: Marco é una fissa. Proposta da Francesco Moriconi, da Frosinone ([email protected]).

    Fizzo.
    Bello. Proposto da Martino Prat di Brione Verzasca (CH-Ticino) ([email protected]).

    Flashato.
    Deriva da flash, indica una persona un po’ fuori di testa. È un termine molto usato dai marchigiani che risiedono in zone limitrofe alla Romagna. Proposto da Silvia, Istituto Battelli- Laboratorio Informatico, Pesaro ([email protected]).

    Flettosa.
    Ragazza piatta, senza seno e senza curve. Il professor Rino Cappelletti, docente di italiano al Providence College (Providence, Rhode Island, USA) specifica che proviene dall’inglese americano “flat” (piatta/o).
    ([email protected]).

    Flippato.
    Totalmente fuori di testa, alienato, innamorato.
    Proposta da Pierpaolo Ruta di Modica, Ragusa.

    Flower.
    spinello, neologismo proposto da Stéphanie Giandonato, Bologna, perché «evoca la leggerezza d’animo di cui spesso siamo privati» ([email protected]).

    Flyer.
    Biglietto, volantino. Sono i ticket coloratissimi che annunciano un rave party o una serata in discoteca.

    Fogozzona.
    Termine usato a Firenze per indicare una ragazza stupida, bruttina e cicciottella che si dà troppe arie o che si atteggia troppo. Proposta da Giampaolo Debole ([email protected]).

    Fonzie.
    Detto di persona che non ha niente da fare, solitamente esibizionista e perdigiorno.
    Proposta da Guido Bosticco, Giovanni B. Magnoli e Plinio Amendola di Pavia. ([email protected]).

    Fresatrice.
    Una gran bella donna, con buona fama di amante. Mangiauomini. “La Francescaé una gran fresatrice”.
    Da Giampaolo Debole, Firenze ([email protected]).

    Frescone.
    Giovane bello e interessante. Si usa nella provincia sudorientale napoletana, mentre a Roma vuol dire tonto..
    Proposta da Giosi Campanino di Napoli ([email protected]).

    Fuffa.
    Sinonimo di aria fritta, secondo Marco Mele ([email protected]).
    Secondo il lettore l'etimologia deriva dall'onomatopea nata dal gesto di Massimo D'Alema, il famoso 'fu fu' accompagnato dal conseguente movimento delle mani strette a pugno alternativamente portate alla bocca e leggermente soffiate.
    Secondo Mattia Valenti ([email protected]), la 'Fuffa' è la paccottaglia.

    Fulminante.
    Fiammifero.
    Proposta da Zeno, hinterland milanese.

     
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    G_______________________________________________________________
    G.S.
    Già sai, significa “non c’é bisogno che te lo dica”, é ovvio: cosa hai fatto poi colla tipa? Già sai. Spesso viene usato per esprimere apprezzamento o ammirazione: “com’é andato l’esame?”, “30”, “Già sai”. Proposta da Vincenzo di Napoli ([email protected]).

    Gabber.
    Truzzo alla moda, sempre al passo con i tempi.
    ([email protected]).

    Scrive invece Stefano, 17 anni, Bologna : GABBER non é un truzzo alla moda, ma bensì chi é fascista e veste prevalentemente LONSDALE ascolta musica hardcore e indossa cappellino Trackstorm ([email protected]).

    Gabillo.
    Tamarro, di Max Casu da Cagliari ([email protected]).

    Gallata.
    Si dice di una cosa o situazione particolarmente bella. In uso a Cremona.

    Galpédro.
    A Mantova identifica una persona molto furba. Dal dialetto "galpédar", il rigogolo, un uccello giallo come l'oro. Dal latino "aurigalbulus". Gilberto Scuderi, Mantova

    Gana.
    Dal sardo “voglia”. Da cui sganato=svogliato ([email protected])

    Ganello.
    Ragazzo montato. Da Marco Valuppi, Firenze.

    Gangia.
    Marjuana. Proposta da Marta Costantino, 22 anni di Desio (Milano). ([email protected]).

    Ganzo.
    Bello, come aggettivo. Non si dice di una persona. Se raddoppiato, rinforza.
    Proposta da Mauro Leoni ([email protected]).

    Gardano.
    Persona rozza. Proposta da Emilia Orefice di Padova ([email protected]).

    Garlare.
    Dire sciocchezze, blaterare di storie sessuali.
    Proposta da Guido Bosticco, Giovanni B. Magnoli e Plinio Amendola di Pavia. ([email protected]).

    Garzare.
    Si dice 'ti garzo' quando uno ci prova con una ragazza, quando comincia a girarle intorno, specie in discoteca.
    Proposto da Pusu da Prato.

    Geilissimo.
    Dal tedesco geil, indica una cosa fica, lussureggiante e libidinosa. Invenzione tedesco/italiana di Herbert Götz, tedesco residente a Brema, papà di figli trendy ([email protected]).

    Gheba.
    Nebbia. Proposta da Alfredo Fontanini di Brescia ([email protected]).

    Ghebi.
    Ha due accezioni: la più comune la si utilizza per indicare i carabinieri; quella meno usata indica i canneti delle spiagge.
    Proposta da Arianna Minto (VE) ([email protected]).

    Ghiandare.
    Fare l’amore. Proposta da Fabio Mazzotti di Genova ([email protected]).

    Ghighello.
    Spinello o hashish. Proposta da Andrea, Milano.

    Ghippo.
    Vomito. Es: "Sto per ghippare".
    Da Gory e Naira di Piacenza ([email protected]).

    Giabo.
    Giubbino. Proposta da Alfredo Fontanini di Brescia ([email protected]).

    Giasare.
    Buttar giù un’idea, una frase, un’affermazione. Usato specialmente nella forma “giasami”.
    Proposta da Martino Lapini ([email protected]).

    Gibbo, gibbato.
    Scadente, non originale. Proposta da Fabio Mazzotti di Genova ([email protected]).

    Gino.
    Vedi truzzo. Gino di ferro = supertruzzo.
    Proposta da Alfredo Fontanini di Pasadena ([email protected]).

    Girotando.
    Girando per le strade.

    Giusto.
    Vuol dire che è ok, che va bene.

    Givindi.
    Cocaina.

    Gnaro/a.
    Ragazzo/a, tipicamente bresciano. Da Elena ([email protected]).

    Gnugna.
    Droga molto forte per tossici (eroina). Massimo Grimandi ([email protected]).

    Gojo.
    Pazzo, matto... tipicamente viterbese.
    Proposto da Paola Scheggia ([email protected]).

    Gonfio.
    Ragazzo convinto oltremisura di se stesso, talvolta palestrato. Si ritrova spesso con suoi simili caratterizzando un luogo, esempio la spiaggia dei gonfi.

    Googlare.
    da google, motore di ricerca. L’azione indica la ricerca on line di qualsiasi informazione. Scrive Davide Lupi, che vive in Germania da due anni: «In Germania e in America il “googlare” é entrato nel linguaggio comune dei giovani e non, in tedesco “googlen”». ([email protected]).

    Gornato.
    Per dire di qualcuno o qualcosa nascosto molto bene.
    Proposta da Andrea Luigelli ([email protected]).

    Grimo, grima.
    Persona anziana, ma che ti sta sulle palle.
    Proposta da Silvia, da Udine ([email protected]).

    Gruosso.
    In gamba, giusto, che ci sa fare. Termine molto diffuso a Napoli inviato da Rino, napoletanissimo, che vive ad Amsterdam.

    Guanto.
    Profilattico. Proposta da Linda Sabbadin di Vezia, Canton Ticino (Svizzera), e da tutta la sua classe ([email protected]).

    Guasto.
    Alterato. "Oggi sto proprio guasta", di Simona Angeletti ([email protected]).

    Gubbiare.
    Dormire. Proposto da Anna Violante ([email protected]).

    Anche secondo Stefano, 17 anni, Bologna, gubbiare vuol dire dormire ([email protected]).

    Guzzare
    Trombare, in uso in Emilia Romagna e Bologna. Sost.: guzzata, guzzatina. Proposta da Nicola Coppola, 34 anni ([email protected]).

    Gyga.
    Vedi mega. Proposta da Giamberto Cerruti di Varazze (Savona), ([email protected]).

    Gym.
    Far ginnastica in palestra. Per esempio: vado a fare gym.

    H_______________________________________________________________ Handicapace.
    Uno che è proprio incapace, scarso, inetto.

    Henk.
    Esclamazione di stupore negativo. Quando ci capita di fare figuracce, o si sente raccontare di episodi strani. Quando è gravissimo: Henkes! Diffuso nel gruppo giovanile di Vigano S.Martino, e per tutta la Val Cavallina (BG).
    Proposta da Fabio Erba di Bergamo, ([email protected]).

    Homer
    Giovane di scarse capacità intellettuali, dedito alla maleducazione, alle sbronze e al “rutto libero”’. Da Homer Simpson (personaggio del cartoon Simpson, n.d.r.). Proposta da M.Albertin ([email protected]).

    Homies.
    Amici. Proposta da Linda Sabbadin di Vezia, Canton Ticino (Svizzera), e da tutta la sua classe ([email protected]).

    I_______________________________________________________________ Iappa.
    Pettinatura. Es.: quando uno si fa un taglio di capelli diverso, si dice “c’ho la iappa nuova”. Oppure, gli si dice “Ma che iappa c’hai?”. Proposta da Fausto Tosca, da Piacenza ([email protected]).

    Iccarsela.
    Marinare la scuola. Proposto da Vincenzo Cusimano ([email protected]).

    Info-Point.
    Sta per stand informativo, gazebo, punto in cui vengono distribuiti opuscoli e materiale d’informazione. Nel gergo congressuale, punto ove sostano hostess per la registrazione dei partecipanti. Proposta da Francesco De Rosa, 40 anni, Torre del Greco (Napoli) ([email protected]).

    Imbastito.
    Ubriaco, a Cremona.

    Imbonire.
    Raggirare, nel senso di imbrogliare. Ma anche di corteggiare. Per esempio: imbonire una tipa.

    Imbroccare.
    Conoscere una ragazza, proposta da Luca di Firenze ([email protected]).

    Imbruttire.
    Guardare male, guardare storto, es: "quando le ho detto che avevo un'altra m'ha imbruttito".
    Di Riccardo Farabegoli di Roma ([email protected]).

    Imbruttirsi.
    Arrabbiarsi. Proposta da Eleonora Caselli di Milano (eleonora.caselli@compaq;com).

    Impagliarsi/spagliarsi.
    Quando si raggiunge lo status di animale impagliato, ovvero si vegeta o non si è comunque molto svegli. Si è impagliati al mattino presto prima di fare la doccia, oppure quando non si capiscono le cose al volo. Il significato più usato di spagliarsi, soprattutto tra i giovani, è svegliarsi, alzarsi dal letto... Usatissimo l'imperativo in dialetto "spàjot", nel senso di "svegliati! muoviti!".
    Proposto da Giulia Ghiretti ([email protected]).

    Impermeabile.
    Profilattico. Proposta da Linda Sabbadin di Vezia, Canton Ticino (Svizzera), e da tutta la sua classe ([email protected]).

    Impiccare.
    Bigiare la scuola. Proposta da Alessandro di Bergamo ([email protected]).

    Inchiumato.
    Persona che ha fatto uso di stupefacenti in modo esagerato, es: “Quel tipo é proprio inchiumato!”. Proposta da un 16enne della provincia di Milano ([email protected]).

    Inciarmare.
    Architettare qualcosa di maldestro, organizzare, spettegolare, inciuciare.
    Proposta da Italo, 23 anni di Napoli ([email protected]).

    Incioppare.
    Essere intontito, deriva dal crash di un PC. Esempio, hai incioppato!
    Proposta da Gianluca Bracca di Cosenza ([email protected]).

    Inciuciare.
    Significa mettere zizzania e di conseguenza lo 'nciucio è la zizzania. Fare 'nciuce = inventare ragioni di discordia. Mettere 'nciuce = diffondere zizzania. ([email protected]).

    Infrattarsi.
    Usato in tutta italia da tutti i chattatori pazzi per indicare quando stai parlando in query (privato) con una persona e sul canale non dici niente, appunto perche stai "infrattato".
    Proposta dall’Olanda da Cristina Bruno.

    Ingarellare.
    Mettersi a gara, secondo Federico Scaioli, dalla Toscana ([email protected]).

    Ingarrire.
    Farsi prendere bene da una situazione. A Ravenna.

    Inochìto.
    Detto di persona un pò assente, svagata, con la testa fra le nuvole e l'occhio fisso poco intelligente, da oca. Diffuso nel ravennate, proposta da Rossana di Russi (Ravenna) ([email protected]).

    Inpixelato.
    Persona o cosa che non riesce più a fare niente, è bloccato, non riesce a pensare.
    Deriva dal modo di bloccarsi dei primi home computers (spectrum and co), quando per vari motivi lo schermo impazziva visualizzando una marea sconnessa e multicolore di Pixels (unità elementare dello schermo che permette di visualizzare tutto ciò che si vede nel monitor).
    Proposta dall’ingegner Massimiliano Russi di Monfalcone-Gorizia, Venezia Giulia ([email protected]).

    Intappo.
    Abbigliamento particolare, look.
    Proposta da Francesco, bolognese. ([email protected])

    Intortare.
    Significa imbrogliare qualcuno dicendogli delle bugie, facendogli credere qualcosa.
    Proposta da Marco Lorenzetti, ([email protected]).

    Intortarsi.
    Imboscarsi, riferito a due persone che si sono appena conosciute e che non hanno perso tempo a conoscersi nella loro intimltà. Facendo un riferimento pratico, é un po’ come impastare alcuni ingredienti insieme...si uniscono due componenti, l’una confluisce nell’altra.
    Proposta da Sara78, Rimini ([email protected]).

    Intripparsi.
    Fare uso di stupefacenti. Proposta da Paolo Crosetto & Cecilia di Torino ([email protected]).
    Ma anche fissarsi su una cosa ossessivamente, interessarsi molto. Es: "Me so' intrippato con la playstation".
    Di Riccardo Farabegoli da Roma ([email protected]).

    Inzevata.
    (Leggasi 'nzvata). Ragazza/donna sporca nell'animo, di brutte maniere. Insomma una persona non proprio per bene.
    Proposto da Clelia Patrone ([email protected]).

     
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    J_______________________________________________________________

    Jacaranda.
    La cubista, la ragazza che balla in discoteca.

    K_______________________________________________________________

    Ke.
    Ha ormai sostituito "ch" negli SMS, da Gigi Raimondi di Busto Garolfo (Milano) ([email protected]).

    Kinder Cereali.
    Ragazzo con molti brufoli. Proposta da Annalisa da Pozzuoli ([email protected]).

    Kosp.
    Il "kosp" o i "kosp" in forma plurale, sarebbero i vecchi zoccoli di un tempo, quelli per intenderci del film 'L'albero degli zoccoli' di Olmi. Proposto da Copyleft ([email protected]).

    Kosta.
    La riviera romagnola, la zona delle discoteche da sballo.

    Krasto.
    Abbondante nel mangiare e nel fumare.

    L_______________________________________________________________

    Lallolare.
    Arruffare i capelli di qualcuno, es. "Hai tutti i capelli lallolati" (Federico Mammana).

    Lambascione.
    uno stupido. Proposta da Claudio D’isanto ([email protected]).

    Lao.
    Persona imbranata, tonta. Femm.="sei una Lao". Deriva dal videogioco Mortal Kombat, dal personaggio Kung Lao che non era molto forte nei combattimenti. Usato dai partecipanti all'Unione Giovani Adolescenti di costa di Mezzate (BG) e diffusosi a macchia d'olio tramite le scuole a tutta la provincia.
    Proposta da Fabio Erba di Bergamo, ([email protected]).

    Las guardias.
    I bidelli.

    Limone.
    E' il tipo che si circonda di 'cozze', ossia donne bruttine e appiccicaticce; infatti il limone sulle cozze crude ci sta bene.
    Proposta da Enzo Lombardi di Gravina, in Puglia ([email protected]).

    Lippe.
    "Fare lippe" = marinare ([email protected], Trieste).

    Loffo.
    Scemo, idiota, incapace, impacciato.
    Proposta da Italo, 23 anni di Napoli ([email protected]).

    Lofia.
    Ragazza brutta. Proposta da Andrea, 23 anni di Milano.

    Lolloso.
    Cosa divertente, sfiziosa. In uso nel mondo delle chat e dei giochi online, proviene da “lol”, abbreviazione di laughing out loud, ridere ad alta voce. Proposta da Paolo ([email protected]).

    Lumacone.
    Colui che sbava dietro una ragazza e fa l'appiccicoso. Fabio Curino ([email protected]).

    Lumare.
    Guardare una ragazza/o intensamente con occhio da cacciatore/trice.
    Proposta da Raffaello Fontana di Milano ([email protected]).

     
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    M_______________________________________________________________

    Maffo.
    Aggettivo che indica assoluto disprezzo.
    Proposta da Giamberto Cerruti di Varazze (Savona), ([email protected]).

    Makumba.
    Droga. Proposta da Linda Sabbadin di Vezia, Canton Ticino (Svizzera), e da tutta la sua classe ([email protected]).

    Malpassotta.
    Dicesi di ragazza non molto alta e con un busto più lungo delle gambe. Poca armonia nel fisico. Proposta da Federico Scaioli, dalla Toscana ([email protected]).

    Maluso.
    Malavitoso, losco (solo ad Arese, paese vicino a MI). Proposta da Andrea di Milano.

    Mancalicani.
    (da non augurare) nemmeno ai cani. Proposta da Marino Giulivi, 42 anni, da Roma ([email protected]).

    Mandarino.
    Meridionale. Proposta da Federico Ferrero di Alba (CN) ([email protected]).

    Manico.
    Persona particolarmente capace in qualche attività.
    Proposta da Fabio Mazzotti di Genova ([email protected]).

    Manza.
    Ragazza che piace.

    Manzi.
    Immagine-simbolo di animali tranquilli, intruppati. Es: "ragazzi, state manzi!", ovvero, state buoni e tranquilli, non date fastidio.
    Segnalato da: Marcello Cometti, giornalista "anziano" (46 anni...). e-mail: [email protected].

    Maraglio.
    Grezzo nel parlare e nel vestire. Sinonimo di "coatto", "truzzo", "maraffo".
    Di Manuela Paglia da Bologna ([email protected]).

    Maranga.
    Colui che é più di un coatto, é l’essenza pura del coatto. Proposta da Marino Giulivi, 42 anni, da Roma ([email protected]).

    Maranza.
    Persona giovane, vistosa e volgare nei modi, prevalentemente di sesso maschile. Equivale a coatto, truzzo, tamarro. In uso a Milano e Torino. Varianti: “Capo maranza”, per indicare in un gruppo di maranza quello che si distingue in peggio e “maranzino”, ragazzino di 12-15 anni che si atteggia a bulletto e sbruffone.
    Proposta da Andrea Martano ( [email protected]).
    A Pavia invece maranza è la marijuana.

    Mariuccia.
    Prostituta. Proposta da Giamberto Cerruti di Varazze (Savona), ([email protected]).

    Marso.
    Una persona moralmente infida. Un infame.

    Mastello.
    Uno in gamba, che fa la cosa giusta soprattutto con le ragazze.
    Proposta da Giamberto Cerruti di Varazze (Savona), ([email protected]).

    Mastrolindo.
    Persona molto lecchina. Proposta da Annalisa da Pozzuoli ([email protected]).

    Mastrone.
    Uno che la sa lunga, inteso in senso dispregiativo.
    Proposta da Giamberto Cerruti di Varazze (Savona), ([email protected]).

    Mazzone.
    Agg. o sost. masch.: dalla terminologia ittica, indica persona inconcludente e/o sciocca. Proposta da Antonella da Catania ([email protected]).

    Mega.
    Esclamazione che esprime ammirazione.
    Proposta da Giamberto Cerruti di Varazze (Savona), ([email protected]).

    Melochecca.
    Omosessuale/eterosessuale dai bei modi, appassionato d'opera.
    Di Beniamino Marini di Milano ([email protected]).

    Merendero.
    Ragazzo che ci prova in ogni occasione ed in genere con ragazze più piccole ([email protected]).

    Merlo.
    Mediocre, stupido. Proposta da Gianfranco Franchi ([email protected]).

    Merolone.
    Volgare per pene. Proposta da Riccardo Sabbadini (Torino).

    Miccia.
    Sigaretta.

    Mina.
    La mia ragazza, “stasera esco con la mina”.
    Proposta da Fabio Mazzotti di Genova ([email protected]).

    Secondo Sergio Visentin, Treviso ([email protected]), vuol dire aver alzato troppo il gomito o aver fatto troppa festa. Es: “Ieri sera ho tirato una mina!”.

    Minchiané.
    intercalare diffusissimo dalle mie parti quando si imita uno dei tanti meridionali venuti ad abitare al nord, che hanno conservato il loro intercalare (minchia) aggiungendovi il nostro (neh). Proposta da Federico Ferrero di Alba (CN) ([email protected]).

    Mindrone.
    Pigro, dormiglione, sciatto, lento nel capire le cose. Secondo Enzo Testa di Genova, è un termine molto usato dai giovani “bene” di origine avellinese del quartiere Vomero (Napoli). ([email protected]).

    Mi sa briga.
    O anche mi sabriga o mi s'abriga (dipende dall'umore). A Parma si usa quando non si ha per nulla voglia di fare qualcosa:"Porta giù la spazzatura" "Nnnoooo, mi sa briga".
    Proposto da Giulia Ghiretti ([email protected]).

    Misciarsi/mescolarsi.
    Pomiciare, limonare ([email protected], Trieste).

    Moccolona.
    Persona che a scuola pur di prendere voti alti annienta la propria personalità dando sempre ragione ai professori.
    Proposta da Eleonora Verdini ([email protected]).

    Moffo.
    Termine comunemente usato come sinonimo di hashish a Milano.
    Proposta da ([email protected]).

    Mollarsi.
    Equivale all'inglese Piss off! (i.e. allontanati da me) o all'americano "Get the hell outa here", aria! tra me e te un grande volume d'aria!
    L'espressione (diffusissima!!) è di sicura origine Siracusana, nata a Piazza Ada, principale ritrovo della gioventù autoctona... è talmente widespread che talvolta viene usata anche come intercalare!.
    Proposta da Giovanni Carpenzano. ([email protected]).

    Mollicone.
    Detto di un ragazzo che ci prova dovunque e con chiunque.
    Proposta da Giuliani Bros ([email protected]).

    Mortalloso
    Sta per entusiasmante, incredibile. Fonte: mio figlio di 12 anni e i suoi compagni di classe, III media, da Catania. Proposta da Pietro Sciacca ([email protected]).

    Mortone.
    Morto di fame di ragazze, di sesso.
    Proposta da Linda Sabbadin di Vezia, Canton Ticino (Svizzera), e da tutta la sua classe ( [email protected]).

    Mozz.
    Motorino. Proposta da Linda Sabbadin di Vezia, Canton Ticino (Svizzera), e da tutta la sua classe ( [email protected]).

    Mozzone.
    Pezzente, morto di fame, inteso come insulto.
    Proposta da Sarah Sasso di Torino ([email protected]).

    Mucche.
    Gruppo di giovani fanciulle piacenti facili all’approccio che si fanno notare in un locale. Proposta da Sara Guerra, Udine ([email protected]).

    Muggel.
    Scrive Michele S. di Gravina, Puglia ([email protected]): «Almeno credo che si scriva così, ma di certo si pronuncia in quel modo. Significa tacere, non parlare, tenere un segreto».

    Muzzo.
    Scrive F. Gemma ([email protected]): «Nella mia compagnia, ormai da anni, per indicare una cosa fatta a caso, oppure una meta per le nostre passeggiate non meno precisata, noi diciamo : Muzzo. Es. Oggi dove andiamo? Andiamo in centro e poi a muzzo. Ma come hai intenzione di fare quella cosa? Non so....a muzzo! (sapendo bene di non essere capace ma per provare lo stesso)».

    Muzzunaro.
    Sinonimo di mozzone: pezzente, morto di fame. Proposta da Max di Torino ([email protected]).

    N_______________________________________________________________

    Nador.
    In dialetto parmigiano significa anatra, ed è usato col significato di "tonto".
    Proposto da Giulia Ghiretti ([email protected]).

    ‘Nargiare.
    Marinare la scuola («per una pronuncia corretta bisognerebbe enfatizzare la N», scrive Francesco Abruzzese da Lecce ([email protected]).

    Nassa.
    Appellativo per persone pigre e indolenti. “Sei proprio una nassa!”.
    Proposta da Federico Scaioli, dalla Toscana ([email protected])

    Necco.
    Abbreviazione di fanecco, indica il tossicomane, lo strafatto di droga.

    Negativo.
    No. Per esempio: sei andato al cinema? Negativo.

    Neuri.
    euro al plurale, si usa a Milano ([email protected]).

    Noista.
    Persona che esprime nel dialogo o in una relazione verbale o scritta, abbondanti interiezioni quali no, non, mai, né, forse, doppia negazione per affermare, ed inizia sovente la frase con il "se" condizionale.
    Indica persona prevenuta, poco propositiva, affetta da senso di superiorità e che si sente investita della missione di correggere continuamente gli errori degli altri.
    Tipici gli accademici, politici, preti. Di Dario Ferrari.

    Nuotare.
    Navigare in Internet. Proposta da Roberto Peloso e Letizia, di Bari ([email protected]).

    O_______________________________________________________________

    Oc.
    Italianizzazione di okay, va bene.

    Oddinico.
    Molto usato nella zona di Torino per indicare una "cosa stupida, sciocca, strana e balorda", in particolare riferito a dettagli.
    Mutuato dall'inglese "odd". Di Piero Darra ([email protected]).
     
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    Paccare/paccarsi.
    Baciarsi, pomiciare, limonare. A Roma "me la sono paccata".
    Di Riccardo Farabegoli di Roma ([email protected]).

    Paccare, dare il Pacco, Tirare il Pacco. Secondo Daniela, 22 anni, Busto Arsizio, vuol dire invece dare buca. es: dovevamo uscire ma mi ha dato il pacco. ([email protected]).

    Pacchione.
    Persona grassa ([email protected]).

    Pacco.
    Soprattutto a Milano, appuntamento mancato (la tipa mi ha dato il pacco). Per estensione, fregatura (quell’auto era un pacco) anche in senso metaforico (una serata pacco=noiosa). Proposta da Marco Patrone ([email protected]).

    Paglia.
    La canna, lo spinello.

    Paino.
    A Brescia e provincia, maleducato, zotico, privo di buon gusto.
    Proposta dal prof. Tarcisio Muratore di Orzinuovi (BS), ( [email protected]).

    Pallista.
    Colui (o colei) che racconta bugie.

    Pannullo.
    Chi è molto carente nello sport.
    Proposta da Enzo ([email protected](Vincenzo Palumbo).

    Paparina.
    Termine di origine siciliana che all'inizio indicava la marijuana, ma che poi è stato adottato per indicare la coca.
    Proposta da Marta Costantino ([email protected]).

    Papavero.
    Persona tonta o poco sveglia (es. Papavero! Svegliati). Proposta da Gabriele.

    Papero.
    Ciclomoteore, rigorosamente non uno scooter.
    Proposta da Fabio Mazzotti di Genova ([email protected]).

    Papier.
    Cartina per fare spinelli, dal francese.
    Proposta da Alessio da Vasto, Chieti ([email protected]).

    Pariare.
    Nel gergo giovanile del salernitano (Napoli), si riferisce a situazioni piacevoli in cui ci si comporta in modo sciolto, rilassato, divertito, si perde tempo e ci si gode la vita. Proposta da Gabriella Taddeo ([email protected]).
    Divertirsi e star bene anche secondo Riccardo Scocozza dall’interland napoletano ([email protected]).
    Scrive Alberto Manzi da Napoli ([email protected]): «Vorrei segnalare un’altra accezione più specifica del napoletano “pariare”, che oltre a divertirsi può anche significare farsi una storia di una sera, baciarsi, limonare senza impegno».
    Precisa Francesco Di Domenico ([email protected]) che “pariare” é usato in tutta la Campania col significato di «gozzovigliare, sfruguliare, sfotticchiare....come il vitellone e il playboy».

    Pariolino/a.
    Giovane dall’aspetto benestante e dal fare molto raffinato. Derivante dal nome di un quartiere ricco di Roma (Parioli). Proposta da Marco Petraroia ([email protected]). Da cui impariolarsi= vestirsi con particolare cura, per una occcasione o una festa. Molto usato in centro Italia. Proposta da Claudio Sciarretta ([email protected]).

    Paste.
    O pastine, le pasticchette di extasy. Di Ursula Mariotti di Riccione ([email protected]).

    Pasturare. Andare a conoscere personaggi dell’altro sesso al fine di intrattenere rapporti, prevalentemente sessuali. Es: Hai pasturato? ossia, ci hai fatto qualcosa?.
    Proposta da Marta Costantino, 22 asnni, di Desio (Milano) ([email protected]).

    Pataniello.
    Uno che si atteggia, equivale a chiattillo, fighetto, infatti in napoletano "figa" si dice "patana". Di Fausto da Salerno.

    Pattone.
    Si dice di una cosa che fa schifo. Es: "mi fa pattone", "mi fa schifo". In uso a Cremona.

    Pecundria.
    Accidia, indolenza alla Oblomov, secondo Antonio di Bergamo ([email protected]).

    Penna.
    Bella ragazza, di Manuela Paglia da Bologna ([email protected]).

    Perplimersi.
    Rimanere perplessi. Proposta da Eleonora Caselli di Milano ([email protected]).

    Peso.
    Pesante, una situazione faticosa e insostenibile;
    di Alessandro da Varese ([email protected]).

    Pestellare.
    Andare dietro alla persona dell'altro sesso.
    Proposta da Simone Cherici (Toscana). ([email protected]).

    Pettinare le bambole.
    Ovvero perdere tempo. Tipicamente nella frase "Mica sto qui a pettinare le bambole ?".
    Proposto da Giuseppe Russo ( [email protected]).

    Pettinato.
    Persona ben vestita, fighetto. Proposto da Andrea, Milano.

    Pezzettino.
    Persona antipatica e di bassa statura.
    Proposta da Enzo ([email protected](Vincenzo Palumbo).

    Piastrare.
    Vomitare, specie da ubriachi.
    Proposta da Gabriele Valdevit di Porcia, Pordenone ([email protected]).

    Piazzare caiole.
    Corteggiare, provarci con una ragazza/o. In uso a Montorio al Vomano (Te). Proposto da Anilo D'Angelo.

    Pigiamino.
    Il profilattico.

    Piluso.
    Tonto, ingenuo. Proposta da Matteo Gianini di Camorino (Svizzera, Ticino), ([email protected]).

    Pinciare.
    Scrivere al computer dandoci dentro. In dialetto veneto significa far l'amore.

    Pingare.
    Significa essere interessati, trovarsi d’accordo, dall’istruzione PING usata sul computer per vedere se un altro indirizzo di PC è attivo.
    Esempio: Non ti pingo, non mi interessi. Non ci pinghiamo, non ci troviamo d’accordo su niente.
    Proposta da Lorenzo Feurra di Gorizia, ([email protected]).

    Pinnolone.
    Persona idiota ([email protected]).

    Piottare.
    Correre. Proposta da Giuseppe D’Onofrio di Roma ([email protected]).

    Piticchio.
    Una persona molto esile, con camminata stravagante.
    Proposta da Enzo
    ([email protected](Vincenzo Palumbo).

    Pitona.
    Donna che se la tira, troppo truccata, vestita in modo pomposo. Nell'area sub lombardo-veneta (Mantova, Rovigo, Verona): non è la femmina del pitone bensì del tacchino ("Pita" in veneto).
    Per definire una signora attempata che loliteggia, si usa "pitona vecia".
    Di Rita da Modena (perboni. [email protected]).

    Pittiricchia.
    Tipa sfigata, di Gory e Naira da Piacenza ([email protected]).

    Pitullo.
    Spinello, nella provincia di Gorizia ([email protected])

    Pizzare.
    Accendere, aprire. Es: Pizza ‘sta birra (apri questa birra), Pizza ‘sta bomba (accendi lo spinello). Proposta da Paolo De Lucia, 25 anni, di Imperia ([email protected]).

    Pizzottato.
    Modificato, falsificato, mutato. Proposta da Francesco Barracca.

    Pixeloso.
    O pixelloso o "la fiera del pixel" (nei casi più disperati). E' quando la grafica di un videogame o un'immagine digitale è di qualità talmente bassa da venire fuori quasi quadrettata. Proposto da Giulia Ghiretti ([email protected]).

    Plaiarsi
    Sdraiarsi comodamente sul divano o in spiaggia. Proposta da M.Albertin ([email protected]).

    Pogare.
    Spingersi e urtarsi durante i concerti.
    Proposta da Stefano Mura ([email protected]).

    Polleggiarsi.
    Camminare con noncuranza verso gli altri, atteggiandosi.
    Proposta da Alessandro Basini, ([email protected])..ma anche rilassarsi, secondo Ursula Mariotti di Riccione ([email protected]).

    Polo.
    Ragazza di costumi poco dignitosi, deriva dalla pubblicità delle caramelle, vale a dire "il buco con la carne attorno".
    Proposta da Gianni Albore, e-mail riservato.

    Polpo.
    Chi si fa convincere facilmente, più in particolare a fare acquisti fasulli.
    Proposta da Roberto Peloso e Letizia, di Bari ([email protected]).

    Pompato.
    Riferito ad un individuo evidentemente appassionato di palestre, pesi et similia.
    Proposta da Gianfranco Franchi, ( [email protected]).

    Ponga.
    Errore, svarione, cavolata. Es: "Hai fatto una ponga",
    di Serafino Brighenti di Milano ([email protected]).

    Pontare.
    Quando un ragazzo blocca una ragazza addosso al muro per provarci. Proposta da Stefania da Padova ([email protected]).

    Pungersi.
    Drogarsi. Per estensione si usa anche dire “ti pungi?”, per sottolineare una corbelleria detta o fatta dall’interlocutore. Proposta da Marco Patrone, Milano ([email protected]).

    Punkabbestia.
    Secondo Mace, 20 anni, di Firenze: «Il popolo dei “NO GLOBAL” o dei “pacifisti col PASSAMONTAGNA e con le SPRANGHE» . ([email protected]).
    Secondo Daniel, di Milano: «vocabolo che indica almeno a milano ragazzi “alternativi” che vivono in gruppo e con cani e che per distinguersi non si lavano» . ([email protected]).

    Porra.
    Anche “porranza” o “fumello”, droga leggera e naturale nella fattispecie hascish.
    Proposta da Alessio Scelleri, neolaureato della provincia di Modena ([email protected]).

    Porro.
    Spinello, canna. Proposta da Mattia Pipino di Cuneo ([email protected]).. Secondo altri, invece, vuol dire una brutta ragazza ([email protected]).

    Positivo.
    Si.

    Potabile.
    Comprensibile, semplice. Parlar potabile vuol dire parlar chiaro.
    Proposta da Loredana Cerrato di Napoli ([email protected]).

    Pottaione.
    Persona che sfoggia ricchezze in misura superiore alle proprie possibilità. È generalmente contraddistindo da enorme collana d'oro, automobile di grossa cilindrata e capello bagnato.

    Pottino.
    Ragazzo di famiglia ricca, o che si atteggia a tale.
    Proposta da Luca di Firenze ([email protected]).

    Preciso.
    Riferito a qualcosa o a qualcuno che va bene, è di gradimento.

    Printo.
    Tatuaggio alla moda.

    Priscio.
    Lemma tipico del barese, sta per entusiasmo. Avere il priscio, sta per avere voglia di fare, essere pieni di gioia nel realizzare qualcosa.
    Segnalazione del Comune di Ascoli Satriano ([email protected]).

    Profiterol.
    È chi approfitta delle situazioni, specie nel campo degli approcci amorosi (chi approfitta di star solo con una ragazza per provarci).
    Di Barbara Bernardi di Rovereto.

    Proffia.
    La professoressa.

    Pukka.
    Dall'inglese, si usa per dire O.K., secondo Gary e Naira da Piacenza ([email protected]).

    Punta.
    Appuntamento. Per esempio: diamoci una punta.

    Puntello.
    Appuntamento. Proposta da Linda Sabbadin di Vezia, Canton Ticino (Svizzera), e da tutta la sua classe ( [email protected]).

    Punza.
    Fidanzata. es: "Sono la punza di Luca".
    Da Giada di Torino ([email protected]).

    Purino.
    Spinello fatto solo di gangia o di fumo senza utilizzare tabacco. ([email protected]).

    Puttangiro.
    Svago serale che consiste nel girare in macchina per luoghi frequentati da prostitute, magari divertendosi a disturbare i clienti appartati.
    Di Alberto Ghiara da Genova ([email protected]).

    Come sinonimo Raffaele, da Foggia, ([email protected]) propone “puttantour”.

    Q_______________________________________________________________

    Quiko.
    Un rapporto sessuale molto veloce. In gergo, una sveltina.

    Quizzare.
    Studiare i quiz di selezione per i vari concorsi pubblici, dalla magistratura al notariato.
    Proposta da Vincenzo di Roma ( [email protected]).

    Quoto.
    Dall’inglese to quote (citare) viene spesso usato nelle chat e nei forum con il significato “sono d’accordo”. Proposta da Vincenzo, da Napoli ([email protected]).

    R_______________________________________________________________

    Raccare.
    Vomitare ([email protected]).

    Raga.
    Sono i ragazzi. Le ragazze sono le raghe.

    Ragattare.
    Vomitare. Proposta da David, da Verona ([email protected]).

    Ramare.
    Significa fare sesso. Proposta da Giorgia di Fano ([email protected]).

    Randello.
    Pene. Proposta da Linda Sabbadin di Vezia, Canton Ticino (Svizzera), e da tutta la sua classe ([email protected]).

    Rate.
    Schifo. Fai rate: sei disgustoso, fai schifo.

    Rebonzo.
    Cretino. proposta da Eleonora Caselli di Milano ([email protected]).
    .. Pierpaolo Porta segnala che a Milano "rebonza" è la refurtiva, il malloppo del furto. Fonte: il giornalista Beppe Viola. ([email protected]).
    Secondo Alfredo Fontanini di Pasadena (Brescia), invece, "rebonza" è il coccolone post-prandiale ([email protected]).

    Refacagliuso.
    Scocciante, petulante, assillante.
    Proposta da Rossella di Roma ([email protected]).

    Refare.
    Verbo dai numerosi significati, peggio del "can" inglese.Può voler dire avere il permesso, riuscire (in ogni sfumatura di significato), reagire alla stanchezza, svegliarsi, esser finito dal sonno; usato nella forma negativa, adescare ("go refà na fia...".), prendere, e molto, molto ancora.
    Proposta da Nello Oselladore. ([email protected]).

    Refer.
    Il migliore, il più fico. Megarefer quando si è il massimo in assoluto.

    Rere.
    Espressione rivista e modificata dal latino "Relata refero": si dice di cosa sentita di cui non si ha nessuna certezza, di cui non ci si fida. Es. "L'ho sentito per rere", "Non fidarti è solo un rere".
    Proposta da Antonio Santinello ([email protected]).

    Resciare.
    Vomitare. Proposta da Linda Sabbadin di Vezia, Canton Ticino (Svizzera), e da tutta la sua classe ([email protected]).

    Rifaldino.
    Persona poco seria, truffatore. ([email protected]).

    Rifardito.
    Una persona che si pente di qualcosa o cambia idea, che si tira indietro. Quasi sinonimo di infame . Proposta da Marino Giulivi, 42 anni, da Roma ([email protected]).

    Rigatone.
    Si riferisce al sesso orale, specialmente se con l'ausilio dei denti.
    Proposta da Michele da Genova ( [email protected]).

    Rigovernare.
    Si dice quando uno va con una ragazza dopo averci provato, quando riesce a portarla a letto.
    Proposto da Pusu da Prato.

    Rimbalzare.
    Verbo con il quale s'indica che una cosa o persona o evento ci è indifferente e quindi rimbalza senza scalfirci. Spesso è usato in forma dialettale romanesca, “mi rimbalza = mi è indifferente”.
    Proposta da Gabriella Taddeo ([email protected]).

    Rimbalzato.
    Respinto all'ingresso di un locale.
    Da Luca Bonetto di Milano ([email protected]).

    Rinzelarsi.
    Molto usato a Napoli anche in ambienti colti. Rinzelarsi significa offendersi, piccarsi, diventare suscettibile. (Francesco Taranto).

    Robboso.
    Una persona piatta, noiosa.
    Proposta da Eleonora Caselli di Milano ([email protected]).
    Secondo Luca Faveto di Genova, invece, vuol dire marcio, sconvolto pesantemente e fa riferimento al termine “roba”, ovvero eroina. ([email protected]).

    Robertino.
    Si dice per definire un ragazzo complessato dai geenitori. La derivazione è dal film di Massimo Troisi “Ricomincio da tre” nel quale c’è il personaggio di Robertino. Proposta da Gaio da napoli ([email protected]).

    Roito.
    Un tipo, ragazza o ragazzo, veramente ignobile, bruttissimo.
    Proposta da Paolo Crosetto & Cecilia di Torino ( [email protected]).

    Rosikare.
    Si dice a Roma di chi “nun ce vole sta”, vuol dire invidiare, rodersi per il successo altrui.
    Proposta da Piero Piciucci di Roma ([email protected]).

    Rugato.
    Arrabbiato, imbronciato.
    Proposta dal gruppo R.B.BIX della provincia di Bergamo ([email protected]).

    Ruimare.
    Rovistare, cercare (es. rumare nella borsetta). Proposta da David, da Verona ([email protected]).

    Ruzzare.
    Spingere, sgomitare. Soprattutto in discoteca o in ambienti piccoli.
    Proposta da Enrico Parodi ([email protected]).

    Mentre RUZZO, AVERE IL RUZZO secondo Mace, 20 anni di Firenze ([email protected]) vuol dire “avere voglia di infastidire, di rompere le scatole”.

     
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    Salare.
    Marinare la scuola.
    Da Antonella di Caulonia (RC) ([email protected]).

    Salina.
    Marinare la scuola (fare salina).

    Saltare.
    Rubare. Proposta da Fabio Mazzotti di Genova ([email protected]).

    Sancarlino.
    Ragazzo della Milano bene, fighetto.
    Proposta da Zeno Tomiolo di Milano ([email protected]).
    Si può anche contrarre in "sanca", come specifica Luca Bonetto di Milano: ragazzo con la puzza sotto il naso che veste solo di marca. Quello che a Torino viene definito "cabinotto".

    Sarchiapone.
    Tipo apparentemente intelligente, ma mezzo imbecille.
    Proposta da Enzo ([email protected](Vincenzo Palumbo).

    Sarchiotto.
    Tenero, dolce, lo dice la ragazza riferendosi ad un ragazzo.
    Proposta da Alfredo Fontanini di Brescia ( [email protected]).

    Sbaffare.
    Appropriarsi di un oggetto altrui.
    Di Luca Bonetto da Milano ([email protected]).

    Sbanfare.
    dalle nostre parti (Toscana) significa andare con il motorino/macchina a fare due cavolate in parcheggi o spazi aperti.....hai in mente tipo quelli che si mettono a fare i freni a mano nei parcheggi? Ecco, quello é uno che sbanfa. Oppure se qualche amiko ti ci vuol portare a fare due freni a mano ti dice “Abbelo, n’hai volgia di andà a sbanfà?”. Proposta da Emanuele, Lucca ([email protected]).

    Secondo Raffaella Gerola di Milano ([email protected]), invece, “sbanfare” = respirare a fatica per il caldo, o dopo una corsa o uno sforzo fisico - avete presente i cani, quando hanno la lingua di traverso per aver troppo corso? Ecco!.

    Sbariare.
    Perdere tempo, da perdigiorno. Proposta da Francesco Barracca.

    Sbarrone.
    Pisolino, in particolare quello schiacciato sulle barche da pesca. Termine marinaresco termolese di Gigi Rosati da Termoli ([email protected]).

    Sbatta.
    Nel senso di sbattimento, fatica, impegno. Es: “Oggi mi devo fare la sbatta di lavorare fino alle 20....Ho dovuto fare 500 km. in macchina: che sbatta!!!”. Proposta da Emiliano di Bergamo ([email protected]).

    Sbiellare.
    Usato soprattutto nella prima pers. sing. (sbiello) per giustificare gesti inconsulti e/o lapsus freudiani nel corso, ad esempio, di un'interrogazione di matematica, accompagnato dalle scuse più vili.
    Proposta da Daiana Boller Vattaro (TN) , ([email protected]).

    Sbiellato.
    Fuori di testa dopo serate un pò troppo al limite.
    Da Ravenna ([email protected]).

    Sboccare.
    Vomitare. Proposta da Alessandra de Renzis dalla Toscana ([email protected]).

    Sboddare.
    Ingrassare.Tipico del livornese, identifica generalmente un rapido ingrassamento (spesso post matrimoniale) di una ex magra.
    Si dice "è sboddata" riferendosi generalmente a colei la quale in passato aveva un fisico non indifferente.
    Da bodda = grosso rospo.
    "Gloriayluca" ([email protected]).

    Sboldra.
    Ragazza dai facili costumi. Proposta da Stefania da Padova ([email protected]).

    Sborda.
    Sostantivo femminile, significa pallonata molto potente.
    Proposta da Lorenzo De Iorio ([email protected]).

    Sbrachegno.
    Persona amante della vita pantofolaia, eccessivamente rilassato.
    Proposta da Alessandro di Roma ([email protected]).

    Sbrega.
    Esclamazione di esultanza per un colpo di fortuna inaspettato.
    Proposta da Federico Pedrotti di Trento ([email protected]).

    Sbroccare.
    Divertirsi tantissimo. Da Federica Caporali, Umbria ([email protected]).
    Ma anche arrabbiarsi di continuo per nulla, secondo Fabrizio Antinori, Abruzzo ([email protected]).

    Scaccione.
    Economico, es: un posto scaccione é dove puoi bere tanto a basso costo. Dalla provincia di Milano.

    Scagliare.
    Liberarsi di qualcuno. Proposta da Eleonora Caselli di Milano ([email protected]).

    Scannerata.
    Una ragazza passata allo scanner, ovvero: molto truccata o rifatta col bisturi.

    Scavallare.
    Marinare la scuola. Ieri si diceva far sega (a Roma) o bigiare (a Milano). Ma anche rubare, soprattutto rapinare qualcuno, secondo Andrea di Milano.

    Scazzare.
    Indovinare, fare una cosa bene per caso o fortuna. Per esempio facendo un canestro impossibile e fortunoso si dice "come ha scazzato!".
    A Roma però scazzare può significare: litigare (es. me sò scazzato co' mì padre) oppure annoiarsi (oggi so' proprio scazzato...) Paolo Bucci, Roma.

    Schiacciare.
    Far l’amore.

    Schiattare.
    Star male: "sto schiattando dal caldo". Nel varesotto-milanese-comense indica vomitare, per troppo alcool o altro. Es: "Luca ha schiattato".
    Da Alessandro ([email protected]).

    Schiccato.
    Chi si presenta senza il/la fidanzato/a, oppure, per estensione, chi una sera non ha qualcuno per andare al cinema, o ad una mostra, o per fare qualcosa in generale.
    Proposto da Tine di Milano ([email protected]).

    Sciallo.
    Tranquillo, calmo, senza stress.
    Proposta da Martino Prat, Brione Verzasca (CH-Ticino), ([email protected]).

    Sciambola.
    Usato a Milano per indicare sfrenato divertimento serale: "stasera vado in sciambola"= vado a divertirmi alla grande.
    Da Guglielmo Venturi ([email protected]).

    Sciammèria.
    (Napoletano), indumento senza pretese, ampio e comodo. ([email protected]).

    Scimmia.
    Avere una mania per qualcosa.
    Proposta da Fabio Mazzotti di Genova ( [email protected]).
    "Avere una scimmia addosso" =essere ubriaco o fatto di droga (termine usato sia a Udine che a Napoli). Termine consigliato da Martina di Udine in collaborazione con Gianfranco di Napoli.

    Scimmiare.
    Non ascoltare, non prestare attenzione. Proposta da Axe Zumaglini ([email protected]).

    Sclerare.
    Impazzire, andar fuori di testa.

    Scorfano.
    Dicesi di ragazza veramente molto brutta (o ritenuta tale).
    Proposta da Franco Puliga da Porto Torres (SS). ( [email protected]).

    Scrauso.
    schifoso (ho mangiato in un ristorante veramente scrauso) o scarso di capacità (quel giocatore é proprio scrauso). Proposta da Cristiano ([email protected]).

    Screzio.
    Sinonimo di brutto, orribile. Per esempio: quella tipa è uno screzio.

    Scronda.
    Detto di ragazza poco attraente o spettinata, struccata, vestita male. Di Barbara Bernardi di Rovereto (TN).

    Sdraiona.
    Ragazza di facili costumi.

    Sdrammare.
    Far divertire molto. Es. Mi fai sdrammare.
    Proposta da Alessandra de Renzis dalla Toscana ([email protected]).

    Secchio.
    (Leggasi sicchje). Contrazione dell'espressione "secchio di munnezza (spazzatura)". Usato, perlopiù, in modo scherzoso, mai offensivo - sinonimi: sacchetta (sempre di munnezza), bustina (anche qui, trattasi di munnezza).
    Proposto da Clelia Patrone ([email protected]).

    Seccia.
    Sfortuna, scalogna. Proposta da Francesco Barracca ([email protected]).
    Ma anche persona molto studiosa e brava a scuola, secondo Arianna Minto di Venezia ([email protected]).

    Secciato.
    Sbronzo, del tutto ubriaco. Es: “sta ‘mbriaco come una seccia!”. ([email protected]).

    Seciare.
    Studiare molto, come un secchione. Dal dialetto bresciano.
    Proposta da Sarah Sasso di Torino ([email protected]).

    Sesquipedale.
    Italiano arcaico, significato: enorme, immane. Vocabolo secondo me da riprendere. Gianluca, 36 anni Napoli.

    Sfasteriato.
    Di origine campana, indica un individuo in atteggiamento di mal sopportazione o insofferenza verso qualcosa o situazione. Da Lorenzo.

    Sfigato.
    Personata che manca di fortuna ma anche un pò per colpa propria.
    Da Serena Uberti di Verbrugge

    Sfrantummato.
    Tipico del napoletano. Spiega Nicola Ostuni che sfrantummarsi è proprio dell'intonaco che quando cade si polverizza. Indica perciò persona fusa, scoppiata, non più in grado di partecipare alla vita civile. Come, secondo lui, "quegli hippies, sessantottini, indiani metropolitani che furono molto attivi ma che, successivamente, non sono più stati in grado di reagire alla fine dei rispettivi movimenti politico-sociali". ([email protected]).

    Sfumella, svaporella.
    Sigaretta. Proposta da Eleonora Caselli di Milano ([email protected]).

    Sgaggiare.
    Avere atteggiamenti cool, da figo.
    Proposta da Gianfranco Franchi ([email protected]).

    Sgaio.
    Agg. per definire qualcosa che piace molto. Proposta da Stefania da Padova ([email protected]).

    Sgamare.
    Beccare qualcuno/scoprirlo mentre sta facendo qualcosa. Es: "Ti ho sgamato che prendevi il quaderno dal mio zaino".
    Scrive invece Francesco ([email protected])) da Brindisi: «Sgamare = corteggiare. Termine usato a Brindisi, la mia città, ma che ha significato ben diverso per esempio a Roma, come riportato nel dizionario».

    Sgamarsi.
    Lasciarsi dopo una serata con l’intento di rivedersi.
    Proposta da Zeno Tomiolo di Milano ( [email protected]).

    Sgammato.
    Tipo vissuto, scaltro, sveglio.
    Proposta da Giovanni Dalla Valle da Londra ( [email protected]).

    Sgargiare.
    Sgargiarsela: darsi delle arie, montarsi la testa. A Torino e Milano secondo Paolo Gilardini ([email protected]).

    Sgheba.
    Ragazza carina ma giovane che si atteggia ad essere più matura di quello che é. “La Simona é una che sghianderei volentieri ma é troppo sgheba”.
    Proposta da Giampaolo Debole, di Firenze ([email protected])

    Sghiandare.
    Fare sesso. Proposta da Giampaolo Debole da Firenze ([email protected]).

    Sgoduto.
    Persona che ha le palle girate.
    Proposta da Alessio Scelleri, neolaureato della provincia di Modena ( [email protected]).

    Sgranchia.
    Lasciami perdere, non ho tempo, sono molto impegnato non vedi?
    Proposta da Raffaele da La Spezia ( [email protected]).

    Sgrullettato.
    Poco sano di mente, ritardato.
    Proposta da Stefano Bonanni di Aprilia ( [email protected]).

    Sguario (o “squario”), sguariare.
    Divertimento, relax, divertirsi. Es: mi sto sguariando un casino in questo locale”, “sto scrivendo questa mail solo per sguario”.
    Proposta da Carmen, 27 anni, Lecce ([email protected]).

    Sito.
    Il sedere. Vedi Carlo Verdone: c’hai un bel sito.

    Sizza.
    Sigaretta, da Luca Bonetto di Milano ([email protected]).

    Skrauso.
    Sfigato, di poco valore (specie per il fumo).
    Proposta da Alessandro Basini, ([email protected]).

    Slamarsi.
    Darsi una calmata. Proposta da Nino e Domenico di Sulmona (AQ) ([email protected]).

    Slashato.
    Barrare con lo "slash" (cioè il simbolo "/") per intendere "eliminato".
    Proposta da Giuseppe Vatinno.

    Slurpatissimo.
    Giovane molto bramoso e curioso di conoscere qualche personaggio straordinario. Il tutto condito da un'idea di intensa goduria, ma solo se si raggiunge l'obiettivo.
    Di Raffaele Facciola' di Scilla ([email protected]).

    Smaronare.
    Sbagliare peccando di troppa sicurezza ([email protected]). Oppure lasciarsi scappare qualche informazione su qualcun altro (es. "Marco ha smaronato Lisa sullo scherzo di ieri"), secondo Arianna Minto di Venezia ( [email protected]).

    Smarrone.
    Mozzicone di spinello. Proposta da Fabio Mazzotti di Genova ([email protected]).

    Smazzare.
    Trafficare. Proposta da Fabio Mazzotti di Genova ([email protected]).

    Smicciare.
    Significa “Guarda, ma non farti notare”. Proposta da Grim da Nuoro ([email protected]).

    Soffegoto.
    Sesso orale praticato all'uomo (in dialetto veneto: fame un soffegoto).

    Soffocone.
    Fare sesso orale (fellatio).
    Proposta da Fabio Mazzotti di Genova ([email protected]).

    Sore.
    Professore. Al femminile: soressa.
    Proposta da Linda Sabbadin di Vezia, Canton Ticino (Svizzera), e da tutta la sua classe ( [email protected]).

    Spacchiuso.
    Persona arrogante e spaccona. Da Andrea di Milano.

    Spagogna.
    Persona dal carattere un pò difficile, ostica, acidina, non molto malleabile, anche antipatica. Mi viene da pensare che venga proprio da spago, qualcosa di duro da masticare, ruvido.
    Così propone Francesco Albertini di Ravenna ([email protected]).

    Spannato.
    Aggettivo vogherese: completamente fuso, che non capisce niente, da Simona Signorelli ([email protected]).

    Spapparanzato.
    Completamente adagiato, steso a braccia e gambe aperte in completo relax (termine usato sia a Udine che a Napoli: a Napoli "spaparanzato").
    Termine consigliato da Martina di Udine in collaborazione con Gianfranco di Napoli.

    Sparone.
    Ragazza veramente molto brutta. Proposto da Anilo D'Angelo, Montorio al Vomano (Te).

    Spippolare.
    Battere i tasti del computer, lavorare con il computer. Forse solo fiorentino ("pippolo" esiste già come piccolo oggetto. Forse di forma allungata?). L'ho sentito da mio fratello, molto più giovane di me.
    Proposta da Alda Nannini (fiorentina in Giappone). Per Giulia Ghiretti ([email protected]) spippolare significa trafficare, scartabellare con qualcosa.

    Sportiva.
    ragazza di facili costumi sessuali. Da Ghino, provincia di Imperia ([email protected]).

    Spundarsi.
    atto esagerato, tende a sottolineare l’elevata quantità. Neologismo salentino (area Brindisi-Lecce). Utilizzato in una molititudine di casi. Es: “mi sto spundando di studio (sto studiando troppo), ti stai spundando di pasta (stai mangiando troppa pasta), ma anke com’é andato l’esame? Mi ha spundato= Mi ha distrutto. Proposto da Giuseppe Leozappa ([email protected]).

    Squacquareare.
    Battere forte per amore, esempio il mio cuore squacquarea per te!.
    Proposta da Pasquale Langella di Scafati (SA), III Liceo scientifico Maxisperimentale di Sarno ([email protected]).

    Stazzo.
    Incapace, maldestro. Proposta da Fabio Mazzotti di Genova ( [email protected]).

    Stecca.
    Sigaretta, da Gory e Naira di Piacenza ([email protected]).

    Steccare.
    Essere bocciati a un esame, andar male a un’interrogazione.

    Stilao.
    Forte, potente. Proposta da Matteo Girotto ([email protected]).

    Stiloso.
    Unico, che ha stile; riferito sia a persone che ad oggetti (es.: troppo stiloso quel tipo!!!). ( [email protected]).

    Stincata.
    Frenata brusca. Proposta da Linda Sabbadin di Vezia, Canton Ticino (Svizzera), e da tutta la sua classe ( [email protected]).

    Stippa.
    Sigaretta, Proposta da Gianfranco Franchi, ([email protected]).

    Stirling.
    Vuol dire essere completamente al verde. Dovrebbe essere legato, in qualche modo, alla parola sterlina.
    Proposta da Antonio Miani di anni 51, di Andria (Ba). ([email protected]).

    Stoia.
    O anche 'Vaga'. Essere stanco, di solito di stanchezza primaverile.
    Proposta da Simone Cherici (Toscana). ( [email protected]).

    Stonfo.
    Ubriaco. Proposta da Lorenzo Brandonisio ([email protected]).

    Storronare.
    (Con la variante 'storronarlo'). Annoiare, rendersi insopportabili con chiacchiere noiose o inconcludenti.
    Proposta da Massimo Tallone.

    Stracciare.
    Vomitare, quando si è ubriachi.
    Proposta da Alessandro Basini, ([email protected]).

    Stramusone.
    (“stramusòn” in veneto): ceffone, sberla violenta. Es: “Gli ha dato uno stramusone così forte che gli ha lasciato il segno sulla faccia”. Proposta da Elena Caneva, 32 anni, Vicenza ([email protected]).

    Strappacornicioni.
    Donna/ragazza di facili costumi, proposta da Il gabbiano ([email protected]).

    Strappata.
    Ragazza che si atteggia in modo eccessivo. Proposta da Mace, 20 anni, di Firenze ([email protected]).

    Stricare.
    pomiciare. Proposta da Cristina Castello, Siracusa ([email protected]).

    Strippare.
    Aver paura, farsela sotto. Ma anche essere stanchissimi, es. se non dormo strippo, secondo Gory e Naira da Piacenza ([email protected]).

    Stroppa.
    Canna. Proposta da Stefania da Padova ([email protected]).

    Stua.
    Persona deficiente, indolente, con scarso gusto e con stupidità disarmante. Da Jan Zerjal e Gherardo Fumo di Trieste ([email protected]).

    Stucca.
    Proveniente da Roma, me stucca= non mi va.
    Proposta da Jacopo dall'Australia ([email protected]).

    Stupitiare.
    Dire scemenze, ma con prepotenza.
    Proposto da Vincenzo Cusimano ([email protected]).

    Sussa (o surra).
    dal sardo, batosta ([email protected]).

    Svalvolare.
    Uscire di testa.

    Svanzicare.
    Utilizzato nel significato di pagare.
    Proposta da Eugenio Alessi ([email protected]).

    Svapora.
    Sigaretta. Come pure brasca.
    Proposta da Martino Lapini, ([email protected]).

    Svasticare.
    Essere bocciati (vedi steccare).

    Sverdare.
    Stare molto male a causa di droga, alcool, etc. ed essere in uno stato davvero pietoso.
    Infatti "sverdare" deriva da "essere/ diventare verdi in faccia"..questo può far comprendere meglio il significato. ( [email protected]).

    Svoltare.
    Rimediare qualcosa senza pagare o riceverla in regalo. Es.: Ho svoltato un cellulare nuovo. Oppure "Ho svoltato"= la mia vita é cambiata, sono passato da una situazione negativa a una positiva.
    Da Riccardo Farabegoli di Roma ([email protected]).

    Svomare.
    Vomitare, rigurgitare soprattutto dopo che si è pieni di alcool.
    Proposta da Bordo di Milano, ( [email protected]).

    T_______________________________________________________________

    Tacchinare.
    Corteggiare (vedi barcagliare).

    Taffiare.
    Mangiare tanto e di gusto. Sostantivo: taffiata.
    Da Manuela Pagliacci di Bologna ([email protected]).

    Tagliare.
    Marinare la scuola.

    Tagliarsi.
    Divertirsi, farsi molte risate. Sostantivo: taglio= persona molto divertente (quello è un taglio).
    Da Riccardo Farabegoli di Roma ([email protected]).

    Taglio.
    Indica qualcosa di molto divertente, che fa sballare.

    Tajo.
    A Roma vuol dire un "fico", "uno che piace, è FORTE, come direbbe Verdone: forse viene da un gergo carcerario, colui che aveva il taglio sulle guance era la persona più forte, da rispettare".
    Ipotesi fatta da Fiammetta Bruni di Roma ([email protected]).

    Talco.
    Droga pesante.

    Tamarindo.
    Tipo di origine meridionale.
    Proposta da Elio Iraldo di Alessandria ( [email protected]).

    Tamarro.
    Ragazzotto di paese, perennemente fuori moda, un pò zotico e un pò imbranato. Veste come un manichino della Standa anni '70 o - peggio - come John Travolta in "Saturday night fever".
    Segnalato da Marcello Cometti, giornalista, 46 anni. ( [email protected]).

    Tamiuni.
    Antica espressione agrigentina che indica un giovane mite e ottuso, con qualche velleità narcisistica.
    Da Fausto D'Alessandro di Agrigento ([email protected]).

    Tamocco.
    Contadino rozzo, detto anche "baccano", zoticone, solitamente di madrelingua tedesca ed abitante sui monti del Sudtirolo.
    Termine in uso fra i giovani altoatesini, soprattutto fra quelli di madrelingua italiana. "Ti vesti come un tamocco"; "E' pieno di tamocchi".
    Proposta da Bruno Zucchermaglio. ( [email protected]).

    Tamugno.
    Significa tosto, massiccio. Segnalato da Filippo Raggi, Cesena ( [email protected]).

    Tangano.
    Detto di organo sessuale maschile, volgare ([email protected]).

    Taricone.
    Fare il... pavoneggiarsi, darsi delle arie.
    Proposta da Riccardo Sabbadini di Torino.

    Taroccarsi.
    Acchittarsi, vestirsi tirati per una festa.

    Tarlucco.
    Termine diffuso nella provincia di Genova, di etimo sconosciuto, indica una persona stupida e vuota, una specie di idiota. Proposta da T.Muratore ([email protected]).

    Tarro.
    Zotico, rozzo. Proposta da Chiara Guatelli di Genova, ( [email protected]).

    Tarzanello.
    Una canna ([email protected]).

    Tascio.
    Usato a Palermo e nella Sicilia occidentale. Si riferisce a una persona malvestita o che adotta comportamenti volgari e caciottari (musica in auto ad alto volume, accessori vari tipo oreccchini, collane, anelli, urlare). proposta da Daniele Paternicola, 36 anni, Palermo ([email protected]).

    Tasso.
    Fighetto, montato, chi si dà arie.
    Proposta da Roberto di Foligno (PG) ( [email protected]).

    Tazzare.
    Bere tanto alcool. Proposta da Linda Sabbadin di Vezia, Canton Ticino (Svizzera), e da tutta la sua classe ( [email protected]).

    Tazzorro.
    Cafone, zotico. Proposta da Francesco Barracca ( [email protected]).

    Tega.
    Parola usata in Veneto in due contesti: per riferirsi al pene (riferendosi al fatto che "tega" normalmente è il bacello dei fagioli) o indicare una botta, una testata rimediata da qualche parte.

    Tegame.
    Ragazza di facili costumi. Proposta da Luca.

    Tempo Zero.
    Immediatamente, in milanese ([email protected]).

    Teresina.
    Per indicare un gay molto educato e un poco effemminato. Si puó usare sia al maschile che al femminile.
    Proposta da Susanna Binelli ([email protected]).
    Ma anche avere l'arteriosclerosi, lo si usa prevalentemente in tono scherzoso. Proposta da Arianna Minto (VE) ([email protected]).

    Tipo.
    Il fidanzato. La tipa è la fidanzata.

    Tirolesi.
    Non gli abitanti del Tirolo, bensì maschi impotenti, a cui non tira.
    Proposta da Eleonora Caselli di Milano ( [email protected]).

    Tizzone.
    Spinello, proposta da Luca Faveto di Genova, ([email protected]).

    Toffa.
    Punkabbestia o eroinomane.

    Toko.
    Interessante, molto trendy ([email protected]).

    Tonno.
    Un bel tipo, in senso dispregiativo.

    Torcione.
    Ovvero grosso spinello, bello, intenso, che dà misticità.
    Proposta da Matteo Bondi, da Dublino ( [email protected]).

    Torpo.
    fuori moda, decisamente out. Proposta da Cristina Castello, Siracusa ([email protected]).

    Trabogano.
    Ragazza orrenda e antipatica. Proposta da Mace, 20 anni, di Firenze ([email protected]).

    Trallo.
    Tedesco, di madrelingua tedesca, in particolare se di idee irredentiste. In uso fra i giovani altoatesini di madrelingua italiana, è una contrazione da "traliccio" che fa riferimento agli attentanti dinamitardi degli anni Sessanta, in cui i terroristi sudtirolesi prendevano di mira, nei loro attentati, i tralicci degli elettrodotti.
    Proposta da Bruno Zucchermaglio. ([email protected]).

    Trash/ata.
    Monnezza, sporcizia, estrema noncuranza di sé e ambiente.
    Proposta da A.M.Logani ([email protected]).

    Traso.
    Anche sverzo, vuol dire ubriaco.
    Proposta da Marta Costantino, 22 anni di Desio (Milano). ([email protected]).

    T-REX.
    (pron. tiréx), tirchio, avaro, come scrive Marco Marazza ([email protected]) di Milano: «L’origine, mi è stato spiegato, é duplice: da una parte l’assonanza con “tirato” (stesso significato), dall’altra l’immagine figurata del noto dinosauro carnivoro dagli arti superiori eccessivamente poco sviluppati (“braccio corto” o “braccino corto” sono anch’essi termini per indicare un avaro). Spesso il termine viene accompagnato da una mimica consistente nel tirare indietro verso il corpo entrambe le braccia, mentre si dice “xxx è un po’ T-Rex”, a mo’ di rafforsativo del siginificato. Preciso che sono anagraficamente fuori zona (43) ma ho una moglie ricercatrice al CNR di Milano che ogni tanto mi delizia con le espressioni dei suoi studenti in tesi».

    Tricofieto.
    Ciclomotore. Proposta da Giosi Campanino di Napoli ([email protected]).

    Trimone.
    Farsi un trimone vuol dire masturbarsi.

    Trincare.
    Bere. Proposto da Anna Violante ([email protected]).

    Trippabbozzio.
    Uomo dotato panciouto. Proposta da Antonio Marotta, Caiazzo (CE) ([email protected]).

    Troiangerie.
    Oggetto di poco valore (da leggere alla francese!).
    Proposta da Arianna Minto (VE) ([email protected]).

    Trollare.
    Sta in mezzo a vibrare e rollare.
    Da Matteo Ciringione di Palermo, che ricorda quando il figlio Davide, a 3 anni, in macchina su strade sterrate ogni volta ripeteva "papà, mi trolla il pisello". ([email protected]).

    Tronata.
    Uno schianto in auto, un forte colpo.
    Proposta da Giamberto Cerruti di Varazze (Savona), ([email protected]).

    Trussare.
    Spingere, darsi spintoni. Proposta da Linda Sabbadin di Vezia, Canton Ticino (Svizzera), e da tutta la sua classe ( [email protected]).

    Trustare.
    Provarci con una ragazza. Anche "avere un trusto" con una ragazza.
    Proposta da Loris di Maranello (Modena), ( [email protected]).

    Truzzo.
    Discotecaro con capelli a spazzola e zeppe. Zoticone, rozzo. Secondo Gianni Boschi di Casale Monferrato, questo termine deriva, molto probabilmente, dal piemontese "trus" cioè torsolo.
    Gianni Boschi, ([email protected]).

    Tugnino.
    In pesarese significa tirchio, spilorcio. Proposta da Davide Filippini ([email protected]).

    Turbina.
    Si ha una turbina quando, per ubriacatura o altre cause, si è completamente di fuori e non si capisce più niente.
    Proposta da Andrea Abbassi ([email protected]).

    Turnare.
    Girare, dall'inglese "to turn". Proposta da Giuseppe Vatinno.

    Tutzi.
    Discotecaro. Termine onomatopeico che ricorda il ritmo della musica da discoteca.
    Proposta da Francesco Witte di Perugia ( [email protected]).

    TVB.
    Monogramma per Ti Voglio Bene.

    Ti voglio bastonare. Proposta da P.Longobardus ([email protected]).

    TVTB.
    Ti voglio tirare una bomba. Proposta da P.Longobardus ([email protected]).

    U_______________________________________________________________

    UB.
    Monogramma per "un bacio", negli SMS.
    Da Gigi Raimondi di Busto Garolfo, Milano ([email protected]).

    Uncinare.
    Acchiappare, rimorchiare.

    Uomo.
    Ragazza molto brutta.
    Proposta da Gabriele Valdevit di Porcia, Pordenone ([email protected]).

    Utonte.
    Sostantivo singolare di utonti, gli utenti poco navigati che si rivolgono al customer care o calling center per delle emerite sciocchezze ([email protected]).









     
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    V_______________________________________________________________

    Valvola.
    Ragazza con cui fare sesso facile.
    Proposta da Mattia Pipino di Cuneo ([email protected]).

    Veccia.
    Spinello. Proposta da Paolo da Perugia-Gubbio ([email protected]).

    Vernia.
    Rabbia mista a risentimento, apatia, sconforto e desiderio incontenibile di prendersela con qualcuno. Es: Ho una vernia che non mi passa più. Sono inverniato.
    Da Manuela Pagliacci di Bologna ([email protected]).

    Verza.
    Ragazza appariscente, vistosa. Oppure fortuna (es. quello lì ha una verza!).

    Vincenzo.
    "Non fare il Vincenzo", vuol dire non fare il finto tonto.
    Dal meneghino secondo Guglielmo Venturi, nato a Chieti ma residente da una vita a Milano ([email protected]).

    Viola.
    Canna. Proposta da Marta Costantino, 22 anni di Desio (Milano). ([email protected]).

    Viva.
    Esclamazione accompagnata dal gesto a V con l'indice e il medio. Lo si esclama come per Henk, ma quando si è sgamati, scoperti, palesemente beccati.
    Proposta da Fabio Erba di Bergamo, ([email protected]).

    Vrenzola.
    Ragazza volgare, dall'abbigliamento un pò "trash" e dai modi sguaiati (vedasi "zora", "gina", "tamarra").
    Proposta da Italo, 23 anni di Napoli ([email protected]).

    Z_______________________________________________________________

    Zaccagnata.
    Botta, cazzotto. Proposta da Selvaggia Macioti ([email protected]).
    A Roma, invece, secondo Marco di 22 anni, «”zaccagnata” é inequivocabilmente “coltellata”». ([email protected]).

    Zaccare.
    Cadere. Proposta da Loris di Maranello (Modena), ([email protected]).

    Zaga.
    Anche “stizza” o “strucchia”, è la sigaretta.
    Proposta da Marta Costantino, 22 anni di Desio (Milano). ([email protected]).

    Zama Sta per “zamarro”, che sta per “tamarro”, che sta per “gaggio”, che sta per “tarro”, che sta per “truzzo” e vuol dire zoticone, rozzo.
    Proposta da Paolo Crosetto & Cecilia di Torino ( [email protected]).

    Zambo/a.
    (con la z aspra) Uomo o donna vestiti assolutamente fuori moda, a Bari. Proposta da Luigi di Trani, Puglia ([email protected])..

    Zao.
    Ciao. Proposta da Giuliana Aquilanti, Experiments Division, ID24
    ESRF (European Synchrotron Radiation Facility) B.P. 220 38043 Grenoble Cedex - FRANCE, ([email protected]).

    Zanzaniare.
    mettere zizzania, parlare male di qualcuno. In calabrese. Proposta da Patrizio Spina ([email protected]).

    Zarro.
    Chi ama andare in discoteca, girare con le zeppe e capelli allucinanti. Vedi anche Truzzo.
    Proposta da Zeno Tomiolo di Milano ( [email protected]).

    Zaurdo/a .
    Agg. o sost. : di persona poco fine, volgare, maleducata. Proposta da Antonella da Catania ([email protected]).

    Zavorra.
    Quando esci in comitiva con un personaggio stupido, inutile, scemo.

    Zebrona.
    Parola ripescata nel linguaggio della "mala fino a un certo punto" degli anni Cinquanta. Indica una ragazzona, perché formosa da far girare la testa, e ragazzina perché si comporta come tale: veste con stravaganza da nottambula che vaga sola per le strade, del centro o della periferia, vuol fare carriera solo con la figa, parla con un accento tutto suo, arrotando al massimo la erre.
    Insomma una simpaticissima elementa che se tornasse di moda non sarebbe male: antesignana della di oggi perfetta cubista, che non ha il brio di quel periodo. Proposto da Raffaele ([email protected]).

    Zecca.
    Appellativo per gli studenti di sinistra intellettuali, vestiti retrò anni Settanta. Proposta da Francesco Witte di Perugia ([email protected]).

    Zibra.
    Zero. Proposta da Zeno Tomiolo di Milano ([email protected]).

    Zincare.
    Rubare.Proposta da Gianclaudio Torlizzi di Roma ([email protected]).

    Zio / Zia.
    equivalente di ragazzo/a senza l’accezione sentimentale della parola. Prevalentemente utilizzato da rappettoni. Comunemente accompagnato da Oh oh zio hai una sigaretta?. Proposta da Valerio ([email protected]).

    Zipeppe.
    Deficiente. Proposta da Eleonora Caselli di Milano ([email protected]).

    Zito.
    fidanzato - Proposta da Cristina Castello, Siracusa ([email protected]).

    Zirbiune/a.
    Termine di origine dialettale (Puglia), sta per persona stupida, sfigata e alle volte anche un pò bruttina!
    Proposta da Nadia Butini. ([email protected]).

    Zizar.
    Sigaretta, in Trentino. Proposta da Caroline Macdonald.
    ([email protected]).

    Zizzaiolo.
    chi marina la scuola. Proposta da Silvana Sciarrotta ([email protected]).

    Zora.
    Con questo termine si indica ogni ragazza truccata pesantemente, vestita con pantaloni e magliettine aderenti e soprattutto con scarpe dalle zeppe altissime.
    Proposta dalla studentessa di Roma Denitza Tinti, ([email protected]).
    Sempre da Roma, Maurizio Longo fa una precisazione: «Non so perché ma ZORA/ZAURA é molto usato, mentre il maschile é usato solo al plurale (es: ‘Na discoteca piena de zauri” oppure “Te dico férmete, ché stamo a passà pé zauri”). Una ZORA è sempre truccatissima: Floriana del GF, per esempio, NON é una zora, è solo coatta. Idem, gli zauri sono sempre appariscenti e, di solito, palestrati ([email protected])».

    Zorra.
    ragazza che veste con poco stile, volgarmente aggressiva. Proposta da Cesare Scarpellini, 40 anni, Forlì ([email protected]).

    Zottare.
    Rubare, fregare. Proposta da Giuseppe D’Onofrio di Roma ([email protected]).

    Zuccherino.
    La pastiglia d’ecstasy.

    Zuppone.
    Straccione, vestito male. Proposta da Federico Ravelli di Milano ([email protected]).

    Zurro.
    Un ragazzo molto permaloso che non accetta scherzi o battute da parte dei compagni.
    Proposta da paolo, 19 anni, di Brescia ([email protected]).


     
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    CITAZIONE (tog75 @ 3/10/2005, 15:15)
    CITAZIONE (r o l e x x x @ 3/10/2005, 15:14)
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    CITAZIONE (tog75 @ 3/10/2005, 14:45)
    Tra i vocaboli più gettonati, al primo posto rifulge lo spinello/canna: con le sue varianti regionali... "tizzone" (Genova),...

    Ma sono sicuri di essere mai stati a Genova? laugh.gif
     
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