Esiste il discriminante tra passione e professione?

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    CITAZIONE (Fran1965 @ 24/12/2014, 14:38) 
    Il buon senso o la razionalità sta all'agenzie delle entrate come Ilona Staller sta a Maria Teresa di Calcutta

    Applauso!
     
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  2. ciaca
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    CITAZIONE
    Ecco trovato il moto perpetuo

    O la chiave della "redistribuzione"
     
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    CITAZIONE (amesi @ 24/12/2014, 13:07) 
    Ho cercato con le poche nozioni che possiedo di darvi un'idea perlomeno vaga, precisando subito che non volevo certo "infondervi il verbo" cosa che dal basso della mia posizione certo non mi permetterei. Se ciò è fonte di sberleffi mi dispiace e mi scuso per eventuali errori o sviste.

    Ps pensare che fattispecie assolutamente differenti come il privato che vende oggetti "personali", il commerciante occasionale che lucra sulla rivendita e il professionista h24 possono avere obblighi uguali in un forum dove ci si emoziona per finali di bracciali virtualmente identici tuttavia non è seriamente discutibile.

    Perdonami, ho solo fatto ironia sulla tua tua terminologia iperspecializzata :D

    Daniele
     
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    Salve a tutti,
    io la vedo un po' più nera di quanto esposto.
    Esiste da anni una tracciabilità delle operazioni in c/c, con particolare interesse ai prelievi/versamenti in contanti e ai bonifici in entrata.
    E' a carico del contribuente l'onere della prova di dimostrare la natura delle transazioni altrimenti vengono tutte considerate come illecito (anche se fossero gli stessi soldi che escono e rientrano, come spesso succede).
    Se poi l'amico ha anche una dichiarazione dei redditi non particolarmente alta (come dici che sta affrontando un momento di calma lavorativa) ancora peggio.
    Se vuole realizzare dei cambi il mio (ovvio) consiglio è che lo faccia con il minor numero di compravendite possibile ma dando indietro (se possibile) i pezzi in collezione ai quali non è interessato per altri, minimizzando le transazioni finanziarie e massimizzando il "baratto".
    Certo che fare in questo modo non è la maniera migliore per valorizzare la collezione ...
     
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    ...io consiglierei scambi manuali e pagamenti in contanti.

    Com'è noto le cassette di sicurezza (oramai quasi introvabili in banca) sono piene di cash.
    Essendosi giustamente i risparmiatori premuniti contro i rovesci prossimi venturi....e quei denari non sono censiti.

    Se si paga cash non ci sono limitazioni e traccibilità che tengano.
     
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  6. enricoc2
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    CITAZIONE (ciaca @ 23/12/2014, 01:51) 
    Non mi risulta che un privato debba "denunciare" alcunchè.
    Il ricavato della vendita delle proprie cose, se la vendita non si configura come un'attività economica, ai,fini fiscali non è considerato un reddito e non deve quindi essere "dichiarato", ne nella propria "denuncia dei redditi" ne a qualunque altro titolo.
    Si "denuncia" (al pra ed esclusivamente per ragioni amministrative) la vendita di un'automobile, non quella di un orologio o di una penna o di ogni altro oggetto "mobile".

    I beni mobili, per altro, non sono neanche soggetti a denuncia in dichiarazione di successione, proprio per la loro natura "mobile". Non sono titoli, ne partecipazioni e neanche immobili; la relativa proprietà non deve essere denunciata ne registrata, quindi non esiste alcun obbligo di comunicazione di alcun tipo inerente la vendita di un orologio, di una bicicletta, o di un qualunque altro oggetto a titolo privato.
    L'unico obbligo in una compravendita tra privati è quello relativo ai limiti oltre i quali la transazione deve essere tacciabile e non può essere effettuata in contanti.
    Neanche i ricavi da vendita di immobili per altro sono più soggetti a dichiarazione; se detenuti da privati da più da cinque anni, infatti, sono esenti da tassazione sull'eventuale plusvalenza e non vanno indicati nell'apposito quadro della propria dichiarazione dei redditi.

    Il problema posto dall'opener è proprio questo: quando la vendita di propri oggetti diventa tale, agli occhi del fisco, da essere considerata attività economica e quindi essere passibile di relativa dichiarazione e conseguente tassazione? Esiste un "volume" tale da discernere un'attività economica soggetta a tassazione da una normale vendita? Se un individuo porta n pezzi d'oro al banco dei pegni o ai compro oro, o mette all'asta n orologi o ancora vende a privati n gioielli e pietre preziose, qual'è quel valore di n oltre il quale il fisco lo considera un commerciante in nero?

    La risposta non esiste, nel senso che è tutto lasciato al buon senso e al libero arbitrio dei funzionari dell'ade che dovessero prendere in esame la posizione dell'eventuale soggetto.
    E nel caso di collezioni importanti, fatte di molti pezzi e quindi di molteplici transazioni tracciabili, non è affatto scontato che lo zelante funzionario di turno non le scambi, appunto, come il frutto di un'attività commerciale esercitata in nero.
    E siccome siamo nella repubblica delle banane, sempre più stato di polizia fiscale, c'è da aspettarsi di tutto, anche il surreale.
    In questo paese, infatti, sempre più il patrimonio è considerato presuntivamente un crimine, se non altro frutto di attività di evasione d'imposta. Con tutto ciò che ne consegue.

    A mio parere la risposta risiede nell'occasionalità della vendita. Se, appunto, occasionale non configura una professione, Se invece le vendite hanno al contrario carattere di stabilità e continuità e il reddito reddito è fonte di sostentamento allora necessita di una regolarizzazione. Sul concetto di occasionalità poi si possono scrivere libri ma con un po di buon senso ci si arriva.

    CITAZIONE (amesi @ 24/12/2014, 02:33) 
    Assumendo quale fattispecie la vendita fatta dal privato del vacheron d'oro del padre, questa è, ai fini tributari, non rilevante. L'operazione non rientra neppure nella categoria dei redditi diversi: l'art. 67 tuir, che presenta un'elencazione tassativa, non la prevede quale fattispeci, neppure ai fini della dichiarazione. Tantomeno verrà a configurarsi un qualche obbligo ai fini Iva.

    La fattispecie leggermente più complessa, del collezionista che si stanca e via via vende, magari poi compra altri prezzi in ottica comunque non commerciale, ovvero perchè banalmente li indossa e poi non gli piacciono più, non prevede obblighi fiscali differenti dal caso iniziale.

    Le cose ben possono tuttavia configurare ben altri regimi tributari nel caso in cui, non sia più solo un "collezionista" ma il soggetto acquisti orologi e poi li rivenda al solo fine di reintrodurli nel mercato ponendo dunque attività commerciale.
    In questo caso si possono configurare due dinamiche: una "occasionale", ovvero un'attività commerciale per l'appunto occasionale, che se non prevede obblighi Iva, realizza tuttavia dei redditi diversi ex art. 67, comma 1, lett. i) Tuir con relativi obblighi Irpef. L'altra naturalmente sarà quella di un'attività commerciale in piena regola con relativo regime fiscale e oblighi Iva.

    Brevemente i tratti dell'attività occasionale, che non possono essere chiaramente esemplificati possono pur tuttavia essere ricondotti per l'appunto ad 1) un'attvità sporadica e non continuativa, 2) che il soggetto non abbia predisposto nulla per effettuarla (ad esempio la locazione di un'immobile per l'esposizione), 3)l'operazione non si sia protratta nel tempo per un periodo apprezzabile (anche se unica, si badi).

    Talune fattispecie affini ad esempio l'occasionale prestazione di lavoro autonomo prevedono delle soglie 5000 euro, se non ricordo male, superate le quali scattano determinati obblighi fiscali; non è questo il caso. Quindi potete vendere il patek e non solo il sub.

    Se posso permettermi, il caso di specie, la ricca collezione del padre, che viene venduta dal figlio non rientra nel fuoco del fiscalmente rilevante. Ciò detto consultate il vostro comm...avvocato tributarista di fiducia. E naturalmente prendete tutto con il beneficio del dubbio.

    Scusami non avevo letto il tuo intervento molto più esaustivo.
     
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    E' Natale: poteva mancare un po' di terrorismo fiscale? No, ovviamente, è uno dei maggiori settori di luoghi comuni nazionali.
    Auguri.
     
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    Purtroppo non è un luogo comune ma un dato di fatto.
    Solo per fare un esempio l'acquisto di un gioiello/orologio, da un certo importo (mi pare intorno ai 3000€) in poi, è soggetto a segnalazione obbligatoria da parte del negoziante.
    Non voglio essere pessimista (non lo sono affatto) ma quando si parla di questioni simili la prudenza non è mai troppa (nonostante l'assoluta buona fede e la legalità delle operazioni di cui si parla).
    Se io avessi una grossa collezione di pezzi costosi qualche problema me lo porrei prima di fare le cose alla "viva il parroco" per trovarsi poi dopo a dover dimostrare a proprie spese le proprie ragioni parlando con chi di buon senso non sempre è provvisto.
    Poi è chiaro che l'amico dell'opener farà quello che si sente.
    Auguri a tutti

    P.S.
    Nonostante le potenziali scocciature avere la collezione di cui sopra sarebbe un "problema" che non mi dispiacerebbe avere ... ;)
     
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37 replies since 22/12/2014, 23:16   780 views
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